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Autore: Mary West    14/02/2012    3 recensioni
Piccola sciocchezzuola che partecipa all'iniziativa "Aurors in Loves" organizzata dal gruppo FB "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]" dedicata a I love Malfoy.
Com’erano piccole le mani di Hermione. Così fragili, delicate, bianche. Le dita affusolate danzavano insieme in gesti eleganti, aggraziati, casuali.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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  [Fanfiction partecipante all'iniziativa “Aurors In Loves” organizzato dal gruppo di FB “Cercando chi dà la roba alla Rowling” (Team Harry/Hermione)] dedicata a: I love Malfoy.
 


Fragile

Il tempo era stato poco benevolo quell’anno.
Dicembre aveva portato con sé vento e nevischio, Gennaio era trascorso nel freddo e nelle intemperie, lasciando dietro una scia di gelo e ghiaccio.
Quella mattina di metà Febbraio, il castello giaceva quieto, sotto il manto bianco che lo ricopriva come zucchero filato. Stranamente, il cielo non era più grigio e nascosto da nuvole cariche di pioggia, ma azzurro e terso; il sole brillava timido sul parco innevato e sulla lastra di ghiaccio che rivestiva il Lago Nero si cominciavano ad intravedere le prime spaccature.
Quel Sabato mattina, era stata programmata una gita al villaggio di Hogsmeade e molti studenti si erano già avvolti in parecchie strati di maglie e maglioni e camminavano adagio lungo il sentiero bruno. Oltre a tutti gli studenti del secondo e del primo anno, non erano rimasti alunni al castello, tranne uno.
Un ragazzo dal fisico esile e un’inconfondibile chioma scura era seduto nella Sala Comune dei Grifondoro, con ancora indosso il pigiama e una pesante sciarpa scarlatta ad avvolgergli il collo. Si era impossessato della poltrona più vicina al fuoco ed era immerso nella lettura di un libro dalla copertina gialla e nera; sul tavolino accanto ai suoi piedi, vi era poggiato un calice ricolmo di una pozione chiara e un termometro che segnava parecchie linee di febbre.
Harry terminò un altro capitolo del libro che stava leggendo e sbuffò, lanciando uno sguardo desolato all’ampia finestra alle sue spalle che dava sul parco e su Hogsmeade.
Era stato veramente ingiusto impedirgli di godersi una giornata simile per qualche decimo: il tempo non era così bello da settimane e aveva atteso tanto quel finesettimana per passare un po’ di tempo lontano dalla scuola e dai libri, in compagnia di Ron ed Hermione, e invece…
La colpa, in realtà, non era affatto - come Hermione asseriva da giorni - del Quidditch. Insomma, che colpa ne aveva il Quidditch se durante l’ultima partita era venuto a grandinare?!
Che assurdità.
Harry scosse la testa di fronte a quel pensiero osceno e si rituffò nella lettura del suo libro.
Aveva sempre amato molto i gialli di Agatha Christie. Zia Petunia a casa ne aveva tantissimi e quell’estate aveva insistito perché se ne portasse alcuni con sé.
Terribilmente rapito dal desiderio di scoprire se il dottor Quimper ed Emma Crackenthorpe - i suoi personaggi preferiti - avessero scoperto qualcosa sull’assassinio di Alfred, neanche si accorse della studentessa che entrò silenziosamente dal buco del ritratto, sedendosi proprio dietro di lui.
“Che fai?”
La voce di Hermione lo fece trasalire e il libro gli sfuggì di mano per la sorpresa.
“E tu che ci fai qui?” le chiese sconcertato, chinandosi per riprenderlo.
“Sono tornata prima. Fa troppo freddo” replicò lei, avvicinando le mani al camino in cui scoppiettava allegramente un fuoco vivace.
“Capisco” assentì Harry, con fare distratto.
Com’erano piccole le mani di Hermione. Così fragili, delicate, bianche.
Le dita affusolate danzavano insieme in gesti eleganti, aggraziati, casuali.
Hermione si accorse del suo sguardo, ed Harry lo distolse, arrossendo furiosamente.
Vide con la coda dell’occhio l’amica osservarlo dolcemente, poi la sua espressione mutò di botto appena si posò sulla pila nutrita di regali che Harry aveva ricevuto per San Valentino e che adesso giaceva dimenticata ai piedi della poltrona.
“Vedo che le tue ammiratrici hanno operato anche oggi” disse con tonò gelido.
Harry si sentì a disagio, come se avvertisse il dovere di dire qualcosa.
“Poco importa. Non li ho neanche scartati, capirai quanto mi possano interessare” aggiunse tranquillo.
Hermione sembrò addolcirsi e il suo sguardo vagò sul volto di Harry, insaziabile.
“Come ti senti?”
Una venatura di preoccupazione s’insinuò tra le sue parole.
“Sto bene, non ti agitare”
“Quanto hai di febbre?”
“Non l’ho misurata bene, a dire il vero…”
“Harry…”
“Hermione, sul serio. Non c’è alcun bisogno di agitarsi…”
“Harry!”
“Hermione”
“Rispondi”
Harry sospirò affranto: “Trentanove”
“Ma è altissima!” replicò lei scandalizzata. “Devi immediatamente tornartene a letto. Forza, ti accompagno”
Ben conscio di combattere una battaglia persa, Harry raggruppò tutte le sue cose e seguì Hermione lungo le scale per i dormitori. Si sentì molto più al caldo sotto le coperte e, dopo che ebbe bevuto la pozione, avvertì un senso di dolce sonnolenza invaderlo da capo a piedi. Un piccolo brivido di freddo gli colpì il collo, ma sentì le mani di Hermione coprirlo anche lì, prima di sfiorargli il volto e sfilargli gli occhiali.
Quelle mani, quelle dita delicate, affusolate, aggraziate che si muovevano in gesti eleganti, fragili. Non casuali.
Ancora quelle dita, sempre, sul suo volto, ad accarezzargli la fronte bollente, le guance calde, le labbra scotte. Poi, altre labbra sulle sue, anche loro aggraziate, delicate, non fragili e non casuali.

“Buon San Valentino, Harry”.









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Piccola stupidaggine su un momento possibilmente dolce nella mia coppia preferita in occasione di questo giorno almeno un po' speciale.
Partecipa all'iniziativa, come scritto sopra, del gruppo Auror su FB ed è dedicata ad una giovane Auroruccia: I LOVE MALFOY.
Non mi convince affatto, anzi ci trovo un milione e più di difetti, ma più ci metto mano e peggio diventa, quindi la lascio stare.

Spero che piaccia a voi almeno un pochino in più di quanto piaccia a me; un buon San Valentino a tutti e alla prossima! Mary   

   
 
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