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Autore: Will Turner    17/02/2012    0 recensioni
Cosa succede quando una ragazza scopre la verità che rischia di distruggere la storia d'amore attesa da una vita? Da quando ha incontrato Max, Faith ha imparato a sognare: il suo tormentato passato sembra ormai superato per sempre, ma un tremendo segreto incombe su di lei senza lasciarle alcuna possibilità di fuga e mettendole davanti la scelta più difficile. Un racconto d'amore fatto di romanticismo, passioni, tormenti e lacrime che riuscirà a strappare anche qualche risata.
Aggiornamento periodico mensile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le Ragioni Del Cuore


R ISPOSTE ALLE RECENSIONI

Voglio cominciare ringraziando una persona che, a causa di mancanza di tempo e inaccettabili situazioni da me create, ho assurdamente allontanato. Ci tengo a dire che rimane per me molto importante e che sono davvero dispiaciuto di come siano andate le cose. Non è un caso che le rivolga queste parole proprio in occasione della pubblicazione del capitolo.
In poco tempo ha saputo mettermi in discussione ed ha cercato in ogni modo di farmi rendere conto delle mie capacità.
Quanti di voi sono stati così fortunati da conoscere qualcuno che vi abbia incoraggiati, spronati, appoggiati in ogni situazione, anche quando sapevate di essere in torto?
So di non aver perso questa persona, ma mi manca molto e ci tenevo a farglielo sapere.

Vi invito a leggere questo capitolo attentamente e con occhio diverso. Non leggetelo in fretta o con superficialità, ma fatelo con il cuore:
è dedicato a tutti quelli che abbiamo amato - e che ci hanno amato - e che oggi, per qualsivoglia motivo, non sono più qui con noi.

Grazie a tutti. Di cuore.

Marco.




43.C OME UNA FOGLIA D'AUTUNNO

La morte è come un bel tramonto. Ci lascia nel cuore la consapevolezza che non ne vedremo mai un altro uguale, come non incontreremo mai una persona identica a quella che ci ha appena lasciato.

