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Autore: HelloGoodbye    06/02/2012    7 recensioni
Nulla di nuovo sotto il sole: fic scolastica, qualche pairing strampalato, amicizie bizzarre e un pò di fantasia! :) C'è una rossa che cerca di sistemare Naruto con una Hyuuga, mentre Temari si divide tra due fratelli da bastonare e una Tenten da femminilizzare.
- Brutto idiota!-
- Ahio!-
- Naruto ho studiato con te per ben due ore! E hai preso di nuovo quattro!-
Karin lo colpì con un libro - Mi dispiace!-
- Io ho dovuto saltare la mia seduta di g.a.g. per te!! E' così che mi ripaghi?-
gli infilzò la mano con una penna. Berserk-Karin faceva davvero paura.
[ estratto dal Capitolo 9]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing, Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Temari, Tenten
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Infanzia.

Scusate lettori!!!

Volevo così tanto postare ieri questo capitolo ma tra preparare la torta e tutto il resto non ho fatto in tempo! Ieri era il mio compleanno per questo ci tenevo a pubblicare questo special come ringraziamento a tutti colore che recensiscono e seguono la storia ^^

Buona lettura

 

 

Sakura

 

- Sakura metti in ordine quell'armadio, è pieno di cose che potremmo buttare via. -

Sua madre le lasciò uno scatole in camera e se ne andò, qualcosa che assomigliava ad un “dallo subito” giunse alle orecchie delle ragazza,

con una scrollatina di spalle decise di ignorarla, tra poco sarebbe arrivata Ino per andare a scegliere insieme un vestito.

- Magari posso cercare qualche foto delle medie da farle vedere...-

Mormorò assorta,

iniziò a frugare dentro, saltarono fuori vecchie borsette infantili, dei vecchi pattini a rotelle polverosi, non senza fatica tirò fuori uno scatolone,

- I miei vecchi quaderni.. Oh! E i libri delle elementari! -

entusiasta sfogliò le pagine ingiallite, riempita da un tondeggiante scrittura di bimba,

tastando qualcosa di morbido sul fondo cercò di tirarlo fuori.

Con uno strattone riuscì a vederlo,

- La mia vecchia cartella -

con la mano accarezzò teneramente il tessuto sgualcito.

 

Sakura strinse forte le bretelle della cartella.

Si morse il labbro con i dentini ancora da latte, poi entrò in aula,

- Guarda che vestiti! - mormorò una bambina ad un'altra, e ridacchiarono,

- E quella vecchia cartella – altri risolini.

Sakura strinse forte le bretelle.

S'incamminò verso la fermata dell'autobus,

perchè la mamma non poteva occuparsi di lei,

anche solo per venirla a prendere a scuola.

 

- Ehilà ci siamo incantate? Sakura? -

Ino le dette uno scrollone prima di ricevere un cenno di riconoscimento dall'amica,

- Come sei entrata? -

- Tua madre mi ha aperto – rispose lei semplicemente,

- Ti devo raccontare una storia super. L'altra sera era a casa con Chouji e Shikamaru e -

- Ino ti ricordi questa? - la interruppe la rosa,

- Perché dovrei ricordarmi di questo zainetto sgualcito? - chiese lei leggermente stizzita per essere stata interrotta,

- Beh mi riporta indietro nel tempo – spiegò lei alzandosi da terra e sedendosi poi sul letto,

- Avanti sentimentale, racconti perchè quel coso cencioso ti rende così, ma poi usciamo a fare shopping! - le diede un buffetto sulla guancia e si mise a gambe incrociate vicino a Sakura.

- Era la mia cartella delle elementari. Ricordi? Tutte le altre bambine mi prendevano in giro perchè non l'avevo di Sailor Moon. -

- Di quella non me ne ricordavo, ma è stampato nella mia memoria quanto piagnucolona era a quel tempo – Ino si lasciò scappare una risatina,

- Beh erano cattive le altre bambine -

- Oh dei veri mostri! - la prese n giro la bionda,

- Ti ricordo che una volta mi hanno pure rovesciato addosso un bicchiere d'acqua!-

- E chi è che ti ha portato per mano in bagno ad asciugarti? -

- Tu, Ino -

- Già – commentò lei con voce morbida – erano bei tempi quelli.-

Sakura alzò un sopracciglia – Insomma! A te non hanno tagliato i capelli! -

- Saku era solo una ciocchetta -

- E' stato uno shock per una bimba emotiva come me -

- Ehi sono io la regina dei drammi, non imitarmi! -

entrambe ridacchiarono.

