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Autore: 9Dream    01/07/2003    3 recensioni
Linda, infermiera, si è appena trasferita a Fujisawa. Dall'altra parte Benji, super portiere si infortuna e al pronto soccorso conosce una ragazza che cambierà per sempre la sua vita
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questa fan fiction che io reputo una delle migliori che ho scritto, credo di aver inserito tutte le mie capacità di scrittrice, quindi spero vivamente che voi tutti possiate apprezzarne il risultato.

Come per “Maybe I’m amazed” ho preso il titolo da una canzone che Paul McCartney ha dedicato alla moglie Linda.

 

Lovely Linda

With the lovely flowers in her hair

 

Spero che la leggiate tutta, perché credo proprio che ne valga la pena!

Mandatemi i vostri pareri a: pierino.gecchele8@tin.it

 

 

#9Dream

 

I PERSONAGGI

Qui compaiono tutti i personaggi che compaiono nella fan fiction ma che non esistono né nell’anime né nel manga (ovvero me li sono inventati io!)

Ogni riferimento a persone realmente esistenti è puramente casuale

Linda Harrison:

ETA’ 20 anni

LUOGO DI NASCITA Liverpool

LAVORO Infermiera

ALTEZZA 1.56

PESO 45

OCCHI Viola

CAPELLI Neri

SPORT Pallavolo

CARATTERE Dolce, sensibile ed intelligente, ma anche determinata e combattiva

HOBBY Benjamin Price, musica anni 60

RUOLO NELLA FAN FICTION inizialmente cura Benji al pronto soccorso, poi a causa della richiesta del padre di quest’ultimo diventa l’infermiera personale del figlio, nonché sua fidanzata. Entra a far parte della nazionale di calcio Giapponese sempre come infermiera.

 

Heather Harrison

ETA’ 29

LUOGO DI NASCITA Liverpool

LAVORO Impiegata statale e mamma

ALTEZZA 1.74

PESO 64

OCCHI verdi

CAPELLI neri

SPORT /

CARATTERE Sfrontata e imprevedibile, spesso prende delle decisioni affrettate senza pensare alle conseguenze

HOBBY I figli

RUOLO NELLA FAN FICTION Sorella maggiore si Linda, sposata e divorziata con 2 figli a carico, Micheal e George, aiuta la sorella Linda in più occasioni.

 

David Eastman

ETA’ 34

LUOGO DI NASCITA Londra

LAVORO Imprenditore

ALTEZZA 1.82

PESO 74

OCCHI Verdi

CAPELLI biondo scuro

SPORT /

CARATTERE Imprevedibile e scontroso

HOBBY /

RUOLO NELLA FAN FICTION Ex marito di Heather viene nominato solo una volta

 

 

Lawrence Watkins

ETA’ 26

LUOGO DI NASCITA Edimburgo

LAVORO Medico chirurgo

ALTEZZA 1.86

PESO 79

OCCHI Azzurri

CAPELLI Castani

SPORT Ippica

CARATTERE Eccentrico e ambizioso

HOBBY La lettura

RUOLO NELLA FAN FICTION L’uomo che Richard Harrison aveva fatto fidanzare con la figlia Linda

 

Martha Willson

ETA’ morta a 78 anni

LUOGO DI NASCITA Fujisawa

LAVORO Lavorò come sarta prima di andare in pensione

ALTEZZA 1.68

PESO 54

OCCHI Neri

CAPELLI Neri, poi bianchi

SPORT /

CARATTERE Dolce e comprensiva

HOBBY Lavorare a maglia e all’uncinetto

RUOLO NELLA FAN FICTION La nonna di Linda che le lascia la casa a Fujisawa

 

Richard Harrison

ETA’ 58

LUOGO DI NASCITA Liverpool

LAVORO Cardiologo

ALTEZZA 1.78

PESO 74

OCCHI Verdi

CAPELLI Brizzolati

SPORT Praticava scherma

CARATTERE Severo e duro specialmente nei confronti delle figlie

HOBBY Prendere decisioni che non lo riguardano

RUOLO NELLA FAN FICTION Padre di Linda ed Heather, è una delle cause principali della fuga di Linda

 

 

Emilie Higgins Harrison

ETA’ 54

LUOGO DI NASCITA Fujisawa

LAVORO Ortopedico

ALTEZZA 1.60

PESO 48

OCCHI Neri

CAPELLI Neri

SPORT praticava pallavolo

CARATTERE Debole e chiuso

HOBBY Giardinaggio

RUOLO NELLA FAN FICTION Madre di Linda e Heather, succube delle decisioni del marito

 

 

 

 

Aurora Jacobs

ETA’ 74

LUOGO DI NASCITA Fujisawa

LAVORO Sarta prima di andare in pensione

ALTEZZA 1.64

PESO 52

OCCHI Neri

CAPELLI Grigi

SPORT /

CARATTERE Inizialmente antipatica e severa si rivelerà poi dolce e gentile

HOBBY Maniaca della pulizia. Uncinetto

RUOLO NELLA FAN FICTION Amica della nonna di Linda, inizialmente sembra non provare simpatia per la ragazza, ma poi cambierà il suo atteggiamento

 

 

 

Mary Dodge

ETA’ 42

LUOGO DI NASCITA Fujisawa

LAVORO Infermiera

ALTEZZA 1.74

PESO 112

OCCHI Neri

CAPELLI Neri

SPORT /

CARATTERE Severa e rigida

HOBBY / (Mangiare?!)

RUOLO NELLA FAN FICTION Collega di Linda

 

John Parsons

ETA’ 27

LUOGO DI NASCITA Fujisawa

LAVORO Ortopedico

ALTEZZA 1.78

PESO 68

OCCHI Castani

CAPELLI Neri

SPORT Ippica

CARATTERE Dolce e premuroso

HOBBY Musica e lettura

RUOLO NELLA FAN FICTION collega e grande amico di Linda, la aiuta nella riabilitazione di Benji, e sembra avere un debole per lei

 

 

Ernest Jowitt

ETA’ 65

LUOGO DI NASCITA Londra

LAVORO Fisioterapista

ALTEZZA 1.73

PESO 61

OCCHI neri

CAPELLI grigi

SPORT /

CARATTERE Severo ed impaziente

HOBBY /

RUOLO NELLA FAN FICTION Il fisioterapista che hanno portato con loro i genitori di Benji dall’Inghilterra e che secondo questi, dovrebbe occuparsi della riabilitazione del figlio.

 

 

Valerie Dupont

ETA’ 19

LUOGO DI NASCITA Marsiglia

LAVORO Mantenuta da mamma e papà, studia

ALTEZZA 1.65

PESO 57

OCCHI verdi

CAPELLI biondi

SPORT Tennis

CARATTERE Vanitosa e presuntuosa

HOBBY Benjamin Price, collezionare bambole di porcellana

RUOLO NELLA FAN FICTION Figlia di un imprenditore francese la ragazza ha un debole per Benji, cercherà in tutti i modi di portare scompiglio nella vita di Benji e Linda.

 

 

Joseph Rooney

ETA’ 24

LUOGO DI NASCITA Liverpool

LAVORO Magazziniere

ALTEZZA 1.78

PESO 72

OCCHI Verdi

CAPELLI Castani

SPORT Calcio

CARATTERE Espansivo e simpatico, a volte precipitoso

HOBBY Linda Harrison

RUOLO NELLA FAN FICTION Il primo ragazzo di Linda, quando lo conobbe lei aveva solo 16 anni.

 

The Lovely Linda

 

Aeroporto di Tokyo, l’aereo proveniente da Londra era atterrato da poco e Linda, ancora un po’ scombussolata a causa del fuso orario, camminava un po’ confusa verso il parcheggio dei Taxi. Arrivata davanti ad uno di questi, chiese all’autista se poteva portarla in una cittadina chiamata Fujisawa. L’uomo l’aiutò a caricare e due valigie ed il borsone e poi l’accompagnò alla destinazione desiderata. Quando scese dal taxi davanti ad una graziosa villetta si osservò intorno…quella cittadina era così diversa da Liverpool, il cielo era sereno e non offuscato dai frequenti nuvolosi che spesso imperversano sull’isola britannica misti al fumo delle numerose fabbriche della città industriale nel Mersey dal quale era arrivata. Sorridendo disse a se stessa: “Ma che ci faccio qui?!”

Prese le sue valigie e le appoggiò davanti al cancello della villetta e suonò al campanello. Venne ad aprire un’anziana signora dallo sguardo severo.

“Lei è la signorina Harrison?”

“Si, buongiorno, lieta di conoscerla” disse la giovane ragazza

“Lasciamo perdere i convenevoli, ho altro da fare!”

La signora condusse Linda dentro la villetta e dopo averle dato un foglio da firmare le disse

“Questa è la casa che ti ha lasciato tua nonna, firma qui ed è tua”.

Linda prese dalla tasca interna della giacca un cofanetto dal quale tirò fuori un paio di occhiali e lesse attentamente tutto ciò che c’era scritto. L’anziana signora spazientita disse acidamente:

“Cos’è non si fida? Guardi che non ho tempo da perdere!”

Linda alzò gli occhi dal contratto e fissando la donna con i suoi occhi viola le disse

“Mi dispiace, ho sempre avuto l’abitudine di leggere prima di firmare.”

La donna non disse altro, poi dopo qualche minuto la ragazza prese la penna stilografica dalla giacca e firmò il foglio.

L’anziana signora le consegnò tutte le chiavi dell’appartamento comprese quelle dell’automobile che sua nonna le aveva lasciato e lasciò la casa.

Linda si alzò ed ispezionò bene tutte le camere della casa.

Al piano di sotto c’era oltre al grande salotto in cui era appena stata, c’era un piccolo soggiorno arredato in maniera molto graziosa, i mobili in legno conservavano un fascino un po’ rustico, ma allo stesso tempo elegante e caloroso. Da li una porta pieghevole conduceva ad un piccolo cucinino.

Dall’entrata un’altra porta conduceva ad un bagno di servizio, con doccia lavandino e wc. Il muro era coperto da piastrelle azzurre e a terra c’era un piccolo tappeto celeste.

Nell’altro lato dell’entrata c’era una scala in legno che conduceva al piano di sopra. Li c’erano le due camere da letto. La prima aveva un letto matrimoniale con i comodini e l’armadio uguale. Si poteva chiaramente riconoscere il gusto di sua nonna nell’arredo. Non era affatto antiquato o  superato come si poteva immaginare, sua nonna aveva sempre amato le cose giovanili, e quei mobili ne erano la prova. Sul letto c’era un piumone rosa con alcuni cuscini quadrati sulla spalliera. Nell’altra cameretta c’erano due letti singoli, una poltrona, una scrivania e alcuni scaffali pieni di libri. Quella camera la nonna l’aveva arredata pensando che le sue due nipotine magari sarebbero andate a passare le vacanze estive a casa sua, purtroppo Linda e sua sorella Heather erano cresciute troppo in fretta,  Heather era sposata ed aveva due splendidi bambini, alla povera nonna si era spezzato il cuore quando aveva saputo che la sua nipotina aveva divorziato dal marito David, mentre lei, Linda, aveva passato a pieni voti l’esame del liceo scientifico che frequentava ed ora dopo un corso di un anno era diventata infermiera, anche grazie alla fortuna che aveva avuto, infatti suo padre era uno stimato cardiologo, e sua mamma lavorava come ortopedico nell’ospedale di Liverpool. Dopo la morte della nonna, Linda aveva deciso di trasferirsi in Giappone nella città della nonna, che aveva lasciato a lei la sua casa, forse con un po’ di rancore verso l’altra nipote, che aveva avuto tanta fretta a sposarsi, almeno quanta ne aveva avuta a mettere fine al suo matrimonio. Si era trasferita li, per cambiare, ma forse anche per fuggire… Suo padre si era fissato con quello stupido fidanzamento con quel medico. A Linda non andava proprio giù che qualcuno potesse condizionare la sua vita, così, senza dire nulla ai genitori, mandò il suo curriculum all’ospedale di  Fujisawa. Dopo poche settimane aveva ricevuto la risposta affermativa del responsabile, e, fatte le valigie, si era trasferita in Giappone. In effetti aveva un po’ di paura, ma fortunatamente, grazie alle lettere ad alle lunghe telefonate con la nonna aveva una conoscenza pressoché perfetta della lingua nipponica. Ma non era proprio quella la sua paura, aveva paura di cambiare, di sbagliare, ma sapeva che se almeno non provava, non poteva ottenere nulla….era per quello che aveva preso la decisione di partire….

Diede un’ultima occhiata alla casa….sempre al secondo piano c’era il bagno, un piccolo ripostiglio ed un altro salottino. C’era anche una grande terrazza, sulla quale un grande ombrellone e due sdraio giacevano a terra in un angolo in attesa della stagione estiva.

Entrò nuovamente nella camera con i due letti singoli ed osservò attentamente i numerosi libri sugli scaffali, poi sorrise, quell’acida signora di prima aveva riposto sulle mensole tutti i volumi che erano arrivati il giorno prima per posta. Poi, scendendo al piano di sotto, si accorse che la donna aveva comprato anche un po’ di pane e qualche frutto. Forse sarebbe dovuta andare a ringraziarla, ma non ora, voleva solo fare una bella doccia ed andare a riposarsi, avrebbe pensato a tutto più tardi….

Si tolse i vestiti e si infilò sotto la doccia calda. Rimase un po’ a riflettere…poi si asciugò, si infilò il pigiamone invernale e si mise sotto il caldo piumone.

Quando si svegliò si accorse che era mattina….caspita quanto aveva dormito! Si stiracchiò un po’ e scese di sotto per fare colazione, ma con disappunto notò che non c’era ne latte ne caffè… già, non aveva comprato niente, ed il frigo era completamente vuoto. Prese svogliatamente un’arancia che aveva portato la signora il giorno prima ed iniziò a sbucciarla mentre guardava pigramente la tv. Dopo aver fatto colazione, se così si poteva definire,  si preparò per uscire.

Dopo essersi lavata mise una camicia bianca, un paio di pantaloni neri, un maglioncino della stessa tinta e gli stivali. Andò davanti allo specchio e spalmò sul viso un po’ di crema idratante. Pettinò i lunghi capelli neri e li legò in una coda. Illuminò un po’ le palpebre con un ombretto bianco perlato e fissò attentamente la sua immagine riflessa nello specchio. Le piacevano i suoi occhi, quel taglio un po’ orientale ereditato dalla nonna, ma soprattutto il loro colore, viola intenso, a scuola era molto famosa per il colore del suo iride, era l’unica del suo istituto ad avere gli occhi di un colore così raro…ne andava davvero orgogliosa! Stese un velo di lucidalabbra color pesca , mise il cappotto e dopo aver preso la borsa si avviò verso l’uscita. Controllò sulla su agenda il giorno in cui si sarebbe dovuta presentare in ospedale….il 5 novembre….non si arrabbieranno se arrivo il 25 ottobre...pensò tra se e se.

L’ospedale non era molto grande, andò all’ufficio informazioni e chiese di parlare con il direttore. Fortunatamente quel giorno non era troppo impegnato, e la ricevette dopo una decina di minuti.

“Buongiorno, sono Linda Harrison”

“Buongiorno signorina Harrison, si accomodi”

L’anziano signore la fissò, sembrava molto più grande per avere solo 20 anni…

“Allora signorina Harrison” disse tirando fuori una cartella dal cassetto della scrivania “Ho letto il suo curriculum e sono rimasto molto impressionato…ha passato a pieni voti l’esame di maturità del liceo scientifico, ha superato brillantemente numerosi corsi scolastici e non, non avrei proprio potuto rifiutare la sua proposta di lavoro!”

“Ne sono felice!”

“Mi scusi, ma lei non doveva cominciare il giorno 5?”

“Lo so, infatti sono solo venuta per conoscere più o meno come funziona qui, sa, arrivando dall’Inghilterra!”

Il direttore e la ragazza parlarono per circa un oretta dopo di che la ragazza uscì ed andò a fare un po’ di spesa.Fortunatamente il camice era lo stesso, quindi almeno di quello non doveva preoccuparsi….era stata assegnata al reparto di ortopedia, proprio come sua mamma…

Arrivata al supermercato fece una gran spesa e circa a mezzogiorno fu a casa. Si cambiò e mise in ordine la spesa. Poi preparò il pranzo.

Accesa la televisione il telegiornale parlava dell’amichevole tra Giappone e la rappresentativa europea che si sarebbe tenuta il giorno successivo a Tokyo.  “Uhm…mi piacerebbe vederla….peccato, i biglietti saranno tutti esauriti, mi toccherà guardarla in TV”

La sera successiva armata di popcorn  si mise davanti alla televisione. Le due squadre sembravano entrambe molto determinate, e a parte i guizzi di Schneider e del capitano del Giappone, Oliver Atton, la partita era abbastanza equilibrata.

