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Autore: Shine_On    13/02/2012    7 recensioni
Quando sei nei guai sei disposto a tutto. Anche ad incontrare qualcuno che non vedevi da molto tempo. E a soffrire di nuovo.
E se quelle stesse situazioni potessero migliorare la tua vita, invece che peggiorarla?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Duncan, Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Tre

 

Nonostante il mio cervello fosse totalmente contrario alla decisione che avevo preso (avevo una domanda in testa che mi perseguitava da ore ormai), sentii che fosse mio dovere iniziare a raccontare. Insomma, era colpa mia se ci eravamo divisi.

« Allora... » iniziai, in imbarazzo « Beh, tutto inizia sei anni fa quasi esatti, l'ultima volta che... Ehm... Ci siamo visti. Quella notte avevamo bevuto tanto, troppo, ricordi? » Gwen annuì, stringendo nervosamente la tazza di té che teneva in mano « Tu mi avevi chiesto di rimanere, avevi capito che ero troppo ubriaco per guidare... Avrei dovuto ascoltarti. Per fortuna le strade erano libere, non c'era il rischio di fare nessun incidente, ma fui fermato da dei poliziotti per un controllo. Naturalmente il mio tasso alcolico era alle stelle, e in poco tempo erano riusciti a sapere dei miei precedenti: mi portarono in caserma e mi toccò una settimana e mezzo di isolamento. Al decimo giorno, l'ultimo che avrei dovuto passare lì dentro, mi permisero di usare il telefono... Ti chiamai a casa, al cellulare, ma non rispondeva nessuno. Ero tremendamente nervoso, e questo mi portò a picchiare un paio di altri detenuti che volevano attaccare briga con me. E così mi toccarono due settimane di isolamento e altre due di detenzione. » Lanciai uno sguardo verso Gwen: aveva gli occhi lucidi, ma cercava di trattenersi dal piangere. Notando che la stavo guardando, mi fece segno di andare avanti « Uscito da quel dannato posto andai a casa tua, ma era... Vuota. I vicini non sapevano niente di dov'eri o quando te ne eri andata. Andai persino a casa di tua madre e da Bridgette, ma sembrava che allontanassi io le persone, visto che si erano trasferite pure loro due. E poi... Beh, niente. Per qualche mese continuai a fare ricerche, ma eri come sparita. E piano piano cominciai ad abituarmi di nuovo alla vita da “scapolo”. Sai, ragazze, uscite, un lavoro di schifo e un appartamentino minuscolo. Qualcosa che poteva anche sembrare positivo visto da fuori, ma che penso sia tremendamente deprimente.»

« Come mi hai trovata? » chiese, la voce leggermente tremante.

« Un paio di mesi fa sono andato a fare una visita medica e mi sono messo a leggere le solite riviste di gossip, vecchie di chissà quanto, che si trovano lì. Ne ho trovata una di circa quattro anni fa, dove si parlava del “giovane e promettente architetto Trent McCord”. Diceva che, nonostante partecipasse alla progettazione dell'avveniristico grattacielo del centro, preferisse le villette a schiera della periferia, in una delle quali viveva già con la sua compagna. Beh, sapevo che Trent fosse un po' fissato, e la sua fissazione più grande eri tu. Quindi ho pensato che se viveva con qualcuno, quel qualcuno potevvi essere soltanto tu. Io... Avevo in progetto di venire a trovarti, qualche volta, ma non ho mai trovato il momento giusto... Fino a ora. »

Gwen mi guardò per qualche secondo, poi annuì a se stessa. « Immagino che ora tocchi a me, no? »

« Gwen, » la fermai prima che iniziasse « insomma, sei sicura? Io la mia storia te la dovevo, ma tu non sei costretta. E non sei costretta neanche a ospitarmi qui. »

