Libri > Il diario del vampiro
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Autore: freiii91    15/02/2012    2 recensioni
Questa storia è il mio personale proseguimento all'ultimo libro della saga del diario del vampiro (l'alba). Visto che i prossimi libri saranno scritti da un autore diverso ho deciso di provare a creare un finale alternativo a quello che ci sarà. La storia si basa sui giovani ragazzi che sono ritornati a Fell's Church dopo aver passato dieci mesi strazianti lontano dalla vita normale, per poi ritornare ad affrontare nuove avventure negli anni del college.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La luna sta sorgendo, ci siamo.

Un istante dopo un lampo dorato stava trapassando Damon dall’alto, arrivando fino alla punta suoi  piedi, il tempo di un batter di ciglia e svanì nel modo in cui era arrivato.

Lui, accecato dalla luce, aprì gli occhi dopo qualche secondo… poi sbarrò quelle gemme che riuscivano a trattenere in se un universo di stelle e rimase senza parole…

Questo è il paradiso, deve esserlo… Sono sicuro che ad Elena piacerebbe vivere qui.

Damon si trovò quasi scaraventato in un mondo perfetto, circondato da distese di verde in ogni dove, c’erano frutteti e alberi di ogni tipo sui quali si intravedevano alcuni scoiattoli mangiucchiare ghiande.

Più avanti, sulla destra si intravedeva un’alta cascata che ricadeva in uno specchio d’acqua fresca, doveva esserlo visto che alcuni cavalli erano lì a bere avidamente, uno stallone in particolare destò la sua attenzione: era completamente nero e lucido.

Mentre si avvicinava alla bestiola, guardandosi intorno vide altri animali gironzolare allegramente per quei prati incantati e fioriti… c’erano una miriade di colori che si mescolavano tra loro, ma soprattutto c’era la cosa che per anni aveva cercato incessantemente: un intero cespuglio di rose nere, non erano le preziose Black Magic, erano ancora più scure… impossibile a pensarlo eppure erano lì, davanti ai suoi occhi… sì, quello doveva essere il paradiso.

 

Sì avvicinò cautamente per assaporarne il profumo vellutato, ma una voce alle sue spalle lo ridestò e fu obbligato a voltarsi.

Un uomo alto e moro dagli occhi blu, che doveva avere sui quarant’anni lo aveva chiamato.

“Damon Salvatore, giusto?”

“Sì, mi avete fatto chiamare… perché?”

L’uomo che, Damon si accorse dopo, era scortato da un’ angelica donna bionda incredibilmente uguale ad Elena, gli sorrise e gli fece segno di seguirlo.

“Vieni, è tempo per voi di sapere.”

Damon seguì silenziosamente le due figure lungo un sentiero intorno ai verdi prati, mentre ancora ammirava il paesaggio, incantato da quella semplicità che lo rendeva unico.

 

 

Drin, drin, drin…

Che… Che succede qua dentro?

 

Elena si alzò di scatto dal letto, cercando di capire da dove provenisse quello strano rumore temendo il peggio per la sua vita, ma poi si ricordò… era qualcosa di familiare.

 

Stupida sveglia! Non mi ricordavo nemmeno della tua esistenza…

Zia… è stata lei a puntarmela, ci scommetto!

 

“Tesoro sveglia o farai tardi per la cerimoniadisse ridacchiando zia Judith aprendo e richiudendo la porta della camera.

Elena, come ogni mattina, sollevò le coperte e si infilò velocemente nella doccia, lavò via il sangue secco dalla schiena e finì lavandosi anche i capelli.

Fece solo in tempo ad asciugare e pettinare la mossa chioma che Stefan si presentò in camera sua, senza nemmeno aver bussato.

 

“Buongiorno amore”

“Buongiorno anche a te, a cosa devo questa visita mattutina?”

“Mi mancavi…” rispose Stefan, ed immediatamente le sue labbra si poggiarono avidamente su quelle di Elena in un bacio alquanto passionale.

Lui non l’aveva mai baciata in quel modo, non in quella situazione, Stefan era sempre piuttosto calmo, era lei che ogni volta lo stuzzicava per farsi dare quei baci.

 

“Sicuro sia tutto ok?”

“Sì, è che mi sei mancata veramente tanto. Negli ultimi tempi siamo stati sempre insieme e questa lontananza mi distrugge.”

Elena sorrise a quelle parole e tornò a vestirsi.

 

“Stefan?”

“Sì?”

