18. Il gruppo si allarga
*Casa
Viviano*
Era
sera, la famiglia dei Viviano era tutta riunita a tavola eccetto per
Shila, la quale non si era vista per tutto il giorno. Dimitri
cominciava a preoccuparsi, ma che fine aveva fatto?!
Agnese non
aveva avuto modo di parlare con Lorenzo e Giulietta in quanto il
figlio era sempre stato in mezzo ai piedi durante la giornata, i
genitori però avevano recepito già che le cose
non erano andate
come si erano prospettati.
Durante la cena ci fu parecchio
silenzio, nessuno parlava ad eccezion fatta per la piccola Gaia, la
figlia di Agnese, che di tanto in tanto faceva domande su Shila, dove
fosse, quando tornava...
Finito di mangiare Giulietta si alzò
prendendo i piatti aiutata da Maria, la serva. “Dimitri,
tesoro,
puoi andare a mettere a letto Gaia?”
Il ragazzo sospirò, guardò
la bimbetta e sorrise, alzandosi. “Andiamo?”
Chiese, porgendole
la mano. La bimba annuì e si alzò, raggiungendolo
e prendendolo per
mano, così i due uscirono dalla cucina.
“Maria, qui ci pensiamo
noi... Vai pure.” Disse Giulietta congedando la serva la
quale
annuì ed uscì seguendo a ruota Dimitri e la
piccola Gaia.
Agnese
sapeva che ora l'avrebbero tempestata di domande così, prima
che
potessero cominciare loro, iniziò lei, “Non
abbiamo né la Mela,
né Ezio e né Leonardo.”
“Come sarebbe a dire?” Chiese
Giulietta, appoggiando i piatti in malo modo su un mobile e
rivolgendosi poi verso Agnese.
“Sono andata alla Rosa Colta e li
ho trovati lì... C'era la donna che gestiva il bordello e
l'abbiamo
presa in ostaggio.. Ezio però ha detto che avrebbe
collaborato se
l'avessimo lasciata libera... E così abbiamo fatto, non
avevamo
alternativa, dopodiché senza mantenere fede al patto si sono
messi
contro di noi, Ezio, Shila e le loro puttane.”
“Shila?!”
Chiese a quel punto Lorenzo che era stato quieto ad ascoltare fino a
quel momento.
“Dubito che rivedremo la piccola Shila varcare la
soglia del nostro cancello di nuovo. Credo proprio abbia deciso di
schierarsi dalla loro parte e... Aveva un'orribile veste bianca, da
Assassina, al collo teneva un ciondolo recante il simbolo della
setta.”
“.. Ohh dannazione, quella dannata
ragazza.
Non ne fa una giusta.” Si inquietò subito
Giulietta.
“Madre
io... Mi dispiace, giuro che la prossima volta non
fallirò!”
“Silenzio!” La zittì lei. “Hai
già fallito
due volte, li hai lasciati fuggire quando li avevamo in pugno! D'ora
in poi non agirai più di tua spontanea volontà ma
tutti i tuoi
piani dovranno prima passare da me, è chiaro?!”
Chiese
arrabbiata.
Agnese si morse il labbro, giurò su sé stessa che
quella stronzetta della sorella l'avrebbe ammazzata con le sue stesse
mani. “... Sì madre.” Si
ritrovò costretta ad annuire,
abbassando il capo.
Lorenzo trasse un profondo sospiro, poi si
alzò. “Buonanotte.” Fu tutto quello che
disse. Non prendeva mai
chissà quali parti in quelle discussioni.
*La
Rosa Colta*
Quella
notte Ezio proprio non riusciva a dormire. Era nel letto insieme a
Shila – sì – dormivano insieme.
Probabilmente era l'idea di
rivedere Caterina a farlo agitare.
L'Assassino fiorentino non
aveva mai tenuto in gran modo alle donne, oltre a quelle della sua
famiglia solo due avevano lasciato il segno: Cristina e Caterina.
Erano le uniche due per cui aveva provato un sentimento puro che
andava oltre ad un'amicizia di letto.
Guardò Shila. Si ricordò
di quando Cesare aveva fatto prigioniera Caterina e della gelosia che
lo pervase al solo pensiero che lo Spagnolo avesse abusato del suo
corpo... Stessa gelosia che lo assalì quando
immaginò Shila posare
nuda di fronte a Leonardo per un quadro ma che ora non gli faceva
alcun effetto. Se ne era accorto: la neo Assassina doveva tenerci
molto a lui, non lo vedeva solo come una guida, un maestro ed un uomo
da cui prendere esempio ma anche come un possibile compagno dal punto
di vista sentimentale.
