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Autore: The Angel Of Satana    11/02/2012    1 recensioni
Nei bassifondi di Tokyo vive gente poco affidabile. Anzi, per niente
affidabile. 
Nessuno lì aveva un onore o un orgoglio da difendere.
Dovevi camminare a testa bassa.
Ma questo non era stato insegnato ad Itachi e Sasuke Uchiha
Genere: Dark, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 30

Mentre Itachi e Shisui erano in cucina a cenare, il telefono di Sasuke prese a squillare. Il ragazzo lo ignorò e rimase sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Un minuto dopo, il cellulare riprese il suo insistente vibrare e Sasuke, estremamente irritato, si alzò per andare a rispondere. Afferrò l’aggeggio e schiacciò con violenza il tasto di risposta:

-Che cazzo c’è?

Dall’altra parte, la voce di Kiba era sottile e spezzata e Sasuke si preoccupò.

-Sasuke…
-Che diavolo c’è?
-Naruto… è…
-Che ha fatto Naruto? L’avete trovato ubriaco dove?
-E’ all’ospedale. Gli hanno sparato.

Sasuke rimase un attimo immobile. Il mondo sembrava girare e lui non sapeva dove girarsi. Si riprese e, con la solita voce ferma e autoritaria, disse a Kiba che stava arrivando. Chiuse la telefonata e afferrò una felpa a caso. Si precipitò alla porta e Itachi lo vide.

-Dove credi di and…

Sasuke non sentì il resto della domanda: si era già sbattuto la porta alle spalle e aveva iniziato a correre a rotta di collo verso l’ospedale, una struttura fatiscente ai confini del quartiere e della legalità.
Quando arrivò al bancone, un’infermiera con biondi capelli cotonati lo guardò con indifferenza.

-Naruto Uzumaki.

La donna gli fece un cenno con la testa e Sasuke si avviò. Trovò Kiba seduto su una seggiolina con la testa appoggiata sulle ginocchia e Neji in piedi accanto a lui che gli teneva una mano sulla spalla. Quando vide Sasuke abbassò gli occhi, colpevole, e poi girò la testa dall’altra parte.

-Cosa ha detto il dottore?
-Ancora niente. L’hanno portato di corsa in sala operatoria.

Il tempo scorreva lento. Itachi l’aveva chiamato una decina di volte e lui aveva sempre rifiutato la chiamata. Non gli andava di parlare, men che meno con suo fratello. Aveva lo stomaco chiuso e ne Neji ne Kiba aveva toccato nulla da mangiare nelle ore che erano rimasti lì. Poi, quando Kiba dava segno di stare per addormentarsi sulle gambe del fidanzato, il dottore uscì dalla sala, il camice sporco di sangue. Sasuke fu sul punto di vomitare e ma si trattenne e sostenne lo sguardo stanco del chirurgo.

-Abbiamo estratto la pallottola ma ha perso tantissimo sangue. Non c’è ancora nulla di certo.

Detto          questo, si voltò e si incamminò verso la macchina del caffè, maledicendo mentalmente quell’idiota che si era fatto sparare proprio mentre lui era di turno. Un’infermiera disse loro che potevano entrare uno alla volta ma che comunque sarebbe stato inutile perché il paziente era ancora addormentato e non si sarebbe risvegliato prima del mattino. Ciononostante sia Kiba che Sasuke entrarono un paio di minuti ciascuno, solo per vedere il biondo bianco come un cencio e attaccato a una strana macchina. Sasuke non tornò a casa quella notte. Quando Neji annunciò che avrebbe portato Kiba a casa, si limitò ad annuire. Poi, quando i due furono scomparsi dalla sua vista, tirò fuori il telefono e finalmente chimò il fratello. Itachi rispose al terzo squillo, la voce impastata di sonno.

-Sasuke? Ma dove cazzo sei?
-All’ospedale.
-E perché mai saresti all’ospedale?-Itachi inziava ad arrabbiarsi.
-Hanno sparato a Naruto.

Il maggiore degli Uchiha rimase un attimo senza parole.

-Ma tanto tu non puoi fare niente. Vieni a casa, dai.
-Sei in buona compagnia, mi pare. Io non servo.-ripose Sasuke, che sentiva in sottofondo il russare del cugino Shisui.

Itachi sospirò:-Ti prego, stai attento.
-Sì.

Rimise il telefono in tasca e appoggiò la testa al muro, incapace di piangere.

***

Shisui si svegliò dal suo sonno profondo e guardò Itachi negli occhi.

-Che è successo?
-Hanno sparato all’amico di Sasuke.
-Sasuke ha un amico?
Itachi gli colpì piano la spalla con un pugno:-Direi più un ragazzo.
-Wow.

Shisui rimase a fissare il soffitto. Non aveva mai pensato a Sasuke come a una persona capace di mandare avanti una relazione. Se lo vedeva a quarant’anni ancora in giro a scopare e a lasciare dietro di se una scia di cuori infranti. Sospirò.

-E’ grave?
-Non me lo ha detto. Non sembrava volesse parlare.
-Ancora meno del solito?
Itachi annuì, un sorriso amaro sulle labbra sottili.