    È strano come in certe situazioni si tenda a focalizzare la propria attenzione sui più piccoli ed insignificanti particolari, quasi a volerli imprimere nella mente per poi poterli rivivere dentro di sé.  
    Dal momento in cui Faith mise piede nella stanza di zia Becky, avvertita di un ineluttabile peggioramento delle sue condizioni, sapeva che sarebbe andata incontro all’ennesima grande tragedia della sua vita. La perdita che sentiva incombere su di lei stava riportando alla luce sensazioni dolorose mai messe a tacere, e vedere la prova fisica di un allontanamento così definitivo davanti ai suoi occhi la lasciava sconcertata e sconvolta.
    Inondata dalla luce dorata che penetrava dalla finestra aperta su un malinconico e soleggiato pomeriggio autunnale, osservò come le lenzuola bianche non fossero poi così immacolate a guardarle bene:  era come se stessero riflettendo una patina grigia che poteva vedere chiaramente, striata di venature forse messe lì dalla sua mente stanca. Le vedeva diramarsi partendo da una mano, fragile e leggermente sussultante, che non poteva pensare fosse proprio quella della zia, la stessa che l'aveva guidata per tutta la vita, forte e saggia, e che ora ritrovava del tutto inerme.
    C’era qualcosa di contraddittorio e di inaccettabile in tutto questo, che non riusciva, o che forse non voleva, capire ed approvare completamente.
    Afferrò la sedia della scrivania e silenziosamente l'avvicinò al letto, scoprendosi impreparata a sostenere ciò che stava accadendo, combattuta tra il mostrare una certa maturità e sfogare la frustrazione che serbava in corpo.
Si sorprese ansiosa di ricevere un segnale che avesse fatto percepire alla donna il suo arrivo, ma allo stesso tempo desiderosa di lasciarle tutta la pace possibile. Durante l'intera mattinata era stata indecisa sul da farsi, e provava timore ad avvicinarsi a lei, la persona che più amava al mondo e che desiderava come presenza costante nella sua vita.
    Nell'istante in cui la mano della zia si mosse impercettibilmente, fu come guidata da una forza che la costrinse a prenderla delicatamente tra le sue, rispettosa ed angosciata. Zia Becky ebbe un leggero sussulto, e subito il senso di colpa si impadronì dei pensieri della ragazza. Ma non appena le sue palpebre fremettero per poi aprirsi leggermente, fu pervasa da un egoistico sollievo: lei era ancora lì.
    Quando gli occhi dell'anziana si focalizzarono con fatica sul suo viso, Faith ebbe l'assoluta certezza che sarebbe rimasta con lei fino alla fine. Nonostante non avesse la forza di parlare, il suo sguardo, ancora sofferente, le suscitava innumerevoli emozioni: paura e coraggio; amore e devozione; stanchezza e rassegnazione.
    Continuò a tenerle stretta la mano, ed era come se quel gesto significasse tutto e niente. Quel piccolo e delicato tocco rappresentava il forte legame che le univa, ed il solo sapere che presto quel vincolo si sarebbe spezzato, le tormentava il cuore.  
    Quasi assorta, la zia continuò ad osservarla, mentre la ragazza si sforzava di capire a cosa stesse pensando. Probabilmente a quanto fosse cresciuta, oppure alle tante cose che avevano condiviso nel corso degli anni passati insieme. Forse provava dispiacere a saperla presto sola, e magari i suoi ultimi pensieri stavano prendendo la consueta piega di preoccupazione per la nipotina. Sorrise tristemente a quest'ultima supposizione e non osò sperare che invece stesse provando orgoglio e meraviglia alla vista di ciò che era diventata. Le concesse di provare gioia perché, malgrado gli ultimi errori commessi, sapeva fosse certa di aver fatto un meraviglioso lavoro con lei, fin da bambina.
    Ricordò con un sorriso il giorno in cui aveva aperto la porta ed era entrata in casa sua sentendosi come un uragano pronto a sconvolgere la vita di una donna che per tanto tempo aveva vissuto da sola, in una pace quotidiana. Con sua sorpresa, l'aveva accolta calorosamente, ben lieta di iniziare un nuovo capitolo della sua vita.
Improvvisamente fu assalita dal desiderio irrefrenabile di dirle qualcosa. Il silenzio, ormai diventato insopportabile, venne spezzato dal rumore di una foglia sbattuta dal vento che frusciava insistentemente contro il vetro della finestra. Anche lei, come la zia, stava lasciando la vita. Dopo due intere stagioni, era giunto il momento di andare.
    Da quando Faith aveva saputo che per zia Becky non ci sarebbe stato più niente da fare, pensieri,  sentimenti e paure si erano alimentati dentro di lei. Desiderava che la zia sapesse tante cose e, soprattutto, voleva che quegli ultimi momenti insieme fossero speciali e diversi.
    L'anziana parve capire la difficoltà della nipote nell'esprimermi, e il suo sguardo assunse un'espressione di serena attesa. Quella fiducia spinse Faith a farsi coraggio e cominciare a parlare.