E lui? Lui cosa voleva fare della sua vita
sentimentale? Aveva quasi cinquant'anni e ancora non si era
sistemato. Non aveva una famiglia tutta sua, non aveva neppure una
donna. Quando era giovane credeva che il resto della sua vita
l'avrebbe condivisa con Cristina, prima che la ragazza gli morisse tra
le braccia... Poi, quando incontrò Caterina,
cominciò a credere che
forse c'era una donna anche per lui, dopo tutte le sue sventure, fin
quando non lo abbandonò a Roma... E ora Shila. Ma Shila era
giovane
e bella... E lui non si fidava più delle donne, di certo non
voleva ripiegare
le sue delusioni in campo sentimentale su di lei e avviare una storia
solo per non sentirsi solo, voleva esserne sicuro... Ed ora, di
sicurezze, ne aveva ben poche. Probabilmente sarebbe morto
solo.
Quella mattina Ezio saltò giù dal letto presto:
aveva
dormito davvero poco ma non accusava la stanchezza, oltretutto si
sentiva in forma, molto meglio dei giorni precedenti. Guardò
Shila
dormire, non l'avrebbe svegliata, ci avrebbe pensato poi
Paola.
L'Assassino si ritrovò praticamente costretto ad indossare
nuovamente la sua veste dopo quei pochi giorni di 'relax'. Una volta
infilate le lame celate e strette le fibbie scese: non appena
arrivò
giù fu piacevolmente sorpreso di trovare sia Paola che
Leonardo in
piedi.
“Ezio, buongiorno. Dove vai?” Chiese la donna, al
che
si voltò anche l'artista.
Il fiorentino li raggiunse. “Paola,
Leonardo, buongiorno. Ho preso la mia decisione: andrò a
Forlì da
Caterina Sforza, credo che sarà ben lieta di aiutarci in
questa
nuova causa.”
Leonardo sospirò piano, non sapeva se essere a
favore o contro di quella decisione ma si fidava. “E
Shila?”
Domandò.
“Non appena sei pronto Leonardo, svegliatela. Ti
accompagnerà oggi stesso a Roma.”
“Cosa? Perché?”
Chiese.
“Come perché? Non ho intenzione di lasciarti
arrivare a
Roma da solo con questi pazzi dei Tiranni in giro. Potrebbero
seguirti o tenderti un'imboscata per la strada per poi cercare di
estorcerti informazioni riguardanti la Mela.”
“E tu?” Chiese
Paola.
“Io me la saprò cavare, devo solo arrivare fino a
Forlì,
al ritorno sarò coperto, spero. Non vi preoccupate, so
difendermi...
Sono o no il maestro degli Assassini?” Chiese poi con una
punta
d'ironia, accennando un sorriso, cosa che ormai non faceva spesso in
quegli ultimi giorni.
I suoi due amici ricambiarono il suo
sorriso.
“Però Ezio, ti prego, sta attento, va
bene?” Disse
Leonardo.
“Certamente... Vi raggiungerò a Roma
domani.” Poi
rivolse la sua attenzione su Paola, prendendole le mani e
stringendole. “Paola... Non so davvero come ringraziarti, non
hai
esitato ad ospitarmi non appena son tornato qui a Firenze e ti ho
causato parecchi danni.”
“Non preoccuparti Ezio, non è colpa
tua.” Rispose la donna sorridendogli e stringendogli le mani
a sua
volta.
“Veramente, grazie. Non appena sarà risolta anche
questa
faccenda tornerò, magari con Claudia.. Mh?”
Sorrise, poi una mano
si insinuò tra il braccio e la vita, cingendole quest'ultima
e
tirandola a sé in un affettuoso abbraccio.
“Sarebbe
meraviglioso!” Rispose la donna, prima di sentire le labbra
dell'Assassino sulla guancia, schioccarle un bacio.
“Leonardo..”
Lo guardò. “Occhi ben aperti, mi raccomando... Non
appena arrivi a
Roma informa subito mia Sorella, La Volpe, Machiavelli e
Bartolomeo.”
L'artista annuì. “Certo.. Fai attenzione, va
bene?”
“Sta tranquillo.” Disse dandogli un'amichevole
pacca
sulle spalle. “Ah...” Si voltò
nuovamente verso la donna. “Non
credo.. Ma in caso Agnese dovesse rifarsi viva e tornare qui...
Ditele che siamo tornati a Roma.. E che l'aspettiamo. Arrivederci
Paola!” La salutò, prima di uscire.
Leonardo si lasciò sfuggire
un sospiro sconfortato.
Ezio arrivò fuori le mura di Firenze.
Aveva optato per vie più interne e meno affollate in modo da
dare
meno nell'occhio possibile e per non andare incontro ai guai. Una
volta arrivato fuori prese il cavallo, infilò la punta dello
stivale
nella staffa e si diede lo slancio con l'altra gamba, salendo su.
