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Autore: kurinoone    05/02/2012    4 recensioni
[ Harry/Ginny, Dark!Harry, What if...?]
Cosa sarebbe accaduto se Codaliscia non avesse rilevato a Lord Voldemort il nascondiglio dei Potter? E se avesse invece portato Harry da lui?
IN PAUSA
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Chi vi parla è Unbreakable_Vow, una delle traduttrici di questa storia magnifica. Chiedo perdono per il ritardo, purtroppo vari impegni hanno occupato quasi tutto il mio tempo ^^'
Vi auguro buona lettura - con i dovuti ringraziamenti a e i l i s per il betaggio e la precisazione che, ovviamente, traduco solo per diletto: non mi sognerei mai di ricavarci un solo centesimo da qualcosa che non mi appartiene come il bellissimo mondo di Harry Potter!





16. Sort of a Family

Damien rimase fermo di fronte a Harry. 'Merlino, sembra proprio papà' pensò fra sé, anche se in tutta la sua vita aveva visto solo un paio di volte suo padre così arrabbiato come appariva Harry in quell'istante.  Aprì la bocca per rispondergli.
"Ehm... ciao Harry... io sono Damien"
Harry alzò le sopracciglia e rispose a Damien con tono freddo.
"E questo dovrebbe significare qualcosa per me?"
Damien arrossì. I suoi genitori avevano avuto tredici anni per raccontargli di Harry; ovviamente, non avrebbero mai parlato a Harry di lui in una sola settimana.
"Mi dispiace, ma non credo sia altro modo per dirtelo se non così... ehm... io sono Damien Potter, tuo... tuo fratello" concluse debolmente.
Damien sperò di aver considerato accuratamente la questione. Aveva progettato l'intera parte del piano 'andare al quartier generale' ma non aveva dedicato alcun pensiero a cosa avrebbe in effetti detto a Harry.
Vide che la sua rivelazione aveva causato un'espressione di puro stupore negli occhi dell'altro. Durò solo un attimo prima che Harry la nascondesse velocemente in rabbia - di nuovo.
Fece un passo verso il ragazzo e gli sibilò "Non sono tuo fratello!"
Damien rimase sbalordito. Gli era già stato detto dai suoi genitori e dal suo padrino che Harry non si considerava come parte della famiglia Potter, ma Damien aveva pensato che avessero solo esagerato. In quel momento si rese conto di quanto danno fosse stato arrecato a Harry ed era evidente che il loro rapporto avrebbe necessitato di un sacco di lavoro. Fece un respiro profondo e rispose a Harry
"Solo perché ti senti in questo modo non vuol dire che non sia vero."
Harry lo guardò appena: non riusciva a credere al coraggio di quel ragazzo. Continuò a fissarlo per un po' prima di allontanarsi da lui. Iniziò a raccogliere i suoi libri e i calamai di ricambio, comprendendo che ignorare il ragazzino sarebbe stata la soluzione migliore. Sperando che se ne sarebbe andato. Sentiva che sbatterlo fuori dalla stanza non avrebbe funzionato, dato che non era in vena di sentire un altro lungo sermone dei Potter.
Damien vide come Harry prendeva le sue cose e si avvicinava al letto. Notò un piccolo baule poggiato alla base. 'Come mi è mancato' pensò, prima di avvicinarsi a Harry.
"Harry, non credi che dovremmo parlare?"
Harry digrignò i denti. Odiava quando qualcuno gli diceva cosa dovesse fare. Voltò il viso verso il ragazzo.
"No, non penso che dovremmo parlare, dato che non abbiamo niente da dirci. Ora perché non fai il bravo bambino e ti levi dalle palle?"
Invece di essere ferito o offeso, il volto di Damien si aprì in un sorriso enorme. Harry sembrava sorpreso.
"Un bravo bambino? Oh, non lo sono affatto. Se pensi che sia così allora aspettati una bella sorpresa.” Ridacchiò.
Harry stava assumendo una delicata sfumatura di rosa mentre la sua rabbia repressa cominciava a ribollire.
"Ascolta ragazzino! Non sono nel mio migliore stato d'animo ora, dunque, se ci tieni alla tua vita, faresti bene ad andartene al diavolo!" La voce di Harry era tremula dalla rabbia che scorreva dentro di lui.
