Persino nella tazza che stringeva tra le mani rivedeva quel volto, quel sorriso, quel bacio.
Sapeva bene che il suo capo l’aveva baciata soltanto perché cercava un conforto in un momento tanto difficile della sua vita.
Sua moglie era morta da poco e le responsabilità gli erano piombate addosso come una valanga di neve.
Aveva bisogno di qualcuno che gli prendesse la mano per stringergliela forte forte; aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse che poteva farcela, che non era poi così dura.
Aveva cercato quel sostegno e quella sicurezza nel bacio che gli aveva dato qualche sera prima.
Chissà se era servito a qualcosa, chissà se si era sentito davvero meglio.
Ma per Emily, il problema da affrontare quella sera era un altro.
Doveva capire quello che provava lei in quel momento.
Doveva capire se anche per lei, come per Hotch, quel bacio era rimasto all’aeroporto di Miami.
In realtà si sentiva terribilmente pesante, come se quel bacio l’avesse seguita fino a casa.
In passato c’erano stati dei momenti in cui aveva creduto veramente di essersi innamorata del suo capo.
Si era sentita una ragazzina stupida ed era giunta alla conclusione che si trattava soltanto di una stupida cotta passeggera.
Eppure quel bacio sembrava aver riaperto la sua mente ai ricordi, sembrava aver riportato in superficie un sentimento che Emily aveva creduto annegato nel tempo.
Non dormiva da giorni, non faceva altro che pensare a lui.
Si erano annusati, si erano baciati.
Erano stati così vicini da sentire i loro corpi fremere.
Erano stati così intimi da concedersi sorrisi luminosi e puri.
Erano stati così felici da dimenticare che l’aereo li stava aspettando.
Eppure, per Hotch, era tutto finito lì.
E per Emily?
Lei lo amava, lo sapeva.
Quel sentimento la rendeva confusa, la rendeva nervosa.
Era amore, era decisamente amore.
Tornò a letto preoccupata e rassegnata ad un amore che non avrebbe mai potuto avere una sua storia.