-Schneider è al limite dell’area, si prepara a tirare, il portiere Price è pronto per ricevere il pallone…-

“Bene, Schneider segnerà!”

-Magnifica parata del portiere Giapponese!!! Incredibile!!!-

“Caspita se è bravo sto portiere…Uhm…ne avevo sentito parlare…Se non sbaglio giocava nell’Amburgo….Caspita se è carino!”

La partita finì 4-3 in favore del Giappone, in effetti c’era da aspettarselo. Un po’ delusa Linda andò a dormire.

Passò ancora qualche giorno, Linda aveva cominciato a lavorare regolarmente in ospedale, e, anche se  era la più giovane, era anche la più stimata tra le infermiere del reparto. Una sera, mentre era si turno al pronto soccorso i medici di turno erano tutti impegnati a causa di un grave incidente. Tutti i medici e le camere operatorie erano occupare, e a Linda venne chiesto di rimanere in Pronto Soccorso, e nel caso arrivasse qualche paziente, cercare di occuparsene da sola, visto che tutti gli altri si stavano occupando dei feriti che erano stati recuperati dai resti del bus che aveva fatto un brutto incidente in periferia.

A parte quell’imprevisto, la serata era piuttosto tranquilla, fortunatamente non erano arrivati casi più urgenti e dopo circa mezz’ora erano arrivate altre due infermiere chiamate d’urgenza.

Dopo un po’ arrivò ragazzo alquanto agitato.

“Che sta succedendo?”

“Venga subito per piacere, il nostro portiere…ci aiuti per favore!”

Il ragazzo che parlava era agitatissimo e Linda non aveva capito bene che cosa stesse succedendo….

“Venga con me per piacere!”

Il ragazzo condusse Linda di fuori, pioveva tantissimo, in un’auto parcheggiata davanti all’ingresso Linda vedeva un ragazzo dolorante seduto sul sedile posteriore, corse verso l’auto.

“Cos’è successo?”

L’uomo alla guida le disse

“Ci stavamo allenando, poi la gamba ha ceduto, ora non riesce a muoverla”

Linda guardò il ragazzo dietro, poi si girò verso l’altro ragazzo.

“Aspetta qui, vado a prendere la barella, poi dovete aiutarmi a tirarlo fuori”

Linda cose dentro l’ospedale e dopo pochi secondi uscì con la barella ed un’altra infermiera.

“Svelta Mary, dammi una mano!” poi rivolgendosi all’altro ragazzo “Tu, come ti chiami?”

“Holly…Oliver Atton”

“Svelto Holly, aiutami!”

Riuscirono a caricare il ragazzo sulla barella e lo portarono rapidamente al pronto soccorso.

“Mister, non si preoccupi, vada pure, resto io con Benji.”

L’uomo fece un cenno con la testa e se ne andò.

Linda disse all’amica che si sarebbe occupata lei del ragazzo, visto che stavano arrivando altri pazienti.

“Allora Holly, calmati e spiegami bene cos’è successo” disse mentre sfilava i pantaloni al suo paziente.

“Allora, ci stavamo allenando, ho fatto un tiro, Benji si è tuffato per pararlo, dev’essere scivolato sul fango, è caduto e da quel momento non è più riuscito a muovere la gamba”

Linda tastava delicatamente la gamba del ragazzo, era gonfia e livida, poi lo guardò in faccia. Il giovane aveva la fronte imperlata di sudore e il volto contratto dal dolore.

“Ho paura, caro Benji, che per un bel po’ la tua squadra dovrà fare a meno di te!”

“Cosa?” disse Benji come se si fosse svegliato tutto d’un colpo.

“Hai capito bene, ho paura che la tua gamba sia rotta…”poi disse rivolta ad Holly

“Se non sei un parente non puoi rimanere in pronto soccorso…”

“Ma….”

“Queste sono le regole, anche per il capitano della nazionale giapponese, e poi il tuo amico è maggiorenne.”

“La prego!”

“Uff…mi dispiace davvero….senti, lascia il tuo numero, appena so qualcosa ti chiamo, va bene?”

Un po’ titubante Holly accettò la proposta, scrisse il suo numero su un block notes e dopo aver dato un ultimo incoraggiamento a Benji si diresse verso l’uscita.

La ragazza si concentrò sul suo paziente….

“Dobbiamo fare delle radiografie, ma credo che non siano libere le stanze….Aspetta qui, non muoverti!”

“E dove dovrei andare in mutande e con una gamba rotta?”

“Hai ragione anche tu….”

La ragazza chiamò il reparto radiologia per chiedere se fossero liberi, ma la risposta fu negativa.

Tornò da Benji….

“Mi dispiace, non prima di un’ora”

“E io dovrei stare qui a contorcermi dal dolore per un’ora senza sapere cos’ho?”

“Guarda che le radiografie non sono mica miracoli, non fanno passare il male, credo che avrai parecchio tempo per contorcerti dal dolore!”

“Simpatica!”

“Preparati psicologicamente a portare il gesso per 40 giorni!”

“Ti stai divertendo?”

“Da morire, vedere la gente soffrire è il mio passatempo preferito! Almeno con te infortunato forse l’Europa riuscirà a portare a casa la vittoria nella prossima partita”

“Diamine, è vero la partita a Parigi, come diavolo faranno?”

“Non lo so, so solo che vinceremo!”

“No, perderemo, Ed non può parare i tiri di Schneider!”

“Nemmeno tu, a quanto pare! Vinceremo!”

“Hey, ma tu tiferai mica per l’Europa?!

“Certo, sono inglese, per chi cavolo dovrei tifare???”

“Mi ci mancava solo l’infermiera inglese!”

“Non ti preoccupare, se preferisci ti chiamo la mia collega….Mary??!”

Si avvicinò una donna….donna….sembrava più una palla….era più larga che lunga, con lo sguardo minaccioso e i rotoli di grasso che uscivano da tutte le parti…

“No, no ti prego!” disse Benji in preda allo sconforto

“Mary, per piacere, vedi se si è liberato qualcuno in radiologia”

“È inutile che chiedo, tanto sono ancora tutti occupati”

“Va bene, grazie lo stesso!”

Poi si girò sorridendo verso Benji

“Guarda che lei tifa Giappone!”

“Che me ne frega, almeno tu sei carina!”

Linda arrossì un po’ e Benji le disse

“Ti ho messa in imbarazzo Liz Taylor?”

“Eh?”

“Hai gli occhi viola come lei…sono bellissimi….”

“Grazie, allora non hai solo il pallone in testa!”

“Quando vedo una bella ragazza me ne accorgo!”

“Oh, sono lusingata!” disse prendendolo in giro

“Sempre brava a fare del sarcasmo eh?”

Lei sorrise dolcemente, facendo sciogliere il cuore del portiere giapponese

“Linda?”

“E tu come fai a sapere come mi chiamo?”

“Il cartellino!”

“ah”

“Posso sapere quanti anni hai? Sembri molto giovane!”

“Ne ho fatti 20 a settembre”

“Avevo ragione, sei giovane”

Squillò il telefono del reparto, dopo aver risposto Linda sorrise e ritornò da Benji.

“Bene, possiamo salire, il reparto si è liberato”

“Non mi lascerai mica nelle mani di quella botte vero?!”

“No, mio caro portiere, ci sto io con te…se non ti dispiace!”

“Anzi!”

Salirono in radiologia e dopo aver fatto le lastre scesero nuovamente in pronto soccorso. Linda si sedette studiò la radiografia….fece una faccia preoccupata….

“Co-cos’è quella faccia?” chiese Benji un po’ impaurito.

Linda cercò di nascondere la sua preoccupazione e disse

“Niente, non è rotta, ma ci sono alcune microfratture, devo proprio ingessarti”

Arrivati in sala gessi, Linda era molto pensierosa…non gli piaceva affatto ciò che aveva visto….probabilmente Benji non avrebbe più potuto giocare a calcio…non per quelle fratture, la sua gamba sembrava averne già passate tante….

Lo aiutò a sdraiarsi sul lettino e cominciò a fasciare la gamba, il ragazzo venne percorso da un brivido sentendo le mani calde e sottili della ragazza sfiorargli la pelle…

Dopo averlo ingessato lo aiutò a rimettersi sulla barella e dopo averlo portato davanti alla scrivania dove era seduta prima, compilò un foglio prescrivendogli degli antinfiammatori e alcune iniezioni. Poi gli disse:

“C’è qualcuno che ti può venire a prendere?”

“Ehm..no”

“I tuoi genitori?”

“Sono all’estero”

“Un amico?”

“Alle due di notte?”

“In effetti…la tua ragazza?”

“Non ce l’ho!” disse Benji arrossendo fino alla punta dei piedi

“Come un ragazzo carino come te che non è fidanzato?”

Benji arrossì ancora di più….”No”

“Allora mi tocca accompagnarti a casa io!”

“Ma non devi lavorare?”

“Guarda che il mio turno è finito alle undici di ieri sera!”

“E perché diavolo sei rimasta?”

“Preferivi la botte?”

“No…ma…insomma, perché sei rimasta, potevi andare a casa a riposarti!”

“Ecco perché non sei fidanzato!” disse lei sospirando e portandosi una mano alla fronte

“Ma che vuoi dire?”

“Niente, ti accompagno a casa…”

Benji non capiva il comportamento della ragazza, ma preferì non fare altre domande.

Linda lo aiutò a sedersi in macchina e poi si fece spiegare la strada. Arrivati davanti alla grande villa a momenti non le prese un coccolone.

“Caspita, ho ingessato la gamba al piccolo Lord! Mi  vuoi dire che non avete un maggiordomo o un cameriere che poteva venire a prenderti?”

“Quando i miei sono all‘estero se li portano dietro, dicono che io posso arrangiarmi senza!”

“Cavolo, li avessi io me li porterei pure in bagno!”

I due entrarono in casa e Linda aiutò Benji a sdraiarsi sul letto, ma ironia della sorte lei gli cadde addosso….

“Scusami, certo che anche tu, potevi lasciarmi le braccia eh?!” disse lei, ma lui non sembrava ascoltarla, la fissava solo negli occhi con uno sguardo strano….

“Benji…che….” Non fece in tempo a finire la frase che lui la zittì con un dolcissimo bacio sulle labbra. Lei inizialmente non ricambiò, ma poi si perse nella dolcezza di quel momento.

“Ma che stai facendo?” disse lei staccando appena le labbra. Lui non rispose, ma continuò a baciarla. Mollò la presa delle sue braccia e con le mani le accarezzava la schiena e i capelli. Lei appoggiò una mano sulla guancia del portiere e alzando il volto disse:

“Perché lo stai facendo...”

Benji non capiva il significato della domanda, era chiaro, lei gli piaceva e sembrava ricambiare...ma guardandola negli occhi aveva capito che non era quello che in realtà voleva sapere. Non ricevendo una risposta Linda si alzò in piedi e si voltò dalla parte opposta.

Il portiere non sapeva cosa doveva fare, poi seduto sul letto le disse:

“Domani lavori?”

“No, perché?”

“Beh...con la  gamba conciata così non credo che potrò fare molto, manco riesco ad alzarmi!”

“Infatti non devi alzarti!”

“E in bagno come ci vado?!”

Linda pensò un attimo, in effetti una persona con la gamba ingessata non dovrebbe affatto rimanere da sola tutto il giorno....

“Senti, i tuoi genitori hanno un cellulare?”

“Si, perché?”

“Li chiamo e li informo di quello che è successo, vedranno loro cosa fare, mi dai il numero?”

“É scritto li” disse Benji indicando un foglio vicino al telefono.

Linda stava per fare il numero poi disse:

“Ah...com’è che fai te di cognome?!”

“Te lo sei già dimenticato?”

“Ehm....dai, mica posso ricordarmi i nomi di tutti i miei pazienti!”

“Price, mi chiamo Price”

“Thank you!”

 

-Pronto, parlo con il signor...Price?-

-Si, chi diavolo è lei da casa mia?-

Simpatico come il figlio....pensò Linda.... -Signor Price sono Linda Harrison, un’infermiera, volevo dirle che Benji si è fatto male durante gli allenamenti e ora è a casa con la gamba ingessata-

-E allora? Ha 20 anni ormai, cosa mi interessa a me, è adulto!-

-Signor Price! É possibile che non le interessi il fatto che suo figlio non possa andare nemmeno in bagno da solo? Insomma, ha bisogno di qualcuno che gli eviti al massimo tutti i movimenti che fa normalmente!-

-Ha detto di essere un’infermiera vero? Faccia il suo lavoro!-

-Il mio lavoro l’ho fatto, ora è arrivato il momento che anche lei si comporti da padre!-

Benji non riusciva più a trattenere le risate, com’era carina mentre ribolliva dalla rabbia a causa di quel cinico di suo padre!

Il padre di Benji sospirò, stava per perdere la pazienza.... -Come ha detto che si chiama lei?-

-Linda Harrison-

-Lavora all’ospedale di Fujisawa vero?-

-Si-

-Lei si occupi di mio figlio, chiamerò io il direttore-

-Ma chi si crede di essere lei?-

-Sono il migliore amico del figlio del direttore dell’ospedale e se proprio vuole saperlo posso farla ritrovare senza lavoro entro domattina, quindi lei si occupi della convalescenza di mio figlio. Potrebbe trovarlo conveniente visto che il suo misero stipendio di infermiera verrebbe raddoppiato per tutto il periodo che lei passa a casa mia...l’avverto Harrison, questa non è una proposta, è un ordine, quindi se si reputa una persona furba veda di accettare se non vuole trovarsi disoccupata e poi...non le fa pena Benji? Buona fortuna!-

-Ma brutto....- “niente ha riattaccato.....”

“Allora?” chiese Benji con le lacrime agli occhi per quanto aveva riso.

Linda rimase in silenzio a pensare....guardò Benji....l’avrebbe fatto....ma l’avrebbe fatto solo per lui....odiava prendere ordini in quel modo e specialmente odiava le persone come il padre di Benji...se non fosse stato che si era accorta di provare qualcosa per quel ragazzo, avrebbe preferito perdere il lavoro piuttosto che scendere a patti con quel tizio....

“Mi occuperò io di te....”

“E il lavoro?”

“Ci penserà tuo padre”

Benji poteva leggere una certa tristezza negli occhi della ragazza...

“Se non vuoi non sei obbligata”

“Non ti preoccupare Benji....sono felice di passare un po’ di tempo con te....”

Si avvicinò al letto e disse “Forza, ti do una mano a cambiarti, comincia a toglierti la maglia!”....

Da quel giorno Benji e Linda passarono insieme ogni minuto della giornata, a volte lei lo accompagnava a vedere gli allenamenti dei suoi compagni oppure assistevano alle partite dei ragazzi più giovani della NewTeam.

Uno di questi giorni andarono a vedere gli allenamenti della nazionale giapponese con una piccola sorpresa per tutti gli altri ragazzi.

Arrivarono nel primo pomeriggio a Tokyo e si recarono allo stadio, dove la nazionale si allenava.

“Saranno felici di vederti!” disse lei

“Anche perché se non lo sono la stampella gliela spacco in testa!”

“Poi voglio vedere come ci torni a casa!”

“Credo correndo!”

“Scemo!” disse sorridendogli affettuosamente.

Arrivati a bordo del campo nessuno si accorse di loro.... Seguirono attentamente l’azione che si stava svolgendo....

Holly e Tom procedevano velocemente verso la porta di Alan, poi Atton tirò violentemente in porta, ma per Alan non ci fu verso di pararla....

“Che diavolo fai Alan?! Se Ed si infortuna su chi diavolo possiamo contare?!”

Sentendo quella voce così familiare tutti si voltarono e con grande stupore videro Benji accompagnato da una ragazza che non conoscevano.

Tutti si diressero dai due e Bruce, il solito allupato disse

“Ehilà Benji, come va? E chi è questa bella signorina??”

“Questa bella signorina è un’infermiera, si chiama Linda e se non la smetti di sbavare è la volta buona che il naso te lo rompo sul serio!”

“Uffa, come siamo permalosi!”

“Ciao Benji! É un po’ che non ci si vede, scusa se non sono più passato a trovarti ma eravamo molto impegnati con gli allenamenti...ah, ciao Linda!”

“Ciao Holly!”

“Ma...ma come, vi conoscete?” chiese Bruce

“La sera che Benji si è fatto male l’ha accompagnato Holly in ospedale, e quella sera c’ero io di turno”.

“Uffa, ma a me non capitano mai infermiere così carine....quand’è che sei di nuovo di turno?”

“Mi dispiace Bruce, Linda ora è di turno a casa mia....ma allora al tuo naso non ci tieni proprio eh?”

“Cosa c’è Price? Facciamo i gelosi?”

“Non provocarmi Lenders!”

