Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Fenrir_23    12/02/2012    8 recensioni
Itachi torna al villaggio di Konoha, dopo dieci anni in cui tutti lo hanno creduto morto e torna da Sasuke, che intanto si è fatto una famiglia con Sakura.
Un uomo sui trent’anni camminava per le strade di Konoha, fra la gente.
Non voleva farsi riconoscere, perciò portava un ingombrante copricapo, che lasciava appena intravedere il viso, dai lineamenti adulti ma raffinati.
I suoi occhi erano scuri, profondi, anche se in parte coperti dall’ombra del copricapo, da cui spuntava una lunga coda di capelli neri.
Si guardò in giro, pensieroso. Aveva paura che qualcuno potesse riconoscerlo prima di lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  
Itachi, Sasuke, e l’intera famiglia Uchiha avevano appena finito di pranzare, e ora sedevano a tavola a chiacchierare, come tutte le domeniche. Senza volerlo, seguendo il filo non sempre logico delle lunghe conversazioni che si avviano quando ci si ritrova in tanti, erano finiti a parlare del giorno in cui – ormai ben dieci anni prima – Itachi era tornato a casa.
Era incredibile pensare che fosse già passato così tanto tempo.
“La prima ad aprire sono stata io …” Parlò Tomoko.” Avevi un’espressione così …” Si fermò a riflettere, gli sguardi di tutti puntati addosso.”Così commuovente, zio.” Continuò con aria sognante, come se stesse fantasticando su quella scena, cosa che amava fare. Infatti, non era raro vederla saltellare per casa, particolarmente euforica, dopo aver letto una parte importante di un libro o visto la scena di un programma televisivo. Era una romantica, dopotutto. Una sognatrice.
Sasuke scosse la testa, con fare fintamente scandalizzato; Sakura alla sua destra si fece scappare una risatina vedendo l’espressione al limite del comico del marito, mentre il giovane Itachi guardò la sorella con un’espressione praticamente mista fra quella dello zio – che manteneva il suo solito contegno, accennando un sorriso – e quella del padre, un po’ scioccato, come al solito, dal comportamento dell’esuberante figlia.
Akito invece se ne stava letteralmente stravaccato sulla sedia, con aria annoiata. Non è che non gli importasse della sua famiglia, anzi, solo che lui, come i suoi fratelli che però, sia per l’età che caratterialmente, erano più maturi, non aveva mai conosciuto il dolore di non averla, e non poteva comprendere bene quanto Sasuke, od Itachi, ci tenessero a quei momenti in cui stavano tutti insieme.
Poi da bravo adolescente in piena crescita qual’era – quattordici anni appena compiuti non sono mai molti – si sentiva quasi moralmente obbligato a fare l’annoiato. Inoltre, essendo l’ultimo figlio, era praticamente il cocco di tutti. Di suo padre, che nonostante cercasse di non darlo a vedere lo viziava in modo vergognoso; di sua madre, che non era in grado di rimproverarlo senza intenerirsi e lasciar perdere tutto dopo soli due minuti di predica e uno guardo lacrimoso– si, era anche un ruffiano – di suo zio, che lo viziava in modo ancora più scandaloso di Sasuke; e di Tomoko, che lo trattava come una specie di adorabile e tenero peluche. Ma soprattutto, di suo fratello maggiore, che, nonostante a volte cercasse di metterlo un po’ in riga, finiva sempre per arrendersi davanti a qualsiasi sua richiesta. Ogni tanto capitava loro di litigare, ma poi si chiarivano sempre.
Quel comportamento pazzoide di Tomoko non era certo una novità – lei era famosa per essere una completa faccia tosta e anche un po’ squilibrata di cervello, quindi nemmeno quello lo interessava, ormai. Da piccolo le stava sempre dietro, pronto a darle corda ad ogni occasione, ma poi crescendo lui non aveva dimostrato di essere come la sorella, e non l’aveva più imitata nei comportamenti.
“Per noi tutti è stata una cosa incredibile vederti, zio. Me ne rendo conto solo ora che sono più grande.”