Damien semplicemente rise di nuovo, causando in Harry la capacità di riuscire a stento a trattenersi dallo strozzare il ragazzo.
"Merlino Harry, sono solo di tre anni più piccolo di te e mi stai chiamando 'ragazzino'. Puoi semplicemente chiamarmi 'Damy' come fanno tutti gli altri."
Harry aveva sentito abbastanza. Si avvicinò, lo afferrò per l'avambraccio e lo trascinò stordito verso la porta. La aprì violentemente, prima di sbattere il ragazzo fuori e richiuderla. Harry aveva appena raggiunto il suo letto quando la porta si aprì e Damien tornò di nuovo dentro, con un sorriso enorme sul viso.
Harry ringhiò in un modo che avrebbe reso orgoglioso Sirius.
"Forse non hai capito quel piccolo gesto perciò lascia che te lo spieghi chiaramente, ESCI FUORI DALLA MIA STANZA!" urlò.
Damien guardò Harry e il suo sorriso, se possibile, divenne ancora più ampio. Harry era convinto a quel punto  che ci fosse qualcosa di sbagliato in quel ragazzo.
"Sei mentalmente malato o stai solo cercando di infastidirmi?" chiese Harry a denti stretti.
"No, è solo che, beh, era una cosa molto 'da-fratello-maggiore' da dire" rispose Damien, continuando a sorridere stupidamente.
Ad un Harry dall'aspetto confuso Damien spiegò:
 "Sai, cose come 'esci fuori dalla mia stanza' e 'levati dalle palle'. E' proprio il tipo di cosa che direbbe un fratello maggiore."
Harry stava guardando Damien come se gli fossero spuntate le corna in testa.
"Sei completamente pazzo!" disse Harry al tredicenne. Damien si strinse appena nelle spalle e rispose:
"Forse, ma sai che ho ragione, sulla cosa del fratello maggiore"
Harry strappò via il suo sguardo dal 'ragazzo pazzo' nella sua stanza e continuò ad imballare le sue cose nel piccolo bagaglio. Damien si avvicinò e si fermò accanto a Harry.
"Non riesci a comprendere, Potter? Voglio che tu te ne vada" disse Harry senza guardare il ragazzo accanto a lui.
Damien ignorò semplicemente le istruzioni di Harry ed indicò la pila di penne e libri poggiata sul letto.
"Che ci fai con tutta questa roba?"
Harry smise di preparare il bagaglio e si voltò per affrontarlo.
"Non sono affari tuoi quello che sto facendo. Ora hai intenzione di lasciarmi in pace o sono costretto a buttarti fuori di nuovo?"
Damien non lo stava prendendo sul serio e questo cominciava  a infastidire Harry. Inclinò la testa da un lato e lo guardò.
"Sai che non sei affatto quello che mi aspettavo" disse con tono pacato.
Harry alzò le sopracciglia.
"Davvero? E che cosa ti aspettavi?" chiese.
"Beh, con tutte le storie che ho sentito raccontare sul Principe Oscuro, ho pensato che fossi  più, non so, aggressivo" terminò, ancora fissando il volto di Harry.
Harry pensò di aver capito male.
"Cosa? Più aggressivo? Pensi che sia stato gentile con te fino ad ora? Cosa c'è di sbagliato in te?" Harry stava seriamente contemplando l'idea che quel ragazzino non stesse bene di testa.
"No, non sei stato carino ma neanche così orribile. Voglio dire, tutto quello che hai fatto è stato gridare contro di me e buttarmi fuori dalla stanza. Avresti potuto fare molto peggio, come farmi male fisicamente." Sul volto di Damien nacque un piccolo sorriso, mentre Harry si rendeva conto di ciò che il ragazzo aveva appena fatto.
Damien era stato involontariamente fastidioso con Harry e aveva capito che il cosiddetto Principe Oscuro non gli si era scagliato contro o gli aveva fatto del male. Harry era appena stato inavvertitamente testato e sapeva di essere stato colto in fallo.
"Non faccio male ai bambini," disse Harry in tono di sfida.
"Così ho sentito," rispose Damien, in un ovvio riferimento al salvataggio dei bambini di Madama Chips.
