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Autore: EuphieKai    21/02/2012    5 recensioni
A distanza della morte di Minato e Kushina,Mikoto e Yoshino creano un scatola dei ricordi mettendoci dentro anche il diario di Kushina,a cui teneva particolarmente.
Le due donne,curiose di sapere che c'è scritto di tanto importante,decidono di leggerlo.
I capitolo:Introduzione
II:La festa di Mikoto
III:Il biglietto di Minato
IV:Sentimenti 1
V:Sentimenti 2
VI:Un compleanno indimenticabile
VII: Noel
VIII:Aspettando te
IX:Incomprensioni
X:Partenza
XI: Buoni Propositi!?!
XII: Una pericolosa vacanza sulla neve
XIII: Un ritorno inatteso
XIV: Una notte di improbabili eventi
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kushina Uzumaki | Coppie: Minato/Kushina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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UNA NOTTE DI IMPROBABILI EVENTI
 
… “ Signorina, cosa ci fa qui?Quella non mi sembra la porta della sua stanza!”
Non fiatai, mi bloccai sapendo che mi avevano scoperto, avevo paura di voltarmi. Era la voce di una signora.
Non sapevo cosa fare, più precisamente, non sapevo cosa dire, era notte fonda e mi stavo dirigendo nella stanza di un ragazzo; dovevo sbrigarmi a trovare una scusa convincente.
Come per miracolo, mi si accese la lampadina.
Mi voltai tranquilla, la mia scusa avrebbe risolto quel piccolo malinteso.
“Cosa?Mi sta dicendo che questa non è la mia stanza?” dicevo come se non sapessi nulla.
“No signorina! Queste sono le stanze dei ragazzi, vuole dirmi perché è uscita dalla sua?” rispose con tono duro.
“Mi sono sbagliata, tutto qui! E’ proprio tardi, meglio che me ne ritorni in camera, notte!” dissi fuggendo nella mia stanza.
Aprii la porta e mi chiusi dentro.
Guardai dalla serratura della porta se quella signora se ne fosse andata.
Sinceramente, quella tizia non l’avevo mai vista: da quando ero arrivata non mi ero accorta di un tipo così duro che somiglia a quell’antipatica di Tsunade e nemmeno mi aspettavo che uscisse all’improvviso.
Con quel buoi non è che abbia visto molto del suo aspetto …
Se non l’avessi incontrata, adesso sarei già con Minato, a volte sono proprio sfortunata!
Sbirciai ancora dalla fessura della porta, sembrava che se ne fosse finalmente andata, già sembrava.
Uscii di nuovo e chiusi delicatamente la porta alle mie spalle, mi diressi di nuovo da lui.
Qualche passo ed ero davanti alla porta della sua stanza quando da dietro le mie spalle sento una presenza: di nuovo quella signora.
“Signorina!” mi richiamò con quella voce squillante.
“Sì?” risposi.
“Dove sta andando di nuovo?”
“Prima mi è caduta la mollettina, sono venuta per vedere se era qui”
“E’ bianca questa mollettina?”
“Sì, sì”
“Bene, ce l’ha in testa” rispose indicandomi la ciocca di capelli dove portavo la mollettina.
E’ mai possibile che quelle che parlano con lo stesso tono di voce di Tsunade abbiano anche il suo violento modo di fare?Come è possibile che abbia visto la mia mollettina se era tutto buio?
“Davvero!?! Non me ne sono accorta …”
“E’ molto distratta a quanto pare, ma la stanza 115 è sempre nei suoi pensieri”
“Ma quali pensieri!Mi sono sbagliata, con questo buio è facile confondersi!” risposi molto arrabbiata.
“Signorina, non si rivolga a me con questo tono, è chiaro?” 
“Notte!” le risposi voltandomi, odio le persone mi parlano con quel tono e non si fanno gli affaracci propri! Non avrei rinunciato a Minato per una vecchia strega!
Chiusi la porta, la sbattei rumorosamente, svegliando le mie amiche.
“Kushina, accidenti, stavamo dormendo!” esclamarono mezze addormentate.
“E io sono arrabbiata come non mai!” risposi sedendomi sul mio letto.
“Cosa è successo?” mi domandò Mikoto, cominciai a raccontarle l’accaduto.
“Volevi trascorrere la notte con il tuo amato biondino, ma la strega cattiva non l’ha permesso” commentò Noel sbadigliando.
“Cosa volevi fare nella sua stanza?” cominciò a domandarmi Mikoto.
“Secondo te?” rispose Yoshino, anche se la domanda era per me.
“Ma non sei un po’ troppo piccola per quello?”
“Io non volevo fare con Minato proprio un bel niente!Volevo solo stare un po’ con lui, tutto qui… non ci siamo visti per mesi …”  dissi abbassando gli occhi, le mie amiche finirono di scherzare.
Ci fu un minuto di silenzio dove ci furono soltanto sguardi complici.
Mikoto si alzò dal letto, si mise la vestaglia blu che aveva nell’armadio e si aggiustò i capelli.
Fece un cenno con la testa alle altre.
“Che seccatura!” rispose Yoshino mentre usciva dal letto.
Diversa fu la reazione di Noel.
Lei si girò come se Mikoto non avesse detto nulla, continuò a dormire, a Yoshino le si stizzirono  i nervi, nemmeno lei voleva alzarsi ma lo aveva fatto, e dato che Noel continuava a dormire, le tolse le coperte.
“Alzati, su fai presto!”
“Perché il calore del letto è così bello …” rispose mia cugina.
Il viso di Yoshino divenne rosso per la rabbia …
“Svegliati se non vuoi che ti butti giù dal letto!” urlò furiosa.
“Comandi padrona!” esclamò vedendola arrabbiata.
Noel  si tolse subito le coperte e andò nella direzione di Mikoto gattonando.
“Kushina ti aiuteremo noi ad andare nella stanza di Minato” mi disse Mikoto strizzando un occhio.
Ero felicissima, forse non era tutto perduto, ma come facevamo con la signora?
Grazie al cielo, Mikoto ideò un piano molto ingegnoso per distrarla.
Ci sedemmo tutte intorno a lei e cominciò a spiegarci quello che aveva in mente.
“Non ho capito” diceva ogni volta, sbadigliando, Noel.
Yoshino la prese per la maglietta e quando questa stava per proferire parola, Noel le tappò la bocca con una mano e fece si con la testa.
“Mi stai dando l’autorizzazione per ucciderti?” chiese Yoshino cupa.
“Yoshino!” la rimproverò Mikoto.
“Uccidermi?” Noel sbiancò “Il mio sì era per dirti che avevo capito” cercò di rimediare.
“Ok, cerca di stare più attenta!Anche io preferirei dormire a quest’ora, che ti credi?!?”
Mikoto elaborò proprio un bel piano perabbattere  distrarre la signora, a ognuna di noi diede un compito preciso.
 