“Cosa vuol dire che è di turno a casa tua?”

“Vuol dire che dal momento in cui Benji si è fatto male io sto a casa sua per aiutarlo a fare tutte quelle cose che tu puoi fare senza bisogno di altri, e anche quelle che tu non puoi fare senza altri....ci siamo chiariti?!”

Mark rimase spiazzato da quella frase mentre Benji si godeva la scena del suo rivale che veniva messo a tacere da una donna...un momento davvero memorabile!

“Price! Che piacere vederti!” disse l’allenatore avvicinandosi al portiere.

“Salve mister”

“Devo ammettere che si sente la tua mancanza in campo! Come va la gamba?”

“Meglio, ma io in ste cose non ci capisco un tubo, è meglio se chiede a lei” disse Benji indicando Linda

“Ah, buongiorno..sbaglio o lei è l’infermiera che era di turno quella sera in pronto soccorso?”

“Si, lei è il signore alla guida dell’auto, vero?”

“Si, sono io. Allora, che ci dice del nostro portiere paratutto?”

“Beh, dovrà portare il gesso ancora per due settimane, ma naturalmente ci sarà un lungo periodo di riabilitazione, di preciso non so quanto ci vorrà.”

“Ah, non è una notizia confortante....seguirà lei la riabilitazione?”

“Questo ancora non lo so, ma comunque credo sia più plausibile l’ipotesi che a seguire la riabilitazione sia un fisioterapista.”

“Beh, speriamo di riaverlo in campo al più presto!”

“Lo spero anch’io”

Detto questo si sedettero in panchina a seguire gli allenamenti chiacchierando con Julian. Poi salutarono tutti e si prepararono per tornare a casa.

Andando verso la macchina si sentirono chiamare alle spalle. I due giovani non fecero in tempo a riconoscere ci fosse che un pallone da calcio tirato da quella persona stava per colpire in pieno il portiere, che a causa delle stampelle non poteva parare il tiro. Intuito il pericolo Linda si mise davanti a Benji e fermò il pallone all’altezza del petto.

“Chi diavolo è?”  chiese calciando con forza il pallone nella direzione da cui era venuto.

“Complimenti, ma non eri tu che dovevi parare quel tiro”

Benji ancora un po’ stupito dopo aver scoperto che Linda se la cavava niente male a calcio, riconobbe subito il ragazzo che aveva tirato quel pallone.

“Schneider!”

“Complimenti Price! Cos’è, adesso ti nascondi dietro ad una ragazza? Non sei più capace nemmeno di parare un tiro? Oppure avevi paura del mio nuovo tiro speciale, anche se a quanto pare devo aver sbagliato qualcosa visto che una donna qualunque è riuscita a pararlo...”

Benji stava per rispondere per le rime, ma venne anticipato da Linda

“Pezzo di cretino che non sei altro! Sei scemo o cosa? Prima di tutto donna qualunque lo dici a qualcun altra.. Non vedi che Benji ha le stampelle e una gamba ingessata? Oppure hai perso la vista?”

“Bel peperino la tua ragazza Price!”

“Ti sto parlando io, oppure non sono degna nemmeno di ricevere una risposta? E comunque per quanto riguarda quel tiro sarei pronta a pararlo di nuovo....Mi sorprendi Schneider, un grande campione come te che non si è accorto che con un piccolo accorgimento il tuo tiro perde ogni effetto...”

“Che diavolo stai dicendo? Non ti sembra di essere un po’ troppo presuntuosa?”

“Diciamo pure realista!”

Benji era senza parole, prima suo padre, poi Lenders e adesso Schneider, riusciva a tenere testa alle tre persone più egoiste, sarcastiche e presuntuose del mondo...ma da dove le usciva tutto quel coraggio? Poi adesso, voleva sfidare Schneider....

“A quanto pare la tua ragazza vuole sfidarmi....non sa a cosa va incontro...oltre l’umiliazione si farà anche male, credo che debba trovarsi un buon ortopedico dopo aver perso la sfida!”

“Non preoccuparti, sono un’infermiera, non è quello il problema!”

“Allora preparati....ti conviene non provare nemmeno ad intercettarla!”

“Qui? No....andiamo in un campo da calcio decente....”

Benji assisteva impotente alla scena...tanto non sarebbe riuscito a far cambiare idea ne a uno ne all’altro....doveva solo sperare che Linda non si facesse male.

Il gruppo raggiunse nuovamente lo stadio dove si stava allenando la nazionale giapponese. Linda tolse il cappotto e gli stivali alti. Studiò un attimo il cielo....

“Cosa fai? Preghi?” chiese sarcasticamente il tedesco....

“Hey Benji, che ha intenzione di fare Linda???” chiese Philip un po’ preoccupato

“Non ci crederai....vuole sfidare Schneider...”

“Ma è scema? Insomma, ho sentito dire che il tiro di Schneider è davvero imbattibile, non è potente, ma, pur seguendo la stessa traiettoria sembra quasi che si sdoppi diverse volte, i portieri che hanno tentato di pararlo hanno detto che pur non cambiando traiettoria, Schneider sembra sfruttare una certa illusione ottica che impedisce al portiere di riconoscere chiaramente la sagoma del pallone....potrebbe farsi male!”

“Lo so, ma non ne vuole sapere di rinunciare.....”

Linda abbassò lo sguardo e si mise davanti alla porta.....

“Davvero non so come ringraziarti, hai fatto in modo che io non avessi il sole negli occhi per tirare...ops ma come farai tu a parare? Pazienza, un punto a favore per me anche se non ne ho bisogno”

“Bamboccio.....”

“Cos’hai detto?”

“Niente, tira pure!”

“Come diavolo farà, Benji devi fermarla, ha il sole negli occhi!”

“Aspetta Philip.....forse sto cominciando a capire....”

Schneider posizionò il pallone e fece qualche passo indietro per la rincorsa.....Benji studiava attentamente la sua ragazza....

Il tedesco tirò e, sorprendendo tutti, Linda parò facilmente il tiro, al che Schneider rimase immobile a bocca aperta al centro dell’area.....

“Ho vinto io Schneider....non è stato affatto difficile, usa il cervello un pochino più spesso per piacere, potresti riuscire a fare qualcosa di sensato forse.....”

Linda tirò il pallone a Schneider che ribolliva dalla rabbia e si diresse verso la panchina, dove i suoi amici gioivano per la figuraccia del tedesco.

“Come diavolo hai fatto?!” chiese Schneider raccogliendo il pallone.

“Posso solo dirti che oggi il cielo è sereno....il resto cerca di capirlo da solo....Metti in moto le rotelline!”

Schneider uscì sconsolato dal campo chiedendosi che cosa avesse di sbagliato quel tiro....e pensare che era andato in Giappone solo per mostrarlo a Price e per vantarsi del fatto che nemmeno lui sarebbe stato capace di pararlo...invece era stato battuto, battuto da una donna.....

“Hey, ma come diavolo hai fatto? Insomma i migliori portieri del mondo non ci sono riusciti!” disse Philip non credendo a ciò che aveva appena visto...

Linda si mise gli stivali ed il cappotto e disse: “Che incapaci!”

“Posso sapere perché hai scelto di avere lo svantaggio del sole negli occhi?”

“Ed, chi ha detto che è  uno svantaggio, le cose vanno viste da tutti i punti di vista....”

Benji e Julian si diedero un’occhiata complice e scoppiarono a ridere, Linda si girò verso di loro

“Hey, che avete da ridere??? Non ditemi che avete già capito tutto?!”

“Ah ah ah...povero Karl!!! Nessuno ci aveva ancora pensato ah ah ah....Davvero complimenti hai un ottimo senso dell’osservazione!”

“Uffa Julian, ha già capito! Ma non è giusto!”

“Mi dispiace Linda, se penso che è stato ingannato dal suo stesso tiro!”

“Benji, ti ci metti anche tu?!”

“Ma tu hai mai giocato a calcio in vita tua?!

“No, e allora? In effetti facevo qualche tiro con i miei cuginetti....però sono molto brava in pallavolo!!!”

I due ragazzi continuarono a ridere, e dopo qualche secondo si unì a loro anche Philip che aveva capito tutto

“No Philip! Anche tu? Vabbé tanto vale dirlo ormai!!!”

“Ecco brava, fa così che Ed potrebbe averne bisogno!”

“Ecco qui il grande segreto, basta scegliere la metà campo in modo che il portiere abbia il sole non proprio negli occhi altrimenti non vede ‘na mazza, ma comunque rivolto verso di lui. Al momento in cui Schneider effettua il tiro, se con gli occhi si segue la forma del pallone ci si accorge che la sfera esegue minimi cambi di direzione. Ciò che ha fregato gli altri portieri è stato l’effetto ottico che si viene a formare imprimendo un tipo di rotazione al pallone in modo che le parti bianche e quelle nere si confondano in maniera strana con le tribune. Avendo però il sole di fronte, il portiere vede solo l’ombra del pallone e perciò non viene ingannato dall’effetto ottico. Fine della lezione. Nota bene: il tiro di Schneider effettuato su di un pallone completamente bianco o comunque tinta unita perde ogni  particolarità. FINE”

Warner rimase a bocca aperta così come anche tutti gli altri.

“Cavolo Benji, la tua ragazza la sa lunga!”

“Non per niente è la mia ragazza!” disse Benji

Tutti scoppiarono a ridere, poi salutarono Benji e Linda che tornavano a casa.

Passarono due settimane e finalmente tolsero il gesso a Benji, ma visto che la gamba era ancora un po’ gonfia Linda fece comunque una fasciatura alla gamba del ragazzo. Poi parlarono con un ortopedico che disse che era ora di ricominciare la riabilitazione. Il medico chiese a Linda di parlare in privato con lei, e la cosa preoccupò non poco Benji, che aveva il terrore di non poter tornare a giocare a calcio...

“Linda, prima di me hai visto la radiografia del ragazzo, cosa ne pensi?”

“Penso che, probabilmente non potrà più giocare a calcio...Anche se le fratture sono guarite, l’osso è comunque danneggiato, per non parlare dei legamenti...ci vorrebbe un miracolo!”

“La penso anch’io così....Ma quel miracolo di cui parli può compiersi....”

“Pensi di ricorrere alla chirurgia?”

“No...ma non me la sento nemmeno di darlo nelle mani di un fisioterapista, i metodi tradizionali non servirebbero...”

“E allora, cosa pensi di fare?”

“Io non faro niente,lo farai tu!”

“Io? Ma che stai dicendo?”

“Sto dicendo che l’osso può essere rinforzato, con calcio e vitamine, i legamenti possono guarire, credo che la cosa migliore però, sia che tu gli stia vicino.”

“E che cosa posso fare?”

“Ginnastica di riabilitazione, da questa sera via le stampelle, devi farlo camminare da solo, poi potrà cominciare a correre, a saltare, a fare tutto quello che faceva prima. Ma gli devi stare vicino, devi dargli coraggio, con una persona di cui si fida tutto sarà più facile, poi mi sembra che ci tenga molto a te, per orgoglio non farebbe nulla per deluderti! Questo lo sai anche tu!”

Linda sorrise, John aveva ragione, Benji non l’avrebbe delusa

“Grazie John, allora vado! Ti faccio sapere come va!”

“Va bene, fai gli auguri a Benji!”

“Ok!”

La ragazza tornò da Benji che la aspettava nervoso.

“Allora che ti ha detto?”

“Che non farai fisioterapia”

“Perché?”

“Perché non servirebbe, se vuoi ricominciare a giocare devi darti molto da fare, e la fisioterapia non è il modo giusto.”

“Allora che dovrei fare?”

“Da stasera via le stampelle, ricominci a camminare!” disse sorridendo, per dare anche a lui un po’ di entusiasmo.

“Ma, ho appena tolto il gesso!”

“Niente ma, non hai bisogno delle stampelle, ma solo di un po’ di coraggio!”

“Pensi possa bastare?”

“Ne sono sicura, e poi....ricordati che ci sono io, potrai contare sempre sul mio appoggio e sulla mia presenza....”

“Va bene, mi hai convinto, non voglio deluderti”

Linda si avvicinò a lui, che appoggiò le stampelle ad una delle poltrone della sala d’attesa e le mise le mani attorno alla vita, per poi baciarla dolcemente sulle labbra.

Arrivati a casa trovarono però una spiacevole sorpresa. I genitori di Benji erano tornati senza preavviso, e non erano soli, purtroppo.

“Ciao Benji,” disse sua madre, “sono felice che la gamba vada meglio! Guarda chi abbiamo portato direttamente da Londra, il signor Ernest Jowitt, è il miglior fisioterapista dell’Inghilterra, si occuperà lui della tua riabilitazione.”

“Cosa?” a Linda prese una fitta al petto...non era possibile, avrebbe dovuto farlo lei....

“Ha capito bene signorina Harrison” disse invece il padre porgendole una busta gialla “qui ci sono i soldi che le dobbiamo per aver seguito Benji, ora può andarsene.”

“Ma che cosa vuol dire questo?” chiese Benji in preda alla rabbia

“Vuol dire che da oggi la signorina Harrison esce dalla nostra casa e dalla nostra vita, ha un lavoro, non può continuare a starti dietro, in fondo è solo un’infermiera, non ha nessun attestato ne come ortopedico ne come fisioterapista, dunque il suo compito è finito qui. Può tornare a fare fasciature in ospedale.”

“Non potete mandarmi via così! Non me ne faccio niente dei vostri stupidi soldi!” disse buttando per terra la busta dalla quale si intravedevano alcune banconote.

“L’abbiamo pagata, questo basta, ora è pregata di prendere le sue cose e di andarsene. Anzi, guardi Sophia le ha già preparate, addio.”

Linda aveva le lacrime agli occhi, mentre guardava la governante che poggiava vicino alla porta un borsone con dentro le sue cose.

“Non potete mandarla via!” disse Benji “lei è la mia ragazza!”

“Già, dimenticavo Benji, ho alcune cosette da dirti su quella che tu chiami la tua ragazza, che potrebbero farti cambiare idea!”

“Cosa...Linda”

La giovane era al limite della sopportazione.... “Che diavolo credete di sapere sulla mia vita se nemmeno mi conoscete?”

“Vuoi saperlo adesso??? Bene, facciamo una piccola lista. Un fidanzamento mandato all’aria, un aborto, la fuga dalla tua città, devo elencarne altre?”

Linda sentiva le gambe venirle a meno....non voleva che Benji venisse a sapere quelle cose, appartenevano al suo passato...Con le lacrime agli occhi prese il borsone e corse via, mentre Benji impotente la chiamava.

Salì in macchina e si diresse sconvolta verso casa....

Arrivata buttò a terra la borsa e salì di corsa le scale e si buttò sul letto piangendo.

Anche Benji era sconvolto, i suoi genitori erano capaci solo a prendere delle decisioni che a loro non spettavano. Si chiuse in camera sua, rifiutò persino la cena...con poteva credere a quello che era successo.

La mattina successiva arrivò in fretta. Linda fu svegliata dai raggi del sole che entravano flebilmente dalla serranda, allungò il braccio per cercare il corpo di Benji accanto a se...Non lo trovò....poi alzò la testa, aveva una confusione tremenda, poi si ricordò di quello che era successo....Scoppiò di nuovo a piangere....Poi squillò il telefono, Linda fece un bel respiro e rispose.

-Pronto-

-Pronto, Linda? Sono Philip-

-Ciao Philip-

-Ho chiamato a casa di Benji ma non ti ho trovata e i suoi genitori mi hanno detto di chiamarti a casa, è successo qualcosa?-

-Senti Philip....ti va di venire da me? Ho...ho bisogno di qualcuno con cui parlare, sto impazzendo....-

-Va bene, arrivo subito-

-Grazie...-

-Di niente.-

Il giovane ragazzo si preparò velocemente ed uscì dall’albergo dove era in ritiro con la nazionale. Fortunatamente quel giorno non c’erano gli allenamenti, e voleva chiedere a Linda di portare Benji per uscire tutti insieme, ma evidentemente tra quei due era successo qualcosa.

“Hey Philip, dove stai andando?”

“Devo andare subito a casa di Linda!”

“Sai dove abita?”

“Ehm....no”

“E allora dove stavi andando?”

“Invece di fare tante domande dimmi dove abita!”

Holly sospirò poi diede all’amico un foglio. “Non è troppo lontano da casa di Benji, al massimo chiedi a qualcuno!”

Ma Philip non l’aveva sentito, era già corso via.

Passò un po’ di tempo, Linda non si era mossa dal letto. Stava li, rannicchiata con le ginocchia appoggiate al petto, a pensare....Sapevano tutto, persino dell’aborto.....eppure era passato così tanto tempo, aveva solo 17 anni all’epoca, era possibile che un errore fatto da ragazzina potesse costarle tanto? Continuava a piangere.....

