Pioveva. Pioveva
davvero tantissimo.
Sirius era seduto sulla riva del Lago Nero. Gli occhi umidi, capelli
bagnati,
vestiti fradici. Sentiva le gocce cadere sul suo corpo. Rifletteva.
Rifletteva
sul fatto che ormai la guerra era arrivata. E che tutti avevano preso
una
posizione. La posizione che al loro giudizio era la migliore. E Sirius
si
chiedeva come era possibile che… Le gocce si fermarono.
Impossibile che la
pioggia si fosse fermata: vedeva le gocce formare piccoli cerchi
concentrici
sulla superficie del Lago…
“
Serve un ombrello, amico?” domandò
Remus. Teneva un ombrello in mano con il quale mi aveva coperto.
L’ombrello era
nero. Il colore non fece che aumentare il mio nervosismo.
“ Come
hai fatto a trovarmi?” domandò
Sirius.
“
Alzati un secondo, Sir, è tutto
bagnato… anzi, sei tu quello bagnato… mi sembri
un cane randagio tutto
fradicio… Essicco”
disse puntando la
bacchetta prima sui suoi vestiti e poi sull’erba dove si
stava sedendo Sirius.
“
Grazie… ma come sapevi che ero qui?
“
Em… vediamo un po’… forse
perché ti
conosco?” domandò Remus.
“
Mappa del Malandrino, eh?” domandò
Sirius. Remus sorrise.
“
Mappa del Malandrino, caro mio… il
tuo intuito è davvero acutissimo!” ma vedendo che
l’amico era ancora afflitto.
“
C’è qualcosa che ti turba?”
domandò
cercando di non sembrare invasivo. Sirius guardò ancora
l’ombrello con cui Rem
teneva lontano la pioggia. Cosa poteva dire?
“
No…
“ Non
ci credo. Avanti, cosa succede?
È per via di Coda?
“
No… capirai, Coda non centra niente…
e neanche James… è per… bè,
penso che tu conosca la notizia…”
sussurrò. Remus
abbassò gli occhi.
“
Sì, la so.
“
Ecco, capirai che non posso
prenderla bene.
“
Infatti ti capisco. Ma devi anche
comprendere che non puoi farci niente. È una scelta
sua” disse Remus
semplicemente.
“
Ormai è entrato in quella comitiva
di bella gente… Mia cugina, Lestrange, Piton…
quelli sono Mangiamorte, Remus…
io lo so… sento le cose che dice mia cugina… e
conoscendo la mia famiglia…
farebbero di Reg un eroe nazionale se si unisse a…
Voldemort…” mormorò. Remus
gli diede una pacca sulla schiena.
“ Io
non posso contraddirti, Sir,
senza mentirti. È vero, non è una bella compagnia
quella che si è scelta. Ma
penso che non sia così stupido da…
“
Sì, fidati, è così stupido”
ammise
Sirius. “ Ma è pur sempre mio fratello. E so che
lui ha un’idea e io una mia.
Ma non posso prenderla bene. È qualcosa che non riesco a
fare” disse con la
testa in mezzo alle mani. Remus guardò il Lago.
“
Sirius, questa è la guerra. Famiglie
separate, traditori, morti, distruzione… e sono
d’accordo con Silente : quando
usciremo di qui scoppierà subito la guerra. Ed è
in questi mesi che dobbiamo
decidere da che parte stare. Se tuo fratello ha deciso, tu non puoi
cambiare la
sua scelta. A meno che tu non ci voglia parlare, e in questo caso
avresti la
mia più totale approvazione” disse. Sirius scosse
la testa.
“
No… Io non ci parlerò. L’ho giurato.
Non avrei mai più guardato in faccia qualsiasi membro della
famiglia che la
pensasse come mia madre. E Regulus è la copia perfetta di
mia madre… Spero solo
che grazie a quest’Ordine…
“
Già… sai, anche se abbiamo detto a
Silente di sì, continuo a non capire che cosa dovremmo fare
esattamente…
“ Lo
scopriremo dopo la scuola, no?
Però sono contento che ci siano anche gli altri con
noi… sai, in questo periodo
mi sento un po’ solo” ammise Sirius.
“ No,
tu non sei solo. Stai con noi.
Siamo noi la tua famiglia, Sir. Come lo siete per me. E come lo siamo
noi per
James, Lily e Peter. Sappiamo di poter contare su di noi, e
finché questa
fiducia resisterà, noi non saremo mai, mai soli”
dichiarò Remus. La pioggia
cessò. Remus abbassò l’ombrello.
“
Nero… i Black… Quanto vorrei
chiamarmi Potter, o Minus, o Lupin…” disse
alzandosi.
“ Se
vuoi possiamo fare a scambio di
cognome, ma non penso che suoni bene Sirius Lupin!” disse
Rem.
“ Ma cosa dici!
Secondo me è
perfetto!” disse Sirius fingendosi offeso. E ritornarono
lì, dentro il
Castello, con Remus che teneva l’ombrello tra le mani e
Sirius che rideva. I
pensieri dei ragazzi, malgrado tutto, erano simili. Una guerra stava
per
cominciare. Ma se restavano uniti, l’avevano già
vinta.