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Autore: snowfeather    06/02/2012    2 recensioni
La sua stanza era sempre stata il luogo che più rispecchiava la sua idea di calore, pace, sicurezza… intimità.
...
La notte che si erano incontrati era il 31 Dicembre del suo secondo anno di università e aveva organizzato insieme ai suoi più cari compagni di corso il tradizionale cenone di capodanno...
[Merlin x Arthur]
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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capitolo 3

I personaggi presenti in questa storia non mi appartengono. Essa è stata creata esclusivamente per piacere personale e non a scopo di lucro.



My Home Rooms

Capitolo 3

Un bel fuoco scoppiettava nel camino, rendendo la luce che illuminava la stanza accogliente e calda. Una piccola scintilla di brace si staccò volando da un ciocco di legno incandescente e si librò stupita per non più di tre secondi, planando lentamente verso la tavola colorata al centro della sala e chiedendosi curiosa cosa avessero da ridere tanto i tre ragazzi seduti sulle sedie di mogano scuro. Chissà se la loro ilarità aveva a che fare qualcosa con la bella fanciulla che stava in piedi dinnanzi a loro: gli occhi azzurri sgranati, la bocca dischiusa in uno shockato urlo silenzioso, le mani aperte appoggiate selvaggiamente sulla tovaglia rosso fuoco con le dita spalancate. Aveva intravisto una breve istantanea di quella stanza ricca di risate e di calore. Fu solo un momento e poi la piccola scintilla di brace si spense, morì così, con la sua domanda ancora irrisolta, ma con una infinita sensazione di dolcezza nel suo piccolo cuore ardente.



- Me la pagherete tutti... - sibilò Morgana sedendosi nuovamente sulla sedia. Nessuno poteva permettersi di sfidarla, nessuno poteva avere l'ardire di deriderla così apertamente, nessuno, capito? Nessuno! Specialmente non quando l'oggetto dello scherzo era un pezzo di figo come Arthur!!!


La cena stava proseguendo allegramente, Gwen aveva fatto un lavoro di alta cucina davvero, e tutti ormai avevano le pance pienissime. Erano da poco scoccate le 23:00 che Lancelot aveva rivolto uno sguardo furbetto verso Morgana. Non gli erano sfuggite le occhiate "di troppo" che la ragazza lanciava verso il suo biondo amico di infanzia, che da parte sua pareva non avere colto tutte le moine e le strategie femminili che quella streghetta aveva abilmente sfoderando nel corso della serata.

Lancelot provava una grandissima simpatia per Morgana. Era una ragazza energica (a volte fin troppo!), solare, spiritosa e divertente. Nonché davvero attraente con i lunghi capelli corvini e due grandi occhi azzurri che riflettevano tutta la sua gioia di vivere. Purtroppo era anche una grandissima permalosona e lui lo sapeva bene... Il suo più grande divertimento, da qualche mese a quella parte, consisteva nello spingerla verso situazioni imbarazzanti e la maggior parte delle volte era sufficiente una spinta piccola piccola... al resto pensava egregiamente lei! Era bravissima a mettersi nel sacco con le sue stesse mani.
Aveva annusato la buona occasione e ci si era, come sempre, lanciato a capofitto. Era tutta la sera, infatti, che  stava aspettando l'occasione giusta per lanciare l'amo al suo pesciolino...

E l'abbocco era riuscito in pieno: la preda si era lasciata adescare, si era presa all'amo da sola, si era divincolata per tentare di scappare, ma ormai troppo tardi... Il danno era fatto e aveva avuto da Arthur una risposta che non si sarebbe davvero mai sognata.


Lancelot rise di gusto per la soddisfazione: il suo scherzo era andato a buon fine, anche se aveva preso una piega alquanto inaspettata.

Arthur rise divertito dal viso sconvolto della ragazza appena conosciuta, ma a cui sapeva già in cuor suo di volere un gran bene.

Merlin rise un po' per il nervosismo accumulato (nervosismo? per quale motivo eri nervoso Merlin?) e un po' dal sollievo...

