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Autore: Mary West    19/02/2012    6 recensioni
One-shot senza pretese classificata terza al DNAuror Flash Contest indetto dal gruppo FB "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]".
“Ti piace la neve?”
“Non molto.”
“Sul serio?”
“Non capisco cosa ci trovi la gente di tanto bello. Dopotutto, è solo un po’ di pioggia solidificata.”
“Non si tratta solo di un passaggio di stato, signorina Granger. La neve è qualcosa di meraviglioso. Non hai mai studiato la letteratura italiana a scuola? Tasso diceva che l’ambiente è cassa di risonanza dei sentimenti interiori e che nella natura l’uomo trova la pace che non riesce a darsi da solo. La neve è perfetta per cambiare lo stato d’animo delle persone; è così semplice. Trasmette quel senso di quiete, serenità, delicatezza che non si può trovare in nessun altro modo. È così docile, così
candida.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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One-shot senza pretese che partecipa al DNAuror Flash Contest indetto dal gruppo FB "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]".

 

 

Candida

La mattina del primo Dicembre era fresca e luminosa come un fiocco di neve.
L’immensa estesa del parco fuori dalla scuola era ricoperta da un soffice manto bianco e il Lago Nero era rivestito da una spessa lastra di ghiaccio.
Il castello giaceva quieto sotto una delicata coltre di neve, più abbondante sulle torri e sui davanzali delle finestre saldamente chiuse dall’interno.
La Sala Grande era stata decorata, come sempre, con una dozzina di alberi sfarzosamente addobbati e le armature erano state incantate perché intonassero canti natalizi al passaggio di studenti ed insegnanti; le fiaccole nei corridoi erano aumentate e una notevole quantità di vischio era stata sospesa sul soffitto e sugli archi delle porte, in ogni dove.
Novembre aveva portato con sé vento e nebbia, eppure quel Sabato il cielo era terso e brillante e il sole faceva capolino da dietro una nuvoletta, candida come la neve che ricopriva i giardini erbosi della scuola. Approfittando del finesettimana, molti studenti avevano deciso di trascorrere la giornata nelle rispettive sale comuni, a leggere o a giocare a Sparaschiocco cercando di accaparrarsi i posti migliori vicino ai camini accesi.
Solo un gruppo di diligenti Corvonero del quinto anno si era radunato in biblioteca, per terminare il lavoro di gruppo che aveva assegnato loro Lumacorno il giorno prima. Due scaffali più a destra, china su un pesante e complicato volume di Trasfigurazione (Mutazioni umane e loro conseguenze di Emeric Zott), sedeva una studentessa del sesto anno con la cravatta scarlatta dei Grifondoro ben annodata al collo. Scriveva freneticamente su un figlio di pergamena nuovo; il polso si muoveva con tanta foga che presto la punta della piuma avrebbe fatto un buco nella carta. Finalmente, a mano di Hermione si fermò e lei lanciò uno sguardo critico al lavoro appena concluso. Diede un sospiro soddisfatto ed infilò inchiostro, carta e piuma nella borsa poggiata sul tavolo più vicino.
Mentre si alzava per raggiungere l’uscita della biblioteca, il suo sguardo cadde sul parco innevato e deserto, tranne che per uno studente che era stato tanto coraggioso da sfidare quel clima gelido. Un sorriso le incurvò spontaneamente le labbra: avrebbe riconosciuto quella chioma tra mille.
Gettandosi la borsa in spalla, deviò svoltando verso le scale che conducevano al portone e poi ai giardini. Appena mise un piede fuori dal castello, si sentì investire da una brezza fredda, ma piacevole. Il sole batteva ritroso sul manto bianchissimo che li circondava, dando riflessi quasi dorati a quel mare candido. Piccoli fiocchi erano caduti sui rami degli alberi spogli al limitare della foresta, creavano un’atmosfera quasi fiabesca.
Harry camminava lentamente ai margini del Lago, osservando con espressione assente la neve attorno a sé. Hermione velocizzò il passo per raggiungerlo.
“Harry.” disse senza fiato, quando gli fu accanto.
Lui trasalì e le rivolse un sorriso imbarazzato.
“Hermione. Non mi ero accorto che eri scesa nel parco. Non dovevi finire un tema per la McGranitt?” le chiese in tono divertito.
Lei gli lanciò uno sguardo di fuoco, mordendosi il labbro inferiore.
Harry intercettò quello sguardo, e rise. I suoi denti erano in così netto contrasto con le guance accese dal vento.
Regolari, perfetti, bianchi. Candidi.
“L’ho già finito.” replicò lei, assumendo un tono superiore “Immagino che tu non abbia nemmeno letto la consegna.” aggiunse con tono di rimprovero.
“Non ti preoccupare, Hermione.” la rassicurò, come ogni volta che lei lo sgridava perché non faceva i compiti.
Anche i suoi occhi ridevano.
Verdi, raggianti, luminosi. Candidi.
“Ti piace la neve?”
La domanda la lasciò stupefatta; rimase a rifletterci, indecisa.
Quand’era piccola, aveva odiato la neve. Giocando con sua cugina, era caduta e si era tagliata il ginocchio vicino ad una pietra che non aveva visto perché ricoperta dalla neve. Le sembrava infantile, avversa.
“Non molto.”
“Sul serio?”
Vide il suo volto stupito, come se la biasimasse.
“Non capisco cosa ci trovi la gente di tanto bello. Dopotutto, è solo un po’ di pioggia solidificata.”
Harry rise ancora e stavolta il sorriso gli rischiarò anche il volto.
Felice, spensierato, diafano. Candido.
“Non si tratta solo di un passaggio di stato, signorina Granger. La neve è qualcosa di meraviglioso. Non hai mai studiato la letteratura italiana a scuola?” la canzonò “Tasso diceva che l’ambiente è cassa di risonanza dei sentimenti interiori e che nella natura l’uomo trova la pace che non riesce a darsi da solo. La neve è perfetta per cambiare lo stato d’animo delle persone; è così semplice. Trasmette quel senso di quiete, serenità, delicatezza che non si può trovare in nessun altro modo. È così docile, così candida.”
Hermione ascoltò rapita il suono della voce di Harry, senza rispondere.
Candida.
Il suo sguardo percorse rapido il mare innevato attorno a loro, e sembrò assumere un nuovo significato. Adesso non era più minaccioso o ostile; era dolce, limpido, affascinante.
Candido.
“Che pensi?”
La voce di Harry la raggiunse come lontana di chilometri.
Hermione sorrise e sentì anche il proprio volto distendersi più radioso.
“Che è meglio se torniamo in sala comune, o stasera dovremo fare di nuovo mezzanotte per finire il tuo tema per la McGranitt.”
Harry scoppiò in una risata cristallina ed Hermione rimase ancora una volta incantata nell’udir quel suono.
Limpido, radioso, agognato. Candido.

   
 
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