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Autore: Debbie_91    03/02/2012    2 recensioni
Il fascino da bel tenebroso che possiede Vegeta è riuscito ad attirare l'attenzione della scontrosa Bulma. C'è, però, un problema: il Sayan non mostra alcun interesse nei confronti della giovane ragazza. Non le riserva altro che parole poco carine. E Bulma soffre. Soffre e si dispera per un amore che lei stessa reputa impossibile. Così, decide di guardare altrove e dedica le sue attenzioni a Yamcha. Ma sarà davvero lui l'uomo della sua vita?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era tramontato da diverse ore, ormai, e il giorno aveva ceduto il suo posto alle tenebre che, minacciose e tempestive, avevano avvolto la Città dell'Ovest.

Il manto stellato aveva deciso, quella sera, di offrire un immane spettacolo a chi avesse trovato il coraggio di alzare il viso al cielo per ammirarlo; quasi volesse premiare chi, a quell'ora, si trovasse ancora sveglio.
Era tardi. Molto tardi. Era notte fonda. Ma, in effetti, qualcuno ad ammirarlo c'era.
Vegeta stava appoggiato alla ringhiera del balcone e teneva il viso sollevato, estasiato da tanta bellezza. Contemplava l'immensità di quella distesa così scura che, volendo, avrebbe potuto raggiungere senza troppa fatica. Sì. Avrebbe potuto raggiungere ogni singolo puntino luminoso che riusciva a percepire da quella distanza. E, volendo, avrebbe potuto distruggerlo, offrendo a chi, come lui, si trovasse ad ammirare tale magnificenza, uno spettacolo perfino migliore di quello.

Kakaroth.

Pensò.

Kakaroth, dove sei?

In quel momento, l'idea di raggiungere quei piccoli oggetti luminosi, e farli esplodere uno ad uno, cominciò a non sembrargli poi così banale. Fare esplodere ogni singola stella ed ogni singolo pianeta dell'intera galassia, l'avrebbe senza alcun dubbio portato a raggiungere quello che oramai era divenuto il suo pensiero fisso: Goku.
Il Sayan lo tormentava ogni giorno, ogni notte. La sua figura non abbandonava la mente del Principe che, esausto, desiderava ardentemente porre fine a questo tormento. La sua sete di potere e il suo desiderio di voler dimostrare a Goku di avere, finalmente, raggiunto, se non oltrepassato, il suo livello di combattimento, era tale da anestetizzare quello che, realmente, avrebbe dovuto essere il suo pensiero.

Vegeta era un uomo di trentatre anni. E come fanno, in genere, tutti gli uomini della sua età, avrebbe dovuto cercare una donna che avesse dato un senso alla sua frustrante vita e, magari, mettere su famiglia. Ma questo era un pensiero ben lungi dalla mente del Principe. Solo un miserabile rifiuto come Goku, avrebbe potuto cedere ad un simile castigo. Un Sayan, un vero Sayan, non poteva soccombere a tali assurdità. Il Principe dei Sayan l'avrebbe fatto ancora meno. A lui non importava avere qualcuno da amare. Non importava avere qualcuno che lo amasse, che gli dimostrasse il suo affetto ogni giorno. Non ne aveva bisogno. Anche il solo pensiero suscitava in lui un profondo disgusto.
Eppure, qualcuna, in cuor suo, ci sperava. Sperava che il duro Sayan avesse potuto mettere da parte il suo orgoglio, il suo odio nei confronti di tutto ciò che si muoveva e che aveva una bocca per emettere suoni; che potesse aprire gli occhi e vederla, un giorno, sotto una luce diversa. Nel frattempo, si accontentava di guardarlo, come fosse dietro le quinte di uno spettacolo; lo guardava, e più lo guardava, più provava il forte desiderio di stargli accanto, di essere sua. Aveva promesso a se stessa che non avrebbe mai e poi mai agito in maniera tale da turbarlo e/o suscitare in lui il desiderio di abbandonare quella casa, di abbandonare lei.

