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Autore: Cloe87    22/02/2012    1 recensioni
Se alcuni mesi prima dell'inizio delle Galaxian Wars, una giovane donna, a prima vista normale, finisse nella vasca sacra del Tredicesimo Tempio senza motivo apparente?
Beh... forse il corso della storia potrebbe prendere tutta un’altra piega e un gruppetto di accanite pacifiste riuscire perfino a sfatare il mito... in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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SUL RING VOLANO CEFFONI!

Che male!

 

Purtroppo la chiacchierata con Atena non aveva dato i suoi frutti. La dea della Giustizia era infatti troppo immedesimata nel suo ruolo di paladina della legge e convinta dei suoi mezzi, da non rendersi conto della situazione.

Mi ritrovai quindi sbattuta fuori dalla villa in compagnia di Morgana, che disse:

«Come mi aspettavo ha rifiutato. Quella ragazza è più cocciuta di un mulo e non si fida di nessun altro che non di se stessa! E sbaglia. Sa continua ad agire da sola come un despota finirà solo per cacciarsi nei guai!»

«Come mai ti sei fatta assumere al suo servizio?» chiesi io.

«Per poter raccogliere informazioni su di lei e sull’operato della fondazione Grado in attesa del vostro arrivo»

«Quindi mi stavi aspettando?»

«Sì, oltre a te ho percepito anche la presenza della Sensitiva»

«Alexis Swan»

«Già, proprio lei! Ho aspettato ad agire perché volevo prima riuscire a riunire tutti i rimanenti Emissari, per decidere insieme un’azione comune, ma il tuo intervento impulsivo ha smontato i miei piani.»

«A quanto pare riesco a combinare un guaio dietro l’altro!»

«Non preoccuparti per così poco, e poi non credo che tu riesca ad arrivare ai livelli di Saori. Organizzare un torneo di saint in mondovisione, quella è completamente pazza! E poi dice a noi! Avesse un cervello più attivo invece che un cosmo smisurato forse sarebbe stato meglio! Va beh pace. Piuttosto posso sapere cosa intendevi dire a proposito del Grande Sacerdote?»

«Arles non ha agito e non agisce di sua spontanea volontà, ma è plagiato dalla parte negativa del suo cosmo. Almeno questo è quello che ho potuto costatare di persona.»

«Arles? É il nome del Grande Sacerdote?»

«Sì, diciamo che ho avuto modo di entrare in confidenza con lui durante il mio soggiorno in Grecia»

«Il mio Custode mi aveva accennato che l’Esorcista aveva una relazione con il Grande Sacerdote di Atene.»

«...» la guardai attonita, ma questi Custodi farsi una vagonata di affari loro no?

«Sei materia di gossip dalle loro parti.» commentò Morgana senza scomporsi: «Quello che dici comunque è plausibile. So infatti che per diventare Grande Sacerdote bisogna riuscire a sviluppare un cosmo degno di un gold saint, ma se non si ha una forza d’animo sufficiente a tenerlo sotto controllo, la situazione può sfuggire di mano e finire quindi vittime del proprio stesso cosmo negativo.»

«Per questo vorrei evitare uno scontro tra le due parti. Solo che forse Saori non ha tutti i torti nel dire che il nostro cosmo non è sufficiente.»

«Perché dici questo?»

«Ho provato ad esorcizzarlo, se così si può dire, ma con dei pessimi risultati.»

«I lividi sul collo sono opera sua?»

«Sì, sono viva per miracolo. Ho fatto il passo più lungo della gamba e ho finito per innescare una situazione ingarbugliata, perché al Santuario credono che io sia Atena!»

«Cosa! Questa si che è bella! Chissà quanto ci rimarranno tutti di sasso quando scopriranno chi è veramente la loro “divinità”, anche se di dei non si può parlare nel caso degli olimpici, va beh, non sta a me giudicare...»

«Più che tutto credo che si incavoleranno con me e non poco» dissi io sommessa.

«É probabile» disse Morgana: «Comunque non sottovalutarti così per un tentativo andato male. In te avverto un grande potenziale, ma non sai bene come utilizzarlo. Vieni con me e ti darò dimostrazione di quanto il nostro cosmo positivo non sia inferiore a quello usato dai saint.»

