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Autore: akachika    09/02/2012    6 recensioni
Sequel della one-shot 'I will [never] let you go'  
“Cosa avresti fatto se avessi potuto scegliere? Avresti rispettato il contratto, dando a Sebastian ciò che le spetta o avresti scelto la vita eterna come demone?”
 Cosa sarebbe disposto a fare Ciel per far tornare da lui il suo demone?
 
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'in the end, can we stay together?'
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~Come back to me~

Living (?) without you

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“Cosa ho fatto?” Quando  mi ero appena  risvegliato come demone giurai a me stesso che mai, mai, MAI ti avrei lasciato andare.


Mi rendo conto che questo è stato un indiretto addio, d’ora in poi me la caverò da solo; sono un demone e so badare a me stesso.
Un vano tentativo di convincermi che non ho mai avuto bisogno di te. Sento l’angoscia attanagliarmi l’anima, quell’anima che tu bramavi tanto, ora trema.
Mi accorgo che non so fare praticamente nulla, hai sempre fatto tutto tu per me, mi sento incapace e anche un po’ patetico: io che mi sono sempre mostrato forte davanti a tutti, io che ho sempre creduto di essere superiore a chiunque e invece non sono mai stato altro che un ragazzino arrogante.
Rivolgo lo sguardo fuori dal finestrino della carrozza senza vedere veramente il paesaggio autunnale; il cielo comincia a coprirsi di nuvole minacciose, sta per scoppiare un temporale.
La carrozza sta attraversando una piccola cittadina; non so di preciso dove mi trovo, anzi non ne ho la minima idea ma, non mi importa.
Faccio segno al cocchiere di fermarsi; non mi va di viaggiare con la tempesta.
Scendo e m’incammino cercando un posto dove passare la notte; arrivo davanti ad una piccola osteria, entro, sembra più un bordello che un osteria:uomini ubriachi che stringevano prostitute nella vana ricerca di misero appagamento: quasi li compatisco.
Mi avvicino al banco e richiamo l’attenzione dell’oste.
“Cosa ci fai qui? Non è posto per bambini questo” ; a parlarmi è stata una donna sui 30, molto sciupata anche se si può chiaramente vedere che un tempo è stata anche molto bella;
ignoro le sue parole
“Voglio una stanza per questa notte.”
La donna mi squadra  da testa a piedi alzando un sopracciglio mentre pulisce un boccale di birra
“Quanti anni hai? 12? 13? Cosa ci fai qua tutto solo? Non hai una famiglia, una casa?”
Quante domande! Ma che le importa?  
“Senta me la vuole dare la stanza o no?” dico senza dare risposta alle sue domande e poggiando sul bancone un sacchetto di monete.
La donna mi guarda di nuovo inarcando le labbra in un mezzo sorriso
“Facciamo così: ti do la stanza se mi racconti qualcosa su di te”
Mi sta ricattando?!?! Ma chi si crede di essere??e poi cosa avrò mai di tanto interessante??
“Non ho niente da raccontare, tento meno a lei, quindi se non vuole darmi la stanza cercherò un altro posto” le rispondo freddo, fulminandola con lo sguardo;
mi giro e m’incammino verso l’uscio.
“Non ci sono ‘altri posti’, questa è l’unica locanda qui” mi dice lei; non mi giro, non la degno nemmeno di uno sguardo
“Vorrà dire che starò fuori”
“È in arrivo una tempesta e sembrerebbe una di quelle forti …” aggiunge.
Perché è tanto interessata? Non voleva darmi la stanza ma non vuole che me ne vada; cos’ha che non va?!
“Allora me la da la stanza?” dico, sempre senza girarmi
“Si … secondo piano terza porta a destra.” 
Mi giro, passo vicino al bancone, ci lascio sopra il sacchetto di monete che le avevo già offerto in precedenza e senza una parola mi avvio verso le scale.
I corridoi sono stretti e poco illuminati: solo qualche lampada ad olio qua e la.
Arrivo alla stanza che la donna mi aveva indicato, appoggio la mano sulla maniglia; solo ora mi rendo conto che non mi aveva dato la chiave, sto per imprecare ma, mi accorgo che la porta è aperta.
Alzo lo sguardo; a differenza delle altre stanze non c’è nessun numero attaccato; entro:
pareti dipinte di un azzurro tenue, un’ampia finestra, una piccola libreria con alcuni libri di favole e qualche giocattolo qua e la; una stanza di un bambino, non ho dubbi.
Mi sembra che questa stanza non appartenga a questo posto, non avrebbe alcun senso!
Mi avvicino alla libreria per leggere i titoli dei testi: tutte storie che  prima mia madre e poi … tu mi leggevi per farmi addormentare.
Sento una morsa dolorosa che mi si stringe attorno allo stomaco, mi allontano cercano di non pensare a nulla.
Sono un ipocrita!
Io stesso dissi ai miei inservienti che i ricordi erano inutili; ora invece sono l’unica cosa che mi rimane, l’unico appiglio alla mia vita.
Vita? No, la mia non è vita, io vegeto ma non vivo, non più ormai.
Mi sdraio sul letto e mi giro a guardare la finestra che da sui tetti delle case di quella piccola città: il vento comincia a soffiare sempre più forte, le prime gocce cominciano a cadere, appena sotto la finestra c’è un pupazzo di un gatto, quelle bestiacce che tu ami tanto … mi giro verso il muro cercando di svuotare la mia mente e prendere sonno.