Lei tentò di sorridere « Non ti preoccupare, io lo faccio perché lo voglio, non perché sono costretta. E mi riferisco a entrambe le cose. Allora, » sospirò « quella sera... La ricordo perfettamente. Eravamo stati così stupidi, a bere tutte quelle birre. Quella notte dormii malissimo, avevo un bruttissimo presentimento e ora sappiamo tutt'e due quello che è successo... Il pomeriggio dell'indomani ti chiamai al cellulare, volevo sentirti, ma non rispondevi. Non mi allarmai troppo, poteva essersi scaricato. Ma dopo un po' chiamai a casa tua... Cominciai a preccuparmi. Passai un'altra notte orribile e la mattina dopo chiamai l'officina, andai nei soliti bar, ma non ti aveva visto nessuno. » mi lanciò un'occhiata, tentando di mostrarsi serena, ma ugualmente sentii il mio stomaco che si attorcigliava per i sensi di colpa.

«Ero... Non so precisamente cosa ero, ma andai velocemente nel panico. Il terzo giorno ero praticamente fuori di me, e chiamai Bridgette per aiutarmi. Lei mi disse che era fuori città, ma che avrebbe mandato qualcuno, non voleva lasciarmi da sola. E la sera stessa mi ritrovai in casa l'ultima persona che potevo aspettarmi... Trent. Mi disse che Bridgette l'aveva chiamato, che non aveva cattive intenzioni, voleva solo aiutare un'amica. E io feci la cosa più brutta che potessi mai fare. » si fermò un attimo. Lacrime silenziose le rigavano il viso. « Gwen... » sussurrai, ma lei fece segno di no, e continuò, guardando fisso davanti a lei.

« Non sapendo cucinare, la sera successiva aveva deciso di prendere la pizza. » disse come un automa « La solita pizza, dal solito panificio. Dovevo essere davvero scioccata, bisognosa o che altro. Ma ebbi come un'allucinazione. Vidi te, sorridente, alla porta, con le pizze in mano. E gli saltai praticamente addosso. Lui non si aspettava niente del genere, ma non era stato con nessuna dopo che ci eravamo lasciati. Lui voleva me, e decise di non perdere quell'occasione. Senza nemmeno accorgercene eravamo in camera da letto, mezzi nudi. Puoi... Puoi facilmente immaginare il seguito. » si asciugò, inutilmente, le lacrime, che continuavano a bagnarle le guance «Quello che è successo dopo... Ho un vuoto di un mese. Trent mi ha detto che caddi in una specie di stato di shock. Mangiavo, bevevo, dormivo normalmente, ma ero inerte. Non parlavo. Già la mattina dopo gli sembrai strana, e mi portò in ospedale, seriamente preoccupato. Data la mia situazione di salute decise in un trasferimento lampo, a casa sua, che era più grande e nella quale avrebbe potuto prendersi cura di me in modo migliore. E in meno di una settimana quello che era stato il nostro nido, il nostro ritrovo, non c'era più. »

Mi guardò, in modo quasi supplice, come se fosse colpa sua. Sentii fortissimo l'impulso di abbracciarla, e così feci.
« Basta. » dissi con voce dura, stringendola forte a me « Se tutto questo ti fa soffrire così tanto non voglio assolutamente che continui. »

« No. »

« C-cosa? »

« No. » ripetè con voce stranamente ferma « Tu sei la prima persona a cui posso raccontare tutto. Per quanto mi faccia male parlarne, fa più male tenermelo detro. Quindi ascoltami. » Gwen si accoccolò meglio tra le mie braccia, asciugandosi le lacrime, che finalmente avevano smesso di scorrere.

«Beh, dopo un mese mi “risvegliai”, » continuò « anche se non so spiegarmi come. Trent era a lavoro, mi sentivo debole e avevo una sensazione strana... Sapevo che qualcosa in me era strano, ma non lo capii finchè non mi alzai da letto e provai un fortissimo senso di nausea. Andai in farmacia e comprai un test... E scoprii di essere incinta. Logicamente il bambino poteva essere sia tuo che di Trent. Ero terrorizzata, pensavo di essere troppo giovane... Ma decisi di tenerlo. Se fosse stato di Trent, l'avrei inteso come un segnale ad andare avanti, smettere di pensarti e cominciare una vita con lui. Se fosse stato tuo... Beh, semplicemente non potevo eliminare l'ultima cosa che mi era rimasta di te. » disse arrossendo.