Anche Benji se la passava male, era rimasto chiuso in camera, si era rifiutato si  fare colazione e non aveva nessuna intenzione di partecipare alla sedute di fisioterapia con quel tizio.

Linda stava ancora pensando agli avvenimenti del passato, quando qualcuno suonò alla porta...scese svogliatamente le scale e aprì la porta. Dall’altra parte c’era Philip, che doveva aver corso come un disgraziato, visto il fiatone. Lei lo fissò immobile, poi gli buttò le braccia al collo, cominciando a piangere e singhiozzare. Lui la fece calmare e si sedettero sul divano.

“Allora, mi racconti che è successo?”

Lei continuando a singhiozzare gli raccontò tutto quello che era successo.

“Questo è tutto....non volevo che Benji sapesse quelle cose....appartengono al mio passato....”

Philip pensò un po’....come si poteva uscire da quella situazione?

“Senti, tu non muoverti da qui....credo che la cosa migliore sia che tu e Benji vi incontriate...”

“E come? Se metto di nuovo piede in quella casa mi fanno fuori!”

“Come si suol dire, se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto, porto Benji qui, mi raccomando, non muoverti, aspettami qui!”

Philip uscì di corsa e in un batter d’occhio arrivò davanti alla villa di Benji, suonò e rispose il maggiordomo. Philip entrò nella grande casa, dove incontrò il padre di Benji.

“Buongiorno signor Price, sono Philip Callaghan un compagno di squadra di suo figlio, potrei vederlo?”

“Camera sua è da quella parte, se riesci a farti aprire la porta con piacere”

“Grazie mille”

Detto questo il giovane si diresse verso la porta che gli era stata indicata e bussò diverse volte senza ottenere risposta....bussò di nuovo ma niente da fare....

“Benji muoviti apri, sono Phlip, ho le vesciche alle dita a forza di bussare, mi vuoi aprire?”

“Che diavolo vuoi, se anche tu vuoi convincermi a fare fisioterapia con quel buono a nulla puoi andartene!”

“Non fare l’imbecille, non me ne frega niente della tua cavolo di fisioterapia, apri questa diavolo di porta  altrimenti la butto giù!”

Dopo qualche secondo di silenzio Benji aprì la porta, aveva lo sguardo stanco, probabilmente non aveva dormito tutta la notte. Fece entrare l’amico e chiuse nuovamente la porta a chiave.

“Cosa vuoi Philip?”

“Vieni, ti porto fuori”

“Non ho intenzione di uscire”

“Cambiamo la frase, ti porto da Linda.”

“Cos’hai detto?”

“Che ti porto da Linda, quindi vedi di darti una mossa”

“Hai idea di quello che succede se esco?”

“Si, lo so, ho visto i cecchini appostati qui fuori, spareranno a vista a chiunque esca da qui...ma non dire scemenze, che vuoi che succeda? Muoviti, per quanto ne sanno loro io Linda manco la conosco, ti porto solo a fare due passi qui fuori...”

“Sissignore”

I due uscirono dalla stanza con grande stupore dei genitori di Benji

“Finalmente figliolo hai ceduto!”

“Lasciami in pace! Vado a fare due passi con Philip.”

I due ragazzi uscirono e si diressero verso casa di Linda....

“Benji...per quanto riguarda le cose che ti hanno detto i tuoi genitori....”

“Philip, non mi interessa il suo passato, non mi interessa se è vero o no quello che hanno detto, non voglio sapere del suo passato, del fidanzamento, dell’aborto o della fuga, voglio solo fare parte del suo presente....il resto non sono affari miei”

“Allora meglio così. Siamo arrivati”.

I due ragazzi suonarono e dopo qualche senza ricevere risposta, Philip decise di scavalcare il cancelletto per aprirlo dall’interno all’amico, che con le stampelle non poteva certo scavalcare.

Fece entrare Benji e poi iniziarono a bussare diverse volte alla porta, ma continuavano a non ricevere risposta.

“Maledizione, non dovevo lasciarla da sola!” disse Philip continuando a bussare. 

Attirata dal frastuono Aurora Jacobs, la vicina di casa, andò davanti alla villetta di Linda

“Che succede, chi diavolo siete voi”

“Signora la prego, ha una copia delle chiavi? Linda è dentro, ma non vuole aprire, la prego, ci aiuti!” Benji era in preda al panico. La donna non se lo fece ripetere due volte e corse in casa a prendere la copia delle chiavi che Linda le aveva lasciato quando era andata a stare a casa di Benji. La donna uscì pochi secondi dopo porgendo la chiave a Benji che aprì rapidamente la porta. Una volta entrati andarono subito nel salotto dove Philip aveva lasciato Linda, e la trovò lì, che guardava la televisione. Era rannicchiata sul divano con le ginocchia appoggiate al petto e con il telecomando in mano continuava a mandare avanti e indietro lo spezzone di una videocassetta. Benji e Philip la riconobbero subito, era la partita che avevano giocato circa due mesi  prima contro la rappresentativa europea . Linda continuava a rivedere il solito spezzone. Una delle parate più spettacolari della partita. Sul potente tiro di Schneider, Benji effettuava una parata da manuale, degna di essere ricordata nella storia del calcio.

Benji conosceva quella cassetta, era stata prestata a Linda dal suo collega John. Il portiere tolse il telecomando dalla mano della ragazza e  spense la TV, poi si sedette vicino a lei e la abbracciò forte.

“Non farlo più, stupida, mi hai fatto spaventare”.

Benji tratteneva a fatica le lacrime, ma non ce la fece più quando, come dopo essersi risvegliata dal sonno, Linda ricambiò l’abbraccio stringendosi al ragazzo.

“Mi dispiace....”

“Non importa, ora sei qui con me...” disse lui mentre dagli occhi gli uscivano le lacrime.

Philip trasse un gran sospiro di sollievo, fortunatamente la ragazza non aveva fatto stupidaggini, e persino la signora Jacobs sembrava sollevata.

“Scusami per non averti detto prima quelle cose...”

“Hai fatto bene, non mi interessa il tuo passato...io ti amo per quello che sei ora, non per quello che eri....”

“Grazie...”

Lei lo guardò negli occhi poi sorrise e disse asciugandogli le lacrime: “Sei carino quando piangi!”

“Ti stai divertendo?”

“ Te l’ho già detto, vedere la gente soffrire è il mio passatempo preferito!”

Entrambi risero, poi lui sfiorò con le dita le labbra di lei e le disse: “A me invece piace vedere le tue labbra incurvarsi in un bel sorriso....”

Lei sorrise nuovamente poi lo baciò sulle labbra.

“Romeo e Giulietta, non è per interrompere, ma come fate a rivedervi? In fondo il padre di Benji non ha nessuna intenzione di  fare in modo che voi stiate insieme!”

Linda si alzò con una luce nuova negli occhi.

“Allora Shakespeare: Romeo e Giulietta lo dici a qualcun altro che alla fine muoiono tutti e due, quindi evitiamo...al massimo....non so.....John e Yoko....no, li muore lui....allora questo è perfetto Paul e Linda, no, li muore lei e poi Benji mi uccide....comunque.....metti in moto il cervello e trova una soluzione!”

“Beh...” Philip era un po’ insicuro di quello che stava per dire “Benji potrebbe venire a vivere qui....se per entrambi va bene!”

I due ragazzi si guardarono e sorrisero entrambi “Complimenti Philip, vedi che se usi il cervello qualcosa di buono viene fuori?”

“Ma che simpatici, piuttosto....si pone una domanda....come diavolo facciamo a portare qui le cose di Benji?”

“Vedo che le rotelline hanno smesso di girare....perché le idee geniali vengono sempre a me? Allora, Benji ora torna a casa, va in camera sua, apre la finestra del balcone, poi chiede ai suoi genitori di parlare con loro, e chiede che siano presenti maggiordomi, camerieri e compagnia bella in modo che in casa non ci sia nessun rompi cetrioli. Io e l’atletico Callaghan entriamo dalla finestra e prendiamo tutto quello che Benji ci dirà di prendere.”

“Donna dalle brillanti idee, questo è furto!”

“Ispettore Derrik, in fondo noi prendiamo solo quello che è di Benji per poi darlo a Benji....e poi anche se fosse  il furto deve venire denunciato dal proprietario della merce rubata, quindi il problema non si pone.”

“É arrivato Diabolik! Va bene, lo faccio solo perché voglio Benji al più presto in squadra. Vediamo di muoverci”

Linda andò un momento in bagno, si diede una sciacquata  visto che si sentiva un tantino zingara, mise un paio di pantaloni neri e una felpa blu. Infilò le scarpe da ginnastica e poi uscirono tutti di casa.

Arrivarono davanti a casa di Benji ed attuarono il piano. Benji andò prima in camera sua con Philip ed aprì la finestra. Poi uscì ed accompagnò il ragazzo alla porta. Una volta uscito Philip, Benji riunì i genitori, il fisioterapista e i camerieri e cominciò un lungo discorso che non portava da nessuna parte, ma doveva in qualche modo tenerli li. Nel frattempo Linda era entrata dal balcone in camera di Benji, aveva tirato fuori dagli armadi tutto quello che le aveva detto il ragazzo, facendo attenzione a non dimenticare nulla e ficcò tutto in un borsone che poi gettò dalla finestra a Philip che lo caricava in macchina. “Ma a che gli serve la maglia dell’Amburgo? Boh....chi lo capisce è bravo” Prese un’altra borsa e mise dentro le ultime cose. Però nell’altra stanza il padre di Benji che aveva sentito dei rumori si stava avviando verso la camera del figlio. L’uomo aprì la porta mentre Benji cercava di impedirglielo. Proprio nel momento in cui la porta si spalancò Linda gettò dal balcone l’ultima borsa e si nascose sotto il letto. Mentre il padre di Benji cercava di capire chi fosse il ladro, Linda scivolò fuori e corse verso Benji che aveva già raggiunto l’uscita della casa. Quando l’uomo se ne accorse era troppo tardi. Il figlio stava salendo sull’automobile di Linda che velocemente era uscita dal cortile di casa Price. Ma si sarebbe vendicato. L’uomo chiamò immediatamente il direttore dell’ospedale e lo convinse a licenziare Linda, minacciandolo di non finanziare più alcuni progetti dell’ospedale.

L’uomo non poté rifiutare e decise di fare come voleva Price.

Nel frattempo, giunti a casa, Linda Benji e Philip cercavano di mettere un po’ di ordine tra valige e borsoni, visto che c’era ancora da disfare quello che Linda aveva portato via da casa di Benji la sera prima.

“Grazie mille Philip, non so proprio come ringraziarti!”

“Innanzitutto potresti rimetterci in sesto il portiere numero uno, poi ci sarebbe qualche altro favoretto...”

“Era una frase di rito Philip...un modo di dire...”

“Beh, allora rimettici in gioco il portiere, questo basta!”

“Ok, se vuoi ti accompagniamo in albergo”

“No, vado in treno”

“Ma no, figurati, ti ho fatto venire qui di fretta e furia, almeno di riaccompagno!”

“No, sul serio, credo che ora dovreste solo stare un po’ in tranquillità, vi conviene godervela adesso, sai Benji, credo che tuo padre vi renderà la vita impossibile”

“Lo so Philip, grazie”

“Di niente, ci vediamo!”

Philip lasciò soli Benji e Linda, e quest’ultima disse con un velo di tristezza:

“Sai, Benji, immagino che sarò già rimasta disoccupata!”

“Mi dispiace...”

“No, in fondo è stata una mia scelta...poi troverò un altro lavoro, vedrai!”

“Lo spero...”

“E allora, cos’è quella faccina triste? Se non sono triste io che sono disoccupata!”

I due passarono la giornata riordinando casa e la sera erano entrambi a pezzi. Dopo cena Linda si mise nel letto ed appoggiò la testa allo schienale. Circa cinque minuti dopo la raggiunse anche Benji.

“Hai la faccia sconvolta!”

“E ci credo, non ho fatto tanta fatica nemmeno quando mi sono trasferita qui!

Lei si girò verso Benji che nel frattempo le si era coricato accanto. Era così felice di averlo di nuovo accanto. Lui si avvicinò a lei e cominciò ad accarezzarle il volto e a baciargli le spalle. Lei ricambiò con dolcezza infinita.

Continuarono a baciarsi e ad accarezzarsi per moltissimo tempo fino a quando le mani di lui non cominciarono ad esplorare anche la sua pelle calda e profumata sotto la camicia da notte.

Il ragazzo continuò a  baciarla sul collo godendo dei gemiti della ragazza. Salì nuovamente a baciarle le labbra, sussurrandole parole dolci. Poi ricominciò a baciarle il collo e le spalle, e scese ancora fino ai seni perfetti di lei. Con lentezza esasperante cominciò a sbottonare la camicia da notte della ragazza e ad accarezzare con le labbra la pelle vellutata dei suoi seni facendole emettere piccoli sospiri. poi scese ancora e percorse con la mano le sue gambe mentre la baciava. Stuzzicò con le dita la sua femminilità mentre lei si contorceva sotto quella piacevole tortura. E mentre lei assaporava quelle sensazioni  lui la penetrò improvvisamente ma con fare delicato. Linda lo strinse più a sé mentre Benji iniziava a muoversi avanti e indietro tra quelle pareti calde e umide. Pochi istanti dopo anche Linda trovò il suo ritmo e Benji iniziò a penetrare sempre più profondamente in lei…Dopo alcuni minuti di quella dolce tortura l’orgasmo li colse di sorpresa.

 Entrambi ricaddero sui cuscini senza più energie ancora stretti l’uno all’altro.

Quanto avevano aspettato quel momento....Non che non ci fosse stata l’occasione, ma Linda aveva sempre voluto evitarlo, almeno finche Benji avesse avuto la gamba ingessata. Poteva sentire il  respiro caldo del suo amante accarezzarle le spalle.

Lui, cominciò ad accarezzarle i capelli, guardandola fissa negli occhi. Nessuno dei due parlò per non rovinare la magia di quel momento. Linda si strinse di più a lui, fino a quando non si addormentò cullata dalle forti braccia di Benji. Lui non si addormentò subito, rimase a fissarla. Osservò i lineamenti perfetti del suo volto, la sua pelle illuminarsi con i raggi argentei della luna che penetravano dalla finestra. Si accorse di amarla più di quanto credesse....Non poteva nemmeno pensare di separasi da lei.... nessuno avrebbe più potuto dividerli. La baciò sulla fronte e poi si addormentò.

La mattina successiva  Linda si svegliò presto come al solito. Allungò il braccio per cercare Benji...non lo trovò. Con paura si alzò velocemente mise la camicia da notte che aveva la sera prima e scese in fretta le scale. Quando vide Benji seduto sul divano tirò un sospiro di sollievo.

“Ciao Benji”disse la ragazza sedendosi vicino a lui

“Ben svegliata,” disse lui avvicinandosi e baciandola sulle labbra.

La ragazza lo guardò, si accorse di alcuni graffi che aveva lui sulla spalla e che lei gli aveva procurato la notte appena trascorsa. Li sfiorò appena mentre lui la guardava incuriosito.

“Che guardi?”

“Questi graffi” disse lei continuando a passare le dita su quelle piccole ferite “Chi è stato?” chiese lei con un po’ di finta gelosia.

Lui la guardò in modo strano poi disse: “É stata una ragazza, perché? Sei gelosa?”

“Che fai, lo spiritoso?” chiese lei alzando un sopraciglio.

“No, dovrei?”

La ragazza lo guardò seria poi prese un cuscino che c’era sul divano e glielo lanciò contro. 

Lui si parò con le braccia mentre lei con un altro cuscino in mano cercava di colpirlo

“Finiscila!” disse lui ridendo e cercando di fermarla.

La prese per i polsi e le immobilizzò le braccia, poi però cadde su di lei. Lei lo guardava con quegli occhioni viola che lo facevo impazzire, e quello sguardo furbetto che a volte non capiva. Non resistette alla tentazione di perdersi nella dolcezza delle sue labbra. Si abbassò e la baciò con dolcezza sulle labbra morbide. Lei allungò le braccia e le portò dietro al collo di Benji stringendolo un po’ a se. Furono disturbati dallo squillare insistente del telefono. Lei si alzò e rispose.

-Pronto?-

-Ciao Linda, sono John-

-Ehilà! Come va?-

-Mica tanto bene, ho saputo che ti hanno licenziata-

-Ah, lo sapevo....-

-Come mai, insomma che è successo?-

-Una lunga storia....-

-Non sarà mica a causa di quel ragazzo vero?-

-In parte si...ma la storia è molto più lunga-

-Ho capito, ma credo che io forse non sia la persona adatta con cui parlarne...a proposito, come va la gamba di Benji?-

-Beh, sono successe alcune cose e non ho potuto controllare, comunque ti faccio sapere qualcosa entro domani. Grazie-

-Di niente. Ci sentiamo-

-Ok, ciao-

“Chi era al telefono?” chiese Benji

“Era John, l’ortopedico, voleva avvisarmi del mio licenziamento e voleva sapere come va la gamba”

“Alla fine ci è riuscito eh?”