Non dormo ma non sono nemmeno del tutto sveglio; sento bussare alla porta  chi diavolo può essere a quest’ora?
Non rispondo, non voglio essere disturbato.
La porta si apre, mi alzo immediatamente a sedere mettendomi in una posizione dalla quale sarei riuscito a difendermi; guardo la figura che ha appena fatto ingresso nella ‘mia’ stanza, abbasso un poco la guardia appena mi accorgo che si tratta della donna che stava dietro il bancone.
“Cosa vuoi?” chiedo infastidito
“Fa molto freddo, ti ho portato del the caldo e una coperta in più” mi risponde lei tenendo lo sguardo basso
“Perché?”
“Te l’ho detto fa fr-”
“No, perché mi hai dato questa stanza?”  lei alza la testa e mi guarda negli occhi, sento che la sua anima è intrisa di tristezza e disperazione, mi si avvicina e si siede sul letto accanto a me appoggiando la tazza di the fumante sul piccolo comodino; resta qualche minuto in silenzio prima di cominciare a parlare:
“Avevo un marito, un figlio, una casa … tutto ciò che potessi desiderare ce l’avevo” si ferma ancora e una lacrima gli riga la guancia destra; non mi interessa la sua storia, voglio solo sapere il motivo per cui mi aveva assegnato quella stanza; tuttavia non la interrompo
“Mio marito fu ucciso quando nostro figlio aveva 5 anni. Tirai avanti da sola crescendo Jack come meglio potevo ma poi, quando aveva più o meno la tua età è scomparso nel nulla e non l’ho più rivisto” concluse lei prendendosi il viso tra le mani
“Non ti ho chiesto di raccontarmi la tua storia e non hai risposto alla mia domanda” mi rivolgo a lei senza nessuna emozione nella voce
“Tu gli assomigli così tanto che per un momento ho pensato che fossi lui, per questo ti ho dato la sua stanza … se solo sapessi dove si trovi …”
Non mi interessa la sua storia,ora voglio solo dormire
“Grazie per il the e la coperta …”
“Lola”
“Grazie Lola” concludo io rimettendomi sotto le coperte
“A domani ragazzo senza nome, prima di partire ti farò trovare la colazione pronta.”
“Ciel, mi chiamo Ciel”
“Buona notte Ciel” mi saluta chiudendosi la porta alle spalle.
Non so perché gli ho detto il mio nome ma, sento che quella donna, Lola, non rappresenta nessuna minaccia.
Mi stringo nelle coperte sentendo lo scroscio della pioggia che cade violenta, la luce di un fulmine illumina la stanza e mi ferisce gli occhi, subito dopo il tuono; do le spalle alla finestra e chiudo gli occhi tentando ignorare il frastuono della tempesta.
“Prima di partire ti farò trovare la colazione pronta.”