Veniva categoricamente escluso da questo genere di giochi, non era considerato per i due motivi che odiava di più al mondo.
Il primo era, ovviamente, che a lui piacevano i ragazzi e non aveva mai conosciuto qualcuno come lui... Era totalmente e irrimediabilmente inesperto in tutto quello che comprendeva i rapporti d'amore, anche se le sue brave cotte se le era preso pure lui... oh sì! Ma era finito abitualmente tutto in una bolla di sapone quando, dopo accurate ricerche, aveva scoperto che l'oggetto dei suoi desideri e sogni nascosti era irrimediabilmente etero. Aveva da sempre qualche problema con il suo gay-radar... Era come se fosse sintonizzato su frequenze sbagliate!
La seconda motivazione era che lui era sempre, da tutti, considerato l'amico, il cucciolino da accudire, il piccolo del gruppo, sempre silenzioso e accondiscendente. Troppo timido per condividere tanto di lui. Troppo riservato per accendere negli altri una scintilla di passione.
In compenso era imbattibile nell'accendere la scintilla della tenerezza e questo era spesso fastidioso e frustrante, poiché Merlin aveva sì un cuore grande e gentile, ma aveva anche un corpo che anelava la presenza di qualcuno vicino. Aveva dei desideri non propriamente puri e casti, nonostante tutti si permettessero di giudicarlo un gran bravo ragazzo. Quando chiudeva gli occhi la sera, prima di addormentarsi, nella solitudine del suo letto, si immaginava di vivere intense storie di passione e amore. Si immaginava in situazioni compromettenti con uomini belli e dannatamente sensuali e si eccitava fantasticando su cosa gli avrebbero fatto provare, se solo fossero state reali, quelle mani, quelle carezze, quei baci appassionati, quei due corpi agganciati magicamente insieme in un abbraccio ritmico e folle, verso la ricerca del piacere più estremo.
Pensava questo, Merlin, e si eccitava. Si eccitava davvero da morire!

Ma non l'avrebbe mai confessato a nessuno: era troppo riservato e si vergognava di condividere pensieri tanto intimi, anche se sapeva che la maggior parte dei suoi coetanei non faceva che vantarsi delle proprie prestazioni "amatorie".
Lui, in quanto gay e quindi amico e confidente delle donne, aveva scoperto che almeno il 78% delle bravate che sparavano i ragazzi, era pura immaginazione.


- Merlin, ti sei nuovamente perso nei tuoi pensieri? - chiese Morgana fissando intensamente l'amico, ancora inquieta dopo la figuraccia di poco prima.
- Ehm... -
- Ehm, Merlin? Che risposta è Ehm...? - Lancelot infieriva, pungolandogli un fianco col gomito.

- Oh, lasciatelo stare voi due! Lo sapete che ogni tanto ha bisogno di rifugiarsi nel suo mondo incantato... Perché gli andate sempre intorno? - Gwen riprese piuttosto energicamente Lancelot e Morgana, non era da lei... Con il tempo, conoscendolo sempre un po' di più, aveva imparato ad apprezzare e a voler bene a Merlin, nonostante a volte fosse un po' strano... Non si capiva a cosa stesse pensando, ma dopo qualche minuto in cui la realtà intorno sembrava non esistere più, lui tornava e, la maggior parte delle volte, con un pensiero profondo, una riflessione intelligente e ponderata, uno sguardo al futuro con rispetto per il passato. Lei lo adorava per questi suoi momenti di unione profonda con le forze dell'universo, quasi come se fosse una parte indissolubile della natura che lo richiamava a sè per sussurrargli all'enorme orecchio le sue verità insondabili per loro comuni esseri umani.
In quei momenti Merlin le pareva una creatura magica, ricco di misteri, di sfumature, di colori irraggiungibili e mutevoli, di passione e di coraggio inespressi, ma potenti e pronti ad essere scatenati nella scia di dolcezza che lui lasciava sempre dietro di sè.