- Ciao zia.- Esordì semplicemente.
    Il suono delle sue parole parve scuotere tutto l’ambiente circostante e per un attimo si fermò, ancora indecisa, ad ascoltare il mormorio incerto della sua voce.
    Il respiro di zia Becky si faceva più lento mano a mano che i minuti passavano, e lei intuì che di lì a poco sarebbe cominciato il suo crollo personale.
- Non so cosa dire sinceramente. Ogni parola sembra scontata e inutile adesso, vero? E poi un monologo mi sembra così strano. Di solito sei sempre parte attiva in ogni discussione.-
    Zia Becky sorrise leggermente e la ragazza si sentì un mostro.
Eppure percepiva chiaramente che non sarebbe riuscita a frenare la valanga di parole che lottavano nella sua mente. Avrebbe voluto riversarle tutte in modo da creare un legame effimero ma sonoro, che riempisse il vuoto che già sentiva.
    Come si può stare in compito silenzio di fronte alla vita più preziosa che se ne va?
Riusciva a stento a trattenersi dal manifestare con forza tutta la sua contrarietà ad un evento assurdamente ingiusto. Vedere Zia Becky così calma, con la rassegnazione negli occhi martoriati da troppo dolore, era qualcosa che la privava del respiro, come stare sott’acqua, nel momento in cui si risale senza ossigeno, sperando di arrivare presto in superficie.
    Ma lei non era certa che ci sarebbe mai arrivata. Vedere le tragiche increspature di quel triste evento, senz'aria e defraudato di qualsiasi emozione, la colmava della consapevolezza che Zia Becky avrebbe portato via il suo respiro, lasciandole i polmoni brucianti di smarrimento.
    Nemmeno la sua mano riusciva più ad ancorarla alla realtà e a tenerla presente per lei. Avrebbe dovuto essere forte, invece si scoprì fallire, cedere senza rispetto per colei che l'aveva cresciuta ed amata.
    Tutto questo parve darle una terribile scossa. Risalì dalla sua cieca e facile disperazione e focalizzò lo sguardo su di lei. La stava ancora guardando, ma i suoi occhi sembravano più spenti, già estremi viaggiatori.
- Zia, non so davvero cosa dire. Come farò? Ho deluso te, ho commesso un errore terribile ed ora mi ritrovo senza nessuno. Ok, c'è sempre Jason, ma... Non sarà più la stessa cosa senza di te.-
    Si rese improvvisamente conto di discorrere di un discorso privo di collegamenti logici, dove le parole tentavano di formulare un’egoistica confessione di debolezza a colei che tuttora era la sua roccia.
    Zia Becky parve risvegliarsi dal torpore che la ghermiva, quasi richiamata dalle sue parole, e le sembrò persino di disturbarla troppo. Non poteva parlare, ma le passò delicatamente il pollice sul dorso della mano. Fu un movimento lento e faticoso, straziante nel suo voler essere un ultimo conforto pieno di dolcezza e sofferenza.
    Faith comprese che zia Becky non la stava affatto condannando, né stava sopportando il suo abbattimento, ma la stava amando, spronandola per l’ultima volta.
    Quello fu l’ultimo gesto.
Poi gli occhi le si chiusero, inesorabili. Faith ascoltò quella mano liberarsi di ogni forza, come rannicchiata tra le sue, a cercare rifugio davanti ad una prova troppo grande.
    Il momento era arrivato. Con la gola secca, la giovane increspò le labbra e deglutì. Il tempo per parlare era terminato e lei ringraziò Dio per averle concesso quei preziosi attimi.
    Così, si alzò lentamente dalla sedia, eliminando le distanze e le paure, e decise di instaurare un ultimo contatto con zia Becky. Senza lasciarle la mano, le accarezzò la fronte con l’altra ed avvicinò le labbra al suo orecchio, distendendosi dolcemente sul letto. Respirò a fondo il suo profumo di mamma e di amore, e le sussurrò chissà quali parole, dando vita a tutta la sua riconoscenza. Era decisa ad accompagnarla con forza e discrezione, così si assunse il dovere di non lasciarla sola.
    Capì immediatamente quando la sua mano perse vita, quando il capo rimase reclinato contro il suo, più per sconfitta che per protezione. Allora la strinse più forte a sé, avvertendo lancinanti lame di dolore straziarle l'anima, mentre un legittimo sollievo per la fine delle sue sofferenze, le si manifestava silenziosamente nella coscienza.
    Nello stesso istante in cui la foglia si adagiò sul davanzale, zia Becky se ne andò, e Faith poté udire il suo cuore smorzarsi lentamente.
    Rimase quasi riverente accanto a lei, grata ed orgogliosa di averla avuta nella sua esistenza e poi, mentre calde gocce d’amore cadevano sempre più numerose, la ringraziò sottovoce, cercando un tardivo nuovo contatto mentre l’amarezza governava ineluttabile i suoi pensieri.
    In qualche modo doveva rendersi consapevole che lei se n'era andata per sempre, portando con sé le pagine più belle della sua vita.
- Non ti dimenticherò mai, zia.- Mormorò.
  
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