Poi la ragazza si fece più seria, mettendo in mostra tutto il suo lato più adulto, da donna, che aveva acquisito in quegli anni, dimostrandosi saggia, molto più di quello che il suo carattere lasciava intendere. Dopotutto ora aveva diciotto anni.
Anche nell’aspetto ormai era adulta. Aveva ancora i tratti caratteristici della sua giovane età, ma la somiglianza con Mikoto era sbalorditiva, tanto che a volte Itachi e Sasuke si soffermavano a osservarla con malinconia, perché lei sembrava quasi la reincarnazione della nonna.
Era davvero bella, anche se i ragazzi le stavano spesso alla larga, perché era conosciuta per essere anche piuttosto manesca.
Dopotutto, tutti i figli di Sasuke si potevano definire di bell’aspetto: Akito con i suoi  grandi occhi verde acqua – ancora un po’ da bambino - uguali a quelli di Sakura, e i capelli di un nero corvino come Sasuke. Era piuttosto magrolino, forse anche troppo, caratteristica che però non faceva altro che renderlo più adorabile.
Itachi invece assomigliava allo zio come da bambino, ma a differenza del suo omonimo a quell’età, era ancora più ragazzo che uomo;  solo nell’aspetto però. E poi un’altra caratteristica che lo differenziava dall’altro Itachi, erano i capelli: non lisci, ma ribelli come quelli del padre.
Tomoko, Caratterialmente non si capiva bene da chi avesse preso; forse era frutto di una qualche strana combinazione fra i geni del padre e della madre; un po’ di più di quest’ultima forse, anche se per orgoglio Uchiha lei era molto meno incline al pianto rispetto a Sakura, e soprattutto molto più sfacciata, tanto che a volte Sasuke la rimproverava per quel suo atteggiamento.
 “Se non fosse tornato lo zio, papà sarebbe stato un po’ triste, no?”
“Tomoko!”
Fu Sakura a farle notare di non fare commenti di troppo.
Per Itachi e Sasuke, era ancora difficile parlare di argomenti riguardanti i tempi passati. Non che ci fosse qualcosa di male nel parlarne, ma ogni volta che li affrontavano, il pensiero di ciò che avevano sopportato, riempiva il loro cuore di amarezza.
Fu Itachi, quello più giovane, a cambiare discorso con disinvoltura, per evitare che una semplice conversazione potesse riportare a galla drammi famigliari che ormai lui, Tomoko e Akito, già avevano ben conosciuto.
Rispetto a quando era piccolo, lui era diventato molto più abile – e meno timido – nel parlare e nel saper sostenere una conversazione, riuscendo anche a superare le difficoltà che aveva nel relazionarsi con i suoi coetanei.
“Papà, è vero che Naruto vuole accorpare gli ANBU alla polizia?”
Lui parve pensarci un po’ su, assumendo un’espressione un po’ pensierosa, ma nello stesso tempo menefreghista; a trentotto anni ancora proprio non gli importava di quegli “affari organizzativi”, come amava definirli.
“Si, una cosa del genere. Dovresti chiedere ad Itac-“
“Esatto.”
Rispose il fratello, al suo fianco, anticipandolo. “Gli ANBU di Naruto sono praticamente una specie di squadra che si occupa di questioni investigative particolarmente rischiose e riservate. Lo sai anche tu questo, dato che ne sei a capo.” Parlò rivolgendosi al nipote.
“Un tempo si occupavano anche di richieste di assassinio …” Preferì non ricordare che lui ne era stato proprio il capitano.
” Ma ora sai che gli ANBU non sono più dei sicari..” Fece una pausa.”Per questo Naruto ha deciso che sarebbe meglio accorparli alla polizia.”
“Quindi vuoi dire che la mia squadra un giorno potrebbe essere sotto il comando tuo e di papà?”
