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Autore: Spencer Tita    04/02/2012    6 recensioni
Seconda classificata al contest "In Other Shoes" indetto da Rosebud.89 sul forum di EFP
Lo scopo del contest era scegliere un personaggio e... stravolgere il suo carattere! Insomma renderlo OOC.
Quindi questa storia racconterà un epilogo alternativo, dove incontreremo un Draco squisitamente diverso e un Trio dei Miracoli sconvolto e incuriosito dal suo comportamento.
Buona lettura, e mi raccomando, recensite!
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Desclaimer_ i personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di J.K.Rowling. Alcune frasi di questa fan fiction sono tratte dal libro “Harry Potter e i doni della morte”, sempre di J.K.Rowling.

 

Questa storia è arrivata seconda al contest “In Other Shoes” indetto da Rosebud.89 dove lo scopo era stravolgere il carattere di un personaggio!

Buona lettura

 

 

-Draco, dannazione! Facciamo tardi!- gridò una voce femminile dalla cucina.

Un bambino biondissimo scese di corsa le scale e corse incontro alla donna che gettava le tazze nel lavandino. Due elfi domestici le ronzavano intorno, seguendola nei movimenti e aiutandola a mettere in ordine.

-Mamma! Sono pronto!- squittì il bambino. Dalla sua voce calda e felice traspariva tutta l’emozione che provava in quel momento.

La donna alzò lo sguardo e sorrise amorevolmente al figlio. A breve non l’avrebbe rivisto fino a Natale. Non riusciva a immaginare come potesse essere la sua vita senza il suo bambino.

-Hai preparato tutto?- indagò alzando un sopracciglio -Il baule, il gufo?

-Manny e Shine stanno portando giù tutto- trillò il piccolo, mettendo in mostra una fila di denti bianchi in un perfetto sorriso.

-Bene, manca solo tuo padre, direi- sbuffò ancora la donna, mentre si recava all’ingresso del Manor e si sedeva su un divanetto per allacciare le scarpe.

-Dracooo!- gridò poi, girandosi verso le scale per cercare il marito con gli occhi -Dove diavolo siete?

-Arriviamo mamma!- la voce brillante di una bambina raggiunse le orecchie di Astoria Malfoy, rallegrandola.

Finalmente un uomo alto e biondo comparve in cima alle scale, ridendo come un matto mentre una bambina, biondissima come il padre, gli faceva le pernacchie sulla guancia.

-Calipso, smettila, smettila!- gemette Draco, precipitandosi nel frattempo giù per i gradini, tenendo salda la bambina con entrambe le braccia.

-Tesoro vieni qui- la chiamò Astoria -Non vuoi stare un po’ con Scorp? Tra poco dovrai salutarlo!

La bambina si lanciò giù dalle braccia del padre e corse dal fratello che la prese saldamente per mano, sorridendole.

-Scusa Tori- disse Draco, afferrando il cappotto nero -Lo sai che sono peggio delle donne, a prepararmi.

-Oh, lo so- mormorò lei afferrandolo per la cravatta verde e tirandolo in avanti -Ti ho permesso di mettermi incinta di nuovo, evidentemente ti conosco.

Astoria costrinse Draco in un bacio passionale e pieno d’affetto.

Amava dannatamente quell’uomo.

Lo aveva sempre amato. Aveva sempre saputo che c’era del buono in lui.

E quando lo aveva visto combattere dalla parte dei buoni, durante la battaglia di Hogwarts, aveva deciso che sarebbe stato suo. Per sempre.

-Mamma!- cantilenò Scorpius -Ti prego! Non eravamo in ritardo?

-Hai ragione, hai ragione!- rise Astoria lasciandosi scivolare tra le dita la cravatta del marito -Sei pronta, Cali?

-Si!- esclamò la bambina, che si era chiusa i bottoni del cappotto verde in maniera completamente sbagliata.

-Ma guarda che disastro che hai combinato!- gemette la madre -Quante volte ti ho detto che le brave signorine devono essere sempre impeccabili?

-Oh, Tori, lasciala in pace!- si lamentò Draco agitando la bacchetta e facendo rimpicciolire il baule del figlio -Lasciala divertire, è piccola!