- Te la ricordi la prima volta che abbiamo parlato? -

- Sì, sai facevi veramente pena quel giorno, tra il muco che ti scendeva dal naso e tutto il resto...-

- Ino! -

 

- Ehi cosa ci fai qui tutta sola? -

Non ricevendo risposta la bimba s'avvicinò alla coetanea,

accucciandosi al suo fianco aspettò che i singhiozzi finissero,

- Tu sei quella con la fronte grossa vero? - la nuova crisi di pianto confermò tutto.

- Diamo un'occhiata – con le dita scostò i ciuffi disordinati di quella frangetta,

- Eh però, è veramente grossa! Lo sai che nasconderla la fa sembrare ancora più grande? -

finalmente la bimba dai capelli rosa sollevò la testa,

- Oh ora posso vederti in faccia! Io sono Ino, Ino Yamanaka -

- Sakura – mormorò lei

- Più forte non ti ho mica sentito -

- Sakura!! - urlò lei,

- Benissimo Sakura, ora in piedi – le tese la mano – ora stringila -

la bimba obbedì,

- Ora siamo amiche -

 

- Eravamo una coppia di sciocchine – commentò Ino,

- No, tu eri la combinaguai, io ti seguivo e basta -

- Sì un vero angioletto, chi è che ha avuto l'idea di mettere una cicca tra i capelli di quella smorfiosetta? - chiese Ino,

- Quella era vendetta, lei aveva copiato dalla mia verifica -

- E così ritornò l'equilibrio nella forza! - esclamò la bionda,

- E' stata la tua compagnia a traviarmi -

- Io ti ho cambiato in meglio! Benissimo e ora dobbiamo andarci a cercare un vestito, la festa di primavera è tra una settimana -

- Tsè festa di primavera, ma se per strada c'è ancora la neve – disse Sakura,

- Sai come la chiamano anche? La festa della coppia! -

- Perché? -

- Ma è ovvio: siamo a febbraio! E cosa succede al 14 di questo mese? San Valentino! -

- Solo uno spreco di soldi quella festa -

- Saku, pensi di festeggiarla con Naruto? -

la ragazza strinse la labbra,

- Meglio portare anche un ombrello, si sa mai che il meteo cambi – le rispose cambiando completamente argomento, ignorò pure il sospiro esasperato dell'amica.

 

- Avanti dammi la mano. Adesso staremo sempre insieme, vedrai che nessuno ti dirà più niente -

- Ma se mi dicono cose brutte quanto tu non ci sei? -

- Beh tu gli rispondi per le rime! Animo Sakura, hai una fronte grande, usala!

La bimba annuì improvvisamente rincuorata,

- Ah Sakura, prima di entrare in classe meglio andare in bagno. Hai una faccia inguardabile.-

 

 

Naruto

 

Naruto non aveva mamma e papà, lo sapeva bene.

Ma era stato fortunato,

un'amica di famiglia decise di adottarlo, e per lui Tsunade, divenne la nonna.

Ma quando all'asilo gli chiesero di disegnare i suoi genitori si arrabbiò, e dopo aver stracciato il foglio di carta e buttato a terra tutti i pennarelli corse via.

I bambini lo prendevano in giro perchè non aveva i genitori,

diversi compagni lo prendevano in giro perchè lui non aveva mai il pranzo,

giocava sempre da solo perchè nessuno gli prestava i giocattoli ma nonostante questo era un bambino felice e sorrideva.

Nemmeno sapeva che qualcuno lo invidiava tantissimo.

 

Il giorno del suo quinto compleanno all'asilo gli fecero la torta, con tanta panna,

in giardino un bambino lo spinse facendogli cadere a terra la fetta,

- L'hai fatto apposta! -

- Non è vero, e tanto le maestre non ti crederanno se glielo dici-

calde lacrime già gli rigavano il volto quando un bambino dai capelli rossi raccolse la torta caduta a terra e, con grande stupore di tutti, la spiaccicò in faccia a quel bambino,

- Adesso vattene via e non dirlo alle maestre, altrimenti ti picchio -

l'altro umiliato scappò via in lacrime.

Quando Naruto vide il suo salvatore s'accorse d'essersi sbagliato,

era una femmina e non un maschio, nonostante i capelli corti,

- Tu sei davvero un frignone. - gli disse guardandolo,

- Ma la mia torta...-

- Puoi mangiare la mia parte, non mi va più, ma prima – prese tra le mani il grembiule della divisa e gli strofinò gli occhi – Bene ora non sembri più un cane bastonato. Mangia.-

rimase lì a guardarlo finchè non ebbe finito.

- Neanche io, come te, ho la mamma e il papà. -

- Davvero? - lei annuì,

- Ogni volta che picchio un bambino che ti prende in giro, tu mi dai un abbraccio? -

- Ma non va bene picchiare gli altri – rispose lui ingenuamente,

- Se ti faccio il pranzo tutti i giorni? -

- Sì! -

- Allora siamo amici. Io sono Karin -

finalmente si sedette affianco a lui.

