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Autore: more_    02/02/2012    27 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Listen girl, you gotta be good 
I don't wanna hurt you 
I wanna KISS you! 


«Vuoi spegnere quel cazzo di cellulare?» mi ringhiò contro Lottie con ancora la voce impastata dal sonno mentre si rigirava nel letto. Erano le sette di mattina del ventiquattro dicembre, la Vigilia di Natale e anche il compleanno di Louis.  Il mio cellulare stava squillando da almeno un quarto d’ora ininterrottamente, sapevo già che era Zayn, non c’era bisogno che controllassi. Sbuffai rumorosamente togliendomi le coperte di dosso, un’aria gelida mi attraversò le ossa costringendomi a ricoprirmi di nuovo.
Felicite dormiva ancora come un sasso, in quei tre giorni avevo constatato che quella ragazzina aveva il sonno pesante a differenza di sua sorella Lottie, che era sempre pronta ad attaccarmi per ogni mio movimento brusco nella notte e anche nelle ore di luce, praticamente mi odiava.
«E’ Zayn» biascicai affondando di nuovo la testa nel cuscino trattenendo la mia voglia di afferrare il cellulare e di sbatterlo contro il muro.
Ero arrivata al limite, le chiamate erano diventate sempre di più e i messaggi erano triplicati. Non ce la facevo più a vedere il suo nome lampeggiare sullo schermo, qualche volta avevo una voglia matta di rispondergli e di mandarlo a quel paese, ma poi ci ripensavo su e rifiutavo solamente la chiamata.
«Chi?» squittì Lottie alzando la testa dal cuscino. Non era mica un nome tanto strano “Zayn”.
«Il mio ragazzo, ma abbiamo litigato.. non proprio, diciamo che sono furiosa con lui» chiarii prendendo il cellulare dal comodino, che finalmente aveva smesso di suonare. Nello stesso momento mi arrivò un messaggio.
“Rispondi cazzo! Sono quattro giorni, quattro fottutissimi giorni che sto cercando di sentire la tua voce. Non ce la sto facendo più, per favore, mi manchi tanto  xx Zayn”
Il cuore mi si strinse così tanto che provai una bruttissima sensazione nel petto, forse lo avevo ignorato abbastanza.
«Hai un ragazzo?» mi chiese scettica alzando il sopracciglio «questo Zayn deve essere veramente uno stupido» continuò dopo con un ghigno.
Alzai le sopracciglia e la guardai in malo modo, come cavolo si permetteva?
«Mi spieghi cosa cazzo ti ho fatto?» le dissi con tono minaccioso. La vera causa per cui riguardava tanto rancore nei miei confronti mi era ancora sconosciuto, non mi aveva neanche accennato il perché.
«Prova a immaginarlo!» mi rispose a tono mandandomi un’occhiata infuocata.
«Non riesco a immaginarlo, Lottie»
«T’invidio molto Mylène, invidio te e quella peste di bambino che hai!» disse con tono freddo e distaccato continuandomi a guardare in quello strano modo «Avete la possibilità di vedere Louis sempre, mentre io lo vedo sì e no due volte all’anno, non capisci quanto mi manca. E ora che ha un bambino, penserà sempre di meno alle sue sorelle» continuò abbassando lo sguardo. Rimasi impassibile davanti alla sua risposta, io sicuramente non potevo farci niente, non era colpa mia se Louis non abitava più con loro.
«Capisco che per voi è difficile, ma sono sicura che Louis non vi dimenticherà. Siete parte importante della sua vita, mi parla spesso di voi» le dissi rassicurandola.
«No ti sbagli, per Louis adesso esiste solo Nathan... e te» pronunciò alzandosi dal letto, lentamente infilò le ciabatte e anche la vestaglia per poi fermarsi davanti a me.
«Comprendilo, ha appena scoperto di avere un bambino di quasi quattro anni. Ho visto quanto ha sofferto quando l’ha saputo, adesso sta cercando di recuperare tutto il tempo perso» le dissi prendendo le difese di Louis.
«Immagino che lui abbia sofferto! Ha solo ventuno anni! E’ ancora troppo immaturo per fare il padre, hai in pratica rovinato metà della sua giovinezza» controbatté furiosa. Quelle parole fecero ribollire la rabbia dentro di me, ovviamente tutto quello che avevo passato io, per lei, non contava.
«Se davvero la pensi così, ti auguro veramente di non avere un figlio a sedici anni» sbottai con gli occhi velati d lacrime «tu non sai quanto ci ho rimesso, e ammetto che non è stata solo colpa di Louis, ma sono io quella che è stata scaricata la stessa sera, io a perdere un padre, io a ricevere giudizi dalla gente, io a patire nove mesi d’inferno e io a partorire. Rifletti prima di parlare, per favore» conclusi alzandomi dal letto, come aveva fatto lei poco prima. Incrociai le braccia al petto e cercai di sopprimere le lacrime, lei non aveva il diritto di farmi la predica. Sapevo ciò che avevo fatto, ne ero cosciente, ma nessuno le consentiva di attaccarmi e di incolparmi per la sua situazione familiare.
Sorpassai Lottie e feci per uscire da quella stanza ma mi bloccò prima che potessi farlo.
«Forse dovresti aprire un po’ gli occhi su mio fratello»  enunciò a bassa voce «e dovresti anche smetterla di odiarlo»
«Io non odio Louis» proclamai voltandomi verso di lei scuotendo la testa, Lottie mi guardò incredula alzando un sopracciglio «Okay, forse un po’» affermai notando il suo sguardo.
«Smettila, non se lo merita più tutto quest’odio».
 
