Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Lione94    04/02/2012    3 recensioni
Un nome,
una profezia,
una guerra millenaria fra Angeli e Demoni.
Allie Fox, come ogni comune adolescente, ha smesso di credere alla magia dei bambini, ma sarà costretta a ricrederci dopo aver messo la sua firma su un libro incantato: mai sottovalutare il potere delle parole!
Sarà così coinvolta in un conflitto tra Bene e Male e, tra profezie, diavoli guastafeste, gatti parlanti, angeli custodi e un affascinate Principe dei Demoni, la sua vita cambierà completamente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9. Occhi di Specchio e Gatti Mannari






 Un silenzio tranquillo aleggiava nella cucina durante la cena. Il solo rumore era quello delle posate che sbattevano contro i piatti e di sottofondo si udivano le voci che provenivano dalla televisione accesa.
 Sembrava che la tempesta fosse passata…

 << Allora? >> disse Nathaniel rompendo il silenzio all’improvviso << Mi vuoi spiegare che cos’è questa storia? >>
 Sospirai affranta e poi risposi: << Papà la signora Chester si sarà sicuramente sbagliata… >>
 Gli occhi castani di mio padre si adombrarono mentre mi fissava. << Non raccontarmi bugie, Al >> mi riprese scocciato << Allora eri con lui? >>
 << Ehm sì… mi ha accompagnato a casa >> ammisi, arrendendomi.
 << E perché ti avrebbe dovuto accompagnare a casa? >> disse sospettoso.
 << Perché siamo ehm… >> interruppi il mio flebile mormorio. Che cosa stavo per dire? Amici, forse? Non sarebbe stata la cosa giusta da dire, dato che non ero sicura che lo fossimo, e anche perché a mio padre sarebbe preso un colpo.
 << Cosa? >>
 << Siamo… conoscenti! Lo zaino pesava troppo e lui, dato che doveva fare la mia stessa strada, mi ha aiutato >>.
 Mezza verità, mezza bugia.
 All’improvviso la stanza si distorse e tremò. Tutto ciò che c’era prima scomparve, compreso mio padre, e tre figure dai contorni un po’ sfocati comparvero davanti a me. Erano tutti diavoli e uno era terribilmente familiare.
 << Davvero non saprei, padrone >> esclamò quello dall’aspetto più anziano, con le ali rosso carminio un po’ raggrinzite e il corpo nodoso che ricordava quello di un albero incurvato dal vento.
 << Sforzati di ricordare >> disse secco Demon, con voce implacabile.
 << Anche se esistesse, sarebbe impossibile da trovare dato che è andata perduta >> aggiunse il terzo diavolo, dai corti capelli violetti e i canini estremamente appuntiti.
 << Allora farete l’impossibile! >> esclamò Demon alterato << Non posso permettere che la Profezia si avveri! >>.
 Le voci divennero echi lontani, le figure tremolarono distorte per poi sparire e così tornai di nuovo in cucina.
 Mi ritrovai ad avere il respiro leggermente affannato e la mano indolenzita per la forza con cui avevo stretto la forchetta. Mio padre mi guardava allucinato.
 << Allie, stai bene? >> domandò preoccupato dalla mia improvvisa immobilità e dal mio sguardo perso nel vuoto.
 << Sssi… cioè no! Vado di sopra >>.
 Prima che potesse aggiungere altro, mi alzai, corsi per le scale e mi chiusi in bagno. Osservai i miei occhi e vidi che le iridi grigie erano più chiare del normale, sembravano come due specchi e avevo le pupille dilatate.
 Che cos’era successo?
 Mi girai di scatto quando sentii un fruscio d’ali vicino a me: Gwen era seduta sul bordo della vasca e mi osservava curiosa.
 << Hai visto anche tu? >> chiesi confusa << Cos’è successo? Sembrava come se mi fossi teletrasportata! >>
 << Hai avuto una Visione! >> esclamò Gwen esaltata << Sei una Occhi di Specchio! >>.