“Visto che sei qui, mi daresti una mano a ripulire e disinfettare bene questi tagli?” si alzò la maglietta aspettando una sua riposta.

“Certo, ma sono un po’ gonfi? Cosa ti è successo?”

“Credo che si siano semplicemente riaperte le ferite e abbiano fatto infezione”

 

Stefan prese garze pulite, acqua ossigenata e cerotti e si sedette sul letto, dietro di lei.

Mentre le ripuliva nel modo meno doloroso possibile, iniziò a baciarle dolcemente la guancia destra, a mordicchiarle il lobo dell’orecchio, scendendo poi con altri caldi baci sul collo, sulla spalla e arrivando alle scapole fin dove c’erano le due cicatrici riaperte.

“Finito, spero di non averti fatto troppo male”

 

Elena era avvampata dall’emozione, Stefan, il suo Stefan, non aveva mai fatto una cosa del genere. Era indescrivibile, pazzesco…

Quello era un atteggiamento tipico da Damon… e poi, tristemente, capì tutto.

 

“Stefan, tu ancora non l’hai capito, vero?”

“Cosa amore?”

“Quello che hai appena fatto… non è da te, cosa ti succede?”

“Niente, pensavo che ti avesse fatto piacere visto il modo in cui respiravi…”

“Mi ha fatto piacere, ma quello non sei tu…”

“Elena ci sono solo io nella stanza…”

“Quello che hai fatto… è una brutta copia degli atteggiamenti di Damon! Perché?” Elena si alzò irritata dal letto e lo guardò dall’alto al basso.

“Mi spiace”

“Ti spiace? Ti ho chiesto perché l’hai fatto, non se ti dispiace”

“Scusa Elena… è che pensavo che così ti sarebbe mancato meno, se fossi cambiato un po’ magari non avresti più sentito la sua mancanza”

 

“Stai scherzando vero? Non hai veramente capito e fa male…

Come puoi essere geloso di un ricordo?

Damon è morto, non potrà più mettersi tra noi due, perché devi farmi questo?!

Pensi davvero che lo potrei dimenticare?!”

 “Pensavo che magari avresti smesso di… amarlo se io mi fossi comportato un po’ come lui” Stefan era ancora seduto sul ciglio del letto con la testa bassa.

 

“Stefan gli abbiamo fatto una promessa, ricordi? Non lo avremmo mai dimenticato, mai…” Elena si avvicinò a lui e gli prese la testa fra le mani in modo da poterlo guardare negli occhi.

“Lo so, ma non pensavo che tu lo amassi così, non riesco a sopportarlo… pensare tutto quello che avete condiviso e mi avete nascosto… e al fatto che io ero solo d’intralcio.”

Stefan si alzò dal letto e fece presa sulle braccia di Elena per attirarla a se “Tu dovevi essere solo mia, non lo capisci?! Ora siamo solo io e te, ti prego non rovinare tutto!”

 

Elena si dimenò per staccarsi, invano. Lui era troppo forte e non accennava a lasciarla andare.

“Stefan siamo io e te, ma non puoi chiedermi di non amarlo…” una lacrima fuori dal suo controllo scese rigandole la guancia.

“Allora ti chiedo di pensare a lui come se fosse una parte di me, siamo fratelli in fondo! Così col tempo cesserai di amarlo…”

 

“Io non smetterò mai di amarlo! Come puoi solo immaginarlo? Non puoi sostituirti a lui, non sei lui, non sarai mai lui!”

Elena, con le forze che le dava la rabbia, riuscì a strattonarsi dal vampiro e si diresse verso lo specchio.

Era furiosa, come poteva solo pensare di sostituirsi a suo fratello? In quel modo poi… fino a pochi giorni prima  le aveva detto di aver capito e che avrebbe aspettato che lei fosse pronta, a quanto pare erano solo state bugie…

 

“Io devo prepararmi per la cerimonia, ci vedremo lì se ti sarai calmato…” disse Elena, spazzolandosi energicamente i biondi capelli.

A quelle parole Stefan se ne andò proprio come era arrivato e lasciò Elena ai suoi tristi pensieri.

 

La giovane finì in fretta di vestirsi, mise un filo leggero di trucco per nascondere le occhiaie e si diresse a scuola dove trovò ad aspettarla le tre amiche: Meredith, Bonnie e Caroline… quella Caroline che le aveva rovinato la vita nei mesi precedenti…

 

#continua
   
 
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