Louis.
“Svegliati Louis, non puoi alzarti tardi anche del tuo compleanno” mi ripetei dentro di me mentre ero ancora mummificato sotto le calde coperte del mio letto. Aprii a stento gli occhi, la luce faceva già capolino nella mia stanza e l’orologio segnava le dieci passate, non era poi così tardi. Mi stiracchiai più volte fin quando un crampo atroce mi divorò la gamba, facendomi urlare e imprecare tutti quanti in quel momento. Poco dopo, invece, pregai che Nathan non mi avesse sentito.
Mi misi a sedere e guardai in direzione del piccolo letto precario in cui dormiva Nathan, che per mia fortuna era vuoto. Tirai un sospiro di sollievo e incominciai a massaggiarmi il polpaccio, facendo diminuire il dolore che mi aveva provocato il crampo.
«Ti sei svegliato finalmente!» esclamò la sua voce facendomi sobbalzare nel letto. Mi voltai in direzione della porta e vidi Mylène sorridente con Nathan affianco a lei.
«Doveva succedere prima o poi» ironizzai stropicciando gli occhi con una mano.
«Hei, vai a prendere quella cosa» sussurrò Mylène al figlio facendogli l’occhiolino. Il bambino parve capire subito, infatti sul suo bel visino si formò un sorriso e poi entusiasta corse per il corridoio allontanandosi dalla madre. Tornò trenta secondi dopo con una busta più grande della sua statura, e stando attento a non inciampare, riuscì a portarla vicino al mio letto, nel frattempo Mylène si era già posizionata su un angolo del letto.
«Questo è per te!» esclamò mostrando in bella vista la busta color panna. Sorrisi e presi in braccio sia lui che la busta, facendolo sedere sul letto affianco a me.
«Grazie, non dovevate!» dissi poi appoggiando la busta sulle mie gambe. Ero veramente curioso di scoprire di cosa si trattava.
«Sì invece, dovevamo!» ribadì Mylène ridendo «Come ti ho detto che devi dire?» disse poi a Nathan spronandolo a parlare.
«Ah!» esordì il bambino affianco a me dopo essersi ricordato «Buon compleanno!» strepitò buttandosi sul mio collo per stamparmi un bacio sulla guancia. Amavo quel bambino ogni giorno di più.
«Grazie mille Nathan» gli dissi ricambiando il suo bacio con uno sulla fronte «ora vediamo cosa c’è qui dentro!» continuai strappando la busta perfettamente impacchettata. Allungai una mano e presi il mio regalo, o meglio i miei regali, infatti erano delle pantofole a forma di orsacchiotto e un maglioncino azzurro della Hollister.
«Le pantofole le ha scelte Nathan!» cercò di scusarsi Mylène puntando suo figlio mentre un leggero sorriso alloggiava sul suo volto.
«Sono entrambi stupendi, davvero» affermai contento. Il fatto che Mylène si fosse preoccupata per me mi fece stare meravigliosamente bene, finalmente avevo ricevuto un po’ di affetto in più da lei, e sicuramente non mi dispiaceva.
Qualche minuto dopo anche le mie sorelle e mia madre vennero a darmi gli auguri con i rispettivi regali, non potevo essere più felice.
Poi, tutti se ne andarono e rimasi solo nella mia stanza con Mylène: Nathan era andato a giocare con  Daisy e Phoebe, mia madre era andata a preparare la colazione mentre Lottie e Felicite erano ritornate nella propria stanza.