Tirò le redini e calciando piano il cavallo lo fece partire
al
passo. Si guardò intorno, poi il cielo: probabilmente a
breve si
sarebbe messo a piovere.
Tra poche ore avrebbe rivisto Caterina...
E non aveva neppure salutato Shila.
Leonardo e Paola attesero
fino all'ora di pranzo prima di vedere Shila svegliarsi e scendere di
sotto. Il tragitto era lungo e sarebbe stato meglio mettersi in
viaggio il più presto possibile.
Non appena la ragazza scese, si
guardò intorno. V'erano alcune cortigiane oltre l'artista e
la
donna. Shila indossava gli abiti da Assassina del giorno prima. Li
avevano lavati ed ora erano più o meno 'portabili'. La
ragazzetta si
guardò intorno. “Ezio?” Chiese.
“Buongiorno Shila.”
Dissero i due praticamente all'unisono, notando il viso sbattuto di
lei che probabilmente doveva essersi affaticata parecchio il giorno
prima.
La ragazza si avvicinò. “Buongiorno..”
Borbottò in
risposta, poi ripeté la domanda, “Ezio?”
“Ezio è andato a Forlì.”
Annunciò Leonardo, gli dispiaceva dirglielo, soprattutto
perché
vista la sua domanda, l'Assassino doveva non averle accennato
nulla.
“... A Forlì?” Chiese.
“Si a.. A trovare una
vecchia.. Amica, sperando possa schierarsi dalla nostra come
alleata.”
Shila rimase in silenziò, sembro perplessa.
Perché
non le aveva detto nulla? Sembrava quasi come se volesse fuggire da
lei.
“Sei mai stata a Roma?” Chiese Paola, alzandosi dal
divano, notando lo sconforto negli occhi della ragazza.
Lei alzò
lo sguardo. “A.. Roma? No, perché?”
“Beh, a quanto pare è
il tempo di farci una gita..” Rispose la donna,
ridacchiando.
Leonardo si alzò a sua volta. “Già..
Ezio ha
detto che non appena ti fossi alzata e rimessa in forze
dovevamo
partire per Roma. Ha deciso che questa battaglia non può
consumarsi
qui, non abbiamo appoggio... E dobbiamo avvertire sua sorella, gli
Assassini e dei nostri.. 'Amici'.”
“Ah... E... Lui?”
“Ezio
ci raggiungerà domani.”
Quindi era deciso? Stava entrando a far
parte della setta? “Ma..” Non sembrò
molto sicura... E Dimitri?
Aveva bisogno di lei, non poteva mica abbandonarlo così
senza dirgli
nulla e poi aveva bisogno di alcuni chiarimenti, ad esempio su come
Agnese facesse a sapere che si trovavano lì.
“Cosa?” Chiese
l'artista.
Come poteva fare? Non poteva mica dirgli di aspettare
prima di partire perché doveva andare a salutare il
fratellino.
“Partiamo subito?” Chiese.
“Sì, non appena sei
pronta.”
Beh, per essere pronta, era pronta. Serrò le labbra ed
annuì. “Va bene allora.. Andiamo?”
Leonardo annuì, poi si
voltò verso Paola. Le sorrise, lei fece lo stesso.
“Grazie di
tutto Paola.” Disse stringendola in un abbraccio e baciandole
la
guancia.
“Mi aspetto di rivedere anche te una volta conclusa
questa faccenda, quando Ezio tornerà.”
“Certo, basta che non
esce fuori qualche altra storia simile perché non ci
sto!”
Risero.
Anche Shila salutò la donna, quando stava uscendo per
raggiungere Leonardo fuori, Paola la richiamò.
“Shila..”
La
ragazza si fermò e si voltò. “...
Si?”
“Sta vicina ad
Ezio.” Le sorrise.
Lei non capì, la osservò per qualche
istante, incuriosita da quell'affermazione, poi abbozzò un
sorriso
ed annuì. “Certo..” Rispose prima di
uscire.
Shila e
Leonardo si trovavano quasi alle porte di Firenze. L'artista vedeva
che la ragazza aveva qualcosa che non andava, stava un po'
più
indietro e camminava svogliatamente. “Shila..”
Rallentò, “Tutto
bene?” Chiese.
La ragazza alzò lo sguardo e abbozzò un
sorriso. “Sì.”
“Sei sicura?”
“... Si..” Annuì, un
po' meno convinta – non che prima lo fosse – ma poi
riprese. “E'
che..”
“Ripensamenti?” La interruppe lui.
“No... Non
ripensamenti solo che.. Dimitri.” Abbassò il capo.
“Tuo
fratello?”
Shila annuì ancora.
“Cosa c'è che non va?”
Chiese l'artista, con tono più apprensivo.
“E' che... E'
l'unico che mi è stato sempre accanto e io ora... Lo sto
abbandonando così, senza dirgli nulla."