“Già, pare che tuo padre si sia dato da fare!”

“Mi dispiace....”

“No, non preoccuparti, troverò comunque un lavoretto, non è la prima volta che devo arrangiarmi così. Forza, vediamo un po’ come va questa gamba.”

Benji allungò le gambe sul divano mentre Linda cominciò a tastare il ginocchio.

“Siediti e prova ad alzare e ad abbassare la gamba, bravo, così, stendila e piegala, fantastico!”

“Sono felice del tuo entusiasmo, ma ti sembra normale che il ginocchio mi stia facendo morire di male?”

“Si, potrebbero essere i tendini...Ma la finisci di lamentarti?”

“Scusi dottore!”

“Bene, visto che la mobilità sembra a posto credo che potremmo cominciare a camminare...forza alzati”

“Cosa? Ma sei pazza?”

“No, sono solo realista....forza, in piedi!”

 Benji si alzò con l’aiuto delle stampelle, e si resse in piedi con quelle. Quando lo vide Linda le prese e gliele tolse.

“Con queste non vai da nessuna parte tesoro mio!”

“Mi vuoi spiegare senza di quelle invece dove posso andare?”

“Vai esattamente dove dico io, quindi ora ti appendi al mio braccio e ci facciamo una bella passeggiata!”

Benji sapeva che sarebbe stato inutile discutere con quella ragazza, quindi non obbiettò oltre e si arrese al volere di Linda.

“Aspettami qui, vado a vestirmi e scendo subito...ehi, vorrai mica uscire in maniche corte? Guarda che fa freddo!”

“Lo so! Quando scendi portami la felpa per piacere”

“Ok....”

Dopo circa dieci minuti Linda scese, porse il maglione a Benji, si infilarono il giubbotto e uscirono.

“Allora, come va?” chiese lei

“Diciamo che mi sento un idiota, ma per il resto tutto a posto”

“Non fare il cretino, fa male la gamba?”

“Non eccessivamente.”

“Non scherzare, ma se ti fa male torniamo dentro, proviamo più avanti”.

“Nemmeno per sogno, non voglio deluderti! Forza, oggi questo, domani in nazionale!”

Per diversi giorni continuarono così, e la vigilia di Natale era vicina. Tutta la città si era animata, le vetrine dei negozi risplendevano di luci colorate e i bambini guardavano entusiasti tutti i balocchi colorati che i negozianti esponevano sapientemente in vetrina. Linda e Benji passeggiavano per le vie del centro intenti a comprare gli ultimi regali natalizi. Fortunatamente Linda era riuscita a raggiungere un accordo con il direttore dell’ospedale grazie anche all’appoggio di John, che l’aveva aiutata molto.

“Credo che Philip meriti un regalo speciale, non credi?” disse lei.

“Penso proprio di si, gli abbiamo fatto fare pure il ladro!”

“ Senti Benji, che caspita possiamo regalargli? Insomma, non sono brava per queste cose!”

“E io che ne so, di solito non sono le donne quelle che si occupano dei regali, metti anche tu in moto le rotelline! Che ne pensi di una di quelle confezioni con profumo, deodorante e doccia schiuma? Non sono male!”

“Non mi piace affatto regalare profumi, mi sembra di dirgli -tieni questo che puzzi!-”

“In effetti per gli altri ragazzi potrebbe andate bene, puzzano come dei caproni dopo gli allenamenti!”

“Perché, tu non sudi?” chiese lei, quasi malignamente.

“Principessa, io mi lavo, hai mai visto Lenders sotto la doccia? Non so se sa che il doccia schiuma non si bene!”

“Beh, Lenders non l’ho mai visto sotto la doccia, ma se vuoi una scappatina posso farla, non credo che a lui dispiaccia!”

“Devi solo provarci!”

“Uffa, come sei permaloso.... vabbè visto che non mi viene in mente niente di meglio facciamo come hai detto tu... e per gli altri?”

“Un portachiavi?”

“Ho capito, idee esaurite...”

“Non sei tu la donna dalle brillanti idee?”

“Finiscila che quando mi chiama così Philip mi manda in bestia, ti ci metti pure tu?”

“Certo!”

“Potresti ritrovarti senza gambe lo sai?”

“Adesso no, per piacere, ho appena ricominciato a camminare, lascia perdere!”

I due stavano continuando a punzecchiarsi, quando Benji si sentì chiamare.

“Benji!!!!”

I due fidanzati si girarono e videro una ragazza che correva verso di loro. “Sembra uscita dall’uovo di Pasqua” pensò Linda mentre vedeva quella ragazza avvicinarsi.

“Ciao Benji, tesorino!”

Benji arrossì mentre Linda lo guardava inviperita.

Chi cavolo era quella ragazza che chiamava Benji tesorino? Osservò la ragazza....Aveva dei lunghi boccoli biondi e gli occhioni verdi che le brillavano tipo Bamby. Indossava una gonna lunga azzurra ed un golf tipo peluche bianco. Sopra indossava una pelliccia. “Chissà quanti poveri animali hanno ucciso!” si disse la ragazza.

“Va...Valerie....” disse Benji stupito.

Lei gli saltò al collo non prestando alcuna attenzione alla ragazza che era con lui.

“Tesorino quanto tempo!!! Come sono felice di vederti!” disse con una vocina acuta che Linda pensò fosse fatta apposta, ma vedendo il tipo di ragazza capì che non era fatta in falsetto.

La ragazza bionda tentò di baciare Benji, ma il ragazzo prontamente si scostò.

Linda al limite della sopportazione disse con finta calma “Non so chi sia tu...ma se non vuoi trovarti con due braccia di meno ti conviene allontanarti entro tre secondi....tempo scaduto, togliti di mezzo!”

La ragazza che sembrava dal comportamento figlia della regina d’Inghilterra si girò e disse

“E tu chi saresti?”

Se non fosse stato che erano in mezzo alla strada le avrebbe cavato gli occhi in quell’istante, ma fece appello a tutto il suo autocontrollo per non fare qualcosa di spiacevole...

“Potrei farti la stessa domanda...ma mi ritengo una persona educata e non rispondo ad una domanda con un’altra domanda. Io sono la fidanzata del ragazzo a cui tu sei appena saltata addosso, ora posso sapere chi diavolo sei?”

“Povero Benji, pensavo che questa fosse la tua donna di servizio vedendo com’è vestita!” e fece una risatina cretina.

Linda si guardò, com’era vestita? Che c’era che non andava? Aveva una gonna beige a fantasia scozzese lunga fino alle caviglie ed un golfino nero. Gli stivali alti e il cappotto....

“Mi spieghi che cavolo ho che non va?!”

“Insomma, quella gonna tipo tovaglia, il cappotto lungo, si vede proprio che qui in Giappone vi siete dimenticati come ci si veste, e poi i capelli, raccolti tipo donna delle pulizie, non ci siamo...proprio non va! Benji ma come fai a stare con una persona con così poca classe!”

Il ragazzo stava per rispondere, ma Linda gli mise una mano sulla bocca e gli impedì di dire una sola parola. “No Benji, questa faccenda la voglio risolvere da sola! E tu, spiegami che cavolo hanno i miei capelli che non vanno!!”

“Si, quella pettinatura così smessa, i capelli raccolti in quel modo, persino la mia governante che ha 76 anni non la usa più!”

“Davvero....ehi, non mi interessa che cavolo ne pensi tu della mia pettinatura, o dei miei vestiti, o chissà di che cos’altro, l’importante è che la finisci di fare la cretina con Benji, ci siamo capite?”

“Uff, come sei patetica, queste banali scenette di gelosia, tanto lo sappiamo entrambe, non hai speranze contro di me...”

Linda rimase in silenzio...che voleva dire... “Mi vuoi spiegare chi cavolo sei?”

“Già, non mi sono presentata, mi chiamo Valerie Dupont, ma non consumarmi il nome a forza di ripeterlo per piacere! Strano che Benji non ti abbia parlato di me...eppure dovrebbe conoscermi bene!”

“Ma che sta succedendo, Benji che significa?!”

“Significa che Benji è mio e di nessun altro!”

Linda non disse nulla.....e Benji decise di intervenire.

“Non dire cretinate Valerie, tra me e te non c’è un bel niente, sono anni che non ci vediamo!”

“Si, ma io e te siamo stati fidanzati un tempo, te lo sei già dimenticato?”

“Ma non è vero!”

“Lo so, ma solo per colpa tua, io ti avrei dato qualunque cosa!”

Linda era sempre più confusa, chi era quella per pretendere di entrare nella loro vita a quel modo....

“Mi dispiace brunetta, ma siamo arrivati al capolinea, la tua storia con Benji finisce qui!”

Linda non ci vide più, si scagliò contro la ragazza, la prese per i polsi e stringendo con tutte le sue forze le disse a denti serrati:

“Non sai nemmeno cosa stai dicendo, finiscila di avvicinarti a Benji, o quanto è vero che mi chiamo Linda ti farò rimpiangere di essere nata”

Benji si decise a mettere fine a quella scena, mise le mani sulle spalle a Linda e le disse

“Lascia perdere, andiamo via per piacere.”

Linda fece un grande respiro e lasciò la presa ai polsi della ragazza bionda, che le disse:

“Tu non sai chi sono io, posso renderti la vita impossibile!” e poi si allontanò.

Linda rimase immobile, che voleva dire....anche Lawrence le aveva detto la stessa cosa quando lei lo aveva respinto. Si girò verso Benji che aveva il classico sguardo di chi si sente in colpa, e scoppiò a piangere tra le sue braccia.

“Ehi, non ti preoccuperai mica per quello che dice quella li, vero?”

“Non lo so...”

“Sai che di me puoi fidarti vero? Forza, domani è la vigilia, non vorremmo mica rovinarci il Natale vero? Dobbiamo ancora prendere i regali e fare la spesa. Togli quel faccino triste e fammi un bel sorriso.”

Linda si sentì tranquillizzata dalle parole di Benji, si asciugò le lacrime e gli sorrise.

“Allora, che avete da guardare?!” disse la ragazza al gruppetto di gente che sembrava aver seguito tutto ciò che era successo, e che sentendo quelle parole di sparpagliò per il corso.

I due camminarono ancora un po’ poi Linda disse

“Davvero stanno male i capelli?”

“Stai ancora pensando a quello che ha detto quella scema? Ma non l’hai vista, sembrava una bambola! Piuttosto, ti sei decisa per il regalo di Philip?”

“No, ma ci sto pensando. Per gli altri ragazzi?”

“Uhm.....per Lenders basterebbe un po’ di cianuro nell’acqua!”

“Come sei maligno....”

“Dai, credo che poter godere di un cenone natalizio preparato da te sia un onore abbastanza grande da non aver bisogno anche del regalo!”

“Ma come sei spiritoso.....facciamo così, ai ragazzi prendiamo quella roba che hai detto tu, tanto nella profumeria qui dietro sono scontati, per quanto riguarda Philip ci penso io, spero solo di fare in tempo. Detto questo si recarono in profumeria e presero i regali, poi andarono al supermercato e fecero la spesa.  Arrivati a casa misero tutto a posto, poi si sedettero a terra sul tappeto del grande salotto e cominciarono a fare i pacchetti regalo.

“Non così Benji, facendo in quel modo il nastro si rovina tutto....guarda, così!”

Benji osservava il viso di Linda mentre gli mostrava come mettere il nastro nella maniera giusta. Sembrava così serena e felice...ma se pensava a quello che era successo prima....era terrorizzata ed allo stesso tempo furibonda, non l’aveva mai vista così....sperava solo che quella ragazza non si facesse più vedere, anche se aveva un brutto presentimento....che diavolo ci faceva quella in Giappone.....di sicuro l’aveva fatta venire li suo padre....maledizione, non si era ancora rassegnato?

“Benji...Benji mi stai ascoltando?  Uffa, mi sa che mi tocca farli da sola i pacchetti....”

“Scusa, ero distratto.....me lo puoi rispiegare?”

“Stavi pensando a quella li vero? Come cavolo si chiama.....Veronique...no....ehm...Valerie....vero?”

“Mi stavo chiedendo come mai fosse in Giappone. Lei vive in Francia...”

“Non preoccuparti, tanto se si fa vedere ancora una volta la faccio fuori. Mi racconti come vi siete conosciuti?”

“É una lunga storia...”

“C’è tempo tant....ops mi sono dimenticata del regalo di Philip....senti, ricordati di raccontarmela dopo ok?”

“Si, ma mi vuoi dire qual’è il regalo?”

“Mi hai raccontato che la sua ragazza è negli Stati Uniti vero? Jenny si chiama, o sbaglio...”

“No, si chiama proprio Jenny.”

“Sai come posso rintracciarla?”

“No, ma se chiami Patty lei dovrebbe saperlo, mi dici che hai in mente?”

“Ora lo vedrai!”

Linda compose velocemente il numero di Patty al telefono e si fece dire il numero di telefono di Jenny, ringraziò l’amica e chiamò la ragazza negli USA.

-Hello!-

-Excuse me, I should like to tell with Jenny, please-

-Yes, who are you?-

-I’m a Philip’s friend-

-Ok, wait a minute please-

-Pronto?-

-Ciao Jenny, sono Linda, un’amica di Philip-

-Ciao, è successo qualcosa a Philip?-

“Ottimista la ragazza...” pensò Linda

-No, ma ho una proposta da farti....É molto importante!-

Il giorno successivo, Linda si stava dando da fare in cucina per la cena che si sarebbe tenuta la sera stessa, mentre Benji preparava la tavola. Verso mezzogiorno arrivarono Holly e Patty, per dare una mano.

“Ciao Linda!”

“Ehilà Patty! Scusami se non ti abbraccio ma altrimenti ti sporco tutta di pesce!”

“Senti, come mai volevi il numero di Jenny?”

“Stasera lo scoprirai!”

Passarono tutto il pomeriggio a preparare tutti i minimi dettagli per la sera, ad un certo punto qualcuno suonò alla porta.

“Benji vai tu per piacere!”

Il portiere si diresse verso la porta (che gioco di parole cretino) ed aprì, dall’altra parte del cancelletto c’era la signora Jacobs con un pacco in mano. Benji la fece entrare in casa, poi chiamò Linda.

“Linda! C’è la signora Jacobs!”

Linda arrivò asciugandosi le mani con uno strofinaccio.

“Buongiorno signora Jacobs, scusi la confusione!”

“Chiamami pure Aurora. Vi ho portato un pensierino, non è una gran cosa, ma l’ho fatto con le mie mani.”

“La ringrazio davvero tanto!”disse Linda sorridendo all’anziana donna. “Posso offrirle qualcosa?”

“No cara, continua pure con i tuoi preparativi, io vado a casa”

“Allora aspetti” disse Linda salendo di corsa le scale.”

Scese con in mano un pacchetto e lo porse alla donna.

“Questo è per lei Aurora, l’aveva iniziato mia nonna, probabilmente non ha fatto in tempo a finirlo e l’ho fatto io, spero che le piaccia”

“Posso aprirlo?”

“Certo! Ma lo apra a mezzanotte!”

“No, lo apro adesso, tanto non ci resisto sveglia fino a mezzanotte, finché venivano i miei figli e i miei nipoti restavo, ma poi si sono trasferiti, e aspettare la mezzanotte da sola non ne vale la pena!”

“Mi dispiace....”

“Non preoccuparti, divertiti finche sei giovane...Piuttosto, apriamo questo regalo.”

La donna scartò il pacco e guardò il contenuto con le lacrime agli occhi....Tirò fuori uno scialle di lana spessa blu e azzurro, ricordava che la nonna di Linda l’aveva iniziato, ma non sperava di vederlo ultimato.

“Grazie mille, pensavo che l’avessi buttato via!”

“No, signora Aurora, non ho buttato niente della roba che la nonna ha lasciato a casa ed appena ho avuto il tempo l’ho finito. Spero che le piaccia, Buon Natale!”

“Grazie, buon Natale anche a te”.

 

Quando la donna se ne fu andata Linda tornò in cucina per finire di preparare. Verso le 18.30 una volta che tutto era pronto, Linda si vestì, mise il cappotto e si preparò per uscire.

“Linda, dove vai a quest’ora?” chiese Benji.

La ragazza si avvicinò a lui, e, aggiustandogli la cravatta gli sussurrò all’orecchio:

“Ti ricordi vero chi devo andare a prendere?!”

Benji annuì, le diede un picciolo bacio a fior di labbra e poi lei uscì di fretta.

“Benji, dove sta andando a quest’ora?”

