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Autore: iusip    17/09/2006    1 recensioni
Scozia,anno 1235. La Scozia è divisa in due parti:da una parte ci sono i conquistatori normanni,fedeli al re d'Inghilterra...dall'altra gli indomiti scozzesi,fieri e combattivi. Lady Kaori sogna di sposare un biondo normanno...ma il destino,si sa,è spesso capriccioso...
Genere: Romantico, Avventura, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18

I giorni successivi, i rapporti tra Ryo e Kaori migliorarono notevolmente. Erano tornati a litigare spesso, e questo era un buon segno. I loro litigi, però, non erano più astiosi come prima, ma più giocosi e scherzosi, come se una nuova complicità si fosse creata tra loro.

Ryo aveva costretto Kaori a stare a letto per qualche giorno: il suo mal di testa, infatti, era ancora molto forte e lei non era ancora riuscita a ricordare perché fosse scesa nei sotterranei. Ryo era preoccupato, perché la sua amnesia temporanea poteva significare che la caduta aveva provocato dei danni cerebrali e che la ferita era più grave del previsto.

Kaori, però, aveva riacquistato il suo colorito e aveva messo su un paio di chiletti, che la rendevano ancora più morbida e sensuale agli occhi di Ryo. Era sempre più difficile ignorare l’attrazione che provava verso quella donna, e la situazione era aggravata dal fatto che lei si comportava in maniera molto più dolce e disponibile con lui.

Si erano ritrovati a ridere assieme più di una volta, e questa era una situazione nuova per il guerriero. Era più rilassato adesso, meno scorbutico, ed era tornato ad essere affettuoso con Seamus e distaccato con Yuki.

Ryo non provava il minimo senso di colpa nei suoi confronti. L’aveva usata, questo era vero, ma lei si era fatta usare senza opporre resistenza. Forse continuava a credere che un giorno loro due potessero convolare a nozze, ma ora più che mai Ryo sapeva che non avrebbe mai potuto sposare una donna come Yuki, che non aveva un briciolo di orgoglio e amor proprio e che era insensibile e indegna del suo rispetto.

Kaori invece…beh, Kaori era tutta un’altra cosa…

Si stava riavvicinando a lei anche dal punto di vista fisico… spesso accadeva che “casualmente” le loro mani si sfiorassero, o che lui le toccasse la fronte, ma solo per controllare la ferita, sia chiaro….

Inizialmente Ryo temeva che Kaori volesse evitare qualsiasi contatto fisico tra loro, ma si era dovuto ricredere. Anzi, spesso era lei che cercava la sua vicinanza. Il guerriero non sapeva cosa fosse successo per trasformare Kaori in quel modo, ma era contento di potersi avvicinare a lei o sfiorarla senza che lei si ritraesse infastidita o, peggio ancora, spaventata.

Inutile dire che Seamus era al settimo cielo. I suoi “genitori” erano tornati a parlare assieme, anche se non dormivano nella stessa stanza. Non ancora, almeno.
Forse in fondo non era stata colpa sua, pensava Seamus, o forse Ryo e Kaori l’avevano perdonato, qualsiasi cosa lui avesse fatto quella sera.

Per di più, una sera lui si trovava in camera di Kaori, le stava dando il bacio della buona notte prima di andare a dormire nella sua stanzetta, quando la porta si era aperta e Ryo aveva chiesto il permesso di entrare.

Ovviamente loro gliel’avevano accordato, e allora Ryo si era seduto accanto a Seamus, sul letto dove Kaori era stesa. Si era finalmente ricordato della promessa, e gli aveva raccontato la storia di un nano gigante chiamato Pappalo, che mangiava chiunque trovasse sulla sua strada. Sfortunatamente, la bella Biancaneve si era trovata a passare per caso davanti al mostro, e non aveva fatto una bella fine…

Tutti e tre insieme avevano riso, poi Seamus aveva dato un bel bacio con schiocco sulla fronte di Kaori e aveva proposto a Ryo di fare lo stesso, giusto per augurarle la buona notte…

Kaori era arrossita, ma non si era tirata indietro, e Ryo, un po’ impacciato, aveva sfiorato velocemente con le labbra la fronte di Kaori, salvo poi arrossire pure lui…
Che magra figura aveva fatto! Per fortuna Kaori aveva gli occhi chiusi e non si era accorta di niente…ma Seamus aveva visto tutto, e Ryo aveva dovuto promettergli di allenarlo con la spada, per fargli tenere la bocca chiusa…



La mattina successiva, Ryo portò la colazione a Kaori. La ragazza era già sveglia, e si stava spazzolando i corti capelli rossi. Ryo non credeva che un’azione quotidiana e banale come quella potesse eccitarlo a tal punto…improvvisamente gli sembrò che la stanza si rimpicciolisse attorno a loro, e che facesse davvero un gran caldo. Si slacciò la camicia, che si aprì lasciando intravedere un petto ampio e muscoloso.