 Strabuzzai gli occhi: << Eeeeh?! >>.
 << Insomma Allie, tu sei per metà angelo. Mi sarei molto stupita se non avessi avuto nessun potere >> mi spiegò l’angelo con un sorriso << I tuoi occhi sono in grado di mostrarti qualcosa oltre la realtà che vedi >>.
 La fissai stupita, poi tornai a osservare il mio riflesso e vidi che gli occhi erano tornati normali.
 << Wow! >> mormorai entusiasta.
 << I tuoi poteri devono essersi risvegliati quando hai firmato Grimorio >>.
 << Ecco perché riesco a vedere Layo anche quando si muove velocissimo! >> dissi colta da un’improvvisa illuminazione.
 << Esatto! >> disse Gwen entusiasta quasi più di me.
 Due colpi alla porta ci fecero sobbalzare.
 << Al, come va? >> chiese la voce di mio padre.
 << Bene, adesso vado a letto che sono un po’ stanca >> risposi uscendo dal bagno.
 Gli diedi un veloce bacio sulla guancia e mi chiusi di corsa in camera, dove trovai Gwen ad aspettarmi impaziente.
 << Allora che cos’hai visto? >> mi domandò interessata.
 << Demon >> risposi e l’angelo s'incupì << Lui… sta cercando qualcosa che è impossibile trovare >>.
 << Cosa esattamente? >>
 << E’ qualcosa che serve per una Profezia >>.
 << Una Profezia? >> esclamò stupita << E che genere di Profezia? >>
 << Non lo so >> risposi abbattuta.
 Rimanemmo qualche secondo in silenzio.
 << Allie il tuo è un grande potere! Possiamo usarlo per controllare tutte le mosse di Demon >> disse l'angelo con un grande sorriso sul volto.
 << Posso comandare le mie Visioni? >>
 Lei annuì: << Con il dovuto esercizio ce la potrai fare. Domani troveremo qualcuno che possa aiutarti >>.
 << Tu non sei capace? >> domandai curiosa.
 << No, non tutti lo sono. Il dono è totalmente imprevedibile, ci si nasce e basta. Tua madre lo aveva ma l’ha perso dopo la sconfitta. Gli Occhi di Specchio sono davvero rari >>.
 La faccenda iniziava a farsi interessante: forse avevamo trovato un modo per vincere Demon.


 Appena la campanella suonò l’ora del pranzo, uscii dalla classe di trigonometria e incontrai due occhi neri che mi osservavano attenti tra la folla di studenti. Layo era poggiato all’angolo del corridoio, vicino agli armadietti, circondato da occhiate incantate delle ragazze lì intorno ma che palesemente ignorava.
 Jo mi lanciò uno sguardo malizioso quando notò dove si era soffermato il mio sguardo.
 << Adesso ti aspetta perfino fuori dall’aula? >> domandò con una risatina, indicando con un cenno della testa Layo.

 << Smettila! >> le sibilai.
 La presi per un braccio e la trascinai dalla parte opposta del corridoio.
 << Ma non vai a salutarlo?! >> esclamò la mia amica, confusa.
 << No >>.
 Dopo quello che era successo con Gilderoy e gli altri diavoli avevo capito quanto potesse essere pericoloso il Male e forse era giunto il momento di ascoltare il consiglio di Gwen che prima mi era sembrato eccessivo: evitarlo. Sarebbe stato meglio…
 << Al, io devo posare questi libri… >>
 Prima che potessi fermarla quella traditrice di Genevieve svincolò dalla mia presa e mi lasciò sola. Determinata a non tornare indietro decisi di prendere il mio pranzo e di dirigermi verso il cortile della scuola, dove molta gente stava approfittando dell’ultimo tiepido sole autunnale per stare all’aperto. A un tratto fui costretta a fermarmi. Forse venire qua non era stata una brillante idea…
 Mi sembrò per un attimo di vivere la scena al rallentatore: da una parte stava giungendo Theodore con il suo passo affrettato mentre dall’altra si avvicinava Layo. Mi raggiunsero tutti e due nello stesso momento.