«Ho parlato con Lottie stamattina» incominciò giocando un lembo del lenzuolo immacolato «diciamo che abbiamo chiarito un bel po’ di cose»
«Mi fa piacere» risposi allargando un sorriso «insomma, è meglio così, credo»
«Sì, però mi ha fatto capire una cosa» incalzò puntando i suoi occhi verdi sui miei azzurri. Nella mia mente aleggiavano già troppe minacce da dire a Lottie se aveva parlato di quello che gli avevo confidato. Deglutii rumorosamente aspettando che lei iniziasse a parlare, iniziai a sudare freddo e il mio cuore aveva ingranato già la quinta, mi stavo sentendo come un malato terminale.
«Secondo lei ti ho odiato abbastanza» aggiunse poi non facendo sparire quel sorriso «quindi vorrei veramente chiederti scusa per tutte le volte che ti ho trattato male, come dice lei, non te lo meriti» continuò reggendo il mio sguardo. Deglutii un’altra volta, aveva una particolare bellezza quella mattina, qualcosa che stava mandando a puttane il mio cervello.
«Sul serio, sono stata si troppo egoista, perdonami»
E vaffanculo Zayn, Lottie, Liam, cuore e cervello,  in quel momento volevo solo sentirla mia.
Le presi velocemente il viso tra le mani, così rapidamente che non le concessi neanche il tempo di spostarsi, e lo avvicinai al mio facendo combaciare le mie labbra con le sue. Chiusi istintivamente gli occhi e cercai con tutto me stesso di non approfondire il bacio, perché sapevo che avrei ricevuto solo un amaro rifiuto. Le sue labbra sulle mie mi bastavano, mi accontentavo di quello per colmare quella parte mancante dentro di me, e il solo fatto che non mi avesse già respinto mi rincuorò.
«E tu perdonami per questo» ansimai fissandola negli occhi, ancora spalancati per la sorpresa, appena mi staccai dalle sue labbra. Feci qualche respiro più profondo per regolarizzarli e poi con uno scatto mi alzai dal letto e mi diressi verso la porta, non avevo altro da dire.
«Aspetta!» urlò facendomi voltare, poi affannosamente scese dal letto e si avvicinò a me. Trattenni per qualche secondo il respiro appena vidi le sue mani appoggiarsi sulla mia nuca e il suo viso avvicinarsi al mio.
Credo che anche lei avesse mandato a fanculo il suo cervello.
Socchiusi le labbra e iniziai a baciarla dolcemente, le sue labbra odoravano di un forte aroma di caffè e riuscivo a sentire il profumo all’albicocca dei suoi capelli. Un misto inconfondibile.
Non avevo intenzione di lasciarla andare, non in quel momento che il nostro bacio aveva preso più forma e passione. Avevo quasi dimenticato come si respirava.
Diamine, mi stavo facendo paura da solo per le cose che mi stavano passando per la mente. Io non ero mai stato così ‘innamorato’, e sinceramente non sapevo neanche se lo fossi veramente.
Avevo bisogno di uno psicologo, di uno seriamente bravo.
«Fai in modo che non accada più, mai più» sussurrò contro le mie labbra dandomi un ultimo bacio.
Traforai il suo sguardo e capii al volo che mi aveva baciato solo perché era arrabbiata con Zayn, e non perché lo voleva sul serio.
 