A quella vista, Kaori si sentì mancare. Anche lei era tormentata dai ricordi di quella notte, e ricordava perfettamente la sensazione di calore e di protezione che l’aveva invasa quando aveva accarezzato il petto di Ryo…
La sua temperatura corporea aumentò, e, come succedeva ogni volta che pensava alla fatidica notte, le sue guance si imporporarono.

Ignaro dei pensieri di Kaori, Ryo la vide accaldata e si preoccupò. Fino al giorno prima, la ragazza aveva avuto qualche linea di febbre, ma quella mattina sembrava esserle passata. Che la febbre fosse nuovamente salita?

Si avvicinò a Kaori e si piegò su di lei, poggiandole le labbra sulla fronte per vedere se fosse calda.
Non sembrava avere la febbre, allora perché era così rossa?

Fece per rialzarsi, ma Kaori, che al gesto di Ryo si era immobilizzata, colse al volo l’opportunità e gli passò le braccia intorno al collo, stringendolo a sé.

Ryo, piacevolmente sorpreso da quel gesto, ricambiò l’abbraccio, sentendosi pericolosamente vicino ad avere un colpo apoplettico.
Quando poi Kaori, preso il coraggio a due mani, strofinò il naso contro il suo orecchio, il Nostro schizzò letteralmente fuori dalla stanza, da vero eroe. Chiuse la porta e vi si appoggiò contro, cercando di tornare a respirare normalmente.

Quel gesto così spontaneo, dolce ma nello stesso tempo estremamente erotico, lo aveva spiazzato.
Era eccitato, il suo corpo la voleva e la dimostrazione lampante era il rigonfiamento che si intravedeva sotto il tessuto del plaid.

Ma ciò che aveva terrorizzato Ryo era il fatto che questa volta non si era trattato solo di puro desiderio fisico e carnale. Avrebbe voluto stringerla a sé, proteggerla da ogni pericolo, fare l’amore con lei ogni notte.

Amore.

Che strana parola.

Lui non ne conosceva il significato, sua madre era morta quando lui era ancora piccolo e suo padre, doveva essere sincero con sé stesso, non era stato un buon esempio di amore paterno. Aveva avuto tantissime donne, ma nessuna gli aveva mai provocato un turbamento simile.

Era tutto così complicato. Era più facile credere che si trattasse solo di desiderio fisico, anche se lui sapeva benissimo che non era così. Ma per quanto avrebbe potuto continuare a fingere? Kaori non era come Yuki, non poteva giocare con lei e poi buttarla via.

Era una donna da trattare con i guanti. Improvvisamente si ricordò delle parole crude e violente che le aveva sputato addosso quella sera. L’aveva paragonata a Yuki, quando sapeva benissimo che non c’era confronto tra le due donne. Le aveva dato della sgualdrina, ma lui sapeva che era vergine.

La rabbia l’aveva accecato, facendolo sragionare. Ma adesso avrebbe dovuto chiederle scusa. Lui non aveva mai chiesto scusa a nessuno. A che pro farlo? Dopo che hai sbagliato, anche se chiedi scusa niente torna al suo posto, questo era il ragionamento di Ryo. Ma adesso, con Kaori, lui si sentiva in dovere di farsi perdonare per la sua cattiveria e per il male che le aveva fatto.

Dentro di sé sapeva che Kaori l’aveva già perdonato, aveva capito che quella donna non riusciva a serbare rancore a lungo, sensibile com’era. Ma lui desiderava lo stesso porgerle le sue scuse. Come fare, senza cadere nella banalità e nel romanticismo, che non facevano parte del suo carattere?

