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Autore: iusip    27/09/2006    2 recensioni
Scozia,anno 1235. La Scozia è divisa in due parti:da una parte ci sono i conquistatori normanni,fedeli al re d'Inghilterra...dall'altra gli indomiti scozzesi,fieri e combattivi. Lady Kaori sogna di sposare un biondo normanno...ma il destino,si sa,è spesso capriccioso...
Genere: Romantico, Avventura, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 28

“Ahia Kaori!! Mi fai male!!”

“Smettila di piagnucolare come un bambino! E poi l’hai voluto tu. Se non ti fossi battuto con Mick per le vostre stupide questioni maschili adesso non saresti in questo stato.”

“Ecco, lo sapevo. Vuoi vedere che adesso la colpa è tutta mia? Sei cattiva, ecco cosa sei. Non mi hai nemmeno dato un bacino sulla bua.”

Kaori lo guardò con un misto di tenerezza e rassegnazione.

Era steso sul letto della sua camera, e il suo corpo era ricoperto quasi interamente di bende e medicamenti.

Kaori trattenne a stento una risata. Sembrava una mummia!!

Lei gli stava disinfettando le ferite con infusi ottenuti da alcune erbe curative, e lui non faceva altro che lamentarsi del bruciore, come un bambino.

Quando le aveva chiesto un bacio, poi, lei si era rifiutata di darglielo, mostrandosi arrabbiata con lui per aver sostenuto quell’assurdo duello animale con Mick.

Con una stretta al petto, pensò al signore normanno. Era nel salone, e la curatrice del villaggio, Kazue, si stava occupando di lui, mentre Kaori badava al suo guerriero, uno dei più temibili e valorosi combattenti della Scozia, ma che in quel momento intimo e privato assomigliava più che altro ad un bambino imbronciato.

Aveva incrociato le braccia sul petto e aveva in viso un’espressione così infantile che Kaori non potè fare a meno di ridere.

Poi si chinò su di lui e lo baciò lievemente, a fior di labbra.

Lui chiuse gli occhi, stringendola con il braccio sinistro, dato che il destro era completamente fasciato.

Posò la testa sui suoi capelli color mogano, respirando il suo dolce profumo naturale.

Ripensò a quel figlio che tra nove mesi avrebbe visto la luce…

Chissà se sarebbe stato maschio o femmina…

Se fosse stato maschio, avrebbe sicuramente ereditato la sua bravura con la spada e avrebbe fatto strage di cuori femminili. Sarebbe stato fiero e istintivo come lui, un vero scozzese.

Ma se fosse stata una femminuccia…al solo pensiero di una Kaori in miniatura, si sentì invadere da un senso di felicità e gioia assoluti, che mai aveva sperimentato nella sua vita.

Sicuramente sarebbe stato un padre gelosissimo, e avrebbe allontanato tutti i pretendenti di sua figlia.

Anche se, essendo anche figlia di Kaori, sicuramente non sarebbe stato così facile costringerla ad accettare le sue scelte di padre iperprotettivo…

“Ryo? Mi dici quella cosa ancora una volta?”

“Quale cosa? A cosa ti riferisci, dolce Kaori?”

Kaori sollevò la testa di scatto, guardandolo spaventata. Non aveva intenzione di ritrattare tutto, vero??!

Ma, vedendo il suo sorriso sornione, ebbe la conferma che quella canaglia la stava solo prendendo in giro.

“Ryo! Sei un farabutto!”

Lui rise, poi la trascinò sotto di sé.

Accostò la sua fronte a quella di Kaori.

“Ti amo, Kaori.”

Il suo sussurro era appena percettibile, ma carico di emozioni che spesso è impossibile esprimere utilizzando delle semplici parole.

Per evitare di schiacciarla, Ryo cambiò posizione. Si mise alle spalle di Kaori, in modo che il suo petto fosse a contatto con la schiena morbida della donna e la testa di lei poggiasse nell’incavo della sua spalla.

“Sei comoda?”

Kaori non rispose. Chiuse gli occhi con un sospiro soddisfatto, e si limitò a prendergli la mano e posarla sul proprio ventre.

Ryo cominciò ad accarezzarle la pancia, stupendosi ogni volta di quanto quel semplice gesto avesse assunto un significato nuovo e più profondo, dopo la rivelazione di Kaori.

Non sapeva se sarebbe stato un buon padre, ma lui ce l’avrebbe messa tutta, e con Kaori al suo fianco sarebbe riuscito finalmente a realizzare il sogno di avere una famiglia che lo amasse, una famiglia da proteggere a costo della sua stessa vita.

Kaori fu costretta ad interrompere a malincuore quel momento di totale rilassamento che stavano condividendo.

“Ryo…vado a controllare come stanno Mick e Hide.”

“Mi prometti che torni presto?”

Lo baciò sulla punta del naso, un gesto carico di dolcezza che Ryo non si aspettava e che lo fece arrossire, riempiendolo di imbarazzo.

“Te lo prometto. Tu aspettami qui, che poi ci coccoliamo un po’.”

Il viso di Ryo assunse un’espressione furbesca.

“Non vedo l’ora, piccola.”