 
Mylène
«Mamma voglio queste!» esclamò Nathan indicando delle caramelle nel reparto dolciumi del supermercato del quartiere. Io Johannah, Felicite e Nathan stavamo facendo la spesa per la cena di Natale, e avevamo riempito già il carrello.
«Va bene, ma le mangerai questo pomeriggio» risposi a Nathan prendendo il pacchetto delle caramelle per poi metterlo nel carrello. Il signor Mitchell, l’addetto al reparto frutta, mi salutò con un grande sorriso sorpreso di vedermi di nuovo lì, era un uomo bravissimo e mi dava sempre la frutta migliore quando andavo a comprarla. Riflettendoci, mi mancava parecchio vivere a Doncaster.
Accompagnare Johannah al supermercato era stata una grandissima idea, ero riuscita a distrarmi un po’ da quello che era successo con Louis: non so cosa mi fosse successo in quel momento, un lapsus o qualcosa, sicuramente non era veramente mia intenzione baciarlo in quel modo. Insomma, mi sentivo in colpa nei confronti di Zayn.
Sospirai mentre guardavo attentamente nello scaffale del riso, dovevo trovare quello con la scatola blu, o almeno così mi aveva detto Johannah. Puntai tutte le scatole con un dito: rossa, gialla, verde, nera.. e blu!
Andai a sbattere contro le spalle di qualcuno, alzai di scatto la testa e constatai che era una donna la malcapitata. Aveva due grandi occhi azzurri e i capelli dorati, sembrava una fatina invecchiata.
«Oh mi scusi! Non volevo» mi giustificai prendendo la scatola del riso tra mie mani.
«Non preoccuparti, non è successo niente» mi rassicurò la donna sorridendomi gentilmente.
«Molly, che ne dici di questo?» una voce maschile si sovrappose a quella della donna, una voce troppo familiare.
Alzai lo sguardo spaventata e spalancai gli occhi alla vista dell’uomo dietro a quella donna dai capelli dorati.
«Papà..» sibilai portandomi le mani sula bocca e facendo cadere la scatola del riso.
Milioni di chicchi, in quel momento, giacevano sul pavimento del supermercato. 

 


 

________________________________
I'M SOOO SORRY.
Davvero, scusatemi se ho tardato così tanto, ma ultimamente non ho molto tempo.
Boh, penso che questo capitolo sia molto carino, e finalmente, dopo esattamente sedici capitoli, SI SONO BACIATI!!! *ballalaconga*
Volevo ringraziarvi per le DICIANNOVE recensioni nello scorso capitolo *o* ORA POSSO MORIRE FELICE (?) Continuate a recensire, mi fa piacere çç
Quanto siete super bellissime? çwç
E scusatemi anche se non riesco a recensire così presto le vostre storie, ma come ho già detto, non ho molto tempo. Il fatto è che seguo troppe storie e per me è molto difficile recensirle tutte. Piano piano lo farò, promesso u.u
Un bacione a tutte, e ancora grazie mille :*

Vi chiedo ancora una volta di passare dall'altra mia FF:

 

 

   
 
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