Immobile, dietro la vetrata che dava al balcone nel quale si trovava Vegeta, Bulma osservava il Sayan, che pareva pensieroso, sebbene non riuscisse a vedere il suo viso. Sospirò, e il vetro si appannò leggermente, cotringendola, in qualche modo, a pulirlo; e lo fece con una mano; cercò di pulirlo delicatamente, ma l'esile suono che fecero le dita scivolando sulla piattaforma liscia e trasparente, destò il Sayan, che si voltò a guardare chi vi fosse alle sue spalle.
Bulma rimase a guardarlo, immobile, temendo si arrabbiasse da un momento all'altro; ma Vegeta sospirò, e non curandosi troppo della presenza della donna, si voltò nuovamente a contemplare l'immensità dello spazio. Tutto taceva. Fin quando il Sayan si decise a parlare, quasi volesse interrompere quell'interminabile silenzio. Ma le parole uscirono soffocate dalle sue labbra, e Bulma riuscì ad udire ben poco di quello che disse. Ecco perché non rispose, ed attese che il Principe pronunciasse una nuova frase, che stavolta avrebbe ascoltato con maggiore attenzione.

-Come mai non dormi tra le braccia del tuo amato compagno?-

Domandò, infine, Vegeta, con un tono pensieroso. Bulma non si sbagliava, la sua mente era affollata di pensieri. Pensieri che gli impedivano, perfino, di ragionare su ciò che esternava.

La ragazza non rispose, ed avanzò di qualche passo, giungendo accanto al Sayan. Osservandolo bene, notò che il suo viso non era corrucciato come al solito; era rilassato, stranamente rilassato; quasi non appartenesse al Principe orgoglioso che lei aveva fino ad allora conosciuto. Non si corrucciò nemmeno per la mancata risposta della ragazza, che stava ad osservare quel viso così perfetto e quelle labbra carnose, che, per un attimo, ebbe il desiderio di possedere. Seguì lo sguardo del Sayan, e capì il perché di un tale comportamento. Anche lei rimase quasi estasiata da ciò che ammirava con estrema attenzione. Il bagliore delle stelle ebbe la capacità di catturare entrambi. Non esisteva più alcun balcone, alcuna casa, alcun essere umano in un pianeta, che non esisteva anch'esso. Vi era soltanto lei. Vi era solo lui. L'uno accanto all'altra, a contemplare uno spettacolo che il cielo, complice, stava loro offrendo, quasi volesse trasmettergli un poco della sua infinita magia.

Purtroppo, l'incantesimo cessò, ed entrambi si guardarono negli occhi.

-Non hai risposto alla mia domanda.-

Disse Vegeta, tornando, improvvisamente, ad essere il Sayan di sempre, e non distogliendo il suo sguardo dagli occhi della ragazza.

-No. Non ho risposto.-

Rispose Bulma. E guardò altrove, non riuscendo più a sostenere quello sguardo così deciso e severo.

Il Sayan stava per riaprire bocca, quando Bulma proseguì.

-Non mi va di dormire.-

Disse.

Vegeta la guardò, quasi volesse capire cosa passava per la sua mente, ma, non riuscendoci, lasciò scappare dalle sue labbra una nuova domanda.

-Non ti va di dormire... o non ti va di dormire tra le sue braccia?-

Domandò. E, poi, sospirò, stupendosi egli stesso della domanda che le aveva appena posto. Dunque, per mascherare il suo imbarazzo, proseguì.

-Sto solo cercando di capire cosa leghi voi terrestri. Cosa vi spinga ad essere così uniti l'un l'altro. Insomma. […] Cosa significa, realmente, la parola amore?-

Bulma sorrise. Non era facile rispondere ad una domanda che, apparentemente, poteva sembrare banale. Non poteva spiegare a Vegeta, ciò che fino ad allora non era riuscita a spiegare a se stessa. Ma ci provò ugualmente.

-Vedi.-

Iniziò.

-Amore è... […] L'amore può manifestarsi ai nostri occhi sotto diversi aspetti.-

Quasi sussurrò nel pronunciare queste parole.