Le accarezzò lascivamente il fondoschiena, mentre lei gli tirava un pizzicotto sulla mano, simulando uno sguardo severo, ma alla fine non potè fare a meno di ridere.





Kaori scese nel salone, dove erano state disposte delle brandine per permettere a Mick e a suo fratello di riposarsi e di essere medicati.

In realtà suo fratello era soltanto stanco e sfinito a causa delle lunghe giornate trascorse senza mangiare né dormire. Un buon sonno ristoratore l’avrebbe subito rinfrancato e rimesso in sesto in breve tempo.

Le ferite di Mick, invece, erano ben più profonde e Kaori sapeva che le più dolorose non potevano essere curate con impacchi ed erbe medicinali, perché erano ferite inferte non al corpo, ma all’anima, ai suoi sentimenti, al suo orgoglio di uomo e di guerriero.

Tuttavia Kaori non era preparata alla scena che la aspettava nel salone, anche se ne fu immensamente felice.

Mentre suo fratello dormiva, russando sonoramente, Mick era steso su una panca.

La guaritrice, Kazue, era china su di lui, i loro volti molto vicini.

Kaori riuscì a scorgere per un attimo il volto della donna, e vide che era deliziosamente arrossato.

Anche il volto di Mick era più rilassato, i suoi occhi azzurri erano tornati ad essere luminosi e profondi.

Kaori spalancò gli occhi, quando si accorse che i due si stavano tenendo per mano.

Cercò di tornare nella sua stanza senza fare rumore, ma inciampò contro la gamba di uno degli scanni posizionati attorno al lungo tavolo.

Mick e Kazue si voltarono verso di lei, arrossendo entrambi e separando di scatto le loro mani intrecciate.

Kaori si voltò con un sorriso un po’ colpevole, e Kazue si ritirò con discrezione, perché, da sensitiva quale era, aveva compreso che Mick e quella normanna avevano qualcosa di importante di cui discutere.

Una volta che la ragazza ebbe abbandonato la stanza, Kaori si avvicinò a Mick.

Con un po’ di difficoltà, l’uomo si tirò a sedere, mentre una smorfia di dolore deturpava i suoi bei lineamenti.

“Non c’è che dire, Kaori, il tuo uomo picchia davvero duro. È un miracolo se ho ancora tutte le costole a posto.”

L’amarezza non era ancora completamente scomparsa dalla sua voce, ma non c’era più traccia di quella rabbia cieca e distruttiva che l’aveva assalito quando Ryo e Kaori si erano abbracciati davanti ai suoi occhi.

“Mick, mi dispiace davvero. Non volevo che le cose andassero così…non volevo che tu soffrissi in questo modo…ma non possiamo sfuggire al nostro destino, e il mio destino mi portava irrimediabilmente verso Ryo…”

Lui la fissò, e Kaori si specchiò nei suoi occhi chiari. Poi un sorriso comparve sul volto di Mick.

“Non devi scusarti con me, Kaori. Anzi, sono io che devo chiederti scusa per il penoso spettacolo a cui hai assistito. Sai, spesso noi maschietti smettiamo di ragionare con il cervello e la bestia che è in noi ha il sopravvento.”

“Quando ho visto con quanta dolcezza ti ha accarezzato la pancia, ho capito che il legame che vi unisce è autentico. Con il tuo amore sei riuscita a cambiarlo, trasformandolo dal guerriero spietato e crudele che conoscevo io, ad un uomo in grado di provare dei sentimenti forti come l’amore e la lealtà.”

“Chissà se anche io riuscirò mai a trovare l’amore vero”, concluse, con un pizzico di amarezza.

“Da come guardavi Kazue, direi che probabilmente l’hai già trovato, anche se non te ne rendi conto!”

Mick arrossì, ma non negò l’evidenza, e Kaori sentì che tutto stava andando nel modo giusto. Finalmente la felicità e la tranquillità stavano bussando alla loro porta, anche se prima c’era un ultimo ostacolo da superare…

“Ho sentito dire che Saeba è nei guai. Lord Green non perdona eh?”

“Già.”

Il tono di Kaori era triste, il suo volto preoccupato.

“Ehi, cos’è quella faccia?”

Le mise una mano sotto il mento e le alzò il viso.

“Non preoccuparti, piccola. Ne ho parlato con tuo fratello, e abbiamo deciso che in fondo Saeba non è così male. Potrete contare su di noi, quando Green attaccherà. Non sarà una passeggiata, ma se ci alleiamo riusciremo a sconfiggerlo senza grosse difficoltà…sempre che il tuo orgoglioso uomo accetti l’aiuto di noi normanni”, le disse, con un sorriso complice.

Kaori lo abbracciò di slancio.

“Grazie Mick, grazie mille. A Ryo ci penso io, non preoccuparti.”

Poi depose un bacio sulla guancia di suo fratello, profondamente addormentato.

“Grazie anche a te, fratellone.”

“Bene, Mick, ti lascio alle amorevoli cure della tua guaritrice preferita….”

Gli strizzò l’occhio, poi si avviò lentamente verso la camera di Ryo.

Adesso arrivava la parte più difficile.
  
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