 
Mikoto uscì dalla stanza, corse in modo tale da richiamare l’attenzione della signora.  
Questa si affacciò dal corridoio e afferrò Mikoto per un braccio, la strinse forte e dal tono con cui parlò si capì che era molto arrabbiata.
“Queste stupide ragazzine!E tu cosa vuoi adesso?Perchè non sei nella tua camera?”
“C’è un fantasma!Un fantasma!” urlò Mikoto, facendo finta di essere spaventata, certo che era brava a recitare, ci sarei cascata anche io se non sapevo che era tutta una finta.
“Un che?” esclamò la signora con il sorriso fra le labbra, in quel momento non sembrò crederle.
“Mi creda!Venga nella mia stanza!” continuò a recitare Mikoto.
La signora la guardò male, all’inizio non si mosse e fece no con la testa, ma le parole disperate di Mikoto la convinsero a seguirla.
Noi nel frattempo ci eravamo preparate e aspettavamo un segnale di Mikoto che ci avvertisse che si stava avvicinando con la nostra vittima.
Come arrivò ci fece un colpo di tosse, ma che razza di segnale è? Capimmo, insomma, che dovevamo stare pronte.
“Stia attenta signora, c’è un fantasma che potrebbe farle chissà cosa …” urlò Mikoto prima di aprire la porta.
“Sei proprio un stupida!Non ho paura dei fantasmi”
“Ne è proprio sicura?” disse aprendo la porta.
Aprii la porta, era tutto tranquillo.
“Non c’è nessun fantasma qui!” disse la signora.
Mikoto era preoccupata, non sapeva che dirle, il piano era che una volta aperta la porta sarebbe uscito “il fantasma”.
 
