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Autore: Cosmopolita    20/02/2012    4 recensioni
Lovino ha una ragazza. Si chiama Sophie ed è una deliziosa belga che ha conosciuto in chiesa. Un classico. E, come tutti i classici che si rispettano, la baldanzosa e bionda ragazzina, rimasta incantata dalla carnagione abbronzata del “latin lover”, ha un fratello geloso.(...)
Una RomBel che spero vi piaccia ^^
STORIA IN REVISIONE
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Belgio, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Dallo studio, la terribile stanza degli orrori, come pensa tra se e se il povero Lovino, proviene il suono di un pianoforte. Lui non se ne intende di musica, ma capisce che lo stile del pezzo è innovativo, diverso dai soliti che ha sempre ascoltato al grammofono scassato di Antonio.
-Jazz!- commenta Sophie incantata –Mio fratello ha imparato in fretta…-
E ti pareva –Quindi, tuo fratello suona…- risponde, tanto per parlare di qualcosa e superare la tensione. Stiamo parlando di un classico e, come tutti i classici, i borghesi sanno suonare almeno uno strumento.
-Si, ma non è il massimo. –
Lo dice per non sminuirlo, perché in realtà Jacob se la cava piuttosto bene con quello strumento, alieno per Lovino quasi quanto il genere che sta suonando.
-è nuovo. – gli spiega –Americano!-
-è ballabile. Niente a che vedere con quella noia di austriaci e mangiapatate…- commenta sovrappensiero e Sophie si ritrova ad essere d’accordo con lui.
Prima di andare all’inferno, Lovino vuole fare un’ultima cosa. Prende per il viso la sua fidanzata e gli da un tiepido bacio –Ora sono pronto…- sussurra enfatico, provocando in Sophie una risatina alquanto nervosa.
Apre la porta e in quel momento il cuore di Lovino sembra che gli stia galoppando tra la gola e lo stomaco; insomma, nei posti dove non dovrebbe stare. Il suo istinto di sopravvivenza, nascosto da qualche parte gli suggerisce di darsela a gambe, ma allo stesso tempo il faccino dolce della sua fidanzata lo inchioda lì dov’è.
-Fratellone!- urla la ragazza. A Lovino quel grido non gli sembra opportuno, visto che Jacob è praticamente a poca distanza da lei, ma recepisce subito che anche questo serve per alleviare l’agitazione della ragazza.
Jacob si gira. Sembra un selvaggio civilizzato con quei capelli che superano ogni legge della gravità, quella ferita che gli attraversa la fronte e quello sguardo sdegnoso che lo scruta con aria minacciosa.
-Eccolo!- esclama Sophie, spintonando davanti al fratello il suo fidanzato.
Jacob lo squadra: vestito per bene, faccia pulita, sorrisetto nervoso…forse ha giudicato male e quello non è altri che il solito borghese beneducato. Magari è anche più ricco di loro. Una cosa è certa: l’opzione A (è una donna), è scartata e anche quella B (è un immigrato).
-Salve!- borbotta, offrendogli la mano –Mi chiamo Jacob. E lei?-
-Lo…Lo-vino…Va-Vargas…- balbetta, ricambiando la stretta vigorosa del ragazzo, che quasi gli stritola la mano.
Ecco, ritorna in voga l’opzione B! Lovino Vargas, non è di certo un appellativo belga e a Jacob, appena sente quel nome biascicato, gli si drizzano i capelli in testa. Letteralmente. Fulmina la sorella con lo sguardo e sulla tempia una vena sta pulsando freneticamente.
-Da dove vieni?-
- Italia…-
Jacob diventa rosso di rabbia, ogni minuto che passa. Va bene, è italiano. Ma forse è ricco…mica tutti gli italiani sono dei minatori disgraziati?
-Che lavoro fai?-
-Lavoro in miniera…-
Anche l’ultimo porto sicuro di Jacob si allontana. Perfetto! Avrà per cognato un volgarissimo minatore italiano! Ovviamente, solo se lo vorrà lui…e decisamente non vuole.