“Ha detto che ha dimenticato di comprare una cosa....Dio quant’è distratta!”

“Già, ma non so se troverà aperto!”

“Boh?! Dammi una mano a mettere i regali sotto l’albero.”

“Intanto Linda era arrivata il più in fretta possibile all’aeroporto. Scese e cercò l’uscita da cui arrivavano i passeggeri del volo proveniente da New York. Si diresse nella direzione indicata da un hostess e studiò con attenzione tutte le ragazze che stavano arrivando....

“Uhm...dovrebbe avere un foulard rosso al collo.....eccola!”

Dopo circa un’oretta e mezza Linda tornò a casa con una sorpresa.

“Finalmente sono arrivata...cavolo che freddo che fa fuori! Patty, Benji Holly!!! Venite qui per piacere. I ragazzi si riunirono e per poco a Holly non prese un colpo!

“Jenny! Che ci fai qui?!”

“Holly, mi aspettavo un bel -Come sono felice di vederti!-”

“Ah...Come sono felice di vederti, che ci fai qui?”

“Holly sei una frana...speriamo solo che Philip non abbia la stessa reazione....allora che ne dite del regalo che ho fatto al bel Callaghan?” disse Linda contenta di far ingelosire un pochino sia Jenny che Benji.

Verso le 20.30 suonarono alla porta....Linda guardò dalla finestra....era Philip, a cui intelligentemente era stato anticipato l’invito di mezz’ora.

“Forza Jenny vai tu ad aprire!” disse Linda.

Jenny fece un respiro profondo poi appoggiò la mano sulla porta.

“Forza....su....” disse Linda mentre tutti entravano nel salotto.

Jenny aprì lentamente la porta.....Philip non si mosse.....

Il giovane centrocampista si aspettava di vedere Linda, o al massimo Benji anche se avrebbe preferito Linda....Ma non si sarebbe mai aspettato di rivedere Jenny....la sua Jenny.....

Appoggiò a terra le borse con i regali e rimase fermo sul pianerottolo....la ragazza si avvicinò a lui e lo abbracciò forte...lui ricambiò l’abbraccio, trattenendo a stento le lacrime.....

“Che cosa ci fai qui?”

“Ma è una prerogativa di tutti i calciatori?” chiese Linda sottovoce mentre stava guardando la scena con Benji dalla porta del salotto senza farsi vedere.

Benji per tutta risposta  le diede una piccola pacca affettuosa sul sedere.

“Sono stati Linda e Benji, hanno organizzato tutto loro, hanno pagato il biglietto e mi ospiteranno qui per le vacanze natalizie, è il loro regalo di Natale per te.”

“E dove sono adesso?”

“Devono essere di là, dovresti ringraziarli!”

“Lo faccio subito”

Philip si diresse nel salotto dove incontrò Benji e Linda.

“Non so proprio come ringraziarvi!”

“Non è me che devi ringraziare, è stata di Linda l’idea” disse il portiere.

“Allora grazie!” disse Philip abbracciando l’amica.

“Beh, dopo averti fatto svaligiare camera di Benji mi sembra il minimo, no?”

“Non so davvero come sdebitarmi!”

“Beh, potresti stare con la tua ragazza invece di continuare a ringraziarmi!”

Tutti scoppiarono a ridere, e Philip si accorse della presenza di Patty e Holly, che prima non aveva notato. Salutò i due amici e poi cominciarono a parlare del più e del meno , mentre Benji e Linda andarono insieme in cucina.

“Complimenti! Regalo riuscito! Philip era davvero felice!”

“Lo so, Benji, e anche lei era felice! Non merito un premio?”

“Certo, certo, non potrei mai negarti un merito!” disse ironicamente Benji, avvicinandosi a lei e baciandola appassionatamente.

“Ehm...scusate?!” disse Oliver facendo finta di guardare da un’altra parte “mi dispiace interrompervi, ma sono arrivati gli altri ospiti!”

Tutti si recarono nel grande salone che cominciò a riempirsi di persone.

Arrivarono Julian Ross con la fidanzata Amy, Mark Lenders con Ed Warner e Denny Mellow, i ragazzi della NewTeam, Tom, Bruce, Alan, Paul, Johnny, Ted, ed altri ragazzi della nazionale.

Tutto andò per il meglio, la cena era ottima e la compagnia anche, e, a parte qualche piccola discussione tra Benji e Mark sulle solite cretinate, la mezzanotte arrivò abbastanza in fretta.

Ci fu il classico scambio dei regali, e tutti sembrarono entusiasti , ma ben presto l’allegria di Benji e Linda venne interrotta da una visita inaspettata...

Quando il campanello suonò Linda andò incuriosita ad aprire, e chi trovò dall’altra parte non le fece affatto piacere.

“E tu che diavolo ci fai qui?” disse alla ragazza bionda di fronte a lei.

“Sono venuta a portare il mio regalo di Natale a Benji, fammi passare per piacere”.

“Tu non vai proprio da nessuna parte, adesso conto fino a tre, poi tu sparisci dalla mia vista, prima che perda di nuovo la pazienza!”

“Hai paura vero che te lo porti via, e fai bene, te l’ho già detto, non puoi competere...”

Linda stava per spaccarle quel bel visino, quando arrivò Benji non vedendola tornare indietro.

“Valerie che caspita ci fa qui?!” disse lui spazientito...

La ragazza si avvicinò a Benji con fare suadente. Vedendo quella scena Linda scattò verso di lei la prese per il collo della pelliccia e la sbatté contro la porta.

“Ti ho detto di andartene, lo capisci o no! Sparisci non fati più vedere!”

Attirati dalle urla i ragazzi che erano nel salone si precipitarono verso l’ingresso. Nel frattempo Benji tirò verso di se Linda, che stava per colpire la bionda.

“Non fare stupidaggini Linda!” le disse Benji, per evitare che si mettesse nei guai.

“Ecco brava, anzi, fai pure una cosa furba, levati di mezzo, stai tranquilla che dopo aver visto il regalo che ho per lui, non si preoccuperà più di una ragazzina patetica come te.”

“E quale diavolo sarebbe questo regalo, me lo dici!” disse lei cercando di liberarsi della presa di Benji, che faceva fatica a tenerla.

“Beh, avrei voluto farglielo vedere in privato, ma se insisti....solo che potrebbe non farti piacere quello che stai per vedere...” detto questo tolse la pelliccia e rimase solo con un completino intimo rosso da urlo, che metteva in mostra le curve mozzafiato della ragazza.

E ci credo che non posso competere, pensò Linda, porterà almeno una 5^ di reggiseno!

“Allora Benji? Che te ne pare? Ti va di passare una notte davvero di fuoco con una vera donna? Forza, lascia perdere questi qui e sali in machina con me!”

Linda aveva paura....paura che se ne sarebbe andato, pochi uomini avrebbero potuto resistere alla tentazione...

Gli altri ragazzi erano ammutoliti, in effetti solo un cretino avrebbe rinunciato ad un’opportunità simile... cosa avrebbe fatto Benji?

“Fammi un piacere Valerie....vestiti e tornatene a casa.....sbrigati...” Benji sembrava calmo, ma il sangue gli ribolliva nelle vene, era arrabbiatissimo.... come diavolo si permetteva quella ragazza di irrompere in quel modo la notte di Natale, a casa sua  soprattutto fargli una proposta del genere....ed inoltre parlare in quel modo alla sua ragazza....

“Dai Benjamin non fare il difficile, vuoi farti scappare un opportunità simile?”

Benji lasciò Linda che fino a quel momento aveva trattenuto davanti a se e si avvicinò alla ragazza.... Linda si sentì morire.....

Benji giunse davanti a lei, e in maniera autoritaria disse

“Ti do due secondi per andartene, quindi se non vuoi che mi arrabbi sul serio ti conviene sparire. Adesso!”

Valerie si rimise la pelliccia e disse:

“Adesso fai così, ma presto sarai tu a cercarmi.... ci vediamo! Ah.....Linda ti chiami vero? Rinuncia per piacere, allunghi solo la sofferenza....quindi fai un favore ad entrambe....lascia Benji, tanto lo sai che non dura no?”

Linda stava per rispondere ma Benji la precedette.

“Anzi non andartene Valerie....voglio farti vedere una cosa....” Detto questo si girò verso Linda e tirò fuori qualcosa dalla tasca.  Porse una scatolina a Linda e poi si inginocchiò di fronte a lei. Si schiarì la voce e nello stupore generale disse:

“Linda, vuoi sposarmi?”

La ragazza si portò una mano davanti alla bocca per lo stupore. Dai suoi occhi cominciarono a sgorgare piccole lacrime. Aprì la scatolina a sorrise vedendo quello che c’era dentro. Benji si alzò in piedi e, preso l’anello che c’era nella scatolina lo infilò nell’anulare di Linda, che non riusciva più a trattenere le lacrime. Poi baciò la sua mano e le chiese nuovamente:

“Allora, vuoi sposarmi?”

Lei sorrise, e continuando a piangere, ma ora di gioia disse:

“Si.....si voglio sposarti!”

E dopo aver detto questo gli buttò le braccia al collo, mentre lui continuava ad accarezzarle la schiena.

Nel frattempo Valerie stava fremendo dalla rabbia, come diavolo si era permesso Benji di causarle un’umiliazione simile? Era colpa di quella ragazza, solo sua se Benji non aveva ceduto....ma gliel’avrebbe pagata!

Benji si girò verso Valerie, che disse solo:

“Questa volta hai vinto tu Linda, ma stai certa che non sarà oggi, non sarà domani, ma al più presto me la pagherai...” detto questo salì in macchina e se ne andò via velocemente.

“Complimenti Price! tu si che ci sai fare eh?”

“Grazie Mark, avevo proprio bisogno del tuo giudizio!”

E tutti scoppiarono a ridere.

Passò ancora qualche ora, e arrivò il momento dei saluti. Gli ultimi che si trattennero furono Philip e Jenny. I due continuarono a parlare, mentre Benji chiese a Linda di parlarle un momento da solo.

“Ma li hai visto quei due? Vorrai mica dividerli adesso!”

“Lo so, ma non me la sento nemmeno di far andare Jenny con Philip fino alla stazione per poi farli aspettare al freddo, non mi pare gentile”

“Allora che idea hai?”

“Su Benji, lo so che hai già capito! Non fare lo gnorri”.

“Ok, mi arrendo....tanto so che non potrei farti cambiare idea!”

I due tornarono nel salotto e Linda disse

“Ehi piccioncini! Che fate voi?”

“Beh...se non ti dispiace io questa sera vorrei andare a casa di Philip....”

“Allora, punto primo sono le tre di notte, punto secondo se aspettate il treno arrivate alle 9 di domani mattina, punto terzo siete nostri ospiti...traete le conclusioni voi.”

“Senti....” disse Philip “puoi risolvere tu questo grande enigma Benji? Stanotte le rotelline non vanno!”

“E quando mai.....allora, salite le scale, prima porta a destra, camera da letto. Divertitevi!”

“Benji stai scherzando? Non possiamo occupare camera vostra!”

“Philip usa il cervello, non mi pare gentile che tu la faccia andare fino alla stazione, le faccia aspettare il treno al freddo, e se dopo un sacco di tempo che non vedo il mio fidanzato, mi tocca pure passare la notte da sola io lo mollo dopo due secondi. quindi ripeto quello che ha detto Benji, salite le scale, prima porta a destra camera da letto, divertitevi!”

“E voi? Che farete?” chiese Jenny.

“Beh, non lo so, credo che andremo a dormire sul balcone...è molto romantico vero Benji? Insomma Jenny, dove credi che ti avrei messa, c’è la camera degli ospiti!”

“Beh allora senza che occupiamo la vostra camera andiamo noi li!”

“Negativo Philip” disse Benji “Ci sono due letti singoli, non è il massimo. Dunque alza il sederino e porta la tua ragazza in camera da letto, hai tre secondi!”

“Ok capitano!” disse Philip e dopo aver salutato i due amici salì le scale con la sua fidanzatina.

Linda si sedette esausta sul divano “Se penso a tutto quello che dobbiamo pulire domani mi viene da piangere!”

“Beh....tanto ci sarà anche Jenny”

“Aspetta aspetta....sento puzza di fregatura....cosa vuol dire ci sarà anche Jenny?”

“Che ti aiuterà anche Jenny.....io vado a dormire!” disse Benji camminando velocemente verso le scale.

“Vieni un po’ qui!!!”

“Ehm...cosa c’è amore mio?”

“Tu adesso mi dici che fine fate tu e Philip domani mattina invece di aiutarmi a mettere in ordine!”

“Beh....andiamo a fare una bella corsa fuori, l’hai detto tu che devo ricominciare a correre no?”

“Lo so ma.....oddio che scema!”

“Che c’è?”

“Mi sono dimenticata del tuo regalo!” esclamò Linda correndo su per le scale.

“Linda dove vai?”

“In camera a......”

“A?”

“Mi sono dimenticata di Philip e Jenny....”

“Bingo!”

“e il tuo regalo?”

“I don’t know!”

“Ma allora l’inglese lo parli eh?”

“Beh, non allarghiamoci, so dire due paroline e....”

DRINNNN

“Ma chi è al telefono a quest’ora?” chiese Benji prima di rispondere

-Pronto?-

-Hello! can I tell with Linda please?-

Benji fece una di quelle facce cretine che solo a Holly possono venire così bene e chiamò Linda.

“Linda!!! Credo che vogliano te!!!”

“Aspetta!!!!”

-ehm....Linda è impegnata....un moment....wait in linea....- (

pessimo tentativo di Benji di parlare inglese...ma che avrà imparato in Germania???)

“Linda????!!!!!”

“Chi è??”

“Non lo so, manco capisco che mi hanno detto!”

“Imbranato.”

-Pronto?-

-Linda, I’m Heather!-

-Heather, I’m very happy to hear you!!! Merry Xmas!!!-

(Continuiamo in italiano che è meglio!!)

-Tanti auguri anche a te, ma chi era quell’imbranato al telefono?-

-Ah...era Benji-

-Chi?-

-Benji, il mio ragazzo, viviamo insieme-

-Benjamin Price? Ho sentito papà che ne parlava con un collega di Londra-

-Ah, posso sapere chi è?-

-Un fisioterapista, un certo Jowitt, ma non lo conosci-

-No...sbagli...lo conosco fin troppo bene.....-

-Davvero?-

-Si...senti, hai mica capito cosa dicevano?-

-Non ho ben capito, anzi no...aspetta...mi è venuta in mente una cosa....quel tizio ha detto che doleva partire per il Giappone con i Price. Diceva che loro figlio si era fatto male......

Per chiarire le cosa facciamo un passo indietro e trasferiamoci a Liverpool in casa Harrison......

“Heather vieni, ti presento questo signore, si chiama Ernest Jowitt” disse Richard Harrison alla figlia più grande, indicando il signore che sedeva nel suo studio di fronte a lui.

La donna si avvicinò e squadrò quell’uomo. Sembrava molto gracile. Aveva i capelli grigi e due occhietti neri da corvo dietro un paio di occhiali dalle piccole lenti rotonde. L’uomo porse alla ragazza la mano ossuta e leggermente livida.

“Tu devi essere la figlia più grande vero? disse l’uomo. Heather annuì, si sentiva a disagio....

“Senti papà, vado a preparare un te. Ne vuole signor Jowitt?”

“Si, grazie”.

Heather uscì dalla stanza e si appoggiò al muro, per ascoltare il dialogo tra i due.

“É una donna molto carina sua figlia.”

“Già”

“E mi sembra anche che abbia un bel caratterino...”

“Perché lei non ha visto l’altra!”

“Si, so che lei ha un’altra figlia, e so anche che le ha procurato diversi problemi....”

Heather si accorse che sua madre si stava dirigendo verso lo studio del marito, quindi dovette allontanarsi per non farsi scoprire.

Preparò il te e tornò verso lo studio del padre, si accorse che i due avevano cambiato argomento. Ascoltò ancora quello che dicevano.

“E così i Price hanno avuto qualche problemino a causa sua!”  disse il padre di Linda ridendo.

“Già, e così mi hanno assunto per la riabilitazione del figlio.”

Heather pensò che i Price avessero avuto problemi a causa di loro figlio, ma non poteva sapere la verità.....

“Ti ringrazio per quello che mi hai raccontato Richard, il mio lavoro sarà molto più facile”.

Toc toc

“Avanti!” disse il signor Harrison.

“Vi ho portato il te”.

“Grazie cara” disse il fisioterapista.

“Gazie Heather, lasciaci soli per piacere, e chiudi la porta”

Heather obbedì, ma purtroppo non poté ascoltare il seguito della conversazione.