Prima che Harry potesse rispondere sentì bussare forte alla porta. Immediatamente Damien saltò per lo spavento e corse verso il mantello steso a terra, mentre Harry lo osservava  armeggiare con questo e gettarselo addosso. Fu sorpreso nel vedere il ragazzino svanire –apparentemente- nel nulla.
'Figo quel mantello' pensò Harry mentre vedeva la porta aprirsi e James e Lily entrare nella stanza. Harry gettò loro uno sguardo torvo e voltò loro le spalle, ignorandoli completamente. Continuò ad imballare il resto dei suoi beni. Sentì James avvicinarglisi da dietro. Harry si voltò a guardarlo.
"Allora, imballato tutto?" chiese James e Harry rabbrividì mentalmente nel sentire l'entusiasmo falso della sua voce.
"Tutto quello che serve," rispose Harry e girò attorno a James per farsi strada verso il bagno.
Sotto il mantello, Damien guardò nervosamente Harry girare intorno al suo papà e scomparire in un'altra stanza. 'Oh, così è lì che si trovava quando sono arrivato' pensò Damien.
Harry riapparve un attimo dopo trasportando diverse piccole fiale. Sembravano sonno-senza-sogni e qualche pozione per il sollievo dal dolore. Damien guardò Harry aggiungerle al bagaglio. Sperò che non lo mandasse via. Lui davvero non aveva desiderato gridare davanti a Harry.
Osservò come la sua mamma e il suo papà gli si avvicinassero, e vide suo padre mettergli una mano sulla spalla, per indicargli di smettere di fare il bagaglio. Harry si fermò e si voltò con uno sguardo annoiato sul viso.
"Harry, abbiamo bisogno di parlare con te" disse Lily in un filo di voce. Harry la ignorò soltanto e tornò al suo imballaggio.
"Harry, ti preghiamo di darci solo pochi minuti, poi potremmo aiutarti a riordinare il resto della tua roba." disse James. Allo stesso tempo Harry si voltò a guardarlo con uno sguardo truce.
"Ho già detto che non ho bisogno del vostro aiuto. Non ho bisogno di niente da voi. Posso badare a me stesso e posso farlo da solo il bagaglio" ribatté Harry ai suoi genitori dall'aspetto stordito.
Damien era stupito dal tono che Harry stava usando per parlare ai loro genitori. Non lo aveva usato di sicuro quando stava parlando con lui prima. Gli aveva detto cose sgradevoli, ma il suo tono non era neanche lontanamente stato così duro come quello.
James e Lily sembrarono riprendersi subito dalle parole di Harry, e ciò fece pensare a Damien che quella non fosse la prima volta in cui Harry aveva parlato loro in questo modo.
"Harry, non ho mai detto che tu abbia bisogno di qualcosa da noi. Stavo solo cercando di essere utile. Se riesci a gestire tutto da solo allora va bene. Volevamo solo dirti una cosa prima di partire tutti per Hogwarts domani" spiegò James.
Harry sembrò arrendersi e si sedette sul suo letto con un'espressione annoiata.
"Beh, andate avanti allora" disse ai suoi genitori.
James e Lily evocarono due sedie e si sedettero davanti a Harry. Damien si stava lentamente facendo strada verso la porta aperta. Questa era la sua possibilità di scivolare fuori e cercare di trovare un modo per uscire da lì. Sapeva che il signor Weasley era tenuto a fare presto una piccola visita e stava progettando di tornare con la Metropolvere alla Tana con lui nello stesso modo con cui era arrivato. Era quasi arrivato alla porta quando sentì il suo nome venir pronunciato da suo padre. Damien fermò un piede fuori dalla porta e si girò lentamente per ascoltare la conversazione tra i suoi genitori e il fratello.
"Avremmo voluto dirtelo prima, ma con tutto quello che da poco è successo non abbiamo mai avuto la possibilità. Volevamo parlarti di Damien. Hai un fratello, Harry" James si fermò per lasciare che Harry avesse una reazione.
Ma Harry rimase seduto lì con nessuna reazione visibile. La sua faccia era completamente inespressiva e non disse una sola parola. James e Lily si guardarono, a disagio. Avevano pensato che avrebbero ottenuto una qualche reazione da parte di Harry. Lily continuò un po' esitante.
"Damien ha tredici anni e frequenta il terzo anno a Hogwarts. Lo incontrerai domani. Avrebbe veramente voluto conoscerti prima di partire, ma abbiamo pensato che fosse meglio farvi incontrare direttamente lì" concluse.