Seguii quindi Morgana che mi condusse all’interno di un cantiere abbandonato.

«Questo cantiere è stato chiuso diversi anni fa per via di un’inchiesta sulla morte bianca di uno degli operai che vi lavoravano» mi spiegò.

«E perché mi hai condotto qui?»

«Perché l’anima dell’operaio si aggira ancora smarrita in questo luogo e ho intenzione di aiutarla a trovare la pace eterna. Tra gli Emissari io sono infatti conosciuta come la Medium e il mio cosmo è in grado di fare da ponte tra questo mondo e l’otre tomba. La morte è un aspetto necessario per il mantenimento dell’Equilibrio, ma nonostante questo è un passaggio traumatico e doloroso se non lo si accetta e io mi sono presa l’onere di aiutare chi posso a superare questo passaggio delicato.»

«Capisco, ma non vedo come questo mi possa aiutare con Arles»

Morgana sorrise e mi disse: «Ognuno di noi ha sviluppato una propria caratteristica in base alle proprie inclinazioni personali e obbiettivi, ma oltre a questo ci sono facoltà comuni messe a disposizione dal cosmo positivo. Non posso quindi insegnarti a purificare i demoni, ma posso mostrarti come utilizzare il tuo cosmo per evitare il peggio» e così dicendo mi sfiorò gli ematomi che portavo sul collo, per poi indicarmi il punto più alto del cantiere: «Quello è il punto dove è morto l’operaio ed è là che noi dobbiamo andare!»

«Ma come facciamo?»

«Così!»

Morgana sorrise ed espanse il suo cosmo che si andò a fondere con l’aria intorno a noi, che ci avvolse delicatamente per poi sospingerci come una mano protettiva fino al punto indicato da Morgana.

«Cosa hai percepito?» mi chiese quindi la Medium.

«Ho avvertito chiaramente che l’aria stessa voleva aiutarci.»

«Ha infatti accolto la mia richiesta di soccorso. Ed è questo l’enorme potere del cosmo positivo:la facoltà di entrare in sintonia con quello che ci circonda; siano esse cose, elementi o cuori. Ricordati però che non puoi piegare nulla alla tua volontà, ma soltanto permetterti di entrare in contatto con loro, ma se i tuoi fini sono quelli di proteggere il creato, non devi temere; perché esso stesso si metterà a tua disposizione per aiutarti nell’intento e non sarai mai sola.»

«Anche se potessi piegare ciò che mi circonda alla mia volontà, non lo farei. Non sarebbe da me. Piegare al proprio volere quello degli altri tramite il cosmo non è una cosa che condivida.»

«Ed è proprio questo che ci differenzia dai saint. Spero che questa piccola dimostrazione ti sia stata utile, ma ora andiamo. Un’anima disorientata mi attende»

Annuii e seguii Morgana lungo i corridoi vuoti e a cielo aperto della struttura fin quando giungemmo in una stanza con la soletta crollata.

«Siamo arrivati. É qui che è successo l’incidente» mi disse Morgana, per poi avvicinarsi al bordo del crollo.

Avvertii una presenza oltre a noi, ma non riuscii a focalizzarla, mentre percepii il cosmo di Morgana espandersi consolatorio, lasciandomi di sasso; se il mio, a quel tempo, era ancora una mezza calzetta per via della mia inesperienza, il suo decisamente no.

Comunque quello a cui avevo assistito, se così si può dire, visto che del defunto avevo percepito ben poco, era un colloquio tra anime.

Morgana, dopo aver adempito al suo compito, mi spiegò infatti che non avevo potuto vedere e percepire granché del defunto, in quanto lui esisteva in un piano di realtà differente dal mio. Era infatti caduto in una sorta di limbo, detto da lei Dimensione, Mondo o Regno degli Spiriti, che non gli permetteva di raggiungere l’aldilà o di ritornare tra i vivi, per paura del giudizio che aspetta ad ognuno dopo il trapasso. Continuando così ad aggirarsi inosservato nel luogo in cui era morto.

