Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Strega_Mogana    11/09/2006    5 recensioni
Un solo istante, una sola occhiata e i ricordi di un uomo innamorato. Preludio di "Sarai sempre il mio Severus"
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E’ un periodo che mi vengono in mente una serie di One-Shot sulla mia coppia preferita.
Questa é incentrata su Severus, possiamo collocarla prima dell’altra FF “Sarai sempre il mio Severus”, probabilmente ce ne saranno altre che seguiranno, magari vari incontri brevi, i pensieri di lei e lui e, magari, delle persone che ci girano attorno. E’ un progetto, un esperimento che é nato da solo, ditemi cosa ve ne pare. Forse Severus é un po’ sdolcinato in alcuni punti ma volevo che si capissero i sentimenti che prova per lei.
Le parti in corsivo sono prese direttamente dal 6 libro.
Bene buona lettura e aspetto i commenti!

***
- Severus…
Quel suono atterrì Harry più di ogni altra cosa che aveva vissuto quella sera. Per la prima volta, Silente supplicava.
Piton non rispose. Avanzò e spinse rudemente Malfoy di lato. I tra Mangiamorte si ritrassero senza una parola. Perfino il lupo mannaro era intimorito.
Piton scrutò per un attimo Silente, e incisi nei suoi duri lineamenti c’erano solo disgusto e odio.

Ti odio vecchio.
Ti odio con tutto il mio cuore.
E sono certo che lo vedi riflesso miei occhi, in questo preciso istante, mentre fisso i tuoi supplichevoli.
Questi occhi celesti che ho sempre odiato perché mi guardavano con amore, un amore che sapevo di non meritare, una compassione e una dolcezza che non volevo. Quegl’occhi che riuscivano a leggermi dentro, che vedevano la mia anima nera e il mio cuore avvizzito.
Ti odio perché in quest’attimo infinito io vedo tutto quello che sto perdendo.
Rivedo la mia vita inutile, vuota, costellata solo di scelte sbagliate, di morte e sangue innocente che sporca le mie mai.
Rivedo il ragazzino magro e pallido che ero un tempo e che sono ora, un ragazzino spaurito che porta a termine un compito difficile.
Un compito che non voleva svolgere.
Ho sempre fatto quello che mi hai chiesto in questi sedici anni, senza ribattere, senza oppormi più di tanto, facendo sempre del mio meglio.
Ma il mio meglio non é mai bastato vero?
Per me avevi in programma un compito molto più importante, un compito che tutti avrebbero rifiutato e sapevi perfettamente che io non potevo dirti di no.
Hai sempre saputo che la mia anima era irrecuperabile, che non era importante se perdevo anche quel briciolo di umanità che mi era rimasta.
In questi pochi istanti, dove i tuoi occhi sempre chiari mi stanno supplicando, io rivedo tutto quello che sono stato, quello schifo d’uomo che si credeva un grande mago; forse merito la dannazione che sto per ricevere ma nell’ultimo anno... nell’ultimo anno mi sono chiesto più di una volta se il mio debito non l’avessi già saldato da un pezzo.
In questo istante, mentre i nostri occhi sono incatenati da una promessa che solo noi conosciamo, mentre Potter é dietro a quel maledetto mantello pietrificato, mentre sono qui, inginocchiato davanti a te, io rivedo tutto quello che sto distruggendo in questo attimo che sembra non finire più.
I suoi occhi nocciola e sempre luminosi quando mi guardava, i suoi capelli e il profumo del balsamo che usava, il suo sorriso così contagioso, la sua risata allegra.
Sto perdendo tutto... lei mi odierà, mi disprezzerà, desidererà non avermi mai incontrato.
Ti odio anche per questo Albus.
Ti odio per avermi salvato, dovevi lasciarmi morire sedici anni fa quando ero solo un mago che scappava spaurito da un demone, come un bambino che urla di notte dopo un incubo.
Salvandomi mi hai concesso una seconda opportunità, una seconda opportunità che non ho mai meritato, un’opportunità che non volevo ricevere.
E per quindici lunghi, interminabili anni ho vissuto nell’ombra del mio personaggio, ho vissuto richiudendomi in me stesso. Senza provare emozioni, senza lasciarmi andare, senza il calore del contatto umano con altre persone.
Ma poi sono rinato... sono tornato a vivere.
Grazie a lei.
L’ho vista crescere, anno dopo anno, fino a quando non mi sono ritrovato davanti una donna.
Una piccola donna desiderosa d’amore.
E quell’amore io ho saputo darglielo, forse non era perfetto ma era il mio amore più sincero.
Un amore improvviso, una passione che non credevo di provare, lei ha saputo svegliare in me le sensazioni che fanno sentire vivo un uomo.
E’ lei che mi ha salvato, non tu Albus... solo lei.
Mi ero accorto che provava qualcosa per me, ma ho sempre fatto finta di nulla, sapevo che non potevo ricambiare, che era impossibile per me innamorarmi quando c’era una guerra da combattere.