-Spiegati meglio.-

Sbottò il Sayan, infastidito; non capendo ciò che la donna stesse cercando di dirgli.

Quelle parole suonarono poco chiare, perfino ad una mente intelligente come la sua.

-Ehi, sta' calmo. […] Sto semplicemente cercando di rispondere alla tua domanda.-

-E allora vedi di rispondere senza troppi giri di parole.-

Sbottò il Principe, ancora una volta. Poi, la guardò dritta negli occhi e si voltò, quasi indispettito.

Bulma sospirò.

-Puoi amare le persone alle quali tieni. Le persone che fanno parte della tua vita; che non vuoi perdere. Quelle per cui sacrificheresti la tua vita, per salvare la loro. […]
È un amore che puoi nutrire nei confronti di un padre, di una madre, un amico...-

-Nessuno sacrificherebbe la propria vita per salvare quella di qualcun'altro.-

La interruppe Vegeta, tenendo lo sguardo fisso all'oscurità della notte.

-Comunque, io parlo dell'amore che lega due persone. […] Due persone che, sì, insomma, hai capito, no?-

Proseguì il Sayan.

-Non è facile spiegare quel tipo di amore. […] Non lo provano tutti nella propria vita.-

Vegeta si voltò, quasi volesse chiederle se lei l'avesse mai provato fino ad allora; ma non formulò la domanda, non vi riuscì. Ciò avrebbe fatto cadere dal suo viso la maschera del cattivo ragazzo, che aveva per tutto quel tempo portato con estrema cura.

Si stupì, però, alle successive parole di Bulma.

-Io credo di averlo provato.-

Sussurrò.

-O almeno ne sono quasi convinta.-

Vegeta sorrise, fiero di avere ottenuto una risposta ad una domanda che non aveva osato porle. -E così.-

Disse.

-Quel buono a nulla riesce a renderti felice, eh? […] Beh, a qualcosa dovrà pur servire.-

Ed esternò una potente risata, che risuonò nell'oscurità della notte.

Bulma abbassò lo sguardo pensierosa, e il Sayan spalancò la bocca in segno di stupore, domandandosi cos'avesse detto o fatto di sbagliato.
Magari aveva pronunciato quelle parole con un tono troppo severo nei confronti di quello che era il suo compagno. O, forse, non avrebbe dovuto ridere così sguaiatamente. Ma poco gli importava.

-Quindi.-

Proseguì, mettendo da parte la sua esile preoccupazione.

-Se l'hai provato, sei in grado di dare una risposta alla mia domanda.-

La ragazza sollevò il capo e lo guardò dritto negli occhi. In quel momento, tutto taceva. Strinse i pugni, quasi volesse infondersi coraggio, comunque, qualunque fosse la
sua intenzione, vi riuscì. E si avvicinò a lui. Con una mano andò alla ricerca dei suoi muscoli, facendo scivolare le dita sopra la tuta aderente del Sayan che, quasi attonito, la lasciò fare, senza ostacolarle alcun movimento. Quasi fosse curioso di vedere fin dove la ragazza si sarebbe spinta.
Bulma portò le mani sui suoi capelli corvini e li esaminò con estrema cura, per poi giungere al suo viso, che accarezzò dolcemente. Afferratoglielo con entrambe le mani, avvicinò le sue labbra a quelle del Sayan, e premette cautamente. Riuscì a strappargli un secondo bacio. Un bacio che aveva atteso allungo e che fu per lei come una boccata d'aria fresca che le riempì i polmoni; ma sentì che ben presto ne avrebbe avuto di nuovo bisogno, e si sentì quasi soffocare.

Scansatasi, lo guardò dritto negli occhi, ancora una volta. Poi, dischiuse le labbra.

-È questa la risposta.-

Disse, con un filo di voce.

L'abbracciò forte, non accennando a lasciare la presa, sebbene Vegeta non assecondasse il suo abbraccio, e, in quel momento, tradì se stessa.

  
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