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Autore: Haribo96    10/02/2012    2 recensioni
Cioè, bo. Aggiornerò capitolo per capitolo, non so quando, più o meno quando mi verrà l'ispirazione giusta. Uhm, bhè che dire, ONE DIRECTION, quindi la storia si incentra su di loro e altre tre ragazze, anche se principalmente si parlerà solo di una coppia. Bhè, buona lettura (?)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel frattempo, gli altri... 
Niall e Nicole, si erano separati dal gruppo, ed erano rientrati in casa. 
"Devo prendere la sciarpa, poi possiamo andare." Il ragazzo aveva un sorriso gioioso sul volto, consono ai quei suoi occhi azzurro cielo che mandavano il cuore della ragazza all'altro paese. 
Salirono in camera di lui, e Nicole notò che parecchie cose erano cambiate da quando c'era stata l'ultima volta. Il che era anche logico, visto che l'ultima volta era stata a dieci anni, ed era pieno di macchinine e bandiere. I sei anni seguenti non c'aveva messo piede, perchè si sarebbe sentita troppo in imbarazzo. 
"Ma dove l'ho messa..." il ragazzo rovistava su una pila di vestiti sul bordo del letto. Nonostante quello, la camera era ordinata, e non era più la camera di un bambino. C'era una grande bandiera dell'Irlanda sul letto, e ovunque si poteva capire che era molto affezionato alla sua patria. 
"Ti serve una mano?" Lei entrò con passo incerto, guardandosi intorno e iniziando a cercare la sciarpa bianca, sapeva che era la sua preferita. 
Il ragazzo sbuffò sonoramente e cercò addirittura dietro la porta, mentre Nicole, intenta a cercare, piegava anche gli altri panni. 
Lui chiuse la porta, e rimase lì. Poi sospirò. Nicole si girà, inclinando la testa di lato. 
"Allora? Ti sei già stufato di cercare? Muoviti su, voglio andare fuori, visto che non nevica!" Riprese a cercare e subito dopo gli tirò la sciarpa bianca in faccia, che lui prese. Ma sembrava come imbabolato... strano. Di solito era sempre allegro. Nicole, avvicinandosi riuscì a vedere un lieve rossore sulle sue guance e come se fosse una cosa contagiosa, arrossì anche lei. Lui le prese i polsi e la ragazza aveva il fiato corto, ma cercava di non darlo a vedere, orgogliosa com'era. Deglutisce sonoramente, e non sa come si ritrova con le posizioni invertite. Ora era lei, spalle a spalle con la porta, i polsi liberi, gli occhi che avrebbero potuto uscire fuori dalle orbite, insieme al cuore.
"Che..che.." non riusciva a parlare, attirata troppo dai suoi occhi, dalle sue labbra. Non riusciva nemmeno a ragionare, come se l'avesse stregata.
"Era da un po' che volevo dirtelo, anzi, forse già da quando me ne sono andato... due anni fa.." incominciò lui, Nicole, era immobile, contro la porta. "Ho sempre provato qualcosa per te, ma ogni volta che cercavo di fartelo capire, tu..." Il ragazzo accorciò la distanza dei volti, e cercò di posare le labbra sulle sue. Ma lo sguardo terrorizzato della ragazza lo fermò a pochi centimetri. Nicole aveva paura. Paura che così avrebbe perso per sempre il suo migliore amico. Certo, l'amava e la pensava come lui, ma era troppo presto per un bacio. Troppo. Niall non ci mise troppo a capire i suoi pensieri e si allontanò dalla porta, giusto il tempo per vederla correre giù per le scale. 
"Dannazione! Che idiota..." mentre mormorava queste cose tra di sè, battendo un pugno sulla scrivania, sentì un urlo e si ritrovò a correre giù per le scale, in cucina. 