***

Seduto su una sedia traballante a fianco del letto di Naruto, Sasuke teneva gli occhi ben aperti, pronto a cogliere il minimo cambiamento nella situazione del biondo. I capelli chiari erano impregnati di sudore e Sasuke desiderò poterli accarezzare. Voleva stringere quel corpo, ne aveva bisogno, come se sapesse che non avrebbe più potuto farlo. Una parte di se era già rassegnata alla morte di Naruto.
Eppure ancora non riusciva a piangere.
Non aveva pianto alla morte dei suoi genitori, non aveva pianto quando erano stati costretti ad andarsene da casa loro e non aveva pianto quando Madari si era rifiutato di adottarli. E non l’avrebbe fatto nemmeno in quel caso. “Sei un Uchiha” si ripeteva, “gli Uchiha non piangono” questo lo sapeva già. Sarebbe rimasto semplicemente lì ad ascoltare il bip bip della macchina antiquata accanto al piccolo letto che ospitava il corpo dell’unica persona che avesse considerato un fidanzato.

***

Quando Kiba si abbandonò sul letto, Neji sentì il bisogno di confessargli tutto. Per cui lo chiamò dolcemente, conscio che quello che stava per fare molto probabilmente glielo avrebbe portato via per sempre.

-Kiba, ti devo dire una cosa.
-Non puoi aspettare domattina?
-No.- Era una sensazione strana: non era abituato a fare la cosa giusto e un certo senso non gli piaceva. Non sapendo quali sarebbero state le conseguenze.
-Allora dimmi.
-E’ colpa mia.
-Cosa?
-Tutto.
-Neji, non sono abbastanza lucido per la tua mente contorta. Quindi vai dritto al punto e falla finita.
-E’ colpa mia se hanno sparato a Naruto.

Kiba lo guardò, gli occhi dorati pieni di stupore. Poi si riempirono di rabbia e infine di lacrime.

-Come? Perché?
-Ho portato Sasuke da Orochimaru.

Kiba trasalì: Orochimaru, l’infimo esponente della yakuza.

-Minacciava di uccidere me e Hinata. Così gli ho portato Sasuke. Gli aveva promesso i suoi beni in cambio solo del suo corpo ma Sasuke non ne ha voluto sapere. Così lui ha sparato a “qualcuno di a lui caro”: Naruto, appunto.

I libri, i telefilm e tutte quelle cretinate che Hinata era solita guardare dicevano che dire la verità toglieva un peso dal petto. Neji decise che erano tutte stronzate: lo sguardo di Kiba lo stava uccidendo e le sue lacrime copiose contribuivano alla sua tortura.

-Tu… tu…
-Mi dispiace.
-Fuori di qui.
-Come?
-Mi hai sentito: non voglio più vederti!- la voce era rotta dal pianto e non riusciva ad articolare bene le parole ma Neji aveva capito alla prima.
Girò sui tacchi e uscì dalla porta, pensando con amarezza che lui finiva sempre per avere ragione.

***

Quando, a quattro ore dall’intervento, il sole stava cominciando a sorgere, Naruto aprì gli occhi. Sasuke scattò in piedi, rimanendo accanto al letto, in attesa. Naruto girò la testa verso di lui e abbozzò un debole sorriso.

-Sas’…ke…

Almeno lo riconosceva: era un buon segno. I suoi occhi divennero opachi per un attimo e Sasuke temette il peggio. Poi tornarono a fissarlo, felici.

-Sas’ke io… io ti… amo.

Sasuke rimase un attimo sbalordito. Ci mise un attimo per ritrovare se stesso. Quell’attimo fu fatale.

-Naruto… anche io…

Il bip prolungato della macchina.
L’urlo disperato: “NO!”
Lo scalpiccio in corridoio.
Il tentativo di rianimazione.
Il “’fanculo” del medico che lanciava via gli elettrodi.
Sasuke accanto alla porta, spettatore oculare e disperato del processo.

“Non ce l’ho fatta. Non gliel’ho detto.”
                                                       [E’ finita, Sasuke. Hai sprecato la tua occasione]
Con una dichiarazione d’amore, la più bella e sincera, l’animo di Naruto Uzumaki aveva lasciato il mondo terreno, per verificare se davvero c’è un’altra vita. E tutti quelli che credono, che non credono o a cui semplicemente non importa nulla, augurano alla dolce anima del biondo una seconda vita, dove finalmente potrà essere felice.
Senza dire una parola, senza versare una lacrima, senz’anima, l’ombra di Sasuke lasciò l’ospedale e si incamminò verso un posto lontano che nessuno sapeva dove fosse.



Sì, sono tornata. Dopo un mese e passa ho deciso di uccidere il povero Naruto. E' stata una decisione piuttosto sofferta e vi basti sapere e che ho pianto io stessa per quello che ho scritto. Kira, aiutaci tu. Comunque avviso che ci saranno altri due capitoli poi (finalmente, direte voi) la storia si conclude.
konoha: Poteva essere un'idea! Baci dall'Inferno, The Angel of Satana.
Beatrix91: Se qualcuno segnala la recensione come oscena, scendo in piazza e protesto! Comunque il più sfigato è Naruto. Tiè, Nacchan! (Gnegne. ndNaruto) Uouooh, ora scrivo uno spin-off di Carnevale (?) di una cosa a tre. A caso, chi sarà lo slave? *il mondo indica Sasuke* Bravi ragazzi. *pat pat a Sasuke* Baci dall'Inferno, The Angel Of Satana.
   
 
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