Si sentirono i fulmini, si aprì l’armadio.
Noel diede prova di quanto fosse squallida a recitare, forse era la parte del fantasma che non le piaceva, l’avevamo obbligata.
Quella camicia da notte le stava proprio bene…
Io e Yoshino, nascoste, ci guardavamo la scena e facevamo dei rumori per simulare l’atmosfera horror.
Utilizzò una tecnica, imparata per fregare Tsunade, dove facevano finta di avere del sangue dal naso, lei ci ha sempre creduta e anche la signora.
“Sono venuta a prenderti!” diceva Noel.
La signora era spaventata, perfetto.
Le cose si complicarono quando ritornò lucida e andò verso l’interruttore della stanza.
Se lo avesse acceso, la nostra commedia saltava, non potevamo permetterci questo.
Io e Yoshino, che eravamo ben nascoste, ci guardammo negli occhi: tutto questo non poteva finire così, dopo una notte insonne.
Unimmo le forze, i pugni in verità.
Come si girò per premere l’interruttore, io e Yoshino sbucammo fuori e la colpimmo dietro la testa.
Svenne, finalmente.
Non poteva darmi più fastidio…
“Kushina, allora che stai aspettando?” chiese Mikoto.
“Scusa?”
“Vai da Minato su, adesso la strada è libera”
“Grazie e buona notte!”
Corsi, corsi veloce, arrivata alla sua porta non sapevo che fare: potevo svegliarlo a quest’ora?
Ho fatto tutto questo solo per poterlo raggiungere qui, non potevo tirarmi indietro, le mie amiche avevano sacrificato il loro sonno per me.
Bussai, e aspettai che lui mi aprisse.
Niente, niente di niente.
La porta rimaneva sempre chiusa e non sentivo che Minato si stesse alzando per venire ad aprire.
La mia curiosità mi spinse a guardare dalla serratura, volevo vedere se stava dormendo.
Era tutto buio… non si vedeva praticamente nulla, tranne che per quel debole fascio di luce che emetteva la luna nella stanza di Minato.
Quella luce illuminava a mala pena il suo letto.
Guardai meglio, nel letto non c’era nessuno, era vuoto.
Ma dove sarà finito Minato? Mi domandai perplessa.
Misi l’orecchio vicino alla porta, quando questa all’improvviso si aprì.
Stavo per cadere a terra quando delle braccia mi presero, evitandomi la caduta: erano quelle di Minato.
Alzai la testa e lo guardai, arrossì nel vedere il suo viso.
“Minato…io stavo solo…” era la mia giornata sfortunata, non riuscivo a trovare scuse decenti per giustificare il mio assurdo comportamento.
“…sappi che non stavo origliando per vedere se tu eri dentro alla stanza oppure no, ho solo bussato po’ e dato che non rispondevi…” non sapevo cosa dirgli e così, per un certo senso, gli ho detto la verità.
“Vieni entra prima che la signora si riprenda” mi disse invitandomi ad entrare.
“Come fai a sapere di…”
“Ho aperto più volte la porta per… insomma…” cominciò ad arrossire anche lui.
“…non riuscivo a dormire e volevo vedere se tu eri sveglia”
Come se non avessi capito la sua intenzione, gli risposi che neanche io riuscivo a dormire e per il suo stesso motivo mi trovavo fuori la porta della sua stanza.
Mi sedetti sul letto, lui si sedette affianco a me.
Eravamo entrambi nervosi perché nessuno dei due sapeva cosa fare, nessuno parlava.
Volevo stare con Minato a tutti i costi e ora che era possibile non sapevo cosa fare.
Non so il perché ma mi vennero in mente le parole delle mie amiche… no, no Minato non si permetterebbe mai di farmi una cosa del genere, sono loro che hanno le menti perverse!
Senza che me ne accorsi, mi prese delicatamente la mano, la sua era così calda in confronto alla mia che era così fredda.
“Sono così contento di poter stare con te, credevo che dovessi aspettare la fine del mio allenamento per poterti rivedere”
“Anche io pensavo questo, ma adesso sei qui, e quando ritorneremo a Konoha…”
“Non ritornerò con te a Konoha, devo andare con il maestro Jiraiya ricordi?”
“Già, credevo che fossi ritornato per sempre” conclusi, ero molto triste perché il tempo con Minato si sarebbe esaurito in fretta e avrei dovuto aspettare la fine del suo allenamento per rivederlo.
“Non fare così Kushina” mi disse accarezzandomi i capelli.
“Io ti amo e per tutto il tempo che starò via voglio imparare altre tecniche per poterti salvare in futuro, se ce ne sarà bisogno… e per te che lo faccio, starei malissimo se ti succedesse qualcosa di orribile e io non sarei in grado di proteggerti”.
Le sue parole mi lasciarono molto sorpresa e, prima di potergli rispondere che non doveva preoccuparsi perché sapevo cavarmela da sola, mi baciò.
Non potei fare a meno di contraccambiare il suo bacio, la luce della luna illuminava i suoi lineamenti così perfetti che lo rendevano ancora più bello di quanto non lo fosse già.
Si staccò dalle mie labbra per primo, si stese sul letto e prendendomi le mani mi trascinò con sé.
Appoggiai la testa sul suo torace mentre lui mi scaldava le mani, il cuore mi batteva forte…
“Kushina vorresti…”
Quella frase mi fece agitare come non mai, cosa voleva fare? Le mie amiche avevano intuito qualcosa nei comportamenti di Minato e io no?
Quel pervertito del maestro Jiraiya stava contagiando anche Minato con le sue fantasie!
Mi tolsi immediatamente dal suo petto, non avrei fatto nulla di simile con lui.
“Mi dispiace non credo di sentirmi pronta per queste cose, è meglio che me ne ritorni in camera” gli dissi ad alta voce, lui capii a cosa mi riferivo e divenne tutto rosso.
“Aspetta Kushina ma cosa hai capito? Non voglio farti nulla del genere!”
“Ah sì? E la proposta di prima? Il maestro Jiraiya ti sta contagiando”
“No, non mi sta contagiando!Volevo solo chiederti se volevi dormire con me stanotte”
“Eh?Allora tu non…”
“No, non lo farei mai!”
Avevo fatto tutto quel baccano per un doppio senso che la mia mente aveva elaborato… che figuraccia, dopo la signora anche questo mi doveva capitare!Con la mia voce correvo il rischio che si riprendesse dal coma in cui l’abbiamo spedita io e Yoshino…
“Allora?” mi domandò lui.
“Va bene, se si tratta di dormire” gli risposi avvicinandomi.
Andai nel suo letto e mi rimisi nella posizione di prima, appoggiai di nuovo la testa sul suo torace, lui mi abbracciò.
“Buona notte” mi sussurrò dolcemente al mio orecchio, mi diede un bacio sulla fronte.
Mi addormentai tra le sue braccia calde e protettive, rimanemmo così fino al mattino seguente.
 