Lei non faceva nulla per attirare la mia attenzione, ogni tanto mi guardava, si comportava come se tutto fosse normale, ma io leggevo il messaggio che aveva celato nel suo sguardo.
Avevo deciso di ignorarla, di non guardare quegl’occhi ma, più mi impedivo di non guardarla, più il mio sguardo la cercava in tutte le stanze che entravo. Più mi imponevo di non pensare a lei, più fantasticavo sul nostro prossimo incontro.
Patetico... semplicemente patetico...
Mi stavo comportando come un adolescente e non riuscivo più a fermarmi.
Ho passato l’ultimo Natale nella mia vecchia casa, non l’avevo mai fatto negli ultimi quindici anni, odiavo quel posto, ho sempre detestato il suo squallore e la miseria che c’era in quelle vie abbandonate, ma dovevo riflettere, dovevo capire... dovevo dimenticarla.
Una riunione dell’Ordine, pura rutine, eppure ero quasi euforico nell’ entrare nella casa di Balck, euforico perché sapevo che lei c’era, sapevo che l’avrei vista anche solo di sfuggita e mi maledivo per quella gioia che provavo in fondo al cuore.
- Piton sei venuto a rovinarci le feste natalizie? – una delle frasi di benvenuto più gentili che quel cane pulcioso mi potesse rivolgere.
- Mi ha chiamato Silente. Continua pure a cantare le tue stupide canzoni natalizie Black, qui c’é gente che non può permettersi un giorno di vacanza.
Colpito dritto nel suo orgoglio, ho sempre apprezzato la piega che riusciva a prendere la bocca di Black quando lo insultavo, quell’espressione arrabbiata ed impotente mi sollevava il morale.
- Sei un bastardo Piton!
- Il bue che da del cornuto all’asino... l’unico bastardo qui sei tu. Solo in un cane pulcioso potevi trasformarti.
- Mocciosus io..- ha levato la bacchetta, io non mi sono neppure mosso, non volevo abbassami a tanto.
- Sirius fermo!
Molly é entrata in cucina con il suo solito passo felpato da madre, indossava un odioso vestito rosso e verde con ricami scintillanti che evocavano il Natale, in mano aveva una pentola e una scopa spazzava il pavimento dietro di lei seguendola in tutta la casa.
- E’ Natale, non potreste far finta di andare d’accordo?
Black sbuffa, stufo di sentirsi dare degli ordini, ed esce dalla stanza borbottando strani insulti alla mia persona.
Io non dico nulla, neppure Black é riuscito a smorzare la gioia che avevo nel mio piccolo cuore corrotto.
- Professor Piton resta a cena?
- Preferirei evitarlo, Silente mi ha convocato per una riunione speciale.
- Il professor Silente é stato trattenuto per degli affari speciali. – mi spiega la donna – Ci ha mandato un messaggio dicendo che sarebbe tornato in tarda serata. – fa un sorriso caloroso, forse anche mia madre un tempo aveva quel sorriso, io non lo ricordo, l’unico ricordo che ho di lei sono le urla contro mio padre e i lividi sul suo corpo - Nessuno può restare solo la vigilia di Natale.
Stavo per ribattere che c’ero abituato a stare solo quando é entrata in cucina, ancora ricordo cos’indossava: una lunga gonna di lana rossa e un maglione dal collo alto bianco mettendo in risalto la sua pelle rosata e i perfetti ricci castani.
Ci siamo scambiati una lunga occhiata, lei é arrossita un attimo prima di voltarsi verso Molly.
- Ha bisogno di una mano Signora Weasley?
- No, grazie cara. – ha risposto la donna iniziando a preparare la cena- posso farcela da sola qui, voglio finire prima che arrivi Tonks e mi rovini tutta la cucina. Chiama gli altri ragazzi... potete iniziare a preparare la tavola.
- Stanno parlando con Sirius. – risponde lei iniziando a sistemare i piatti sul lungo tavolo di legno, poi alza gli occhi e mi trafigge con il suo sguardo magnetico – Lei resta a cena Professor Piton?
- Sì, Granger. - ho risposto senza esitazioni, senza ripensamenti, per la prima volta dopo quindici anni é stato il mio cuore a rispondere e non il mio cervello.
In quel preciso momento mi sono maledetto per aver risposto a Hermione, soprattutto dopo aver visto l’occhiata interrogativa che mi ha lanciato Molly.
E’ li che ho capito che non potevo più far a meno di lei, mi sono reso conto che per quanti sforzi facessi Hermione mi aveva stregato.
Ma a te questo non é mai importato vero Albus?
Io non ero altro che un burattino nelle tue mani, uno stupido pedone da usare quando ti faceva comodo, un pedone che non avresti rimpianto una volta che mi avresti perso.
Perché sapevi che mi avresti perso.
Quanto ti odio in questo momento.
Mentre sento gli occhi dei Mangiamorte squadrarmi dubbiosi, sapendo bene che in questo istante sto dimostrando la mia fedeltà all’Oscuro, mi torna in mente il primo bacio che lo ho dato, sotto il vischio di quella vecchia casa polverosa, in una stanza buia come se anche ai mobili fosse proibito di vedere quell’amore clandestino.