Louis e Julie, dopo aver aiutato Harry a pulire, lo avevano salutato con un bacio sulla guancia ciascuno e si erano incamminati verso la strada di fronte casa di Niall. Louis aveva delle idee molto chiare in testa.
"Dove vogliamo andare? Ho ancora un po' di tempo prima di dover tornare a casa." Disse Julie, con un sorriso stampato in volto. 
"Qui vicino c'è un parco, ci porto spesso Shanon e Pixie a giocare." Disse lui, rispondendo anche al sorriso.
Si incamminarono in quella direzione e poi iniziarono a correre, sulla neve che poi divenne addirittura ghiaccio ad un certo punto. Non sapevano perchè correvano, ma era divertente e per di più così si potevano scaldare. 
Julie, con la sua solita goffagine, come la definiva lei, scivolò appena mise piede sul ghiaccio, finendo a pancia all'aria e un dolore tremendo alla testa. 
Louis la seguiva, poco più indietro e ce la mise tutta per non finirle addosso, ma ci fu poco da fare, inciampo' quasi nel suo stesso punto, finendole addosso. Per poco non sbattè il naso a terra e con lui tutta la faccia, ma si era retto con le mani ed ora era come sospeso sopra di lei. 
Julie aveva i capelli sparpagliati sul ghiaccio e pian piano iniziavano a bagnarsi. Gli occhi marroni erano come sciolti appena avevano incontrato quelli verde acqua di lui. Non riusciva più a respirare e sapeva che non era nè per la corsa, nè per la caduta. 
Per lui. 
Dal primo giorno in cui l'aveva incontrato aveva avuto una sorta di scossa che le aveva percorso tutta la spina dorsale. E poi quei suoi movimenti, erano così simili! 
L'altro giorno, ascoltando la radio, aveva sentito una loro canzone, e non aveva potuto far a meno di riconoscere la sua voce. Come se avesse sentito un gruppo di angeli cantare, dove spuntava tra le tante la sua voce. 
Lui si avvicinò, come se stesse facendo una flessione. Se avesse dovuto fare un allenamento con cento flessioni in palestra, avrebbe voluto che lei fosse stata lì. 
Si tenne sulle braccia, non riuscendo a togliere lo sguardo dal suo, come se fosse una calamita. 
Si conoscevano a malapena da una settimana, ma era tutto così perfetto... perchè aspettare? 
Lei non si mosse, anzi, sembrava come in attesa, gli occhi quasi lucidi per il freddo. 
Successe tutto in fretta, ma sembrò durare un'eternità, le loro bocche s'incontrarono. Louis aveva labbra morbide, un profumo come se avesse mangiato caramelle,  e una dolcezza stratosferica. 
Julie rispondeva con la stessa dolcezza, gli occhi chiusi, le mani lungo i fianci, incapace di muovere un muscolo che non si trovasse sulla sua faccia. 
Furono interrotti. Interrotti da uno stupido telefono. Louis si staccò sospirando, per parlare.
"Non rispondere."
La ragazza nel frattempo aveva preso il telefono riluttante. Nicole. 
Ma che diavolo voleva?! 
"Ma da.. forse è importante, non credi?" 
Louis annuì impercettibilmente, e si sedette al suo fianco, alzandosi insieme a lei e circondandole le spalle con un braccio. 
Julie rispose. "Cosa?" Disse brusca.
"Dio mio, finalmente! Dovete tornare a casa di Niall, subito, ora, capito?!" La sua voce era quasi terrorizzata. Ma che aveva? Mezz'ora prima era tutta pimpante! 
"Ma cosa.." Non riuscì a finire la frase, perchè la ragazza aveva messo giù. 
Julie sbuffò sonoramente. Odiava quando faceva così e a Louis scappò da ridere, poi la guardò, interrogativo, aveva sentito le urla dal telefono.
"Dev'essere successo qualcosa, sembrava nel panico."