«Fortunatamente ha capito che volevo aiutarlo e che per lui rimanere in questo stato non gli serviva a nulla se non a rimanere nell’angoscia. Ha quindi accettato di oltrepassare il varco che porta all’oltre tomba.» mi disse Morgana.

«Quindi non è automatico che il tuo cosmo riesca a salvare le anime perdute?»

«No, io posso solo aiutarli a condurre un trapasso sereno e a raggiungere la pace, ma aspetta alla decisione del singolo accettare la mia mano oppure rifiutare. Non si può obbligare nessuno a fare un passo che non si vuole. Io, senza la volontà di redenzione del defunto, posso fare poco.»

Le parole di Morgana mi colpirono, perché in fondo il mio cosmo forse agiva in un modo non molto dissimile da quello di Morgana; anche se nel mio caso si trattava di demoni e non di fantasmi. Io potevo solo tendere la mano e sperare che Arles la prendesse. L’unica cosa che potevo fare era continuare a sperare nella parte luminosa del Grande Sacerdote... la parte che, nonostante gli inganni, avevo imparato ad amare al Santuario.

 

Il grande potere del cosmo positivo! Dirlo era semplice, usarlo era un altro paio di maniche! Anche perché, se Seiya aveva avuto a disposizione anni di allenamento per sviluppare il suo negativo; io ovviamente no, e finii presto coinvolta in una catena di avvenimenti che si susseguirono frenetici, costringendomi ad evolvere in fretta ed in corso d’opera. In caso contrario mi sarei aggiudicata una bella bara!

 

Tutto cominciò con l’inizio delle Galaxian Wars.

Quella simpaticona di Atena, fece infatti recapitare a me e a Morgana un ingresso omaggio per farci ricrede sulle nostre posizioni. Glieli avrei volentieri fatti ingoiare, ma Morgana mi convinse ad accettare l’invito: «É vero che presenziare all’evento è un po’ come appoggiarlo, ma almeno così potremo tenere sotto controllo la situazione e sicuramente individuare i contattai mancanti! Sono sicura che Alexis non si farà sfuggire l’occasione di fare un po’ di propaganda contro la fondazione Grado!»

«Si, questo è vero!» constatai io.

Presenziammo quindi in prima fila tra gli spalti, ma di contattati nemmeno l’ombra.

«Mi sa che abbiano fatto un buco nell’acqua» dissi io.

«Non è nemmeno cominciato, abbi pazienza!»

Le luci si spensero e Saori Kido fece il suo ingresso da figa sventolando una sorta di scettro da cui scaturirono delle stelle cadenti con le palline per assegnare i turni.

«Però, ha fatto le cose in grande!» commentai.

«Le auguro che al Grande Tempio non abbiano la televisione o domani si ritroverà i sicari dentro casa! Ma è completamente scema a sventolare lo scettro di Nike sotto il naso di tutti?» esclamò Morgana.

«Tranquilla al Santuario è già tanto che sappiano che esistono i televisori» dissi io ironica.

I turni nel frattempo vennero formati ed i primi a scendere sul ring furono Seiya e Geki di Bear. Seiya dopo il primo momento di smarrimento ebbe subito gioco facile nel neutralizzare il suo avversario, per poi girarsi verso di me e urlare:

«Arianna, tranquilla, gli ho solo rotto le braccia! Sei contenta?»

«Una favola! Se non partecipavi era meglio!» gli urlai di risposta, mentre i nostri vicini si girarono verso di me iniziando ad implorarmi di far avere i loro taccuini per un autografo a Seiya, dato che era palese che lo conoscevo.

Intanto Morgana si rivolse a me commentando: «Interessante... Seiya ha distrutto l’armatura di Bear con un raffica di calci... non è malaccio, anche se non sono riuscita a capire se sia stata fortuna, bravura o l’avversario che era disastroso.»

«Non saprei, non mi intendo di lotta. Ma toglimi una curiosità; come mai noi abbiamo potuto vederli distintamente i colpi di Seiya, mentre gli altri spettatori ne hanno percepito solo uno?»

Morgana mi guardò stupita: «Il Custode non te l’ha spiegato?»