- Stavo pensando, scusate... - Merlin si riscosse nel momento in cui si accorse di quattro paia di occhi che lo scrutavano.
Quelli scuri di Lancelot erano curiosi, quelli chiari di Morgana scettici, quelli castani di Gwen pieni di dolcezza e comprensiva ammirazione, e quelli azzurri di Arthur erano così... oh cavolo... gli occhi azzurri di Arthur... così dannatamente az- ...


- Merlin! Merlin! Per San Tiago Merlin! - Il giovane si trovò sdraiato per terra, con i suoi amici che facevano capannello intorno a lui, tutti e quattro questa volta con gli occhi colmi di ansia.
- Cosa mi sono perso? - domandò con un sorriso, la testa adagiata sulle ginocchia di Gwen, la sua mano fra i capelli. Forse avrebbe dovuto fermarsi al primo bicchiere di spumante... Tre erano decisamente troppi per lui, ora era chiaro!
- Ma perché devi sempre farci prendere dei mezzi infarti? Si può sapere perché sei svenuto stavolta? - Lancelot chino su di lui lo guardava innervosito, ma preoccupato. Doveva esserlo davvero molto, lo sentiva bene nella sua voce mascherata dietro una facciata di irritazione.
Merlin ci pensò un secondo e sentì che il viso prendeva fuoco improvvisamente... Era svenuto miseramente come un allocco quando aveva guardato negli occhi il ragazzo biondo che sedeva proprio di fronte a lui... Ma si poteva essere più patetici? Eppure lui aveva detto di essere... Lo aveva detto sì, ne era sicuro... Non se l'era sognato...


***
Morgana aveva creduto alle parole di Lancelot, quando le aveva rivelato che Arthur gli aveva fatto molte domande sul suo conto e che sembrava veramente interessato a lei. Ci aveva creduto così tanto, che aveva preso la palla al balzo, fra il secondo e il dolce, e si era fatta accompagnare in cucina ("i piatti son troppo pesanti per me!") e si era fatta avanti, cercando di avvicinarsi per baciarlo.
Arthur aveva elegantemente schivato l'attacco con nochalance e disinvoltura e, come se niente fosse, era tornato in sala.
Ma Morgana non aveva intenzione di arrendersi e, una volta in sala da pranzo, seduta al suo posto aveva tentato un altro tipo di approccio.
Tutti erano ammutoliti perplessi al salto che Arthur aveva fatto improvvisamente e, dopo qualche secondo di imbarazzatissimo silenzio, il ragazzo aveva bisbigliato alla morettina, cercando (alquanto inutilmente) di non farsi sentire dagli altri: "Morgana, dolcezza... Apprezzo davvero le avances che mi stai riservando sotto il tavolo, ma... non so come dirlo... preferirei che il nostro rapporto si basasse su una solida e valida amicizia." Sorriso.
*Ma come, mio principe..." aveva sussurrato lei languidamente "... so che non ti sono indifferente. Ho i miei informatori personali..."
"Quando vedi i tuoi informatori... " occhiataccia ad un Lance dallo sguardo innocente "... avvertili che potrei essere attratto da te, se solo possedessi una caratteristica della quale, da quanto ho potuto notare nel breve tempo che ho avuto per conoscerti, tu sei decisamente priva".
Moragana aveva risposto piccata, senza più preoccuparsi di tenere bassa la voce cristallina "Ah sì? E quale sarebbe, di grazia, questa caratteristica di cui sarei priva? Mi pare proprio di avere tutto al posto giusto. Potrei anche possederla, ma magari tu non te ne sei accorto, asino come sei..."
"Non credo Morgana..."
"Mettimi alla prova."
"Non insistere."
"Insisto eccome! Tu stai dando per scontato che io non sia all'altezza, ma ti proverò il contrario!"
"Morgana..." Arthur a quel punto era più divertito che imbarazzato dallo show che stava mettendo in piedi la ragazza.
"Arthur, insisto. Sono una donna e ho tutto il diritto di sapere cos'è che mi rende indegna delle tue attenzioni!"
"Ecco, vedi... è proprio questo il punto!" ridacchiò lui pulendosi l'angolo destro della bocca con il tovagliolo.
"Che sono indegna delle tue attenzioni?"
"No, quel che hai detto prima."
".... che insisto? Sono troppo insistente per i tuoi gusti? Non credevo che guardassi a queste co..."
"No Morgana, un po' dopo..."
"Che altro posso aver detto? Che... so-sono u-una donna?"
Arthur non rispose ma la guardò dritto negli occhi e di nuovo sorrise, innocentemente.