Nicole teneva la mano di Kate e le dava piccoli schiaffi sulla guancia.
"Apri gli occhi dannazione!" era davvero in preda al panico. 
Niall, Harry, Zayn e Liam erano lì, ad osservare la scena. Zayn sembrava leggermente preoccupato, Liam, che era tornato tutto pimpante come sempre, aveva un'espressione corrucciata. Harry, seduto sul ripiano della cucina, non guardava. Si sentiva uno schifo ed non sapeva nemmeno perchè fosse lì. 
Niall, era chino sulla sua amica, lasciando fare però tutto a Nicole. 
"Svegliati, svegliati!" 
La voce di Nicole arrivò fino all'ingresso, dove Louis e Julie si stavano togliendo le sciarpe e i capelli. 
"Katie!" La voce della ragazza era spezzata, neanche le avessero messo una corda intorno al collo. Corse verso di lei, e iniziò a piangere, in preda al panico. 
"Dovreste calmarvi voi due." Zayn. Nicole si alzò come una furia. 
"Sentimi bene, tu. Non posso stare tranquilla quando la mia migliore amica sembra una morta, okay? Sai cosa si prova? No, sta zitto!"
Zayn si avvicinò alla ragazza. "Sei tu che non mi conosci, ragazzina. Tu non sai quello che ho passato io!" Aveva uno sguardo minaccioso e se ne andò senza aggiungere altro. 
Aveva capito che Kate stava male già da quando le aveva dato quei baci. Al solo ricordo gli si chiudeva lo stomaco. Si rimise la giacca ed uscì in cortile, sedendosi sui gradini. 
Nicole rimase ferma a guardarlo andare via, impassibile. 
"Ha la febbre, portiamola a casa." Intervenne Julie. 
"No, il tragitto è breve ma potrebbe peggiorare." Niall. 
"Hai ragione, può dormire qui?" Disse Julie.
"Certo, dormirò sul divano." 
I ragazzi, dovettero far posto a Niall, perchè dormivano tutti insieme in quella casa. I genitori erano partiti per lavoro, quindi erano liberi. Zayn, Liam e Niall dormivano nella camera dei genitori, mentre Harry e Louis sui divani per quella notte. 
Louis e Liam presero Kate e la portarono nella stanza di Niall ed uscirono subito dopo, lasciandola alle cure delle ragazze. 
Louis strizzò l'occhio a Julie e chiuse la porta dietro di sè. 

La ragazza restò mezza svenuta per tutto il resto della serata e si svegliò a tarda notte, quando ormai le due amiche erano tornate a casa propria. 
Kate non capiva più niente. Non ricordava nulla e le faceva male la testa. Si ricordava delle schegge di Harry.. il ballo con Zayn... e... i loro baci. A momenti si sentì male di nuovo. Aveva bisogno di aria fresca. Si alzò dal letto, un po' barcollante e scese le scale, lentamente, così da non fare neanche rumore. La tv era accesa, a basso volume e un respiro regolare proveniva dalla sala. Kate non ci fece molto caso, le bruciava la gola ed entrò in cucina. Si sedette vicino al ripiano, lì dove erano successe tante di quelle cose. Si versò un po' d'acqua in un bicchiere e bevve. 
"Che ci fai alzata a quest'ora?" Era lui che guardava la tv, allora. Harry. 
"Potrei farti la stessa domanda." Se solo lei avesse saputo cosa passava nella mente del ragazzo... 
"Non riuscivo a dormire."
"Ed io avevo sete. Finito?" Aveva ancora la voce secca, si sentiva sfinita e stava trattando lui come l'aveva trattata prima. 
Lui non desistette e si sedette di fronte a lei, le loro ginocchia si sfioravano.
"E volevo parlarti." Si passò una mano tra i capelli, alzando quei suoi occhi verdi. 
Aveva intenzione di farla svenire di nuovo? Lei deglutì e posò il bicchiere, vuoto. Notò la sua fasciatura e ricordò tutto nei minimi particolari. 
"C'ho pensato per tutta la notte, non riuscivo nemmeno a prendere sonno." Aspettò una risposta da parte della ragazza, ma lei evitava il suo sguardo. "Ho capito di aver fatto una cazzata. Scusami, non avrei dovuto baciarti ed andarmene così. Non mi ero nemmeno accorto che stavi male." -Solo che ero così accecato dalla gelosia...- pensò, ma questo non lo disse, sarebbe stato troppo. 
"Può.. può.." deglutì sonoramente, cercando di trovare parole adatte. "Ma tu mi avevi vista.. insomma tu sapevi che non mi piacevi. " Bugia. Un'altra fottutissima bugia. Stava diventando come sua madre. 
Il ragazzo accusò il colpo, nemmeno che l'avessero preso a pugni sul naso ed annuì. 
"Allora perchè lo hai fatto?" continuò lei. 
"Ma.. come perchè? Insomma, pensavo fosse chiaro, no? Dalla prima volta che ti ho visto è stato così. Insomma, io ti..." la ragazza non lo fece finire, perchè lo interruppe, alzando una mano.
"Non dirlo. " scandì bene le parole, la testa china. "Ci vediamo domani... è tardi, buonanotte."
Il ragazzo sospirò. "Buonanotte Katie." La guardò salire le scale e finalmente si decise a dirlo, seppur con un sussurro. "Perchè sì, io ti amo Katlyn." 




Quante sorprese in questo capitolo (?) No okay, sul serio. Spero vi piaccia! Alla prossima! :D
  
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