 …Sinceramente in quel momento non sapevo da chi volessi più fuggire.
 << Allie! Finalmente ti ho trovata! >> disse Theo con un sorriso che un tempo avrei trovato affascinante, ma in quel momento ero troppo presa a lanciare sguardi di traverso al ragazzo moro vicino a me che sembrava aver perso la sua aria indifferente. Sperai che volesse sfogare la sua improvvisa irritazione dando un calcio a Theo, in quell’azione avrei potuto benissimo assecondarlo!
 << Sono giorni che cerco di parlarti ma sembravi svanita nel nulla >> continuò Theodore.
 << Sono stata un po’ impegnata >> dissi con un sospiro.
 A Theo saltò subito la mosca al naso: << Con chi?! >>.
 << Affari miei! >> sbottai con tono acido << Insomma Theo che cosa vuoi ancora? >>
 << Mi sei mancata quest’estate Allie >> sussurrò il ragazzo biondo avvicinandosi un po’ troppo. Indietreggiai d’un passo e mi ritrovai vicinissima a Layo che spudoratamente stava ascoltando tutto, insomma nemmeno faceva finta di essere indifferente… Che impiccione! << Soprattutto i nostri pomeriggi insieme… >>
 Mi irrigidii.
 “No, non posso crederci. Ditemi che non l’ha detto!
 Davvero aveva tirato fuori quell’argomento davanti a Layo?!
 Se pensavo che la mia prima volta l’avevo fatto con un deficiente del genere mi veniva l’urticaria!
 << Senti Theo, se soffri di questa mancanza sono sicura che la Jones, o una delle sue stupide amiche sarà molto contenta di aiutarti ma vedi di girare al largo da me! >> sbraitai cercando di controllarmi per non dargli un pugno.
 Che essere fastidioso!
 << Ma Allie… >> cercò di rimediare Theo ma il suo sguardo azzurro si spostò scocciato verso Layo che si mi aveva afferrato per un braccio << E tu adesso che diavolo vuoi?! >>
 << Lascia stare Theo >> dissi in fretta, prima che l’altro potesse rispondergli sicuramente in malo modo.
 Mi allontanai rapida, portando via con me Layo e ci sedemmo nell’unico tavolo ancora vuoto che si trovava ai margini del cortile.
 << Certi soggetti dovrebbero proprio sopprimerli >> sbuffai irritata.
 << Ci sei stata insieme >> mi ricordò lui.
 Gli lanciai un’occhiataccia e notai una nota rossastra sparire dai suoi occhi quando lui ricambiò il mio sguardo scocciato con uno divertito. Rimanemmo per qualche minuto in silenzio a studiarci fino a che lui non lo interruppe.
 << Come stai? >> mi chiese.
 << Bene >> risposi atona << Sono qui, no? >>
 << Ho saputo da Gilderoy che cos’è successo >> disse osservandomi attento.
 << Ho avuto un… momento di debolezza >> se vogliamo definire così un quasi attacco isterico << Per fortuna mia madre e Gwen mi hanno salvata >>.
 << Hai visto tua madre? >> chiese con un sorriso pensoso, appena accennato.
 Annuii, con il volto raggiante. << E’ bellissima! >>.
 Senza riuscire a trattenere la mia felicità, gli descrissi tutti i particolari dell’incontro però a un tratto mi accorsi che la sua attenzione si era spostata. Mi voltai per vedere cosa guardasse con tanta curiosità e vidi un gatto tigrato dai colori grigi e il muso nero. Con molta attenzione si stava leccando la zampa sinistra senza fare caso a ciò che lo circondava. Chissà com’era finito lì.
 Oltre il gatto notai che moti sguardi erano puntati verso il nostro tavolo. Le cheerleader, con a capo Violet, ci fissavano spudoratamente e spettegolavano tra di loro.