Lei così innocente e pura.
Io così corrotto e crudele.
- Non dovremmo farlo. – le avevo detto con un filo di voce, ancora incapace di pensare lucidamente con lei tra le mie braccia.
- Ci sono tante cose che non avrei dovuto fare da quando sono una studentessa di Hogwarts, - mi aveva risposto poggiando la nuca sul mio torace – ma non mi sono mai pentita e non inizierò proprio oggi.
Ricordo tutte le sere che abbiamo passato a parlare del mondo futuro, un mondo senza guerre o Signori Oscuri, oppure le serate dove non dicevamo nulla, passavamo ore accoccolati sul divano, sul letto o semplicemente davanti al camino, in silenzio. Stavamo solo lì abbracciati, cullandosi l’uno nel respiro dell’altra.
L’avevi visto il cambiamento in me vecchio, ti eri accorto che c’era qualcosa che stava cambiando, vero?
Per questo continuavi ad insistere sulla faccenda della promessa, per questo mi mandavi dall’Oscuro anche quando non ce n’era bisogno, volevi che non dimenticassi mai il mio compito.
Come se potessi dimenticare l’infingardo ruolo che mi hai dato.
- Severus sei strano. – mi aveva detto una sera, ero appena tornato da una delle nostre riunioni, ero scosso perché solo allora avevo capito cosa avrei dovuto fare – E’ successo qualcosa con Silente?
- No. – avevo risposto troppo frettolosamente, lei non ci aveva creduto ma non aveva fatto altre domande, ha sempre capito quello che doveva fare con me, ha sempre accettato i miei limiti non ha mai cercato di forzare le mie difese.
Quella sera aveva capito che ero preoccupato e si prendeva cura di me nel modo più dolce che una donna potesse usare.
Non credo di aver dormito quella notte, ho passato ore a vegliare il suo sonno, cercando una spiegazione a quello che ci stava succedendo ma senza trovare una risposta.
La sto perdendo... anzi l’ho già persa, non posso più tornare indietro ora, devo farlo per Draco, per Potter e per tutto il mondo.
Io non posso ucciderti Albus, non posso neppure permettere che tu rimanga in vita.
Ti odio vecchio, ti odio con tutto il mio cuore.
Avrei voluto fare molte cose ancora, ora che sono tornato a vivere, ora che so che posso provare amore.
Ora che so che c’é una donna che può accettare un amore corrotto come il mio.
Avrei voluto continuare a stare con lei, bearmi dei suoi abbracci, dei suoi baci e del suo corpo, passare ore ed ore a leggere lo stesso libro, sfiorandoci appena, avrei voluto solo stare con lei, ma a te questo non andava bene.
¬- Ti amo Severus.
Sono rimasto in silenzio, mentre il mio cuore batteva furiosamente, lei mi amava e io ero l’uomo più fortunato del mondo.
- Tu non mi ami?
La sua voce era quasi supplichevole eppure io non sono riuscito a dirglielo, non ce l’ho fatta perché sapevo che il mo amore, per quanto fosse forte e sincero, non era puro come il suo, perché nella mia vita ci sarebbe sempre qualcuno che mi ricorderà il mio passato, perché amarla vorrebbe dire metterla in serio pericolo.
E io non voglio questo.
- Non é questo Hermione... quello che provo é molto forte ma...
- Ho capito...- la sua voce era addolorata e ferita, si sentiva usata e presa in giro, si era alzata e si era diretta alla porta con passo svelto come se stesse per scoppiare in lacrime ma non voleva farlo davanti a me, l’ho afferrata per un braccio stringendola al mio petto.
- No, invece non hai capito. Quello che provo é molto forte, é amore sicuramente... ma io non posso ancora dirti quelle parole. Ti prego dammi tempo.
La verità é che avevo paura... non sono mai riuscito a dire ad Hermione quanto l’amo, mai... sono solo un codardo, affronto il Signore Oscuro a testa alta, sono disposto a sacrificare la vita per un ragazzino spinto con forza sulla cattiva strada, ma non riesco a dire alla mia donna quando l’amo.
Anche per questo ti odio Albus, non mi hai lasciato il tempo per dire alla mia Hermione che l’amo, che l’ho sempre amata tantissimo.
Vorrei poter tornare indietro e scappare con lei, ovunque purché lontano da questo mondo malato.
Ti odio per quello che mi hai fatto Albus e so che tu puoi vederlo dai miei occhi.
Ti odio... con tutto il mio cuore ma non vorrei mai ucciderti.
La mano che tiene la bacchetta sta sudando, tutti mi fissano in questo istante dove io ho rivisto il mio ultimo anno felice.
L’ultimo poi, forse, anch’io morirò.
Ti odio Albus.
Ti amo Hemione.
Perdonami se non sono mai riuscito a dirtelo.
- Severus... ti prego.
Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente.
- Avada Kedavra.



FINE
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Strega_Mogana