Magari è anche un ladro. Non si spiega altrimenti perché indossa un vestito così elegante.
-Non credo che l’abbia comprato con i tuoi soldi, quello!- lo punzecchia innervosito, indicando il completo che sta indossando. Lovino arrossisce, abbassa lo sguardo.
-In realtà…signore. Me l’ ha regalato un…amico…- mormora –è un sarto, Francis Bonnefoy!-
-Ah, Bonnefoy!- esclama, sempre più irritato –Lo conosco. Mi ha fatto un vestito, molto carino…-
L’italiano sorride. Bene, hanno un appiglio per cui non odiarsi!
-Peccato ci abbia provato sfacciatamente con me!- aggiunge.
Ecco. Appiglio sfumato!
-In realtà…- si affretta a rispondergli –Per me è un ba…- si ricorda degli ammonimenti di Francis e si interrompe –Insomma…- riprende –Non è mio amico, ma di un mio coinquilino. -
Jacob annuisce e gli porge un sorriso di sfida –Va bene, Rovino…-
- Lovino. – lo corregge un po’ infastidito. Nessuno può permettersi di storpiargli il nome.
-Giusto…- bofonchia –Beh, io lo conosco un po’ di italiano, ti assicuro che Rovino è un nome molto appropriato…-
Sophie, che fino a quel momento è rimasta zitta, nel sentire quel chiaro insulto da parte del fratello, diventa rossa e lo richiama indignata –Cob! -
Lui fa finta di niente –Credo che la cena sia pronta…- annuncia, un po’ lugubre –Se volete seguirmi, ragazzi…-
Lovino deglutisce, ormai assomiglia a quei pomodori che Antonio vorrebbe tanto cominciare a coltivare. Sophie gli appoggia una mano sulla spalla e gli sussurra in un orecchio –Forza, tesoro! Ce la farai!-
La ragazza non è una stupida, sa bene qual’è il piano di Jacob: a lui Lovino non piace, ma invece di negargli lui stesso il matrimonio con Sophie, fa in modo che sia l’italiano stesso a non volerlo fare più. E, siccome Lovino di per se è parecchio impressionabile, deve fare di tutto per contrattaccare il fratello.
Il maggiordomo li fa accomodare sulle sedie, scostandole un po’ dal tavolo. Sarà un caso, oppure un ordine indiscutibile del fratello, quello di spostare tutte le santissime sedie, tranne quella di Lovino? Per fortuna, non si è accorto di quella mancanza.
Il primo piatto viene servito e, per lo sconforto di Lovino, non è la sua amatissima pasta, ma una pietanza dall’aria indigesta che manda un cattivissimo odore. Vorrebbe saltare il pasto, ma l’occhiata veemente di Jacob lo costringe a prendere coltello e forchetta, tagliare e masticare il più velocemente possibile quella roba.
“Sophie” pensa tra se e se mentre manda giù il boccone “dopo di questo dovrai darmi come minimo una scodellata di figli…”.
- Com’è?- si informa Jacob, simulando finta preoccupazione.
E’ disgustoso. Ecco come vorrebbe rispondergli. È inconsistente, viscido, non gli piace per niente.
-…Buonissimo!- mente, con eccessiva enfasi –Davvero, non ho mai mangiato nulla di così buono. – a giudicare dall’espressione affranta della fidanzata, ha detto una cavolata colossale, ma adesso il danno è fatto –Che cos’è?-
-Fegato. – risponde laconico.
L’italiano tossisce. Che schifo! Tossisce per alcuni secondi, inorridito –umano?- chiede sconvolto. Lo sapeva che quel Jacob era un pazzo.
-Di…animale!- risponde un po’ esterrefatto. D’altronde, cosa poteva aspettarsi da un italiano.
-Em…davvero, eccellente cucina…- scodellata? Come minimo cinque figli per sesso –Ma, vi dispiace se salto? Sono vegetariano. -
Jacob fa spallucce, come se non gli importasse molto –Abbiamo anche molta verdura, dopo. – lo avvisa.
-Qualcosa di normale o devo aspettarmi muschi e licheni?- chiede sarcastico e, perfino Sophie che è agitatissime, ride divertita. Suo fratello ,invece, non ci trova proprio nulla di divertente.