"... Non ci posso credere! Tu sei gay!" Non era una domanda, era un'affermazione sussurrata duramente. Morgana era balzata in piedi fulminando con lo sguardo Lancelot , che ormai aveva perso la sua espressione da innocente ed insieme ad essa ogni ritegno, rotolando dalla sedia dal gran ridere. Gli occhi spalancati della ragazza registrarono per un istante una lucina rossa dalla parte opposta della sala, probabilmente una piccola scintilla di brace che si era staccata da un ciocco nel camino, poi tornarono a fissarsi sui suoi tre amici che ridevano a crepapelle. Cosa ci fosse poi di così divertente...
***

Non l'aveva proprio detto, in fondo... Però non aveva neanche smentito... E se lo fosse stato veramente? Ma il suo gay-radar non aveva registrato niente! Eppure... eppure sapeva di non poter fare affidamento sul suo strumento di riconoscimento, era sempre stato tarato storto... Oh per tutti gli dei, che razza di confusione aveva in testa! E trovarsi a guardare i grandi occhi indagatori di Arthur, dopo quella rivelazione assai strana, lo aveva destabilizzato completamente, mettendolo definitivamente knock-out.


"Tirati su, non puoi restare per sempre sdraiato sul pavimento, anche se le ginocchia di Gwen devono essere comode..." disse Lancelot, allungandogli una mano e afferrandogli il polso con decisione.
Merlin si sentì strattonare il braccio e senza rendersene conto era nuovamente in piedi, un po' barcollante, ma per lo meno cosciente di ciò che gli stava intorno.


"Non sono così imbranato di solito..." si scusò con imbarazzo, non avendo il coraggio di guardare Arthur in faccia, ma palesemente rivolto a lui.
"Oh! Sì che lo sei! Decisamente... Merlin, qui, è il ragazzo più timido e dolce che esista sulla terra ed è adorabilmente imbranato! Come si fa a non volergli bene, a questo cucciolotto, eh? Cucci cucci cu..." le guance di Merlin si colorarono di rosso quando Lancelot, quell'idiota, prese a fargli le moine che di solito si riservano a un cucciolo di labrador. Scacciò la mano invadente che gli pizzicava amorevolmente una guancia e, con il cuore triste, scelse di fare buon viso a cattivo gioco.
Stavano tutti sghignazzando e anche lui sorrise. Si sentiva morire dentro, ma non voleva dare ai suoi amici il dispiacere di non avere garbo nei suoi confronti... In fondo l'avevano sempre preso in mezzo in quel modo e lui l'aveva accettato. Era l'unico modo che conosceva per farsi includere nel gruppo.

Alzò il viso e li trovò tutti sorridenti, canzonatori, ma affettuosi.
L''unico che non rideva, ma aveva invece un'espressione seria, quasi corrucciata, era Arthur. Le labbra erano imbronciate e gli occhi due fessure che lo scrutavano penetranti. Merlin lo vide chiuderli e scuotere la testa, facendo ondeggiare lievemente i capelli biondi, leggermente lunghi sul collo candido...
Spostò immediatamente lo sguardo, per evitare un secondo collasso (ma si poteva essere più idioti?) e si concentrò intensamente sulle sue dita strette convulsivamente intorno alla forchetta. Sì, stava davvero andando nel pallone.