Astoria sbuffò, sistemò il cappottino della piccola e uscì, non prima di aver ordinato agli elfi di preparare il pranzo per tre.

Quella frase le fece incastrare il respiro in gola: il suo bambino stava partendo. Le sarebbe mancato tantissimo.

-Pronto?- chiese Draco al figlio.

Il ragazzino lo prese per mano e rispose:

-Prontissimo.

Draco rise e si smaterializzò sul binario nove e tre quarti in un millesimo di secondo.

Era il primo settembre e l’atmosfera della stazione era esattamente come la ricordava.

Il vociare della gente misto al fischio del treno, bambini in uniforme scolastica che correvano avanti e indietro trascinando gabbie e bauli, adulti che ridevano con una strana espressione di abbandono stampata in viso.

Draco sentì Scorpius stringergli forte la mano prima di lasciarla. Guardò il figlio, che era la sua identica copia, con un misto di amore e orgoglio che nessuno, mai, aveva visto sulla faccia di Draco Malfoy.

Astoria comparve alle sue spalle con uno schiocco sonoro e si affiancò a lui con Calipso in braccio.

-Dalla a me, non sforzarti- ordinò Draco. La bambina passò di mano in mano e la famiglia iniziò a camminare avvicinandosi al binario.

Draco e Astoria lanciavano occhiate fugaci a coloro che li circondavano.

Videro Pansy con il marito e le gemelle, che già indossavano l’uniforme di Hogwarts con appuntata la spilla da prefetto.

Videro il ragazzo di Blaise che si teneva per mano con la figlia di Theodore Nott, mentre i genitori chiacchieravano allegramente.

Videro Daphne, la sorella di Astoria, aggrappata al braccio di Marcus Flitt, mentre salutava con calore Lavanda Brown e il marito.

Videro un mucchio di teste rosse.

A Draco quasi si fermò il cuore nel petto.

Durante i suoi anni a Hogwarts, ogni primo settembre, aveva sempre intravisto quella parte della stazione piena di persone dai capelli rossi, che parlavano ad alta voce, si abbracciavano, ridevano.

Gli avevano sempre messo addosso un’invidia pazzesca.

Teste rosse significava famiglie felici, fratelli, sorelle, feste di Natale rumorose, compleanni, partite a Quidditch con i cugini...

Draco aveva sempre desiderato avere qualche parente con cui condividere le ricchezze e gli agi, ma i suoi non gli avevano mai dato un fratellino e nemmeno permesso di comprare un cucciolo.

Non aveva voluto questo per Scorpius, ed era segretamente orgoglioso di se stesso, per aver concesso ai figli un’esistenza ricca di persone intorno a loro.

Aveva sempre invidiato i Weasley, e non era un’invidia a livello materiale, ma a livello affettivo.

Era giunto il momento di farla finita.

-Tori...- mormorò prendendo la moglie per mano e tirandola in direzione delle teste rosse -Possiamo...

Astoria aveva già capito. Aveva capito che Draco desiderava fare pace con Potter, Weasley e Granger appena finita la battaglia, quando lo aveva trovato a guardare con occhi vuoti il gruppo dei Grifondoro riuniti.

-Certo- concesse la donna, facendo cenno a Scorpius, che si era distratto guardandosi intorno, di seguirli.

Il gruppo verso cui si stavano dirigendo era piuttosto nutrito.

Astoria riconobbe Hermione Granger. I suoi capelli avevano perso le fattezze crespe della giovinezza e si erano appiattiti quasi completamente, incorniciando il viso a cuore della ragazza.

Ginny Weasley era tragicamente invecchiata. Non era rimasto quasi niente della ragazzina facile che pomiciava con tutti il quinto anno. I capelli rossi erano raccolti in una coda severa e labbra sembravano costrette in un sorriso stentato.

Ronald Weasley era il bonaccione scherzoso e ironico di sempre. Aveva forse qualche chilo in più ma gli occhi azzurri brillavano della consueta luce, mentre parlava con alcuni bambini.