Lei non lo lasciò mai più da solo,

solo più tardi Naruto capì che oltre all'amicizia, l'affetto e il conoscersi meglio di chiunque altro, c'era una cosa che li teneva saldamente legati: il desiderio di non essere abbandonati.

 

Naruto sorrise a quel ricordo,

si alzò dal letto dove Karin ormai dormiva beatamente,

recuperato un cuscino e delle coperte di fortuna si stese sul divano.

Quando, un'ora prima, Karin era arrivata a casa sua chiedendogli di poter restare la notte le aveva fatto strada, l'aveva coccolata, messa a dormire ed era rimasto con lei finchè non s'era addormentata, non le aveva chiesto niente, non ce n'era bisogno.

Naruto sospirò, non era una novità che Karin odiasse la famiglia che l'aveva adottata.

 

 

Hinata

 

- Avanti -

Quando qualcuno aveva bussato alla sua porta Hinata non si aspettava Neji,

e invece suo cugino stava lì,

incorniciato dagli stipiti della sua porta di mogano,

- Posso disturbarti? -

non poco stupita da quella richiesta annuì – Puoi metterti qui –

disse indicando il tappeto su cui lei stessa sedeva, lui lo fece.

Ad Hinata non scappò l'espressione crucciata del cugino, sebbene fosse ben mascherata,

e poi qualcosa la colpì:

Neji non era mai entrato in camera sua, nessun ragazzo lo aveva mai fatto,

lo sguardo le cadde sui pupazzi posizionati su una mensola,

- Ho bisogno del tuo aiuto Hinata. -

ma ormai la ragazza era persa nel mondo dei ricordi.

 

Il piccolo cuore di Hinata palpitava,

casa Hyuuga non era un luogo ospitale,

non c'erano gesti di tenerezza, la bimba strinse a sé il coniglietto candido di peluche.

 

Balie, tutrici, accompagnatori ma non una mamma e un papà,

così lontani dal suo mondo idilliaco e dorato,

così vicini ad essere quasi degli sconosciuti.

E poi venne Hanabi a colorare la sua vita, decise che sarebbe stata tutto per suo sorella:

padre, madre, sorella, maestra, amica,

e così fu.

E poi venne Neji, il cugino che, nei suoi ricordi era l'ideale principe azzurro, ora la impauriva.

 

Hinata era una bambina malinconica,

continuamente mortificata dal padre e dal suo tanto brillante quanto distaccato cugino,

senza un'amica con cui confidarsi.

La piccola Hinata viveva in un mondo tutto suo, in cui alla realtà non era permesso entrare.

In questo mondo potevano entrare le persone a cui lei voleva bene:

la piccola sorellina, la maestra gentile, la vicina che carezzava dolcemente il capo, Kō suo autista.

 

 

Era all'ultimo anno di medie quando qualcosa scattò dentro quella personcina cupa,

tornando a casa un pomeriggio trovò Neji con due ragazzi, un lieve sorriso incurvava la bocca severa di suo cugino, c'era qualcosa di diverso, lo vedeva in Neji,

lo leggeva in quegli occhi grigi che sapeva decifrare bene.

Da dietro la porta della cucina li spiò, uno dei due era Rock Lee lo riconobbe,

ma l'altro, il ragazzo dagli occhi del colore del cielo, chi era?

- Uzumaki, se ora posso volare è merito tuo. Ti ringrazio -

- Passami i compiti di domani e saremo pari! -

Neji mormorò qualcosa del tipo “anche se m'hai battuto rimani un idiota”.

 

Hinata decise che avrebbe fatto crescere i capelli,

lunghi come quelli delle principesse delle fiabe che tanto amava,

Hinata decise che avrebbe frequentato un liceo pubblico, non più accademie femminili.

 

- Hinata? -

- Scusami mi sono distratta.-

 

TenTen

 

- Fine. -

Questa cosa andava ormai avanti da diversi giorni.

Stesso posto stesso orario,

si sedeva su quella panchina di fianco a lui e parlava, solitamente lui le rispondeva con frasi cattive come -Vai via – o – Sei noiosa -,

ma TenTen sapeva che erano bugie, se le sue storie erano così brutte bastava che lui cambiasse posto, e invece stava sempre lì.

A lei piaceva quella routine,

le storie che il nonno le raccontava la sera, prima di dormire, lei gliele ripeteva l'indomani,aggiungendo dettagli e descrizioni fantasiose; il parco giochi del condominio non le era mai sembrato così divertente, le piaceva quel bambino, era buffo:

lui diceva una cosa, ma i suoi occhi ne dicevano un'altra.

Pian piano lo vedeva,

sì quel bambino pian piano era cambiato,

tutto era iniziato quando l'aveva guardata negli occhi interessato alla storia del drago, poi aveva iniziato a notare che gesticolava tantissimo, era buffa, gonfiava le guance, faceva i versi degli animali e rideva tantissimo.