Si alzò, ancora sorridendo e si diresse verso la cucina.
Una voce grave e profonda lo fece girare di scatto.
Arthur era fermo appena oltre la soglia della porta della sala, non propriamente in corridoio, ma non più visibile dal tavolo da pranzo. Lo aveva chiamato e lui si era sentito come costretto a fermarsi e ad obbedire a quel "Merlin" sussurrato, ma deciso.
"Non c'è dubbio che tu sia imbranato..." disse Arthur, nel momento in cui si rese conto di avere la piena attenzione del ragazzo che, dinnanzi a lui, lo guardava con gli occhioni blu sgranati "... e sicuramente sei strano forte! Ma c'è qualcosa in te... qualcosa che non riesco a cogliere, Merlin... E so per certo" disse avvicinandosi fin quasi a sfiorargli l'orecchio con le labbra "che sei uno dei ragazzi più sexy che abbia mai conosciuto."

Merlin rimase impietrito.
La bocca aperta, il respiro lievemente irregolare, le guance rosse come pomodori maturi, gli occhi sbarrati e nelle enormi orecchie solamente il rumore furioso del suo cuore impazzito.

Arthur si allontanò dopo qualche secondo, lo guardò negli occhi, sorrise di un sorriso storto che fece saltare al cuore di Merlin un battito, fra i centomila al secondo che stava pompando, e si girò per tornare dagli altri.


"Arthur!" la voce gli uscì roca, senza neppure rendersene conto.
Il biondino si girò con un'espressione incuriosita e fece scattare in avanti il mento, come ad incoraggiarlo a parlare.
"Non prenderti gioco di me." Merlin si sentiva estremamente frustrato ed anche un poco arrabbiato.
Solo perché aveva appena dichiarato di essere gay come lui, non aveva il diritto di prenderlo in giro.

Ma il sorriso che illuminò il viso di Arthur e la dolcezza nei suoi grandi occhi azzurri fecero sciogliere la diffidenza di Merlin come neve al sole. Non aveva mai visto un sorriso così sincero e degli occhi così cristallini.
"Merlin... sei un idiota."
"E tu sei un asino!"


Silenzio.

Risate in lontananza.

Sorrisi.


Un botto fuori dalla finestra, proprio in tempo per riscuotersi e unirsi agli altri per il count-down...



Dieci!
Nove!

Morgana saltellava gioiosamente sul posto, rischiando di versare lo spumante dal flute di cristallo.

Otto!
Sette!

Gwen e Lancelot si guardavano profondamente dai due lati opposti della sala.

Sei!
Cinque!

La testa era leggera, lo spumante annebbiava i sensi... Sicuro Merlin di voler brindare nuovamente? Cosa ci fai con il bicchiere pieno in mano?

Quattro!

... perché il cuore continuava a battere così forte?

Tre!

... perché Arthur era così impressionantemente attraente e magnetico?

Due!

... perché lui invece si sentiva così schifosamente patetico e banale? Merlin sei un disastro...

Uno!

E perché Arthur stava fissando proprio lui?
Perché così insistentemente?
Perché anche lui non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, passando dai suoi capelli, alle sue mani, al suo corpo perfetto, ai suoi jeans attillati...


"Auguriiiiiiiiiii!"
"Buon anno!"
"Felicità!"
"Pepe pepepepè! Pepe pepepepè! Pepe pepepepe pe peee!"
Si ritrovò travolto dagli amici festanti e i pensieri si confusero in una miriade di colori, di spinte, di abbracci, di calore...

Lancelot gli passò un braccio intorno al collo e cominciò a ballare trascinandoselo dietro. Al trenino si unirono progressivamente Gwen e Morgana, ed infine anche Arthur si accodò con uno sbuffo divertito.

La musica era allegra, i ragazzi raggianti e spensierati, la stanza piena di risate come non accadeva da molto tempo.


E Merlin era felice.


Non capiva tutto quello che stava vorticosamente accadendo intorno a lui, ma non si era mai sentito così... libero.
Libero di essere se stesso senza timori, libero di respirare a pieni polmoni la sensazione di euforia che lo pervadeva da quando aveva incrociato lo sguardo di cristallo di Arthur, libero di non vergognarsi di ciò che custodiva nel profondo... libero di concedersi il lusso di un sogno.