Harry Potter era Harry Potter. Alto, goffo e leggermente stempiato. I capelli erano scuri e indomabili come sempre e gli occhi verdi spiccavano in quel viso scuro.

Davanti a loro c’erano cinque ragazzi, probabilmente tra i nove e i quindici anni. Tre dei bambini avevano i capelli rosso fiamma tipico dei Weasley. Il ragazzo più grande somigliava tantissimo a Harry ma c’era un bambino, dell’età di Scorpius, che era il suo doppione.

A Draco sembrò di essere tornato indietro di venticinque anni, nel settembre del suo primo anno a Hogwarts, e di essere di fronte al bambino che aveva rifiutato così sdegnosamente la sua amicizia.

I Weasley e i Potter notarono la famiglia in avvicinamento solo quando fu ferma davanti a loro.

-Ciao- disse tranquillamente Draco, sorridendo con i suoi denti abbaglianti. Astoria decise che si era scelta l’unico uomo che era riuscito a non perdere nemmeno un grammo del suo fascino.

Ronald Weasley sembrò per un attimo sconvolto e rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva, mentre guardava Malfoy che si era rivolto gentilmente a loro.

I ragazzi si guardavano con studiato interesse. Scorpius notò che quel ragazzino con gli occhi verdi sembrava avere esattamente la sua età. Gli sorrise, un sorriso identico a quello del padre.

-Ciao!- trillò Calipso con la sua vocetta infantile -Tu sei Harry Potter?

Harry alzò gli occhi sulla bambina in braccio a Draco, sorpreso. Dimostrava appena sei anni e non aveva idea di come poteva conoscerlo. La sua faccia non compariva sulla Gazzetta da un po’, ormai.

-Si, tesoro- rispose finalmente il Grifondoro, rompendo l’imbarazzante silenzio che si era creato.

-Papà mi racconta sempre di te- disse la piccola, stringendosi di più al collo di Draco -Ti ho riconosciuto perché papà dice anche che hai i capelli neri e disordinati come Scorp appena alzato.

Harry scoppiò a ridere mentre Astoria spiegava che Calipso aveva fatto quella domanda a ogni uomo con i capelli neri che aveva incontrato.

-Astoria, avete una famiglia davvero meravigliosa!- disse Hermione, iniziando il consueto rituale di complimenti e osservazioni che nasce sempre quando si rincontrano persone che non si vedono da anni.

-Oh, grazie!- rise Tori -Immagino che i rossi siano i tuoi- scherzò poi, indicando i tre bambini con i capelli fiammanti.

-Lily è figlia mia e di Harry, in realtà- si intromise Ginny -E loro sono James e Albus.

-Albus, inizi quest’anno?- domandò Draco al bambino identico a Harry.

Quello annuì, imbarazzato, e guardò il padre con uno sguardo spaventato così diverso da quello emozionato di Scorpius.

-Ha paura di finire a Serpeverde, Malfoy- ghignò Ron, malevolo. Hermione gli diede una gomitata nelle costole, troppo tardi.

-Serpeverde è una casa come le altre, Ron, lo sai- lo riprese Harry -E tu, Albus Severus Potter, porti il nome di due presidi di Hogwarts. Uno di loro era Serpeverde e probabilmente l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto.

-Ma se...

-Vorrà dire che Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no?

-Senza contare che Serpeverde è la casa delle persone belle e affascinanti- disse Draco, perfettamente serio, facendo scoppiare tutti a ridere.

-Io finirò a Serpeverde- esclamò Scorpius, facendo sorridere Astoria -Possiamo diventare amici, se finisci anche tu lì.

Albus lo guardò pieno di gratitudine. Anche Draco lo guardò, ma il suo cuore si riempì di orgoglio per quel bambino che era venuto su così bene.

Il treno fischiò e i genitori aiutarono i figli a caricare i bauli e le gabbie. Albus, Scorpius e Rose, la figlia di Ron e Hermione, si trovarono uno scompartimento insieme, e si affacciarono dal finestrino per salutare i genitori.

Veniva quasi da ridere a guardarli. Un biondo con gli occhi azzurri, una rossa con gli occhi marroni e un moretto con gli occhi verdi. Così diversi ma così uniti, pronti per affrontare una nuova avventura insieme.

