Un piccolo aiuto
Dopo il bagno, Gwen era crollata, addormentandosi sul letto.
Era stata una giornata molto pesante e il suo cervello era d’accordo con Gwaine, doveva riposare.
Hannah sistemò la vasca e uscì, lasciandola sola.
Ginevra era troppo stanca perfino per sognare e le sembrò che fossero passati solo pochi minuti quando qualcuno bussò alla porta.
Si alzò e andò ad aprire con difficoltà, stringendo i denti per il dolore alla caviglia.
Era Elyan.
Le aveva portato la cena e una stampella.
“L’ha intagliata Percival. Non ha avuto tempo per fare anche l’altra, ma ha pensato che per oggi ti potesse bastare” disse, consegnandogliela.
Lei annuì e si sedettero entrambi al tavolo, dove cenarono in silenzio.
Poi il cavaliere le prese la mano.
“Come va la caviglia?” chiese.
“Fa male” rispose lei “ma è sopportabile”.
“Gaius dice che dovresti stare ferma per un po’, ma gli ho detto anch’io che non sarà possibile. Non ti ho mai visto stare seduta a far nulla per più di dieci minuti di fila … anche quando eravamo bambini, dovevi sempre aver qualcosa da fare” rise.
Lei rise di rimando.
Era la sua prima risata da quella mattina.
E le sembrò così strana e inappropriata che si fermò subito.
Allora Elyan la guardò serio, dritto negli occhi: “Sei preoccupata?”.
“Non immagini quanto ... È stata colpa mia, è stata tutta colpa mia” disse e le lacrime iniziarono a bagnarle il viso.
“Non devi dirlo nemmeno per sogno. Se Artù è ridotto così, la colpa è solo di quei banditi. Tu non c’entri nulla” e le asciugò le lacrime con le dita.
“Tu … tu non sai … non c’eri” continuò lei, piangendo.
“Io ti conosco e so che non gli faresti mai del male. Non è stata colpa tua. È stata sfortuna. Ma non devi disperare. Di speranza ce n’è ancora. E molta. Mi credi?”.
“Sì” rispose lei, incerta, ed Elyan le posò un bacio sulla fronte.
“Ora devo andare, ho il turno di guardia, ma tu devi promettermi che starai qui, tranquilla. Lo farai?”.
“Sì, va bene”.
“Tornerò domattina. Ti voglio bene”.
“Anch’io” rispose ed Elyan uscì.
Gwen aspettò pochi minuti, poi uscì a sua volta.
Le faceva male mentire a suo fratello, ma doveva sapere come stesse Artù.
E non poteva aspettare.
Appoggiandosi alla stampella, percorse il corridoio che li separava e si fermò di fronte alla sua porta.
C’erano due guardie davanti.
Si avvicinò loro.
“Desidero vedere il principe, posso entrare?” chiese.
“Il re ha ordinato di non far passare nessuno” rispose uno dei due.
“Ma … ma io … io devo vederlo!” insisté lei.
“Mylady, è un ordine del re. Non possiamo fare eccezioni” disse con un sorriso di scusa.
“Ma … io …” provò a ribattere.
“Basta Mylady, se continuerete a insistere, saremo costretti a portarvi via. Ora allontanatevi” la interruppe l’altro, con un tono che non ammetteva repliche.
Gwen allora fece per seguire l’ordine del cavaliere, ma inciampò nei propri piedi e cadde.
Subito uno dei soldati, il primo che aveva parlato, le si avvicinò e l’aiutò a rimettersi in piedi, sussurrandole: “Mi dispiace”.
“Non è proprio possibile che io entri?” domandò lei.
“Per ora no, ma se riuscite ad aspettare, potrò farvi entrare per pochi minuti quando il re se ne sarà andato”.
“Dite sul serio?”.
“Avete la mia parola” le assicurò.
“Vi ringrazio infinitamente”.
“Non è nulla. Potete aspettare nel corridoio qui accanto. Quando vedrete passare il re, potrete venire”.
“Grazie” disse e gli sorrise, seguendo il suo suggerimento, mentre lui tornava al suo posto.
Angolo Autrice:
Buongiorno a tutti!
Eccovi un nuovo capitolo :)
Lo so, sono perfida … muahahahahahahahah
Ebbene sì, non sappiamo ancora nulla di Artù e dovrete aspettare ancora un bel po’ … xD
Un bacione a chi riesce ancora a sopportarmi
Sweet_Juliet