 

 

-Tutto qui Linda, purtroppo non ho potuto sentire altro, ma forse tu sai qualcosa di più?-

Linda era sconvolta....era stato suo padre, non gli bastava aver rovinato la sua vita a Liverpool con la mania di quel fidanzamento, doveva portare scompiglio ancora adesso, che lei si era creata una vita tutta sua....

-Linda? Mi rispondi?-

-Eh? Ah, si, scusa.....è che ho capito molte cose.....-

-Per esempio?-

-É una lunga storia, te la racconto un’altra volta...-

-Va bene, non insisto. Ora ti saluto, fai gli auguri anche al tuo principe azzurro ok?-

-Va bene, salutami George e Michael.-

 

“Chi era al telefono?” chiese Benji che non aveva capito niente della conversazione.

Linda sembrava non averlo nemmeno sentito. Se ne stava seduta sul divano con lo sguardo perso nel nulla...

“Linda?”

“Eh? Ah scusa...”

“Chi era al telefono?”

“Mia sorella Heather, te ne ho parlato, ricordi? Mi ha detto di farti gli auguri.”

“Venti minuti per dire fai gli auguri a Benji?”

“No, abbiamo parlato di altre cose, ma adesso sono stanca per parlare”.

“Chissà di cosa parlavate, eri talmente assorta dalla comunicazione che non ti sei accorta che Philip è uscito ed ha portato questo”.  Disse Benji indicando un grosso pacchetto regalo.

“Il tuo regalo....ma è uscito per darti solo questo?”

“No, doveva chiedermi una cosa”.

Linda si avvicinò a Banji incuriosita e le chiese abbracciandolo

“E, posso sapere cosa?”

“Cose da uomini....diciamo.....”

“E non posso proprio saperlo?”

“Non mi sembra il caso...ma tu non avevi sonno?”

“Si, ma adesso sono curiosa....”

“Dai Linda....piuttosto, apriamo il regalo...”

Ma guarda com’è bravo a cambiare argomento.....pensò la ragazza mentre gli porgeva il grosso pacco.

“Forza aprilo!”

Benji tolse la carta regalo e con grande sorpresa trovò un borsone.

“Grazie, è molto bello!”

“Non è finita, aprilo!”

Il portiere aprì il borsone e ne tirò fuori una tuta da ginnastica con tanto di scarpe.

“E questo che significa?”

“Significa che da domani mattina torni a fare il portiere, e questo significa che ricominci a correre, saltare e fare tutto quello che facevi prima”.

“Significa che domani mattina posso andare a correre con Philip?”

“No....non esattamente.....e poi vuoi dire questa mattina?” disse Linda indicando l’orologio appeso alla parete che indicava le quattro e mezza.

“Ehm.....”

“Io ho un’idea migliore. Adesso andiamo a dormire, poi domani mattina tutti, e sottolineo tutti diamo una pulita, poi nel pomeriggio dopo pranzo io e te andiamo a farci una bella corsa, mentre Philip e Jenny si godono la loro vacanza”

“La donna dalle brillanti idee colpisce ancora.....”

“E finiscila!” disse lei dando una piccola manata affettuosa sulla spalla di Benji.

“Forza principessa! É ora di andare a letto” disse Benji caricandosi sulla spalla la sua amata come fosse un sacco di patate. Si cambiarono e si misero nei letti, erano talmente stanchi che non avevano nemmeno voglia di unirli. Benji diede un piccolo bacio a fior di labbra a Linda e si mise nel letto sotto le coperte.  Linda invece spense la luce e si sedette sul cuscino a pensare.... Era tutta colpa di suo padre....non l’avrebbe mai perdonato...mai! Stava per mettersi sotto le coperte, quando si accorse che non voleva proprio dormire da sola. Si alzò senza fare rumore e si infilò nel letto di Benji, che stava già sonnicchiando.

“Ma..che fai? chiese lui mezzo addormentato mentre Linda si infilava sotto la sua coperta.

“Non ho voglia di dormire da sola” disse lei sdraiandosi vicino al ragazzo.

Si coricò accanto a lui e appoggiò il volto al suo petto. Benji l’abbracciò, si era accorto che qualcosa non andava....le diede un bacio sulla fronte e la strinse a se.

“Benji....mi prometti che non mi abbandonerai mai?”

“Si....certo.....”

“Ho paura che qualcuno ti porti via da me....”

“Pensi ancora a quella stupida?”

“In parte....stasera ho avuto paura che te ne andassi con lei.....” Linda si sentiva in colpa ad aver dubitato dei suoi sentimenti....ma era la verità...

“Hai così poca fiducia?”

“No, è solo che....quando ho visto che andavi verso di lei....non so cosa mi sia passato per la testa....”

La ragazza aveva cominciato a piangere. Tiepide lacrime le rigavano il volto, mentre Benji le asciugava  dolcemente.

“Pensavi davvero che me ne andassi a causa di una 5^ misura di reggiseno?” disse un po’ ironicamente per alleggerire l’atmosfera.

Linda fece una piccola risata e disse

“Certo che aveva ragione quando diceva che non potevo competere...”

Risero entrambi, poi Benji infilò delicatamente la mano sotto la camicia da notte di Linda accarezzando appena le sue forme armoniose, e posando lievemente le labbra sulla pelle liscia del collo e delle spalle.

Linda abbracciò Benji e si perse nella sua dolcezza.

La mattina si svegliò verso le 10.00, e sentì ancora le braccia forti di Benji attorno al suo corpo. Guardò il suo volto addormentato. É così perfetto....pensò cominciando ad accarezzargli le guance e le labbra, poi lui aprì gli occhi, com’era bello svegliarsi tra le sue braccia, vedere il suo volto sorridergli appena sveglio....

“Buongiorno” disse lei.

Lui si avvicinò e dopo averla baciata appena ricambiò il saluto.

“Dormito bene?” disse lui

“Si....grazie”

“Di cosa?”

“Per ieri sera, per la tua promessa”

Benji ci pensò un po’, poi nella sua mente fecero capolino queste parole

Mi prometti che non mi abbandonerai mai?

Benji sorrise, aveva capito quanto per lei fosse importante quella promessa...”Forza” disse poi “andiamo a mettere a posto tutto quel caos che c’è sotto”

“Aspetta” disse lei tenendogli un braccio “Voglio rimanere ancora un po’ qui...”

Benji si sdraiò nuovamente nel letto e la abbracciò.

Poi guardò fuori dalla finestra, aveva cominciato a nevicare.

“Cosa guardi?” chiese lei incuriosita

“Sta nevicando”

“Che bello, sai, in Inghilterra non nevica spesso, piuttosto piove”

“Davvero?”

“Si, ma la geografia non l’hai mai studiata??”

“Devo essere sincero?”

“Lasciamo perdere....

Lei si appoggiò al petto di Benji poi chiuse gli occhi abbandonandosi completamente nel forte abbraccio del suo amore, l’unico vero amore della sua vita. In quel momento le venne in mente una persona...Joseph....credeva davvero di essere innamorata.

Poi qualcosa andò storto...in effetti lui aveva 5 anni più di lei all’epoca, e lei era solo una ragazzina sedicenne. L’aveva fatta soffrire parecchio. All’inizio tutto sembrava meraviglioso, magico. Ricorda come fosse ieri la prima volta che avevano fatto l’amore...veramente non era affatto stato magico...come tutte le ragazzine della sua età sognava la sua prima volta come qualcosa di meraviglioso,  di dolce e delicato....ma la delicatezza non era proprio il lato migliore di Joseph, diciamo che era un po’ rude....a volte violento...poi....quando aveva saputo che era rimasta incinta figuriamoci, era andato su tutte le furie....gliene aveva dette di tutti i colori.... É così diverso da Benji...pensò infine. Se fosse stato lui sicuramente si sarebbe preso le sue responsabilità, o almeno ne avrebbero parlato. É vero che lei aveva solo 17 anni, ma forse, si sarebbe potuta trovare una soluzione migliore...Non poteva ancora dimenticare ciò che le aveva detto....Mi hai rovinato la vita....come aveva potuto essere così cattivo con lei, che era già abbastanza sconvolta per aver scoperto di aspettare un bambino....Si strinse un po’ di più a Benji. Com’era bello sentire il suo calore mentre fuori faceva freddo....

Dopo circa un quarto d’ora decisero di alzarsi. Scesero di sotto e si sedettero al tavolo della cucina per la colazione. Linda guardò l’orologio....le 10.30. Stava andando nel cucinino per preparare il caffè quando sentì qualcuno scendere dalle scale.

Dalla porta spuntarono Philip e Jenny ancora un po’ addormentati.

“Finalmente si sono svegliati i piccioncini eh?”disse Linda “Caffè?”

I due annuirono poi si sedettero sulle sedie davanti al tavolo. Poi Linda chiese un po’ sfacciatamente a Jenny

“Did you having fun this night?”

Naturalmente in inglese, sapendo bene che né Philip né Benji avrebbero capito.

La povera Jenny era stata colta alla sprovvista da quella domanda e diventò tutta rossa in voltoe ci mise un po’ per mettere insieme le parole per comporre una frase sensata

“Ehm....yes....I....I...did.....”

“I’m very happy!” disse Linda strizzando l’occhio all’amica.

“Di cosa sei felice?” chiese Benji

“ma allora tu di inglese capisci solo quello che ti pare!”

“Non ci vogliono 7 scienze a capire che vuol dire Happy, anche il mio cane si chiamava così!”

“Ok, stendiamo un velo pietoso.....”

Passarono quel poco che restava della mattina a mettere in ordine la casa, poi dopo pranzo mentre Philip e Jenny andavano un po’ in giro per la città, Benji e Linda andarono a fare una corsa. Così cominciò il recupero definitivo del portiere.

Passarono molti mesi, ormai Benji era in piena forma e aveva ricominciato ad allenarsi regolarmente con i suoi compagni, ed anche Linda aveva ricominciato a lavorare in ospedale. Ad entrambi sembrava così strano stare lontani per così tante ore al giorno, ma erano comunque felici. Anche se, si sa, la vita non va mai come vorremmo, infatti un’altro evento stava per turbare la vita della coppia.

I ragazzi della nazionale avevano deciso di allenarsi fino a tardi in vista dell’imminente partita con la rappresentativa europea, che si sarebbe tenuta da lì a due settimane mentre Linda faceva il turno serale in pronto soccorso, vedendo che se la cavava bene anche da sola, spesso si trovava di turno lì. Erano le dieci meno un quarto, tra poco sarebbe potuta tornare a casa. Il tempo passò in fretta, e fortunatamente quella sera sembrava piuttosto tranquilla, a parte i soliti casi di routine non c’era stata nessuna emergenza, a parte un ragazzo che aveva avuto un incidente in motorino, a che comunque stava migliorando. Era arrivata l’ora di tornare a casa. Linda salutò i colleghi, si mise il cardigan ed uscì. Era una serata abbastanza calda...in effetti siamo a luglio...pensò....che bello, tra poco si va in vacanza.... Lei e Benji avevano deciso di andare in Inghilterra, o meglio....Benji l’aveva deciso. Sembrava affascinato dagli incantevoli paesaggi scozzesi che vedeva in qualche foto di Linda da bambina, oppure dalle fotografie di Londra, o della Ilse of Wight dove da piccola andava in vacanza con la colonia, o più raramente con i suoi genitori. Non aveva roprio saputo dirgli di no...e poi così sarebbe stato obbligato a dire qualche parola in inglese....ridacchiò un po’ pensandoci.

Mentre si dirigeva verso l’auto sentì un rumore alle spalle,

“Sarà un gatto” pensò.

Fece ancora qualche passo e......

 

Benji nel frattempo aveva finito l’allenamento ed anche lui si preparava a tornare a casa. Stava per uscire dallo spogliatoio, quando arrivò correndo Patty con un telefono cellulare in mano.

La ragazza sembrava molto preoccupata, poi porse il telefono a Benji dicendo

“É per te, svelto, sembra essere molto importante!”

Benji rispose, dall’altra parte rispose una voce maschile. Sullo spogliatoio era calato il silenzio, quella telefonata sembrava molto importante....

Dopo qualche secondo senza dire niente Benji poggiò velocemente il telefono su una panca e corse via. Dall’altra parte della cornetta qualcuno sembrava chiamare Benji, e Philip intuendo che doveva essere qualcosa di molto grave prese il telefono e disse

-Che diavolo è successo?-

La persona dall’altra parte si accorse che non era più la stessa persona e ripeté ciò che aveva già detto

-Si tratta della signorina Harrison, è stata aggredita, ora è al pronto soccorso dell’ospedale di Fujisawa, è molto grave!-

Philip attaccò e dopo essersi vestito in fretta a furia uscì velocemente, ma venne bloccato da Holly, che non aveva capito che diavolo era successo.

“Mi spieghi chi era al telefono???”

“Non c’è tempo, si tratta di Linda, è stata aggredita, si trova in ospedale, muoviti!”

Il volto di Holly assunse un’espressione indecifrabile, come del resto tutti gli altri della squadra, che seguirono Philip.

In meno di un’ora arrivarono tutti, e videro Benji seduto davanti alla sala operatoria, con la testa tra le mani. Nessuno sapeva cosa dire....nessuno conosceva le parole giuste....Tra le mani continuava a rigirare l’anello che le aveva regalato quando le aveva chiesto di sposarlo.

Passò del tempo...un’ora...due...chi può dire quanto.....per tutto quel tempo i ragazzi erano rimasti in silenzio, accanto a Benji, attendendo che qualcuno disse loro cos’era successo.....

Poi, la luce rossa della camera operatoria si spense. Tutti si alzarono in piedi, in attesa di avere qualche notizia, tutti tranne Benji, che non si mosse dalla sua posizione. Poi uscì un medico, sembrava molto affaticato, guardò i ragazzi poi disse

“Siete parenti?”

I ragazzi si guardarono, in effetti nessuno di loro aveva un legame non lei, se non pura amicizia e rispetto. Fecero segno di no con la testa, e il medico si rivolse a Benji che nel frattempo sembrava si fosse svegliato dal lungo sonno, e disse

“Lei?”

Benji disse di no, ma prontamente intervenne Philip che disse al medico

“Lui è il fidanzato della ragazza, può dirci cos’è successo?”

Il medico prese fiato e si sedette vicino a Benji, poi disse

“La sua fidanzata è ridotta male...ma se la caverà”

“Lei....può dirmi cos’è successo?” chiese il ragazzo con un filo di voce senza guardare il medico in volto.

“Mi hanno detto che aveva appena finito il turno, era uscita per dirigersi alla sua auto. dopo qualche minuto i ragazzi del pronto soccorso l’hanno sentita gridare, sono corsi da lei e l’hanno trovata in una pozza di sangue davanti alla macchina. Fortunatamente l’hanno portata qui in tempo......Lei....sa se per caso avesse avuto qualche discussione, qualche problema con qualcuno?”

Benji pensò, li a Fujisawa le volevano tutti bene, era molto amata dalle persone del quartiere....fece cenno di no con la testa, poi dopo qualche secondo, a lui, come anche a tutti i ragazzi che erano presenti alla festa della notte di Natale, venne in mente una scena, una frase....

Questa volta hai vinto tu Linda, ma stai certa che non sarà oggi, non sarà domani, ma al più presto me la pagherai...

Tutti i ragazzi pensarono la stessa identica cosa....si guardarono l’un l’altro, consapevoli di pensarla tutti allo stesso modo.....anche Benji lo sapeva, ma quando il medico chiese nuovamente se avesse per così dire “dei nemici”, lui ribadì la risposta che aveva dato prima.

Il medico si alzò, fece per tornare nella sala operatoria, ma Benji lo fermò per un braccio poi chiese semplicemente

“Mi assicuri che ce la farà....è tutto quello che ho....”

Il dottore appoggiò la mano sulla spalla di Benji ed abbozzò un mezzo sorriso per tranquillizzare il ragazzo, poi tornò in sala operatoria.

Philip si sedette vicino a Benji e gli disse

“Forza Benji, fatti coraggio....l’ha detto anche il dottore, ce la farà sicuramente, Linda è forte.”

Benji lo sapeva, sapeva quanto la sua donna  fosse forte e determinata, ma forse questo non sarebbe bastato...

Passarono altri dieci minuti...niente...non si sapeva niente....poi tutto d’un tratto la porta della camera operatoria si aprì e uscirono alcuni infermieri con Linda, che giaceva sulla barella con alcuni flebo attaccati al braccio. Benji la guardò....aveva alcuni lividi sulle braccia e sugli zigomi, non la riconosceva quasi....

La seguì fino in camera, poi mise una sedia vicino al suo letto e rimase lì a fissarla.....

