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Autore: Veriti    19/02/2012    1 recensioni
Ecco una versione relativamente alternativa di ciò che accade al nostro Draco dal quinto anno in poi. Ci sono persone che sono in grado di cambiarti la vita, di farti pensare a chi sei e a cosa ne stai facendo della tua vita, questo è il ruolo di Amelia nella vita di Draco. Sfortunatamente a volte certe convinzioni sono così radicate che prima di riuscire a cambiarle rischi di perdere tutto ciò che conta.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Amelia era arrivata durante il quinto anno, aveva un anno in meno di me. Restammo tutti sorpresi nel vedere una forestiera accolta a scuola, quando sapevamo bene che non era possibile per altri studenti trasferirsi: o frequentavi da quando avevi undici anni, o ad Hogwarts non avresti mai messo piede.
Doveva avere qualcosa di speciale, lo percepii nell'aria, come tutti gli altri credo, quando entrò in sala grande la sera prima della ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia.
Il fatto che arrivasse ad anno già iniziato era ancora più strano.
La sala calò nel silenzio quando sentimmo qualcuno discutere con Gazza, le voci arrivavano fin dall'ingresso.
"Senta vecchio pazzo, sono già in ritardo e il mio comitato di benvenuto in Inghilterra non è stato dei migliori, perciò mi lasci entrare senza tante storie!"
Per merlino, era davvero arrabbiata, ma in ogni caso chiunque avesse dato a Gazza del vecchio pazzo era degno della mia stima, purchè non fosse un Grifondoro.
Vidi Silente fare un cenno alla McGrannit, la quale si diresse subito dai due.
"Suvvia Gazza non vede che è solo una ragazza? E' la nuova studentessa gliel'abbiamo detto non so quante volte che sarebbe arrivata!"
e subito sentimmo dei passi dirigersi su per le scale.
La professoressa entrò in sala grande con un sorriso e dietro di lei svolazzava un mantello nero. Se non fosse stato per i piedi che sbucavano, si sarebbe potuto dire che svolazzava beatamente solo.
La McGrannit si schiarì la voce e sussurrò "Il mantello signorina".
"Ehm preferirei tenerlo professoressa, anzi pensavo di vedere Silente in privato e andare dritta a letto! Si ecco guardi lo aspetto fuori eh!" disse la ragazza molto agitata.
"Mia cara ben arrivata! E' stato piacevole il viaggio?" esordì Silente con una calma ed una cortesia mai viste.
"Oh si quasi noioso a dirla tutta! Fortunatamente che il mio comitato di benvenuto ha movimentato le cose" sarcasmo, potevo quasi immaginare un ghigno sulla sua faccia nascosta. Venne da sogghignare anche a me.
"Comitato di benvenuto?" disse Silente aggrottando le sopracciglia, sembrava confuso e per un attimo restò fermo a fissarla. Dopo pochi secondi, come ridestato all'improvviso, si affrettò verso la ragazza "usciamo a prendere un po' d'aria" sembrava preoccupato.
"Ehm ehm" eccola, la rospa si schiarì la voce, sembrava strano che non fosse ancora intervenuta durante un evento così inusuale.
"Si professoressa Umbridge? Desidera qualcosa?" la ragazza rimase immobile, testa china, sembrava che tremasse.
"Mi sembra molto poco garbato signor preside privarci della conoscenza di questa giovane fanciulla, che per altro sembra non essersi ricordata le buone maniere. Non vorrei mai che i suoi studenti fraintendessero, pensando che la fanciulla stia ricevendo un trattamento di favore" sorrise, Merlino era spaventosa, la faccia le si increspava ancora di più. Un rospo con il tutù ecco cosa sembrava.
La McGrannit ringhiò, aveva la stessa espressione di un cane che sta per azzannare un osso.
"La ragazza ha fatto un lungo viaggio professoressa, la accompagnerò nel mio ufficio, così potrà essere smistata e potrà andare a dormire. Domani le assicuro che avverranno le presentazioni del caso" l'espressione di Silente era impeccabile, ma dalla sua voce si poteva sentire una sottile nota di nervosismo.
La Umbridge sorrise, malignità allo stato puro. "Mia cara signorina, non si tiene il mantello al chiuso" e con un gesto della mano lo fece evanescere.
Lunghi capelli scuri, figura esile, testa china, pugni serrati. Lentamente si girò verso la persona che le aveva fatto evanescere il mantello e alzò la testa. Occhi di ghiaccio, non solo per il colore, ma soprattutto per ciò che trasmettevano, odio.
L'espressione della Umbridge per un momento gelò poi balbettò "via via vada Silente".
Silente mise un mano sulla spalla della ragazza che interruppe il contatto visivo con la donna e si girò, era ferita. Il volto pieno di graffi e con la mano sinistra si teneva il fianco destro, la mano sporca di sangue. L'espressione di odio era svanita, lasciando il posto a quello che sembrava imbarazzzo, e a testa china uscì dalla sala scortata da Silente.

Quella fu la prima volta che vidi Amelia Reid.
  
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