Poi iniziò a guardarla meglio,

teneva i capelli raccolti ai lati come due cipolle, quella era l'acconciatura più strana che avesse mai visto, gli occhi erano grandi grandi, il sorriso era sdentato e il naso all'insù.

Il giorno in cui, con molta semplicità gli disse che, avendo finito le leggende, gli avrebbe raccontato la sua storia, fu in quel momento che s'accorse di trovarla piacevole,

e prima che potesse accorgersene, col passare dei giorni, si ritrovò a ridere insieme a lei, adesso le storie le inventavano insieme, e quando lui le faceva delle domande Tenten per rispondergli si inventava tutto si sana pianta!

 

E poi venne, il giorno più brutto per un bambino, un giorno di pioggia,

ma TenTen prese il suo ombrello sgangherato e si avviò al parco,

come aveva pensato là non c'era nessuno, si sedette sulla panchina, aspettando.

Rimase lì a lungo,

sentiva i piedi freddi e la pioggia batteva insistentemente contro il suo ombrellino,

uno starnuto, due starnuti,

- Sei venuta lo stesso! -

quando girandosi Tenten vide il suo amico sorrise,

- Ti stavo aspettando – terzo starnuto,

- Vieni, ti porto a casa! -

e detto ciò le prese la mano, correndo insieme e saltando in ogni pozzanghera.

- Itachi! Itachi! Vieni subito, l'ho portata! -

Sasuke entrò in casa, trascinandosi dietro l'amichetta,

- Sasuke non urlare ho mal di testa – disse un ragazzo quando fece la sua comparsa davanti a loro, aveva lunghi capelli neri e pesanti occhiaie,

- Oh, è lei la tua famosa cantastorie? E io che pensavo l'avessi inventata – commentò lui in tono canzonatorio, piegandosi sulle ginocchia iniziò a sfilare la mantellina e gli stivaletti al fratellino - Signorina, è vero piacere, se vuoi lasciarmi i tuoi vestiti provvederò personalmente ad asciugare voi due pulcini bagnati -

TenTen annuì e dopo dieci minuti, lei e Sasuke era vestiti di tutto punto,

- Ora teste giù, bravi – passò il phon sulle loro testoline ,

una volta soddisfatto del risultato li prese come sacchi di patate depositandoli sul divano,

- Signorina non so ancora il suo nome? -

- TenTen – rispose lei sorridendo, aveva i capelli sciolti e arruffati,

- Ma a me hai detto Tian! - esclamò Sasuke mettendo il broncio,

- No zitto! - esclamò lei mettendogli le mani sulla bocca – E' un segreto, l'ho detto solo a te!-

Itachi sorrise vedendo come andassero d'accordo,

- Io non ho sentito nulla, posso procedere con la spazzole? - lei annuì vigorosamente,

- Che bei capelli, degni di una principessa – anche Sasuke sembrava approvare,

- Posso farlo io? - chiese il più piccolo dei fratelli Uchiha,

- Devi chiederlo alla principessa, TenTen può pettinarti lui i capelli? -

- Sì! - rispose lei con quel suo accento particolare che aveva subito incuriosito Sasuke,

- Devi essere delicato, altrimenti le farai male, bravo, così -

dopo di che la bimba raccolse nuovamente i capelli ad odango.

- Dimmi TenTen dove abiti? -

- In portineria -

- Il portinaio è quindi...-

- Il nonno – rispose lei candidamente, starnutendo poco dopo.

Rimasti soli i due giocarono a lungo, finchè stremati si lasciarono cadere sul futon,

- Tian... posso chiamarti così? -

- Solo se siamo tra di noi -

Sasuke si girò a guardarla – Anche io sono come te – disse molto seriamente,

- Lo sapevo – disse lei stringendogli la mano con la propria – Sei un libro aperto per me -

detto ciò entrambi s'addormentarono.

 

 

TenTen sorrise amaramente a quel ricordo,

- Cosa è successo Sasuke? -

chiese al vuoto,

tirò fuori ancora una volta l'incarto natalizio dal fondo dell'armadio, con delicatezza lo aprì rivelando un meraviglioso abito cinese, rosso con decori e impunture dorate, da un lato brillava la sagoma di un drago che scompariva nelle cuciture dell'abito, lì c'era un biglietto semplice: Per la mia Tian.

- Non ti capisco più -



.Note.

Velocissima, dunque come promesso ecco qua Sakura, Naruto,Hinata e TenTen+Sasuke, a differenza della storia non ero ispirata per scrivere questo capitolo sull'infanzia, temo che qua e là si noti qualche forzatura, spero che abbiate fatto lo stesso una piacevole lettura.

Grazie come sempre a tutti!

 
  
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