Itachi in quegli anni si era guadagnato velocemente gradi all’interno della polizia grazie alla sua abilità, ed ora era secondo solo a Sasuke, ma  non aveva nemmeno voluto prendere in considerazione l’idea di diventare capo al suo posto o di pari livello. Quello era qualcosa che voleva concedere solo a suo fratello.
“Esatto, Itachi.” Rispose al suo omonimo.
Tutti si girarono verso Tomoko, quando intervenne con una delle sue solite frecciatine.
“Otouto, mi sa che andrà finire che lavorerai con papino e lo zietto.” Nel dire quelle parole gli tirò un pizzicotto sulla guancia.
Lui la guardò di sbieco, mentre Sasuke la riprendeva per l’ennesima volta.
“L’unica veramente libera qui sarò io, dato che sono una Jonin e non dovrei ritrovarmi a lavorare con i miei familiari.” Poi guardò il fratello con un sorrisetto inquietante.” Al massimo con Kushina, che sarà la mia futura cogn-“
Itachi le tappò la bocca arrossendo come un peperone. Ormai tutti sapevano che fra lui e la figlia di Naruto c’era qualcosa, però si vergognava tremendamente ogni volta che qualcuno cercava di affrontare quell’argomento. Era un tipo riservato, lui.
“Tomoko, vuoi farti gli affaracci tuoi?” Poi si rivolse a Sasuke con tono quasi disperato.”Papà, dille qualcosa!”
 Lui decise di stare al gioco della figlia, e si fece scappare un leggero sorriso, alzando le spalle.”Ho le mani legate.”
La ragazza preferì, una volta tanto, non tormentare ulteriormente il fratello, e tornò a parlare di cosa avrebbero fatto loro, una volta cresciuti, come lavoro, e di cosa facevano già.
“Comunque Akito vorrebbe fare il medico, no? Quindi finirà a lavorare con la mamma.”
Sakura in quegli anni, dopo la morte di Tsunade, aveva lasciato il posto nella polizia, ed ora era il primario dell’ospedale di Konoha.
Akito parve risvegliarsi dal suo stato di noia totale.
”E allora che c’è di male?” Chiese con aria di sfida.
Lui non era per niente portato per fare il ninja, tanto che aveva anche rifiutato di iscriversi all’accademia: voleva solo essere un medico. Gli piaceva un sacco il lavoro di sua madre.
“Tomoko, non dovresti scherzare sui sogni dei tuoi fratelli …” La riprese Sakura, con fare calmo.
“Lo so, lo so …” Rispose lei.
“Stavo solo cercando di animare un po’ la conversazione: siete così seri a volte, voi uomini Uchiha!”
Sia la madre che la figlia scoppiarono a ridere vedendo l’espressione che si era dipinta sul volto degli altri quattro presenti. Loro le fissarono con un’espressione serissima – scandalizzata quella di Sasuke – non riuscendo a capire cosa ci fosse di divertente in tutto quello. Non avevano ancora capito – forse solo l’Itachi adulto l’aveva intuito – quanto Sakura e Tomoko si divertissero a prenderli in giro.
“Comunque.” Intervenne Itachi, quello diciassettenne. “Volevo dirvi che dopodomani dovrò partire per una missione segreta piuttosto lunga … starò via due settimane.”
Quella dichiarazione improvvisa fece rimanere senza parole tutti i presenti. Non che non fossero abituati – spesso Itachi, in quanto capitano degli ANBU, stava via anche per periodi più lunghi di quello – però avrebbe potuto avvisare con più anticipo.
“L’ho saputo solo ieri, mi spiace.”
La decisione da parte del giovane Itachi di entrare negli ANBU, e la sua successiva promozione a capitano pochi mesi dopo, erano state ampio motivo di discussione per parecchio tempo, in famiglia.
Sasuke,  che non era mai stato tipo da tarpare le ali ai figli, in quell’occasione si era opposto fermamente, ed anche Sakura era rimasta un po’ scettica sapendo la storia del fratello del marito.
Itachi, quello più grande poi, era rimasto spiazzato da quella specie di scherzo del destino. Però aveva saputo fin dall’inizio che per il nipote le cose sarebbero andate in modo completamente diverso da come erano state per lui; perché in quei tempi di pace non potevano accadere tragedie simili a quello che era già successo.