 << Penseranno sicuramente che stiamo insieme >> dissi con un sospiro esasperato rivolta a Layo.
 Lui si riscosse dai suoi pensieri e mi guardò divertito. << Cosa? >>
 Indicai alle mie spalle: << Quelle galline là staranno spettegolando qualcosa su di noi >>.
 Sfoderò un sorriso malizioso e allungò il braccio sul tavolo per posare una mano sulla mia. Era grande e calda. Lo guardai sorpresa e sentii un vassoio sbattere con forza su un tavolo dietro di noi. << Lasciale credere ciò che vogliono. Ho dato buca a Violet e sarà molto infastidita… che diavolo?! >>.
 Si ritrasse di scatto, stupito. Il gatto di poco prima era balzato sul tavolo. Senza che potessi muovermi si era accoccolato tra le mie braccia e aveva puntato i suoi occhi nocciola striati di verde su Layo.
 << Ah! Sapevo che eri tu >> mormorò lui con un sorrisetto.
 Il gatto per tutta risposa emise un basso miagolio e mosse pigramente la coda, solleticandomi il collo.
 << Dovresti stare attento a ciò che dici ragazzo. Le parole hanno un grande potere >> disse l’animale con una bassa voce dalla erre rantolata e la esse sibilata.
 Ebbi come l’impressione che la mascella si fosse spaccata e fosse caduta sul tavolo per quanto avevo spalancato la bocca. Lanciai un’occhiata basita a Layo.
 << Il gatto parla! >> sussurrai meravigliata.
 << Lo so >> rispose Layo tranquillo.
 << Il gatto ha parlato! >>
 << Ho sentito! >>
 << Layo, il gatto… >>
 << Sì, parla >> m’interruppe innervosito << Sì Allie, ho capito! >>.
 Chiusi la bocca e fissai il caldo e morbido animale tra le mie braccia.
 << Che cosa vuoi dire? >> gli chiese Layo.
 << Tu guardi ma non osservi >> risposte il gatto in un soffio.
 Layo scosse la testa con un sorrisetto esasperato.
 La campanella era suonata da un pezzo e il cortile era ormai deserto, ma nessuno dei due aveva intenzione di muoversi. Per fortuna avevo l’ora di educazione fisica e se avessi ritardato di qualche minuto non se ne sarebbe accorto nessuno.
 << Ehm… ma tu cosa… cioè, chi sei? >> domandai curiosa.
 << Lui potrà risponderti >>.
 Guardai Layo perplessa: lui conosceva bene quel gatto parlante?!
 << E’ il gatto mannaro Salem Saggiazampa >> disse Layo e poi si rivolse al gatto: << Non sapevo avessi qualcos’altro da insegnarmi >>.
 << Non tu, lei >>.
 << Allie? >> fu il turno del ragazzo di essere stupito dal gatto.
 << Evidentemente ha qualcosa da imparare >>.
 Un momento! Sarebbe stato forse quel gatto il mio maestro?
 Come se avesse intuito i miei pensieri, il gatto mannaro mi trafisse con il suo sguardo e annuì piano. Sospettai che avesse voluto volontariamente omettere l’argomento Occhi di Specchio davanti a Layo per non far arrivare la notizia del mio potere a Demon.
 << Allora sei passato dalla parte del bene >>.
 << Ragazzo! >> i peli sulla schiena inarcata dell’animale si rizzarono segno che si era irritato a quelle parole << Non sono mai stato dalla parte di nessuno, dovresti saperlo bene. A noi gatti mannari non piace immischiarci nella vostra guerra. Quando tuo padre mi ha chiamato, ho accettato venire da te solo perché avevi qualcosa da imparare >>.
 << E’ stato lui a insegnarti a usare i tuoi poteri? >>
 Annuirono tutti e due.
 Solo allora mi resi conto dell’ora. Era passato più di qualche minuto: era tardissimo! Mi alzai di scatto e dopo un rapido saluto, corsi verso la palestra sperando che la professoressa non si fosse accorta della mia lunga assenza.


  
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