 
 Ciao a tutti! Spero che il continuo vi sia piaciuto! 
Ringrazio tanto chi continua ancora a leggere, a commentare e chi ha aggiunto la fic tra i preferiti, le ricordate e le seguite, VI RINGRAZIO TANTISSIMO. 
Voglio ringraziare chi ha letto e commentato l'altra mia minakushi e la raccolta sulla famiglia Uzumaki/Namikaze Un dolce San Valentino   e   Povero Minato! Naruto e il gelato
Spero che troviate divertente questo fantastico retroscena che ho scritto con la mia socia Leanan. 
A presto da Euphie
 
 
 
 
IL RETROSCENA
 
Euphie e Leanan, armate, aprirono la stanza da letto dove dormivano i due innamorati.
Euphie, imbranata più del solito, fece cadere la futura arma del delitto.
“Euphie, vuoi farci scoprire? Abbiamo fatto tanto per entrare!” la rimproverò Leanan.
“Scusami!”
Il rumore, però, sveglio Minato e Kushina che stavano dormendo.
“Chi è la?” disse Minato prendendo un kunai.
Le intruse si nascosero dietro all’armadio, con quel buio nemmeno un gatto ci avrebbe visto.
“Volete rapire Kushina, vero?Non vi permetterò di farlo” continuò Minato.
“Ma quale Kushina, biondino è te che vogliamo!” rispose ad alta voce quella sconsiderata di Euphie.
“Cosa il mio Minato!” subito ci fu la risposta di Kushina, si arrabbiò molto per parole di Euphie e per questo Leanan pensò di mettere in atto il piano due: neutralizzare la rossa a tutti i costi.
Euphie uscì allo scoperto, senza essere vista prese l’arma, una mazza da baseball e colpì violentemente Kushina, ma per lo stupore di entrambe non svenne.
“Vuoi svenire da persona normale?” domandò furiosa la Euphie.
“Kushina!” esclamò Minato voltandosi nella direzione della fidanzata, ma, prima che questa potesse rispondere, Leanan le tappò la bocca.
Dalla tasca tirò fuori: un tovagliolo per imbavarla, una corda, delle manette, delle catene…
Euphie la guardava stupita, la sua complice le rispose che i pantaloni li aveva scippati a Mary Poppins.
“Hai anche una limetta per le unghie?” domandò Euphie.
“Aiutami a legarla!”
Le due complici legarono e imbavagliarono Kushina e la rinchiusero nell’armadio, mentre Minato… beh, nel copione c’era scritto che non doveva fare niente… vabbè facciamo finta che stava cercando l’interruttore della luce, se a voi fa piacere.
Quando la missione sembrava andata per il meglio, Leanan afferrò il povero Minato.
“Dove avete messo Kushina?Ditemelo!”
“Sì, ma dovrai fare una cosa per noi”
“Cioè?”
Le due complici fecero gli occhi a cuoricino e risposero “Vogliamo uno spogliarello!”
“Eh?”
“La vuoi o no Kushina, bell’ ometto?”
“Sì ma non farò nessun spogliarello!”
Le due complici erano ancora più contente.
“Sììììì, lo spogliamo noi!”
Minato svenne.
“E’ svenuto…”
La porta si aprì bruscamente, era la signora.
“Cosa ci fate a quest’ora nella camera di un ragazzo! Siete anche delle intruse!” urlò furiosa.
“Ma che ha questa, la sfera magica?” domandò Euphie.
La signora afferrò le due intruse… erano spacciate.
Con un calcio le fece volare verso una metà sconosciuta…  
  
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