Era stata in quell’occasione che il suo omonimo e Tomoko avevano appreso tutto sul passato dello zio. Inizialmente erano rimasti abbastanza scioccati, ma poi avevano deciso di accettarlo. Akito ne era venuto a conoscenza dopo, essendo più piccolo.
Itachi aveva fatto capire al padre che le cose per lui sarebbero andate diversamente, così Sasuke, dopo ben un mese di indecisione in cui il figlio aveva aspettato con pazienza, aveva acconsentito, non senza un po’ di timore.
E lui non aveva deluso le aspettative. Gli errori dello zio non si erano ripetuti. Era diventato un ragazzo equilibrato, consapevole delle proprio scelte e poco influenzabile.
Un ottimo capitano.
“Itachi … mi raccomando …” Gli disse il padre.
“Lo so papà, lo so …”
Non gli avrebbe chiesto di che missione si trattava, perché lui non poteva rivelarlo, ma sapeva che il figlio gli avrebbe parlato, in caso di difficoltà.
“Niisan …” Akito, sentendo che suo fratello sarebbe stato via per una settimana si interessò subito alla conversazione. Gli sarebbe mancato, e poi era preoccupato perché temeva gli sarebbe potuto succedere qualcosa. Si preoccupava sempre per i suoi parenti.
“Andrà tutto bene, Akito, non ti preoccupare.” Guardò tutti quanti. “Non preoccupatevi ogni volta, sul serio.”
Itachi lo fissò negli occhi. Suo nipote. Era davvero molto legato ai figli di Sasuke. Li aveva visti crescere, dopotutto, in quei dieci anni che erano passati.
Aveva visto il suo omonimo affrontare le difficoltà che comporta essere dei geni, in modo veramente molto migliore di come aveva fatto lui, quando era ancora solo un bambino e poi un ragazzo; lo aveva aiutato in alcune scelte importanti, impedendo che potesse commettere degli sbagli, anche se in quel tempo, non c’erano più le possibilità di compiere un gesto come quello che aveva fatto lui, fortunatamente.
Era stato bello veder crescere anche Tomoko, vederla diventare così simile a Mikoto e così forte, determinata e sicura di sé. E orgogliosa, forse anche più di suo padre.
Akito poi, fra i tre, era quello di cui aveva assistito, e continuava ad assistere, a tutta la crescita, fin dai primissimi anni della sua infanzia, e si era trovato più volte a consolarlo, vedendolo piangere per essersi fatto male, quando era solo un bambino, o per una lite col fratello o con i genitori.
 Bello era stato anche stare accanto a Sasuke, e vedere quanto fosse amato dalla sua famiglia: da sua moglie – il loro veramente si poteva considerare come uno di quei rapporti fedelissimi che durano fino e oltre alla morte – e dai suoi figli; che lo vedevano come un padre ideale, nonostante tutti i piccoli difetti del suo carattere.
L’unica pecca, in tutto quello, è che non era riuscito a crearsene una sua di famiglia, ma dopotutto non era veramente importante.
Dopo un mese dal suo ritorno, si era trasferito nella casa di fianco a quella di Sasuke.
Non era riuscito a farsi dei nuovi amici, l’unico con cui aveva scoperto di trovarsi bene era Jugo, l’amico di suo fratello che lavorava con loro nella polizia, e nemmeno a trovare una compagna; ma comunque si considerava più che felice, e soddisfatto della sua vita. Dopotutto per vivere bene bastano pochi, veri affetti.
Quando finirono di pranzare, lui e Sasuke uscirono di casa, e senza nemmeno rendersene conto, in quella calda giornata di fine maggio, finirono per camminare fra gli alberi del bosco in cui amavano giocare o allenarsi da piccoli.
“Sai …”
Disse Sasuke, osservando il tronco di un albero, e ricordandosi, in quell’istante, di essersi nascosto proprio dietro di esso, un giorno di tanti anni prima, mentre giocava a nascondino con Itachi. Proprio in quel punto.