Il treno sferragliò sui binari e si mise in moto. I visi dei ragazzi iniziarono a muoversi e ad allontanarsi velocemente.

Draco iniziò quasi inconsapevolmente a camminare, seguendo gli occhi del figlio, e poi a correre, cercando di tenere il passo con l’espresso rosso che accelerava.

-Mi raccomando Scorp, fai il bravo!

Il treno sfuggiva alla sua vista.

-Non fare duelli finché non ne sarai capace!

Le ruote lo assordivano sempre di più.

-Non inimicarti il professor Paciock! Mi odiava ai nostri tempi!

Era solo una macchia rossa all’orizzonte.

-Scrivici!

Era scomparso. Suo figlio era andato a Hogwarts per la sua prima volta. Non poteva pensare che tra cinque anni anche la sua Calipso sarebbe andata via. E fra undici anche il bambino che Astoria portava in grembo.

Tornò indietro lentamente, strisciando i piedi sul pavimento della stazione. Harry Potter lo guardava sorridendo.

-Sei cambiato, Malfoy- disse semplicemente.

-Ho fatto i miei errori, da ragazzo- rispose calmo il biondo -Ho imparato. E voglio migliorare. Non avrei mai fatto ai miei figli quello che mio padre ha fatto a me.

-Lo so, Malfoy- mormorò Harry -L’ho sempre saputo.

Harry allungò una mano verso di lui.

Draco sorrise, e il gesto che gli era stato negato un’infinità di tempo prima poté finalmente compiersi.

Insieme tornarono verso gli altri, in silenzio; consci di aver sanato una cicatrice profonda anni di litigi.

Le voci delle donne li raggiungevano, mentre Ron giocava con Hugo, Lily e Calipso.

-A che mese sei?

-Il settimo. Siamo andati da un medico babbano che ci ha detto il sesso del bambino, è un maschio.

-Malfoy è andato da un medico babbano?

-È cambiato così tanto, Granger. Sembra un’altra persona.

Draco si avvicinò alla moglie e le baciò una tempia, scostandole i boccoli castani dal viso.

-Stai bene, Dra?- domandò lei, confusa.

Draco la guardò, perforandola con i suoi occhi di ghiaccio. Mise su il tipico broncio dei Malfoy, quel broncio che Calipso mostrava quando voleva qualcosa, o che Scorpius si stampava in faccia per ottenere una doppia razione di cioccolata.

-Oh Dio, Dra! È partito da tre minuti! E chi ti sopporta fino a Natale?

Ginny e Hermione risero mentre Harry e Ron spalleggiavano Draco. Anche per loro era stato un piccolo lutto, vedere i figli che partivano.

-Andiamo, dai!- esortò tutti Hermione -Tra tre minuti devo essere al San Mungo. Ron, porti tu Hugo a casa?

Draco prese per mano moglie e figlia e si avviò verso l’area di Smaterializzazione, seguito a ruota da Potter e Weasley.

Aveva appena preso in braccio la bambina quando si voltò verso di Potter, mostrando quel ghigno che lo caratterizzava tanto.

-Ah, Potter?

Harry si girò e si sentì trapassare dallo sguardo di Malfoy. Per una volta non gli riservava tutto il suo disgusto e il suo fastidio.

Draco Malfoy lo stava guardando quasi in amicizia.

-Stasera venite tutti a cena da noi- ordinò Draco.

Si smaterializzò, senza lasciar loro tempo di replicare o rispondere.

Harry Potter rise. La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni e Malfoy lo aveva appena invitato a cena.

Andava tutto bene.

Angolino

Ciao a tutti, lettori e lettrici! Buon weekend! Anche da voi nevica? Qui è meraviglioso! La neve sul mare! Roba da non credere!

Spero che la storia vi sia piaciuta! Se così fosse non esitate a lasciare un commentino, soprattutto per raccontarmi della neve! Io amo la neve *_*

E se vi piace come scrivo, basta cliccare sul mio nome in alto e verrete smaterializzati sulla mia pagina!

Aspetto recensioni numerose!

Tita

 

 

 

  
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