Avrei voluto gridare. Io l'avevo lasciata -anche se contro la mia volontà-, l'avevo fatta soffrire e lei che faceva? Decideva di crescere un bambino a soli ventun'anni perché c'era la possibilità che fosse mio. Non era logico. E non lo meritavo.

« Comunque Trent fu felicissimo della notizia. » continuò « Era talmente felice e innamorato che non pensava affatto che poco più di un mese prima io stavo con te, e che poteva benissimo essere figlio tuo... E questo fu un bene. E poi... Col passare dei mesi si scoprì che era una femmina. » sorrise « La mia piccola Amber. Quando nacque era così bella... »

« ...E? » dissi leggermente impaziente. Dopotutto era la domanda che più mi assillava. Lei capì al volo quello che volevo sapere.

« Quegli occhi non mi lasciavono possibilità di errore. Amber è tua figlia. »

Gwen mi lasciò qualche attimo per assimilare la notiza.

Cavoli, avevo una figlia.
Una piccola adorabile peste di cinque anni.
Una marmocchietta che aveva i miei stessi occhi, i miei stessi capelli.

Ma più importante... Avevo una figlia con Gwen.

Tutto ciò era assolutamente assurdo. Anche se quello stesso pomeriggio io stesso ci avevo pensato, ma era soltanto una supposizione.

Ma ciò che era più assurdo era che l'idea non mi dispiaceva affatto.

Aprii la bocca cercando di dire qualcosa, ma non ne uscii niente. Gwen, continuando a sorridere, capì la mia difficoltà -non riuscivo a capacitarmi di quanto noi due fossimo ancora in sintonia- e riprese a parlare.

« In questi ultimi anni non è successo un granchè. Fortunatamente nessuno è sembrato accorgersi della sua somiglianza con te. Trent pensa che abbia preso gli occhi da- »

« Tua madre. » balbettai, pur di dire qualcosa, riprendendomi dallo shock.

« Esatto. Ed Amber è cresciuta forte e sana. L'anno prossimo farà la prima elementare e... A questo punto penso di aver finito anch'io. »

Rimanemmo un po' in silenzio, ancora abbracciati. A un certo punto lei mi guardò negli occhi.

« Non sparire mai più. » mormorò.

« Mai più. »

« Promettilo. » insistette.

« Te lo giuro. » Ora che l'avevo ritrovata, ora che avevo saputo di Amber, probabilmente avrei frequentato spesso quella casa.

Si accoccolò di nuovo sulla mia spalla, soddisfatta.

« Film? » chiese ad un tratto.

« Horror? »

« Logico. »

 

 

 



 

 

Angolo dell'autriceBrutta-stupida-che-aggiorna-ogni-due-mesi

 

Ok. L'ultimo aggiornamento l'ho fatto il 31 Dicembre. Oddio.

Direi “scusatemi ragazzi” ma questa fic (ç.ç) ha un pubblico abbastanza limitato quindi...

Mi scuso con Dgsol_92, DrakeWinchester, DxG_LoveTD, mia95, _Roxanne5 che seguono la storia, ma soprattuto mi scuso umilmente con Edelvais per avervi fatto aspettare tanto.
Questo capitolo mi è risultato estremamente difficile, in quanto dovevo creare dei fatti cronologicamente possibili e che potessero dare senso a quello che voglio scrivere dopo, ed è stato
tremendo. Poi il fatto che non avevo mai tempo non aiutava.

Sperando che questo capitolo chilometrico vi sia piaciuto, aspetto le vostre (soprattutto la tua, Edelvais!) recensioni :D

Vi abbraccio

Shine_On

  
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