Caro diario, sono lieta di annunciarti che, finalmente, il peggio è passato. Eh già, siamo riusciti a sconfiggere il Primo
Dawnie.
Buffy chiuse il diario e lo mise dentro il cassetto, appena in tempo per vedere Dawn varcare la soglia della stanza, e destare in lei (se non lo aveva) il sospetto di ciò che aveva appena fatto.
Dawn guardava la sorella che, con aria innocente, pareva scrutare qua e là la stanza, senza provare alcun reale interesse nel farlo, con il solo scopo di non incrociare i suoi occhi e non essere costretta, così, a mentire.
Schiaritasi la voce, la giovane ragazza decise di parlare.
-Buffy.-
Disse.
-Che stai facendo?-
Domandò, sebbene in cuor suo sapeva la risposta a questa sua domanda che le parve futile e banale.
Abbassò lo sguardo e notò che il cassetto del suo comodino era aperto.
-L'hai fatto di nuovo.-
Disse, quasi volesse rimproverarla.
-Cos... No. Non l'ho fatto!-
Sbottò Buffy, dandole la conferma di ciò per cui la riteneva colpevole.
Dawn le rivolse un'occhiataccia e le si avventò contro, scansandola, ed indicando con l'indice il cassetto aperto.
-Era chiuso.-
-Cosa?-
-Il cassetto, Buffy. L'avevo chiuso.-
Buffy rise.
-Ah! Era chiuso.-
Disse, fingendo di essere sorpresa di ciò che le aveva appena fatto notare la sorella.
-Pensi ci sia un fantasma in giro per la casa? […] O... magari è un demone! O un vampiro!-
-In pieno giorno?-
Domandò Dawn, inarcando un sopracciglio, quasi volesse sottolineare l'assurdità delle sue parole.
-Qualunque cosa sia, prometto che le farò pentire di aver messo piede in questa casa!-
Proseguì, imperterrita, Buffy.
-Fuori.-
Sussurrò Dawn.
-Va' via. Fuori di qui!-
Esclamò, con un tono più deciso.
-O vuoi forse che sia io a sbarazzarmi di chi ha letto il mio diario?-
Aggiunse.
Buffy fece un sorriso da circostanza.
-Oh, avanti, Dawnie... Per un diario.-
-Per un diario.-
Ripeté Dawn, scandendo bene ogni singola parola, e spingendo letteralmente la sorella fuori dalla stanza.
Poi, sbattè forte la porta e Buffy rimase lì, immobile, ad osservare quell'uscio legnoso; e solo allora notò una piccola crepa all'altezza della maniglia; allungò una mano per verificare cosa fosse, poi, si accigliò e scosse il capo.
-Dawn, sbrigati, o farai tardi a scuola!-
Disse.
-Non ti sento! […] Non ti sento!-
Sentì rispondere da dentro la stanza.
Dunque, sorrise e si avviò in cucina.
Ragazzina insolente.
Pensò.
Eppure la mamma l'ha educata così bene.
Nel frattempo, aveva versato il latte, ancora fumante, all'interno di una tazza, che afferrò casualmente da un ripiano; e vi aveva versato i suoi cereali preferiti, pronta a gustare la sua colazione.
Dawn entrò in cucina e la prima cosa che vide fu la tazza che Buffy teneva stretta tra le mani. Sgranò gli occhi.
-È la mia tazza, quella?-
Domandò, seccata.
Buffy, che aveva appena inserito all'interno della bocca un' immane quantità di cereali, mandò giù il boccone, e tossì, quasi soffocata da tale sforzo.
Parte dei cereali si riversarono sulla tovaglia, macchiandola del latte che avevano assorbito.
-Si può sapere che hai oggi?-
Le domandò, cercando di rimediare, con uno straccio, al danno commesso.
Dawn si avvicinò a lei e, con un rapido spostamento del braccio, afferrò la tazza. Buffy non fece in tempo a chiederle cosa stesse facendo, che la sorella aveva già versato il suo contenuto nel lavandino, e si apprestava a ripulirla per bene.
Buffy sbuffò.
-Ma grazie. […] Era la mia colazione, quella!-
Sbottò.
Dawn non rispose.
-Insomma, che ti prende? Hai un pessimo umore, stamattina!-
La sorella non si curò delle sue parole ed afferrò un toast, portandolo alla bocca. Rapidamente, indossò il suo giubbotto in pelle e si avviò verso l'uscita della casa.
-Dawn, torna subito qui. […] Dawn!-
Gridò Buffy, abbandonando il suo posto a sedere.
-Mi hai sentito?-
Domandò.
Ma quando arrivò all'uscio, la porta sbattè violentemente. Di nuovo. Lasciandola, nuovamente, lì, immobile, ad ammirare legno e crepature, che cominciavano a parerle strane.
Poi, il telefono, squillò.