"Ragazzi! Ci siamo dimenticati della cosa più importante... Io ho portato il vischio!" disse Morgana con un urletto di gioia.

Si diressero alla portafinestra sulla quale Gwen aveva fissato una graziosa coroncina verde e oro, con tante palline bianche attaccate ai rametti sparuti.

La prima a voler baciare gli amici fu ovviamente la mora peperina, che già pregustava una piccola vendetta personale...
Si abbracciò Gwen stretta stretta e si baciarono le guance tre volte "...che porta bene!"
Poi fu il turno di Merlin e i baci furono quattro... "...che porta sesso, Merlin!" gli sussurrò la ragazza in un orecchio, facendolo diventare un po' più rosso.
Lancelot si avvicinò sospettoso, ma Morgana fu clemente: tre baci di rito e un sorriso da qui a lì fu ciò che ricevette.
Mentre Arthur si avvicinava, lei guardò il suo amico Lancelot come per dire guardami adesso, ficcanaso rompiscatole! e, appena il biondino fu a portata di labbra, gli schioccò un enorme bacio a stampo sulla bocca, lasciando tutti di sale.
Adesso era lei che se la rideva a pieni polmoni, per la faccia assolutamente shockata di Arthur, quella sorpresa di Lancelot e quella confusa e pucciosissima di Merlin... "Dai ragazzi! Mi son presa una piccola vendetta per poco fa... Ahaha! Dai Arthur, non fare quella faccia schifata, adesso sono consapevole di non essere il tuo tipo... Ma dovevo assolutamente farvela pagare. Pari, ok? Nessun rancore?"
Gli occhi strabuzzati di Arthur si distesero e tutti si misero a ridere. Certo è che nessuno avrebbe mai voluto trovarsi nelle mire della strega Morgana, quando era davvero infuriata!

Lancelot si offrì come volontario per la seconda tornata di baci rituali.
Abbracciò Merlin e Arthur, con grandi pacche sulle spalle e auguri di un anno sereno, ma non se la sentiva di baciarli... sarebbe stato troppo strano per lui.
Poi venne il turno di Gwen che se n'era stata in disparte per tutto il tempo... Una spinta da parte di Morgana e la ragazza si trovò letteralmente catapultata fra le braccia di Lancelot, che dovette sostenerla per non farla cadere. Si avvicinarono timidamente e si scambiarono i tre baci sulla guancia di rito... suscitando però un coro di fischi e "buuuu!" da parte degli altri tre spettatori, avidi di qualcosa di più emozionante.
"Forza Lance, mio caro... puoi fare decisamente di meglio" affermò Merlin con passione "coraggio! In fondo lo sai che è lei che vuoi e sarà sempre così!"
Gwen a quelle parole arrossì violentemente e fece per ritrarsi timorosa, ma Lancelot, colpito dalle parole dell'amico, le afferrò le spalle, la tirò verso di sè e, strizzando gli occhi come se si fosse trovato davanti a una stella luminosissima, depositò un bacio dolce e impacciato su quelle labbra tanto desiderate che sapevano di zucchero filato e arancia candita.
Uno scroscio di applausi accompagnò il coraggioso gesto del ragazzo.
Quando si riappropriò dell'uso della vista, Lancelot si trovò davanti una Gwen dagli occhi spalancati e lo sguardo sconvolto.
"Gwen, scusa... non so cosa mi sia preso..." sussurrò impanicato. Temeva di aver rovinato tutto, sapeva che il suo gesto sarebbe stato frainteso dalla ragazza che più desiderava al mondo. "Ti prego, perdon-"
Il ragazzo si ritrovò a ondeggiare pericolosamente all'indietro, con una Gwen attaccata al collo più felice che mai. Gli si era letteralmente gettata fra le braccia e ora lo stava baciando con una passione e un ardore che non sapeva neppure lei di possedere. Finalmente quello stupido si era deciso! Quanto aveva desiderato quel bacio, quante notti lo aveva sognato! Ed ora che era successo, non avrebbe lasciato che niente o nessuno glielo portasse via.