Harry alzò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi di Lily. Ora quell'adolescente dai capelli corvini aveva finalmente senso. 'Ecco perché il ragazzo si è nascosto sotto quel mantello. Si è intrufolato qui per incontrarmi contro la volontà dei suoi genitori' .
Harry tacque e ascoltò tutto ciò che James e Lily gli dissero di Damien. Harry sapeva che il ragazzo doveva essere all'ascolto e decise che l'occasione era troppo buona per perderla.
"Suona come un marmocchio noioso, viziato e fastidioso" disse Harry una volta che James e Lily avevano terminato il loro piccolo discorso sul figlio minore.
Damien arricciò il naso e guardò Harry, attraverso il suo mantello dell'invisibilità. Sapeva che Harry lo stava dicendo dato che sapeva che non poteva dire nulla per difendersi.
James e Lily sembravano un po' sbalorditi nel sentire Harry descrivere Damien in quel modo. Che cosa avevano detto che aveva fatto giungere Harry ad una conclusione del genere?
"Beh, può essere un po' viziato, ma Damien è un bravo ragazzo" disse Lily cercando di non essere troppo aggressiva nei confronti di Harry. Dopotutto Harry aveva finalmente reagito.
Damien rivolse lo sguardo sui suoi genitori. 'Non sono viziato!' pensò in silenzio fra sé.
"Mah, un 'bravo ragazzo', mi chiedo se lui sarebbe d'accordo con questo" disse Harry, questa volta con un piccolo sorriso sulle labbra. James e Lily si guardarono confusi. 'Di cosa sta parlando?'
"Beh, sì... ehm... così, volevamo solo per dirvi di fare attenzione a Damien. Probabilmente vorrà parlarti senza tregua. E' molto eccitato all'idea di aver un fratello maggiore" disse Lily con un sorriso sul volto.
"Gli avete parlato di me?" chiese Harry guardando direttamente James.
"Abbiamo dovuto dirglielo, ma lui l'ha presa sorprendentemente bene" disse James.
Silenziosamente apprezzò il fatto che Harry fosse così reattivo a lui e Lily oggi. 'Mi chiedo perché' pensò, ma poi gettò via i suoi dubbi. Era sufficiente che Harry stesse parlando con loro, non importava quale fosse il motivo.
"Pensavo che lo aveste avvisato di stare lontano da me, dopotutto non è sicuro" disse Harry con un sorrisetto. Gli occhi di Harry avevano uno strano bagliore in quel momento. Guardò dritto in quelli di James.
James sentì il suo temperamento salire, ma cercò velocemente di controllarlo.
"Harry, lui è solo un ragazzo. Non vuole farti del male. Gli diremo di non disturbarti troppo, ma non tollereremo alcuna violenza nei confronti Damien" James cercò di non sembrare troppo minaccioso, ma questo doveva essere detto.
Harry alzò un sopracciglio e si appoggiò sul letto. Sorrise a James prima di parlare.
"Ora, Potter, era una minaccia? Ho pensato che avessi capito cosa pensassi sulle minacce, e inoltre da quando hai iniziato a non tollerare la violenza?"
James era confuso. Di cosa stava parlando Harry? Solo perché era un Auror non significava che godeva attivamente della violenza. Prima che potesse aprire la bocca per chiedere a Harry cosa volesse dire, un forte rumore di schianto fece scattare in piedi lui e Lily.
Accanto alla finestra, c'era un grande vaso che era stato in qualche modo rovesciato e si era rotto in modo spettacolare. James aveva sentito distintamente dei passi frettolosi accanto ad esso. A James occorse solo un momento per capire cosa stava succedendo. Si alzò di scatto e tirò fuori la sua bacchetta e urlò.
"ACCIO MANTELLO DELL'INVISIBILITA'!"
Subito apparve un mantello proprio di fronte la porta e arrivò direttamente nella mano tesa di James. James e Lily videro il loro figlio più giovane in piedi di fronte a loro, che li guardava timidamente.
"Ehm... ciao a tutti" disse Damien, con uno sguardo da cui era chiaro capire che stava sperando di arrivare a vedere il domani.
Harry alzò gli occhi e distolse lo sguardo dal ragazzo in piedi davanti alla porta.