Quelle parole mi rimbombano nella testa, sei sempre stato tu a portarmi la colazione in camera dopo avermi svegliato.
Scaccio quei pensieri rilassandomi completamente e cadendo in un sonno profondo.

“Ciel” …
“Ciel”
Una voce mi chiama, la conosco ma non riesco a ricordare a chi appartenga
“Ciel”
Apro gli occhi, scorgo un’esile figura a pochi metri da me; tutto intorno solo nero.
“Ciel” mi chiama ancora dandomi le spalle. Lo osservo meglio, riconosco quella chioma bionda
“Cosa vuoi Trancy?
“Ciel, non c’è bisogno di essere così freddo” mi dice mentre si gira avvicinandosi a me
“Lo so che mi capisci” continua portando il viso troppo vicino al mio; arretro di un passo
“Non so di cosa tu stia parlando” gli rispondo dandogli le spalle a mia volta
“Non mi puoi mentire Ciel e soprattutto non puoi mentire a te stesso …”
Non mi piace la piega che sta prendendo il discorso
“Lo sai che se non fosse per me a quest’ora la tua anima sarebbe stata da tempo divorata da quel demone, dovresti essermi grato!”
“Smettila Trancy”
“Oppure” continua lui ignorandomi “Mi detesti perché questo ti ha definitivamente separato da quel demone?”
Non rispondo, non gliel’avrei mai data vinta.
“Io so quello che provi, l’ho provato prima di te anzi, me ne sono reso conto prima di te …”
Taccio ancora, qualsiasi risposta avessi dato sarebbe stato come dargli ragione, mi accorgo che i miei stessi pensieri confermano quanto siano veritiere le parole di Alois però, sicuramente, non l’avrei mai ammesso, soprattutto a lui.
“Non ti ho dato la possibilità di scegliere” continua imperterrito il conte biondo
“Cosa intendi?”
“Sono stato io a decidere il tuo destino, ho fatto della tua vita ciò che volevo io e solo io!”
“Perché mi dici questo? E perché adesso? Sono passati anni ormai .”
“Non avrebbe avuto senso, dovevi capire da solo”
Ho capito cosa intende tuttavia faccio finta di no, faccio per ribattere ma,
“Cosa avresti fatto se avessi potuto scegliere? Avresti rispettato il contratto, dando a quel demone ciò che le spetta o avresti scelto la vita eterna come demone?”
mi ha preso in contropiede, per la prima volta non so proprio come  rispondere perché effettivamente non sapevo la risposta.
Mi giro, lui si avvicina al mio orecchio
“Ora che ti do la possibilità di scegliere tu non sai che fare? … vedi di deciderti, prima che sia troppo tardi!” Mi soffia nell’orecchio quelle frasi, le ultime parole non più forti di un sussurro; la mia vista comincia ad offuscarsi. 
“Scegliere?!” urlo ma dalla mia bocca non esce nulla poi...
Il buio totale.

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Angolino di Marty :)
Com’è?
Siate clementi per favore, spero di non aver fatto ORRORI di ortografia o quant’altro!
Spero anche che vi sia piaciuto almeno un pochino … e poi siamo ancora all’inizio ;) , certo la continuo solo se interessa a qualcuno u.u che dire ? Mi avete tollerata fino a qua quindi se vi va lasciate un piccolo commento ok?
Grazie in anticipo ^^
Un bacio. 


Marty
  
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