Sotto il vischio, la ragazza abbracciò e baciò con affetto il suo amico più caro... Merlin... Era grazie a lui che il suo desiderio si era avverato! Poi scambiò tre timidi baci anche con Arthur, suscitando uno sbuffo seccato in Lancelot che, appena lei si staccò dal suo biondo amico, le cinse possessivamente la vita, prendendole la mano.


Erano rimasti solo loro.
Merlin guardò Arthur e Arthur guardò Merlin.
Si avvicinarono un po' impacciati e si fissarono per qualche istante negli occhi.
La testa di Merlin cominciò a girare nuovamente un po' troppo veloce e lui distolse lo sguardo per evitare di finire nuovamente catapultato per terra...
Arthur gli mise una mano sulla spalla Dio, com'era calda al contatto con la sua maglietta! e si sporse leggermente verso di lui.
Niente, i muscoli si rifiutarono di collaborare e Merlin restò imbambolato come uno stoccafisso, aspettando la morte che presto sarebbe giunta, ne era convinto.
Dapprima fu solo un piccolo tocco, uno sfioramento leggero sulla guancia sinistra di quelle labbra morbide e dolci.
Poi il freddo, la consapevolezza di essere stato abbandonato dal calore della bocca di Arthur.
Poi un secondo tocco, poco più deciso del precedente, sulla guancia destra gli fece sussultare il cuore. Era tornato! Il calore era tornato! Come avrebbe più potuto farne a meno, da ora in poi?
E poi ancora vuoto, freddo, abbandono...
Merlin chiuse gli occhi e quello che sentì dopo non fu assolutamente ciò che si aspettava. La guancia sinistra era molto più... a sinistra del punto in cui si posarono nuovamente le labbra di Arthur.
Il ragazzo biondo aveva variato appena la traiettoria dell'ultimo bacio, depositandolo all'angolo della bocca di Merlin. Quella bocca così dannatamente invitante... Si era trattenuto all'ultimo momento, solamente perché si sentiva osservato da tre paia di occhi indiscreti. Altrimenti quel bacio sarebbe stato molto, ma molto più centrale... Oh sì, dannazione!
E invece si era ritrovato a sfiorare con le labbra quella fossetta così vicina alle labbra di Merlin... Così vicina che aveva sentito il sospiro di meraviglia e sorpresa del moretto sul suo viso.
Non sapeva perché, era solo una sensazione che veniva dal più profondo abisso del suo essere, ma Arthur percepiva che in quel magro ragazzo che gli stava davanti con gli occhi serrati, le labbra dischiuse, le braccia di legno lungo i fianchi e le orecchie bordeaux c'era qualcosa di assolutamente, inspiegabilmente, definitivamente... suo.

"Buon anno, Merlin" sussurrò, ancora piegato sul suo viso.
"Bu-buon anno anche a te..." balbettò l'altro, aprendo parzialmente gli occhi e cercando di non pensare al suo quasi-primo-bacio con quella creatura meravigliosa che rispondeva al nome di Arthur.

Si allontanarono di malavoglia.
Ma non potevano certo restare così per sempre, no? ...no...?

Gli altri li osservavano sorridendo, ma nessuno, neppure quella matta impicciona di Morgana, disse nulla.
Merlin li ringraziò silenziosamente per la loro discrezione... Non sarebbe riuscito a reggere, ne era certo, una qualsiasi battuta, neppure se scema, divertente, affettuosa... Era troppo.
Oh sì.
Era decisamente troppo per lui.


Si diresse come in un sogno verso il limoncello stappato sul tavolo e se ne versò un bicchierino abbondante senza farsi vedere da nessuno.
Erano tutti troppo impegnati a ballare, ridere, scherzare.