"Dilettante" mormorò sottovoce mentre James e Lily cominciavano a gridare in maniera incontrollata al povero ragazzo.
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Un'ora dopo le urla non si erano ancora arrestate e Harry stava per avere mal di testa. Erano tutti nella sua stanza e Damien era stato costretto a sedersi di fronte ai suoi genitori furenti. Harry aveva trovato molto divertente la scena all'inizio, ma ora cominciava a scocciarsi. 'Dio, non ha fatto nulla di male' pensava Harry mentre guardava James gridare al ragazzo. Harry trovava difficoltà ad ignorare le voci rabbiose.
"...mai si sarei aspettato che tu facessi qualcosa di così stupido! ...i Weasley sono indignati per il tuo comportamento ...dovrai scusarti!" la voce di James riecheggiava nella grande sala.
Fu l'ultima frase che tirò Harry via dal suo stordimento. Guardò la faccia rossa di James mentre continuava a minacciare il ragazzo con delle punizioni. Harry sentì una strana bolla di rabbia dentro di lui. 'Quando è troppo è troppo,' pensò. Nemmeno rifletté sul perché si sentiva arrabbiato. James non lo aveva minacciato con castighi, perché gli sarebbe dovuto importare di quello che James faceva con Damien? Per un motivo a lui stesso sconosciuto Harry si tirò in piedi e caricò verso il divano in cui James e Lily si trovavano con Damien.
"Penso che ascoltarti sbraitare per l'ultima ora possa essere una punizione sufficiente" disse Harry a James.
James, Lily e Damien guardarono Harry con analoghe espressioni confuse sui loro volti. James fu il primo a riprendersi.
"Harry, non hai davvero voce in capitolo in questo quindi, per favore, rimanine fuori."
Harry tese un sopracciglio alla risposta di James, ma non disse niente.
James si trovava già in difficoltà a trattare con Damien senza Harry lo facesse sentire in colpa. Odiava punirlo, ma dopo la prodezza che aveva compiuto, doveva essere disciplinato.
James volse lo sguardo da Harry a Damien. Il tredicenne lo stava ancora fissando, apparentemente in stato di shock per il fatto che suo fratello si fosse scomodato per lui.
"Damien, sono veramente deluso da te. Hai corso un rischio inutile per venire qui. Tuttavia, poiché tutti noi siamo in partenza per Hogwarts domani, la tua punizione sarà decisa in seguito."
"Papà, io non credo che tu sia molto giusto. Non ho corso rischi inutili venendo qui, ed è solo colpa vostra se questo è accaduto" indicò la sua mamma e papà. "Se mi aveste lasciato vedere mio fratello, non sarei stato costretto a fare questo". Damien aveva taciuto e lasciato che il suo padre gli urlasse contro, ma ora che aveva tirato fuori le punizioni, Damien sentiva di far notare ai suoi genitori che erano loro i responsabili delle sue azioni.
James e Lily sembravano oltraggiati. Fissarono Damien increduli per un secondo prima di gridargli di nuovo. Damien sospirò e si rassegnò ad accettare qualsiasi punizione stava per essere gettata sulla sua strada.
Anche Harry stava fissando Damien. Non riusciva a credere che qualcuno avesse fatto tutto questo solo per fare in modo che potesse incontrarlo. Quando prima aveva visto il ragazzo nella sua stanza aveva pensato che fosse stato mandato da qualcuno. Dopo aver appreso che il ragazzo era suo fratello biologico, aveva pensato che lo avessero mandato i Potter, dal momento che gli adulti stavano cercando di avere a che fare con lui senza fortuna. Ma in quel momento Harry capì che il ragazzo aveva fatto tutto da solo perché voleva  incontrarlo, e, beh, questo lo confondeva.
Harry guardò James prendere Lily per mano ed alzarsi.
"Non voglio più sentirti discutere Damien! La tua punizione sarà decisa domani, ora vai al piano di sotto" James fece come per lasciare la stanza ma venne fermato da Harry.
"E esattamente come hai intenzione di punirlo? Che cosa hai intenzione di fare? Gettando anche lui giù da due piani!"
James se ne stette lì a bocca aperta di fronte a Harry. Lily e Damien guardarono Harry e poi James, in attesa di una smentita da parte di James. Non arrivò mai.