La cena, per fortuna, finisce. Sophie sa che la scelta del menù è solo un mal nascosto motivo per far andare il suo fidanzato in crisi ma, per fortuna, Lovino è più coriaceo di quanto pensava. Oppure, la ama tanto. In ogni caso, è fiera di lui.
Jacob si butta sul divano e, con la gentilezza che lo contraddistingue, si toglie con i piedi le scarpe le quali, cosa nota a chiunque capisca un minimo di fisica, schizzano via dai piedi e volano dall’altra parte della stanza.
-Allora, Rovino…- esordisce con un ghigno –Da quand’è che corteggi mia sorella?- fa per accendersi la pipa e l’italiano si chiede se è tabacco quello che sta fumando.
-Un anno…signore. – risponde, sorpreso perfino lui stesso per la formalità con cui si è rivolto a Jacob.
-Certo…è una bella ragazza, vero?-
-Si. – entrambi i fidanzati arrossiscono, l’una di piacere, l’altro di vergogna.
-E vorresti sposarla. – concluse.
Per Lovino il mondo si ferma in quell’istante: vuole sposarla? Vuole avere per genero un olandese scorbutico che gli serve fegato a cena?
-Ma certo!- ribatte, rivolto più a se stesso che a Jacob.
L’olandese gli sorride poco rassicurante –Sophie, cara, ti dispiace lasciarci un po’ soli?- domanda con tono zuccheroso. Troppo, troppo zuccheroso.
E se Lovino sa che quella è solo una trappola, sa anche che per la sua ragazza non ha scelta. Un’ultima occhiata compassionevole a quello che era il suo fidanzato e chiude la porta dello studio, lasciando i due “cognati” da soli.