 “A volte mi chiedo se questo non sia  veramente un sogno. Sarebbe terribile svegliarsi.”
Lui lo guardò, serio in volto. In alcune occasioni si ritrovava a pensare quello che aveva appena detto Sasuke, nonostante fosse passato così tanto tempo. Però nel proprio cuore, entrambi sapevano che quella era sicuramente la realtà.
“Sei felice?” Chiese Itachi senza preavviso.
Lui annuì senza esitare. “Certo.” Qualche secondo di silenzio.”E tu?”
Lui amava ed era amato. Aveva molto più di quello che si era concesso di desiderare.
Le cicatrici del passato non si potevano cancellare, certamente, però ora, pensando alla sua vita, avrebbe detto che era bella. Molto bella.
“Si, sono felice, Sasuke.”
Gli sorrise, come aveva imparato nuovamente a fare spesso, e il fratello ricambiò il suo gesto.
Uno sharingan molto potente sarebbe stato in grado perfettamente di riprodurre quel luogo in ogni dettaglio, caldi raggi del sole compresi.
Ma i sentimenti, e il legame – la felicità – che avevano riscoperto Itachi e Sasuke in quegli anni, dal giorno in cui il fratello più grande fra i due era tornato, non potevano essere falsi.
Quella era la loro vera vita, e lo sarebbe sempre stata. Non c’era niente di falso in tutto quello, proprio niente. Il destino aveva fornito loro una seconda occasione. O forse, erano stati loro stessi, a crearsela  quell’opportunità, nonostante gli errori del passato.
Itachi sapeva di aver fatto tanti, tantissimi e irreparabili sbagli, nella vita, ma era certo di non aver sbagliato ancora, quel giorno di tanti anni prima, quando aveva trovato il coraggio di tornare da Sasuke.
Sussurrò qualcosa, che arrivò appena percettibile alle orecchie del fratello.
“Sasuke, questa … non è un’illusione.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed ecco finito anche l’ultimo capitolo di questa fiction T_T che dire, sono commossa.
È la prima volta che finisco una long, dopotutto. Questa non è molto lunga, ma comunque mi ha tenuta occupata per un bel mese e mezzo circa, e finirla mi fa un po’ di effetto insomma. Sarà che è la prima.
Ah, poi ci terrei a chiarire una cosa. Avrei voluto trovare una compagna per Itachi, poverino, ma sinceramente non ce lo vedo proprio con nessuna del manga, e di creare una OOC proprio non ne avevo intenzione. Non mi piacciono, ecco. Dopotutto credo che per lui, in fondo, vada bene anche così, no?
Spero di avervi soddisfatto con questo epilogo, spiegando in modo esauriente ma comunque solo accennato, come sono andate le cose, poi. Come sono diventati i figli di Sasuke, come se la passano lui ed Itachi. Spero di aver riassunto tutto questo in un degno epilogo.
Insomma, spero sia un bel finale, ci tengo  tanto a questa fiction, e proprio per questo vorrei invitare tutti quelli che la seguono, anche chi non ha recensito per i suoi motivi, a farmi sapere cosa ne pensano, almeno in quest’ultimo capitolo. Grazie comunque a chi si è fatto sentire almeno in un capitolo facendomi sapere la sua opinione^^
E poi vorrei fare dei ringraziamenti speciali a chi, fin’ora, ha recensito praticamente tutti i capitoli <3
Quindi un grazie a:
Ainsel
tre88
SellyLuna
Hikari93
Laine
Kurapika95(ci avevi azzeccato su Itachi Jr e la figlia di Naruto xD)
 
 
 
Ho altre idee che mi bazzicano per la testa, ma per ora credo terrò in corso solo “Un’altra possibilità” Causa maturità =_= mi spiace. Però almeno potrò stare al passo con gli aggiornamenti senza troppe difficoltà.
 
 
 
Vi saluto. *Commossa*
 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Fenrir_23