Era mattina, il sole filtrava dalle fessure delle tende....Benji aprì un po’ gli occhi...doveva essersi addormentato. Si guardò nervosamente intorno. Linda era lì, immobile, nella stanza c’era il silenzio più assoluto, se non fosse per l’insistente rumorino dell’elettroencefalogramma che scandiva ritmicamente la vita della ragazza. Dopo qualche secondo entrò il dottore della sera precedente. Il suo viso sembrava calmo. Si avvicinò a Linda, poi guardando Benji disse

“Non devi preoccuparti, si sveglierà presto”

“Dottore...ma è in coma?”

Il dottore esitò un momento...poi si avvicinò a Benji....

“Ho studiato per anni e anni, la vita, la morte....eppure tutti questi fenomeni a volte anche per me non hanno spiegazione. Se non l’avessi visto con i miei occhi non avrei detto che Linda se la sarebbe cavata....questa ragazza deve avere qualcuno che la protegge...lassù....posso però assicurarti che si sveglierà...diciamo che è ancora un po’ provata....ma si sveglierà...”

Detto questo il dottore se ne andò lasciando Benji nuovamente da solo. Il ragazzo pensò molto a quello che aveva sentito.....si sveglierà.... e quando questo accadrà lui sarà li.

Passò qualche ora, Benji stava li, immobile fedele alle sue convinzioni, non si sarebbe mosso da li per nulla al mondo, quando qualcuno bussò alla porta. Benji non rispose, poi la porta si aprì ed entrò un giovane che Benji conosceva molto bene.

“Julian? che ci fai qui?”

“Volevo sapere come va....” poi guardò Linda “ma non mi sembra che ci siano novità...”

Il ragazzo si sedette vicino a Benji e dopo qualche attimo di silenzio disse:

“É molto bello quello che stai facendo, quando si sveglierà, sarà felice di averti al suo fianco....”

Benji guardò l’amico, anche lui doveva aver vissuto quella situazione, più di una volta.

“Molte persone ti diranno -vai a casa, ti do io il cambio- ma tu se non è indispensabile non farlo, quando si è così deboli, indifesi, si vuole solo una persona accanto, la persona che ami di più, ed è così bello svegliarsi e sentire che ti tiene la mano, o vedere i suoi occhi accendersi nel vedere che ce l’ahi fatta... Non sai che felicità era per me, ogni volta che riaprivo gli occhi, vedere il volto di Amy sorridermi, sapevo che non si sarebbe mai allontanata da me, ne ero sicuro....per questo ti dico di fare il possibile per non allontanarti da lei, sei tu la prima persona che vorrebbe vedere”

Benji rimase in silenzio di sicuro esperienze del genere segnavano la vita, ma lui sembrava sereno.

“Non avevi paura...di non farcela....”

“No, ho sempre lottato con tutte le mie forze, sapevo che ce l’avrei fatta, dovevo farlo per i miei genitori, per tutti quelli che mi vogliono bene,ma soprattutto per me stesso, e per Amy, lei aveva fiducia in me, e so che anche tu ne hai in Linda.”

“Grazie Julian, ora mi sento meglio....”

“É il minimo che potessi fare, ah, poco fa  ho parlato con il mister, sembra che appena Linda si sia ripresa, vogliano farle una proposta, non so però di cosa si tratti”

“Non ne so niente.....”

“Beh, ora ti saluto, tra poco iniziamo gli allenamenti, non preoccuparti tu l’importante è che stai con lei”

“Va bene, salutami gli altri”.

Julian lasciò la stanza e si diresse all’uscita, dove Amy lo aspettava, intanto Benji rifletteva sulle parole dell’amico.

Il tempo sembrava non passare mai, nella stanza continuavano ad entrare medici ed infermieri, ora per una cosa, ora per l’altra, ma Linda era ancora li, immobile e pacifica in quel letto d’ospedale. Passò altro tempo, un infermiera era entrata per cambiare la garza che proteggeva la ferita che era stata provocata a Linda in pieno ventre, Benji continuava a chiedersi chi potesse essere stato a picchiarla e ferirla con tanta violenza.... Aveva pensato anche a Valerie, alla frase che le aveva detto la notte di Natale.... Ma Benji sapeva anche che sarebbe stato inutile accusarla, non c’erano le prove, e almeno fino a che Linda non si fosse svegliata non avrebbero saputo niente. Era ora di pranzo, ma Benji sembrava avere  lo stomaco chiuso, non voleva mangiare niente, aveva rifiutato persino la gentilezza di un infermiera che gli aveva portato un panino. Passò anche qualche ora, sembrava non succedere niente di nuovo. Benji si avvicinò di più al letto, prese la mano di Linda e la strinse tra le sue....

“Non mi lasciare” sussurrava con un filo di voce.... “Non mi lasciare....”

Come in un sogno Benji sentì la mano di Linda animarsi un po’, ricambiare quella stretta...Benji le guardò il volto, i suoi occhi cercavano con fatica di aprirsi, le labbra si muovevano, ma lui non riusciva ad udire una sola parola....

Linda sentiva le palpebre pesanti, con un po’ di fatica aprì gli occhi....Benji....era rimasto li accanto a lei... Cercò di dire qualcosa, ma sentiva la voce troppo debole per uscire.... Sorrise... Sapeva che a Benji piaceva vederla sorridere.

Benji la guardò incantato, com’era bella, anche con quei lividi sul volto, era bellissima, i suoi occhi erano tornati ad illuminarsi, le sue labbra gli avevano regalato il sorriso più bello che lui avesse mai visto.

“Sei rimasto qui....grazie...” disse lei con la poca voce che era riuscita a tirare fuori.

“Si, non mi sono mai allontanato....stai bene?”

“Bene....si, ora che ti ho visto”

Benji le diede un piccolo bacio sulla mano che stringeva ancora tra le sue. Non gli sembrava vero.... Poi Benji chiamò il dottore della sera precedente, che visitò la ragazza.

Passarono alcuni giorni, Linda stava decisamente meglio, i vistosi ematomi che aveva sul viso  e sulle braccia stavano sparendo, e non vedeva l’ora di uscire da quell’ospedale. Con molta fatica aveva convinto Benji a ricominciare gli allenamenti, grazie anche a Patty, che aveva promesso al portiere che sarebbe andata lei da Linda quando lui era agli allenamenti.

Uno di questi giorni, proprio mentre Patty era da Linda il dottore entrò per visitare Linda, controllò il lungo taglio che aveva sul ventre, la ferita si era rimarginata ed era ora di togliere i punti. Ancora qualche giorno e sarebbe potuta uscire dall’ospedale!

Linda telefonò subito a Benji per dargli la bella notizia.

Finalmente era arrivato il giorno in cui Linda sarebbe uscita dall’ospedale. Quello stesso pomeriggio ci sarebbe stata la partita Giappone/Rappresentativa Europea, e Benji non era potuto andare a prenderla. Linda prese le sue stampelle e con la caviglia fasciata a causa della slogatura si diresse verso l’ascensore dove l’aspettava Patty.

“Che ti ha detto il dottore?”

“Ha detto di tenere la fasciatura e poi di portarla a fare rivedere tra 15 giorni, ma non credo che mi rivedranno tanto presto!”

“In effetti potresti non dover tornarci più davvero...”

“Che dici Patty?? Se non ci entro come paziente ci entro comunque come infermiera...remember?”

L’ascensore era arrivato, le due ragazze salirono facendosi un po’ di spazio tra il mucchio di gente che doveva salire o scendere, quando finalmente furono fuori Patty disse:

“Già, non te l’ho detto, Marshall ha chiesto che tu venga a far parte della nazionale come infermiera.”

“Cosa????”

“Uff...hai presente quei simpatici omini che corrono come degli indemoniati avanti e indietro per il campo da calcio? Bene, nel caso che dovessero perdere i pezzi, per così dire, ci sarebbe una certa signorina che fa tipo pronto soccorso....ti sfugge qualcosa?”

“Si, di chi cavolo è stata l’idea?”

“Beh....questo non posso dirtelo”

“Forza Patty, se per caso è stato Benji, voglio saperlo”

“Pensi che non si fidi di te?”

“Penso solo che lui abbia paura per me, e che voglia avermi sott’occhio....forse si, non si fida del tutto.....”

“Beh, l’idea non è stata sua, se questo ti fa sentire meglio...”

“E allora? Di chi è stata?”

“Se te lo dico non ci crederai mai..”

“Forza spara!”

“Beh....il pomeriggio prima che tu venissi aggredita anzi, no, il giorno stesso, c’era stata la quotidiana scazzottata tra Benji e Mark, sai quanto sono cretini tutti e due”

“Si, sono anime gemelle direi!” disse la ragazza ridendo.

“Comunque, Mark si è rotto il labbro, quando imparerà che da Benji le prende? Comunque, ti dicevo, Mark si è rotto il labbro e poi Denny Mellow ha detto: -credo proprio che ci vorrebbe Linda come infermiera!!!- Sul momento risero tutti, poi la mattina dopo, mentre Benji era in ospedale da te, Marshal ha tirato fuori questa trovata, Allora che ne pensi?”

“Penso che come idea non sia male, così Benji non dovrà tornare a casa in treno!”

“Eh?”

“Insiste che la macchina devo tenerla io, poi così quello scimunito deve tornare a casa in treno dopo gli allenamenti!”

“Beh, allora pensi di accettare?”

“Come idea mi piace....sai, nell’ultimo periodo io e Benji ci vedevamo ben poco, nel senso, da quando ho ricominciato a lavorare.”

“Bene, allora affare fatto, sbrighiamoci ad andare alla macchina!”

“Che macchina??? Da quando hai la macchina?”

“Ma se nemmeno ho la patente! La vedi quell’auto grigia laggiù???”

“E allora?”

“Sono i genitori di Holly, ci tenevano tanto ad accompagnarti alla partita!!”

Le due ragazze salirono in macchina salutando e soprattutto per quanto riguarda Linda, per quello che stavano facendo.  Dopo un po’ arrivarono davanti allo stadio di Tokyo. La partita stava per cominciare. Quando arrivarono a bordo campo, grazie al fatto che Patty faceva parte delle manager, i ragazzi erano già in campo. La partita era cominciata da un minuto. La panchina giapponese era in silenzio Marshall sembrava sereno.

“Buongiorno signor allenatore, guardi chi ho portato?!” disse Patty distraendo l’allenatore dai suoi contorti pensieri calcistici.

L’uomo si girò e quando vide Linda che lo salutava gli si illuminarono quasi gli occhi. Tutti i ragazzi salutarono calorosamente Linda che poi si sedette tra Amy e Patty. Tutti seguivano la partita, le squadre sembravano equivalersi, ed essendo tutti molto concentrati sul gioco nessuno dei ragazzi in campo si accorse della presenza di Linda che un po’ di nascosto tifava per l’Europa, anche se, vedere la squadra di Benji vincere sarebbe stata la più grande soddisfazione che avrebbe potuto avere.

Schneider aveva preso palla e si dirigeva indisturbato verso la porta di Benji senza che nessuno dei giocatori nipponici potesse impedirlo. Mancavano pochi metri perché arrivasse al limite dell’area. Vedendo il giovane campione tedesco dirigersi speditamente verso la porta, dalla panchina tutti non poterono fare a meno di incoraggiare Benji, che si trovava di fronte ad una difficile parata. Benji sentiva indistintamente la voce dei suoi compagni, era felice della fiducia che avevano in lui, poi, sentì una voce diversa dalle altre, era una voce che conosceva bene....

“Forza Benji!!!!! Non deludermi!!!!!”

Il portiere riconobbe subito quella voce, era Linda, la sua Linda! Avrebbe parato quel pallone, l’avrebbe parato a tutti i costi, lei si era tanto sacrificata per fare in modo che lui tornasse a giocare, ed ora voleva mostrarle che tutti quegli sforzi erano serviti a qualcosa, non l’avrebbe delusa, l’avrebbe resa orgogliosa di lui....

Schneider era in posizione di tiro....

“Ora assaggerai questa cannonata Price!!!! Ti conviene non intercettarla nemmeno!” pensava Schneider, si era allenato tantissimo per fare quel tiro, dopo che Linda aveva scoperto il segreto del suo tiro precedente aveva cambiato tattica, in quel tiro c’era tutta la sua potenza...

Benji era immobile...attendeva il tiro del Kaiser tedesco....doveva pararla, a tutti i costi....

Schneider tirò, con tutta la forza che aveva in corpo, ormai tutti pensavano che sarebbe stato goal, tutti ma non Linda, sapeva che Benji avrebbe parato quel pallone, e così successe.

Seppure con un po’ di difficoltà il mitico portiere giapponese bloccò il pallone....ce l’aveva fatta!

La partita finì 2-0 per il Giappone, Benji non aveva fatto passare nemmeno una palla, non aveva deluso Linda, e si era guadagnato il titolo di miglior portiere del mondo!

Dopo circa due mesi.....

Linda era seduta nervosamente in camera sua....Patty continuava a fare avanti e indietro con Amy.... “Volete smetterla di girare come due trottole???? Sono già abbastanza agitata!!!!”

“E ci credo!” disse la dolce Amy “Tra due ore e mezza ti sposi!!!”

“E non ricordarmelo! Respira Linda respira....”

“Forza, mettiti il vestito!” disse Patty porgendole l’abito bianco.

Linda deglutì, si tolse l’accappatoio, visto che aveva appena fatto la doccia, infilò la biancheria intima e prese il vestito. lo mise facendosi aiutare da Patty ed Amy. Poi si guardò allo specchio....le sembrava di sognare....Il lungo vestito bianco era semplice ed accarezzava gentilmente le sue forme. Le maniche erano ornate da un nastrino azzurro che ne riprendeva l’orlo. Sul corpetto c’erano minuscoli ricami argentati.

“Ed ora i capelli” Disse Amy armandosi di spazzola e Phon.

“Sei sicura di quello che fai vero Amy????”

“Uffa Linda come sei diffidente!!!!”

“Sai com’è...ai capelli ci tengo! E sposarmi come uno spaventapasseri....non mi sembra proprio il caso!!!”

La ragazza sbuffò, poi tolse la pinza dai capelli di Linda e cominciò a pettinarli. con il phon li lisciò tutti, poi li raccolse in uno chignon  lasciando cadere morbidamente qualche ciuffo, che poi acconciò sapientemente creando dei morbidi boccoli e lasciando qualche ciuffo liscio.

Linda si guardò

“Caspita Amy, ma perché non hai fatto la parrucchiera?”

Amy sorrise arrossendo un po’, ora toccava solo più al trucco. Linda illuminò sapientemente le palpebre con un ombretto color avorio che evidenziava lo splendido colore dei suoi occhi, con l’eye liner sottolineò la forma all’insù dei suoi occhi e con il mascara allungò le folte ciglia. Diede una spolverata di colore sugli zigomi e rallegrò le labbra carnose con un lucidalabbra rosato.

Era pronta, si guardò allo specchio nuovamente, si, andava bene...ora mancava solo una cosa....il coraggio!

“Forza Linda, è ora di andare!” disse Patty mettendole una mano sulla spalla.

Linda fece un gran respiro, poi si diresse verso la porta Li fuori l’aspettava l’auto che l’avrebbe portata in chiesa. Arrivarono davanti alla chiesa in perfetto orario, li fuori ci sarebbe dovuto essere Philip, avevano deciso che sarebbe stata lui ad accompagnarlo all’altare. Aperta la portiera dell’auto Linda vide Philip ad aspettarla. Uscì nervosamente dall’auto.

“Allora? sei pronta?”

“Credo...credo di si....”

“Andiamo allora.”

Philip prese la ragazza sottobraccio e l’accompagnò in chiesa. Era molto nervosa!

“Rilassati Linda, stai tremando!”

“Lo so......respira Linda....respira....”

Entrarono in chiesa, Linda si guardò un momento intorno, vide qualcuno che non si sarebbe mai aspettata, seduta  davanti a tutti una donna dai capelli neri e gli occhi verdi come smeraldi la guardava incantata, accanto a lei due bambinetti di 4 e sei anni, con i capelli e gli occhi della mamma, le facevano ciao con la manina.

“Heather....”

Poi guardò davanti a se....Benji....il suo volto era sicuro e gentile allo stesso tempo, la guardava sorridendole. In quel momento tutto il nervosismo e le paure che aveva si dissolsero come neve al sole. Anche Philip se ne accorse, le lasciò il braccio, sentendosi quasi di troppo. Lei fece ancora pochi passi, poi si ritrovò occhi negli occhi con il su amore.

Il prete cominciò la celebrazione. (non sto a scriverla tutta perché non mi ricordo quello che dice). Arriviamo direttamente alla fine.

“Vi dichiaro marito e moglie, puoi baciare la sposa.”

Benji guardò negli occhi la sua donna, sua moglie....finalmente il loro sogno d’amore si coronava. Lei rispondeva allo sguardo innamorato di Benji. Poi poggiarono dolcemente le loro labbra, suggellando con quel bacio l’unione delle loro vite.

 

THE END

  
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