Perso nei suoi pensieri, Ryo raggiunse il salone. Non appena lo vide, Seamus gli corse incontro, si aggrappò con le manine al tessuto del plaid e gli chiese se Kaori stesse meglio.
Kaori stava benissimo, era lui che stava per avere un attacco di cuore, quando lei l’aveva abbracciato…
Ryo sorrise a Seamus, rassicurandolo e dicendogli che presto Kaori sarebbe completamente guarita.

Non si accorse della presenza di Yuki finchè lei non parlò.
“Che diavolo è successo alla normanna?”, chiese, con finto disinteresse.
“È scivolata sulle scale e ha sbattuto la testa sul pavimento.”
La sgradevole risata di Yuki riempì il salone.
“Quanto è deficiente! Mi fa davvero pena! Come fai a voler bene ad una donna del genere, Seamus?”
Accarezzò i capelli scuri del bambino, fingendo dolcezza, ma Seamus le tirò un morso sulla mano, facendola urlare.
“Kaori sta male, come ti permetti di ridere? Sei solo una cretina!!”
Seamus non avrebbe permesso a nessuno, né tanto meno a Yuki, di ridere della sua Kaori.

La donna strinse gli occhi, poi assunse un’aria di superiorità.
“Cosa posso farci io se quella stupida non è in grado di scendere nei sotterranei senza cadere?”


Ryo era rimasto in silenzio fino a quel momento, ma quell’ultima dichiarazione di Yuki attrasse la sua attenzione. Qualcosa non quadrava. Improvvisamente capì. Strinse gli occhi, cercando di non farsi vincere dalla rabbia. Quando parlò, la sua voce era calma, ma dentro di sé ribolliva.
“Come fai a sapere che Kaori è caduta mentre scendeva nei sotterranei?”

Yuki impallidì, poi cominciò a balbettare.
“L’hai…l’hai detto tu poco fa…hai detto tu che è caduta…”
“Io ho detto che è caduta dalle scale, non ho specificato dove. Il che, Yuki, mi porta a pensare che tu sappia più di quello che dici.”

Yuki non rispose. Era ammutolita, e guardava Ryo con terrore.
L’uomo la prese per un polso, poi la condusse verso i sotterranei. Doveva verificare una cosa.
Dopo aver esaminato tutti gli scalini, lo trovò. Era un pezzo di corda spezzato, trattenuto ai lati da due chiodi conficcati nella pietra. Al buio era impossibile accorgersi della sua presenza.

Una furia sorda cominciò a montare dentro di lui.
Kaori…la sua Kaori…aveva rischiato di morire a causa della donna che ora era accanto a lui.

“Perché l’hai fatto, Yuki? Potevi ucciderla.”
“Era quello che volevo.” La sua voce era atona, fredda, priva di sentimento. Ryo la lasciò andare. Quella donna lo disgustava.
“Anche se non ci fosse stata Kaori, tra noi non sarebbe mai successo niente, Yuki. Niente. Mi hai sentito?”
Avvicinò il suo viso a quello di lei, la trafisse con un’occhiata gelida.
“Tra noi si è trattato solo ed esclusivamente di sesso. E non è stato nemmeno tanto entusiasmante. Io non ti avrei mai sposata. Nemmeno se fossi stata l’ultima donna rimasta sulla faccia della terra.”

Lo sguardo di Yuki rimase indifferente, come se non l’avesse nemmeno sentito.
“È per quella normanna, vero? Quella puttana…ma voglio proprio vedere se la vorrai ancora, dopo che Cormag si sarà divertito un po’ con lei…”

Cormag. La sua guardia. Cosa voleva dire?

“Che diavolo intendi?”
Yuki rise, in preda ad una crisi isterica. Ryo la scosse violentemente, terrorizzato.
“Che altro hai combinato, brutta puttana??”

Ormai anche Ryo era fuori di sé dalla preoccupazione. Incapace di sopportare quella risata gelida, lasciò perdere Yuki e corse nel salone. Si precipitò verso la camera da letto di Kaori. Doveva trovarla. Doveva proteggerla a tutti i costi. Se le fosse capitato qualcosa, Ryo sarebbe potuto morire dal dolore.






PS: era scontato che fosse stata Yuki a mandare il bigliettino, lo so…ma non mi andava di elaborare intrecci misteriosi e complicati…spero che il capitolo sia comunque di vostro gradimento! Un bacione, alla prossima! Fly 87

  
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