“Vuoi andare ad
avvertirlo?”
“Mi lascereste andare?” Chiese Shila, i suoi
occhi si illuminarono.
“Ma non è pericoloso?”
“Saprò
cavarmela...!”
Leonardo era troppo buono, si impietosiva sempre
davanti a scene simili. “Ma devi sbrigarti Shila, il viaggio
per
Roma è lungo.” Sorrise appena.
“Grazie Leonardo!!! Farò in
un lampo!” Disse, prima di correre via.
L'artista sospirò,
sperava di non aver fatto una sciocchezza.
La ragazza si
trovava sul tetto dell'ex palazzo degli Auditore. Si guardò
intorno
circospetta prima di calarsi giù fino alla finestra, al
secondo
piano, del fratello: grazie al cielo era in camera, alla scrivania.
Studiava.. O almeno fingeva. La ragazza sorrise e bussò
piano alla
finestra.
Dimitri sbuffò, odiava studiare. Sentì qualcosa
picchiettare contro la finestra così volse il capo e si
ritrovò
Shila. Gli si illuminarono gli occhi e sul volto gli si
stampo' un gran sorriso. Si alzò in piedi e corse alla
finestra
aprendola e poi aiutando Shila ad entrare.
“Shila! Che fine
avevi fatto?!”
“Shh!!” Lo intimò lei di far silenzio o
–
quantomeno – di abbassar la voce.
“Si può sapere dov'eri
finita? I nostri genitori sono preoccupatissimi!”
“Non sono
preoccupatissimi, sono dei mostri.” Lo corresse lei.
“Ma
che..?”
“Chi c'è a casa?” Chiese la ragazza.
“Solo
Maria.”
“Ho poco tempo per spiegarti... Siediti.”
Il
ragazzo si andò a sedere, Shila fece lo stesso, mettendosi
accanto a
lui. Cominciò a raccontargli tutto, seppur riassumendo, fin
dal
principio.
Inutile dire che Dimitri non la prese affatto bene,
anzi, non gli era del tutto chiaro, non capiva come potesse essere
possibile. “E.. E ora te ne vai? Mi lasci qui?!”
Chiese, quasi
spaventato all'idea di rimanere senza sua sorella.
“.. Che altro
posso fare? Ezio ha bisogno di me, ho la sua fiducia e non posso
tradirla..”
“Portami con te!”
“A Roma?” Chiese
lei.
“Sì!!!” Disse scattando in piedi, poi la
prese per le
mani, “Ti prego Shila!”
Lei non si aspettò una tale
richiesta. “Non... Non so che dire Dimitri, è
pericoloso, Agnese
non ha esitato nemmeno un momento ad ordinare di farmi fuori... Non
vorrei potesse fare lo stesso con te.” Si alzò
anche lei.
“Beh
se venisse a scoprire che tu sei stata qui e che io ti sto coprendo,
potrebbe farlo lo stesso, no?” Chiese con un sorrisetto.
“Dai,
non fare così!” Disse lei, ridendo appena.
“Per favore
sorellina... Lo sai che la mia famiglia si trova dove ti trovi
tu..”
Sorrise appena.
La ragazza rimase in silenzio ad osservarlo per
qualche istante. “Ti odio. Va bene.”
Sospirò. “Ci vediamo alle
porte di Firenze, muoviti che sennò Leonardo mi
uccide!!!” Disse,
prima di uscire dalla finestra così com'era entrata.
Leonardo
era fuori dalla città ad aspettare la ragazza. Era seduto a
bordo di
una carrozza con due cavalli. L'artista non era decisamente tipo da
farsi un viaggio così lungo a cavallo.
Shila arrivò alle porte
di Firenze, attese il ragazzo una manciata di minuti prima di vederlo
arrivare. “Oh, quanto sei lento!” Lo
canzonò, scherzosamente. Da
una parte non poteva affatto nascondere la sua felicità
nell'averlo
accanto. “Fa silenzio ora, ci parlo io con
Leonardo.” Disse prima
di arrivare alla carrozza. “Ehm.. C'è stato un
cambio di
programma.” Annunciò la ragazza, attirando
l'attenzione
dell'artista il quale, volgendosi, notò Dimitri.
“Cosa..??”
“Lui
viene con noi!” Sorrise.
Daiii, sono stata abbastanza veloce no? Non potete rimproverarmi u.u
Quattro giorni, wow! Ho già in mente il prossimo chappy bello bello!
Volevo aspettare un pochino prima di postare questo ma purtroppo non appena li finisco di scrivere non riesco ad aspettare molto per postarli ehehe ^w^
Ringrazio ovviamente tutti quanti voi che recensite e leggete. Vi ringrazio da morire! Mi fate tanto contenta u.u
Vi mando un bacione cari, al prossimo capitolo!
Tchuss!