"Merlin, sei sicuro di quel che fai?"
"Devo fare qualcosa Gwen... Non posso restare così... Magari qualche bicchierino mi aiuterà a schiarirmi le idee..." e ingoiò il secondo nel giro di pochi istanti.
"Merlin... Non voglio vederti in condizioni pietose" disse lei amorevolmente.
"Non ti preoccupare. Mi sento già meglio, più... leggero!" e si scolò il terzo.

Doveva essere veramente sotto shock, pensò la ragazza. Non aveva mai visto il suo amico bere tre cicchetti di qualsiasi bevanda che superasse gli zero gradi in quel modo. E non dopo essersi già bevuto quattro bicchieri di champagne!
Ma lo guardò e vide che era tornato nel gruppo... Rideva, scherzava, ballava insieme agli altri e così smise di mettersi dei problemi per il suo amico. In fondo era una persona responsabile. Avrebbe saputo quando fermarsi.


Ma Merlin era troppo sconvolto, incantato, turbato e, sì, anche eccitato da ciò che era successo. Fecero festa per un'altra buona mezz'ora e lui trovò il tempo di farsi non visto altri 3 cicchetti di limoncello.
Ora si sentiva completamente a suo agio. Non avvertiva più su di sè il peso e la paranoia di ciò che era successo.
Tutto ciò che importava era che lui era lì, con i suoi amici, con quello strafigo di Arthur che si sarebbe fatto anche vestito, a ballare e divertirsi.
Null'altro importava.

"Sono un po' brillo!" urlò nell'orecchio di Lancelot a metà di un classico rock dei Queen piuttosto veloce.
Il suo amico buttò la testa all'indietro e rise di gusto: certo che Merlin un po' ubriaco era veramente uno spasso! Rimaneva il tenero ragazzo che aveva imparato ad adorare, ma molto più spigliato, divertente, simpatico. Aveva un'arguzia e un'ironia che raramente tirava fuori, ma che potevano essere veramente dei gran punti di forza. Era intelligentissimo e sapeva un sacco di cose interessanti... Non l'aveva mai visto con una chiacchierina così addosso!
Si voltò e con una sola occhiata capì di non essere il solo a pensarla così.

Arthur non aveva fatto che tenere gli occhi fissi sul moretto per tutta la sera. Era un ragazzo decisamente bello, molto più di Merlin, se si poteva permettere un paragone puramente estetico. Ma quella sera era il secondo a tenere banco... non c'era dubbio! Arthur era completamente calamitato e attratto da Merlin, come un'ape col miele, come il grano col sole, come la luna con la terra.

Ed in effetti era così.

Oltre a non riuscire a togliergli gli occhi di dosso, Arthur non perdeva occasione per cercare di avvicinarsi a Merlin, ballandogli vicinissimo, sfiorandogli casualmente la schiena con la mano, sorridendogli addosso tutto quello che stava provando in quel momento...

Merlin era troppo brillo per accorgersi di tutto questo, ma era felice, si vedeva chiaramente, e questo a Lancelot bastava.


Era quasi l'una quando i cinque ragazzi si accasciarono stremati, ma felici, sul grande divano verde e sulle due poltrone nocciola di casa Emrys.





*Angolo dell'autrice*

Lo so, lo so, lo so... sono tremendamente in ritardo! Scusate, chiedo profondamente venia...
Prometto che cercherò di essere un po' più regolare, d'ora in poi, lavoro permettendo...
Questo capitolo mi sono divertita molto a scriverlo, spero che possa piacere, anche se non sono convinta del tutto sia un buon lavoro. Io mi ci sono impegnata tanto, sperando sempre di migliorare un po'!
Grazie davvero tantissimo a coloro che commentano (ogni commento è un balsamo per la mia scarsissima autostima di scrittrice in erba), a chi ha inserito la storia fra le preferite, fra le seguite, o chi semplicemente ha deciso di impiegare un pochino del suo tempo a leggere i miei deliri.
Vi abbraccio! Grazie di cuore.
Snow
  
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