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Autore: iusip    15/09/2006    3 recensioni
Scozia,anno 1235. La Scozia è divisa in due parti:da una parte ci sono i conquistatori normanni,fedeli al re d'Inghilterra...dall'altra gli indomiti scozzesi,fieri e combattivi. Lady Kaori sogna di sposare un biondo normanno...ma il destino,si sa,è spesso capriccioso...
Genere: Romantico, Avventura, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 16

I giorni successivi, Ryo e Kaori si evitarono accuratamente e deliberatamente.

Lui era ancora troppo ferito nell’orgoglio a causa del suo rifiuto. Lei era ancora troppo sconvolta, dopo aver fatto chiarezza tra i suoi sentimenti confusi e contrastanti e aver capito che era innamorata di lui.

Tutti nel castello, perfino le ragazze della servitù, si erano accorti della freddezza e del malumore che serpeggiavano tra i due: Ryo e Kaori non erano mai andati particolarmente d’accordo, ma i loro battibecchi animavano il grande castello. Adesso, invece, c’era una tale indifferenza tra i due che tutti si chiedevano cosa fosse successo per provocare questo cambiamento così palese e radicale…

Miki, invece, era sempre più felice con Umi. Avevano avuto modo di parlare e di conoscersi meglio, scoprendo di avere altre cose in comune. Si intendevano alla meraviglia, e la ragazza era davvero contenta e sorrideva in continuazione.

Negli ultimi giorni, però, Miki aveva visto Kaori davvero giù di morale e sospettava che la causa primaria fosse proprio un certo scozzese orgoglioso e testardo. La sua amica aveva addirittura tentato di fuggire un paio di volte dal castello, per giunta senza dirle niente, ma era stata prontamente fermata dalle guardie di Saeba. Anche se lui era a conoscenza di questi tentativi di fuga, non ne aveva fatto accenno né aveva preso provvedimenti in merito. D’altronde, per fare ciò, avrebbe dovuto parlare con Kaori, cosa che ormai Ryo non faceva da quasi una settimana.

Anche Seamus si era accorto che qualcosa non andava, ed era davvero disperato. Aveva creduto di avere una nuova famiglia, la sera in cui Ryo e Kaori si erano fermati nella sua camera a raccontare storie. Ma adesso, i due che lui aveva ribattezzato nella sua mente “mamma” e “papà”, non si parlavano più. Che avessero litigato?

Seamus aveva la spiacevole sensazione che fosse colpa sua, perché Ryo e Kaori avevano litigato proprio la sera in cui erano venuti nella sua stanza. Tuttavia erano giorni che Seamus ci pensava, ma ancora non era riuscito a capire cosa avesse potuto fare di sbagliato per generare quella incresciosa situazione.

Tra l’altro, Ryo gli aveva promesso di raccontargli la storia del nano gigante che mangiava Biancaneve, ma non l’aveva più fatto. Kaori ogni sera andava nella sua camera e faceva di tutto per narrargli storie cruente di mostri, come piacevano a lui, ma senza Ryo era tutta un’altra cosa.

Per di più Ryo non lo salutava nemmeno più. Aveva uno sguardo strano, che a Seamus faceva quasi paura. I suoi occhi sembravano vuoti e quando gli passava accanto non gli scompigliava più i capelli come aveva sempre fatto. Seamus aveva perfino cominciato ad esercitarsi con una spada di legno, affinché Ryo fosse orgoglioso di lui, ma il guerriero non se n’era nemmeno accorto. Non era quasi mai al castello, durante la mattinata spariva per ore e spesso non pranzava nemmeno con loro. E la notte, Seamus lo sapeva bene, Ryo non dormiva più nella sua stanza, che aveva ceduto a Kaori, anche se lui non ne conosceva il motivo. Avrebbe tanto voluto che le cose si aggiustassero tra loro, ma non sapeva davvero cosa fare per aiutare quei due testoni.

L’unica persona che stava traendo vantaggio dalla situazione era Yuki. Se ne stava tutto il giorno appiccicata a Ryo, e lui non la respingeva più, adesso. Anzi, addirittura la baciava con passione, soprattutto quando la normanna era nei paraggi. Forse voleva farla ingelosire. Nemmeno Yuki conosceva il motivo del distacco e della freddezza di Ryo nei confronti di Kaori, ma d’altronde non le importava più di tanto. La cosa che davvero contava era il fatto che Ryo era tornato ad essere suo. E avrebbe fatto in modo che lo diventasse per sempre.