Sophie gironzola per la casa, piuttosto preoccupata: quell’attesa la mette in agitazione e vorrebbe essere lì, a supportare il suo amato Lovino.
Lo sa, Jacob farà di tutto pur di dissuaderlo dall’idea di sposarla, ma lei non vuole che vada a finire così, assolutamente.
Percorre il perimetro del corridoio delle stanze, fino a ritrovarsi davanti alla porta della camera di Jacob.
Non ci era mai entrata, a parte rare volte. Anzi, forse nessuno lo aveva mai fatto eccezion fatta per Jacob.
Ma lui ora non c’è…e lei ha una voglia matta di entrarci, giusto per ingannare il tempo.
È una stanza immensa, forse anche il doppio della sua. Il letto a baldacchino è la prima cosa che gli salta agli occhi, seguita dall’armatura imponente accanto alla libreria.
Ma la sua curiosità è attratta piuttosto da un foglio spiegazzato che è sulla scrivania, situata dall’altra parte della stanza.
La prende con delicatezza e butta gli occhi sulle prime righe.

Carissimo Jacob,

Sophie intuisce che è una lettera. Incuriosita, comincia a leggere e a fine lettura, un sorriso malizioso le illumina il volto.
Ha trovato il modo per tenere in pugno suo fratello!

-Io lo so cosa vuoi, piccolo italiano bastardo!- esclama furioso, alzandosi dal divano. Scalzo, adirato e con una pipa in bocca, sembra un capo mafioso. Altro che Lovino, che intanto lo guarda un po’ tremante.
- Co…cosa?- balbetta –Eih, senti, c’è solo un bastardo in questa camera e non sono io!- tanto sta per morire, certe cose le può dire comunque, non farebbero alcuna differenza.
Jacob fa finta di non sentirlo –Tu vuoi i nostri sodi! Voi, brutti italiani frega soldi del cazzo!-
è decisamente troppo, anche per Lovino che pure in vita sua aveva incassato colpi peggiori –Senti, fottuto olandese, noi italiani non siamo frega soldi, mi hai capito? Se non fosse per noi Italiani, per l’impero Romano, voi sareste tutti dei barbari che girano con la clava!-
L’olandese sorride sardonico e si accende una sigaretta, l’ennesima della giornata –Mi stai provocando, Maccaronì?- chiede con una calma ancora più irritante.
“Maccaronì”. Insieme a Los Polpettones, Pizzagang e Spaghettifesser è uno degli insulti peggiori per un italiano.
A Lovino quella parola pronunciata con così disprezzo sembra peggio di una frustata –Non avresti dovuto dirlo!- esclama con durezza. Al diavolo le regole, al diavolo le buone maniere. Ormai per lui non significano nulla.
Sta per andarsene, mandarlo a quel paese insieme ai suoi buoni propositi, quando all’improvviso, Sophie entra alla porta. Esibisce un sorriso furbetto, che non promette nulla di buono.
-Fratellone!- cinguetta con enfasi –Sai, certi segreti dovresti nasconderli meglio!-
Jacob non capisce: lui e Lovino sono rossi di rabbia, come se avessero intrapreso una lunga battaglia e fossero stremati –Sorella, ti avevo detto di non entrare!- esclama seccato.
Ma lei, quella ragazza contesa dall’uomo che ama e da suo fratello, non si lascia intimidire da quel tono imperioso. Ha le mani dietro la schiena, che a prima vista sembrerebbe una normale posizione. Invece, porta le mani in avanti e gli sventola davanti agli occhi una lettera.
-Do..dove l’ hai trovata?- chiede il fratello sgranando gli occhi. Ecco non ci voleva!Ora che stava tutto andando per il meglio! Quel piccolo particolare gli aveva distrutto ogni piccolo pezzo del suo piano.
- Da qualche parte…- risponde, con un tono di voce piuttosto vago –Non mi hai mai parlato di questo Mathias…l’ hai conosciuto in qualche tuo viaggio ad Amsterdam?- domanda, come se per lei si trattasse di una cosa normale, quella lettera. D’altra parte, suo fratello, ha assunto un colorito che appare come un viola tendente al nero e sembra avere un tic nervoso all’occhio. L'unico a non capirci nulla è Lovino che guarda prima Sophie e poi Jacob con un aria pensosa.
-Ecco…io…- balbetta. L’italiano non comprende davvero: come faceva quell’uomo ad aver paura di una lettera innocente? A meno che…
-Allora?- lo incalza Sophie –Perché non me l’ hai fatto conoscere? Avevi paura che gli preparavo fegato per cena?-
Jacob è sempre più livido ma tace.
-Aspetta!- si illumina Lovino che ha finalmente capito –Tu stai con un uomo?- chiede scioccato: e poi si lamenta se la sorella sta con un italiano!
Anche se è nei guai più neri, per non dire altro, l’olandese fulmina l’italiano con lo sguardo.
Sospira e si butta languidamente sul divano. Forse dovrebbe eliminare i troppi (due) testimoni indesiderati. Che scelleratezza! In questo caso, conveniva che si usasse la sana e innocente "diplomazia".
-Non dirlo a nessuno!- ordina alla sorella –E questo vale anche per te!- aggiunge secco, rivolto verso il fidanzato di Sophie.
-Ma certo, fratellone…- lo rassicura lei con fare innocente. Ma Jacob ha capito che solamente una promessa strappata con servirà a nulla. Sospira e, lottando contro l’impulso di strangolare l’italiano, il palese vincitore, mormora –A quando, le nozze?-


I fratelli gelosi hanno sempre qualcosa da nascondere...
Gli italiani sono i migliori amanti…
Di solito,in guerra le donne la spuntano sempre.


FINE!




Ok, questa storia è finita! Spero che vi sia piaciuta e abbia allietato i vostri pomeriggi! In caso contrario mi scuso e per farmi perdonare invierò a tutti foto di Jacob versione “nozze della sorella”.
Mathias è il nome che ho scelto per Danimarca, visto che di questi tempi sto apprezzando il pairing OlandaxDanimarca!
Naturalmente, ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite\ricordate\preferite e chi ha recensito!
Spero che la storia vi sia piaciuta!
A presto
Cosmopolita
   
 
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