"Harry, te l'ho già detto. E' stato un incidente. Non avrei mai fatto una cosa del genere intenzionalmente" cercò di spiegare James. Harry solo alzò gli occhi alla risposta di James. Invece Damien si alzò subito in piedi e si mise di fronte suo padre.
"Cosa! Hai gettato Harry giù da due piani! Perché? Come hai potuto fare una cosa simile?"
Harry fu preso alla sprovvista dal temperamento di Damien. Non pensava che il ragazzo avrebbe avuto il coraggio di parlare con suo padre in quel modo. Tuttavia la rabbia Damien era niente in confronto alla rabbia della testa rosso fuoco, che si mise accanto Damien e rimase con le mani sulla vita, fissando James. Harry dovette trattenere un sorriso quando vide James rannicchiarsi un po'.
"Non hai mai detto niente su questo James. Hai detto che Harry è stato ferito in battaglia. Non mi hai detto come o da chi" disse Lily con voce tranquilla ma letale.
James appariva pietrificato. Deglutì notevolmente,  facendo distogliere lo sguardo a Harry dato che la voglia di ridere stava diventando insopportabile.
"Beh, lui, lui è stato ferito in battaglia, ma, ehm, è stato un incidente da parte mia. Oh, andiamo Lils, lo sai che non farei mai del male a qualcuno così intenzionalmente" supplicò James.
Lily guardò il marito per un momento e poi incrociò le braccia sul petto.
"Dimmi cosa è successo" ordinò mentre si sedeva di nuovo sul divano.
James guardò dalla moglie ai suoi due figli.
"Ora? Tu vuoi che te lo dica adesso?"
"Sì, adesso!"
James guardò Harry e Damien prima di rivolgersi di nuovo alla moglie.
"Non pensi che ora non sia il momento o posto giusto?"
Lily guardò James per un altro momento, prima di mettersi in piedi, prendergli la mano e guidarlo alla porta. Si fermò e si voltò per parlare con Damien.
"Damy, mi aspetto che tu sia giù in due minuti per tornare dai Weasley."
Damien annuì e fece a sua madre un sorriso per dimostrare la sua gratitudine.
Dopo che i genitori avevano lasciato, Damien si voltò ad affrontare Harry.
"Grazie per questo, Harry" disse con un altro grande sorriso idiota.
Harry lo guardò di nuovo confuso. Non pensava che sarebbe mai stato così confuso nella vita come lo era stato nelle ultime ore o giù di lì con Damien.
"Grazie per cosa?" chiese.
"Per esserti scomodato per me ed averli distratti." Damien sorrise a Harry prima di avvicinarsi e chiedere quasi in un sussurro.
"Non lo ha fatto davvero, no?"
Harry pensò che Damien intendesse con 'lui' James e con 'fatto' il lanciarlo da due piani.
Sorrise e si chinò più vicino a Damien.
"Certo che lo ha fatto" rispose.
Damien guardò scioccato e fece realmente un involontario brivido al pensiero di suo padre, che faceva così male a suo fratello. Damien e Harry saltarono al suono di Lily che sbraitava.
"HAI FATTO COSA? ...QUATTRO! CE N'ERANO QUATTRO DI VOI? ...SAREBBE POTUTO MORIRE!"
Harry sorrise al pensiero del dolore che James stava attraversando. Damien si girò e lo guardò con curiosità.
Harry ad un tratto smise di sorridere e guardò Damien.
"Beh, cosa stai aspettando? Vattene!"
Damien si limitò a sorridere di nuovo a Harry mentre prendeva il mantello dell'invisibilità e si dirigeva verso la porta. Si fermò alla porta e si voltò a guardare Harry.
"Credo che ci vedremo domani, grazie ancora, Harry".
"Senti ragazzino, non mi sono scomodato per nessuno. L'unica ragione per la quale ho detto qualcosa è stat quello di infastidire i Potter e causare la lotta che sta avvenendo mentre parliamo, quindi non andare in giro con tutte queste strane idee in testa" scattò Harry verso di lui.
Il sorriso di Damien vacillò un po' prima di comparire di nuovo. Strizzò l'occhio a Harry e gli disse "Certo Harry, qualunque cosa tu dica."
Con Damien che lasciava un Harry irato da se stesso nel finire di preparare i suoi bagagli per Hogwarts.


   
 
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