Dopo quella che Kaori aveva soprannominato, in uno sprazzo di ironia, la “notte del misfatto”, Ryo non era più tornato nella sua stanza. Kaori lo aveva atteso ogni notte, con un misto di trepidazione e paura, e quando si era resa conto che lui non sarebbe più tornato, almeno finchè ci fosse stata lei, Kaori aveva provato un sentimento che si avvicinava molto alla delusione, anche se lei preferiva spacciarlo per sollievo.

Per questo motivo fu molto sorpresa quando, una mattina, di ritorno dalla sua consueta passeggiata, aveva trovato un bigliettino ripiegato, posto sul guanciale, scritto proprio da Ryo.
Curiosa, aveva aperto il bigliettino con mani un po’ tremanti, sentendosi una stupida adolescente, perché nel suo intimo sperava che Ryo le avesse voluto chiedere scusa per il suo comportamento.
Il messaggio di Ryo, invece, era ben più formale e freddo:

“Vieni nei sotterranei dopo pranzo. Devo parlarti di una cosa che riguarda Seamus. Ryo”

Kaori cercò di mascherare la delusione anche con sé stessa. Non avrebbe assolutamente fatto ciò che Ryo le aveva chiesto. Come si permetteva di trattarla così? L’aveva sedotta ed insultata, e ora, invece di parlarle di persona, le aveva mandato un volgare bigliettino ripiegato! E poi, perché voleva parlarle proprio nei sotterranei? In quel luogo freddo, umido e buio…le vennero i brividi al solo pensarci. Forse non voleva parlare con lei nella sua camera, dopo quello che era successo tra loro proprio in quel luogo, né nel salone, dove la dolce Yuki avrebbe potuto vederli. Kaori strinse la bocca al ricordo del bacio appassionato che Ryo e quella sgualdrina si erano scambiati diverse volte, proprio mentre lei passava davanti a loro. E non voleva nemmeno immaginare cosa succedesse tra quei due ogni notte da una settimana, ormai.

Tuttavia, rileggendo il breve e conciso messaggio, si disse che se Ryo voleva parlarle dopo giorni passati ad ignorarsi ed evitarsi, evidentemente doveva comunicarle qualcosa di importante. E quel qualcosa riguardava proprio Seamus. Kaori decise che si sarebbe recata a quel tetro appuntamento e, già che c’era, avrebbe spiegato due cosette a Ryo.

Durante il pranzo, Kaori non mangiò quasi nulla.
Nessuno, tuttavia, si preoccupò più di tanto, perché erano giorni che Kaori spiluccava ed appariva smagrita e pallida. Per quanti sforzi Miki avesse fatto per convincerla a mangiare qualcosa di nutriente, Kaori era stata irremovibile. Sapeva essere davvero testarda quando ci si metteva.

In realtà, l’inappetenza di Kaori non era un segno di affronto e sfida nei confronti del castellano, non oggi almeno. Era agitata e ripensava in continuazione alle parole del bigliettino. C’era qualcosa che non le tornava, o semplicemente era paranoica e troppo ansiosa a causa dell’imminente confronto con Ryo.

Dopo pranzo, comunque, Kaori aspettò che tutti avessero abbandonato la sala e che la servitù avesse finito di rassettare il salone. Poi, con il cuore in gola, si avviò verso la porta che portava ai sotterranei e cominciò a scendere cautamente gli scalini.

Non c’era nemmeno una torcia accesa, e Kaori maledì Ryo per aver scelto un luogo davvero poco romantico per il loro incontro. Nell’aria aleggiava un pungente odore di umidità e di muffa, che la fece tossire ripetutamente e rischiò di sopraffarla. Era quasi arrivata alla fine degli scalini, congratulandosi per sé stessa per essere riuscita a non scivolare, quando la sua caviglia urtò contro qualcosa e improvvisamente Kaori si ritrovò a cadere in avanti nell’oscurità.

Gridò, più per la sorpresa e lo stupore che per lo spavento, mentre la sua testa sbatteva contro il freddo pavimento di pietra. Dopo un attimo di dolore intenso e acuto alla tempia, gli occhi di Kaori si chiusero e il buio attorno a lei diventò assoluto.

  
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