«No, quello si fa solo sentire quando vuole e spiega solo quello che gli fa comodo!»

Morgana sogghignò: «Tipico del Custode della terza colonna! Comunque li puoi vedere grazie a quella che i Custodi in gergo chiamano “Vista” ovvero la capacità di vedere attraverso il cosmo oltre che con gli occhi. Per farla breve la Vista è la facoltà del cosmo positivo che ti ha permesso di vedere il tuo Custode quando lo hai incontrato.»

Nel frattempo quello spocchioso dell’Unicorno aveva messo ko il suo avversario. Il commentatore diede quindi l’annuncio del ritardo del saint del Cigno e della Fenice e l’anticipazione dello scontro tra Pegaso e il Dragone, combattimento che però venne bloccato dall’ingresso di un impettito e risoluto biondino che, dopo aver intimato ai sint presenti che li avrebbe ammazzati tutti, surgelò sul ring lo sfigato saint dell’Idra, aggiudicandosi la vittoria.

Fu allora che avvertimmo un cosmo simile al nostro, che proveniva da una bionda che aveva fatto irruzione nell’area riservata ai combattenti, inseguita dagli uomini della sicurezza. I due gorilla stavano quasi per acciuffarla, quando inciamparono “accidentalmente” nei cavi delle videocamere.

Morgana sogghignò malefica dopo aver placato il suo cosmo e così la biondina riuscì a sgattaiolare fino al ring, dove salì senza farsi troppi problemi e si precipitò in soccorso del saint dell’Idra. Al solo contatto delle mani della ragazza, il corpo mezzo ibernato del giovane riprese subito colore. Il saint dell’Idra riuscì quindi a rimettersi in piedi a fatica e a guardare la bionda tra un misto di stupore e gratitudine, nonostante i medici l’avessero dato per spacciato.

Di tutt’altra cera era il Cigno, che si rivolse a lei dicendo:

«Katy! Che ci fai qui e come osi metterti in mezzo! Questi sono gli ordini che ho ricevuto dal Santuario!»

SCIAF

La bionda tirò un sonoro ceffone al siant del Cigno in mondovisione, che incassò senza fare una piega.

«Non vedi la divisa? Sono della croce rossa internazionale! E poi oso, eccome se oso, Hyoga! Sei come un fratello per me e se credi che ti lasci diventare un assassino per conto di altri, ti sbagli!»

«A quanto pare il Grande Sacerdote non ha bisogno della TV. Ecco il primo sicario ed ecco anche la Guaritrice!» disse Morgana.

«Che sberla che gli ha tirato!» commentai io insieme ai miei vicini di posto.

Intanto al centro del ring Katy e il saint del Cigno avevano dato origine ad un animato teatrino senza curarsi di spettatori, Saori incazzata che si sbracciava per far sospendere gli incontri e la sicurezza che dava di matto sotto il ring, trattenuta da Saiya e gli atri che erano curiosi di capire meglio quello che stava succedendo e perché il biondo volesse farli fuori.

«Io sono un saint e devo obbedire agli ordini del Santuario!» disse impassibile e glaciale il Cigno.

«E se il Santuario ti dicesse di metterti le mutande in testa tu lo faresti? Roba da matti! Il Grande Sacerdote sa solo mandare terzi a fare il lavoro sporco al posto suo! Quand’è che vi sveglierete tu e Camus?» rispose infervorata la bionda.

«Questi saint hanno tradito, devono essere puniti! É infatti tassativamente vietato combattere battaglie personali e non autorizzate. Ne va dell’ordine e della salvaguardia dell’umanità, così come mi ha sempre detto il mio maestro e decretato dal Santuario.»

Katy si recò verso il saint dell’Idra, per poi prendergli il viso tra le mani rivolgendolo delicatamente verso Hyoga:

«Lo so, e non è sbagliato ciò che ti hanno detto. Un potere come il vostro non va usato per queste pagliacciate, ma... sarebbero questi i tremendi traditori? Guardalo bene negli occhi, ha il tuo stesso sguardo smarrito. Lo sguardo di chi non ha avuto altra scelta nella vita. Questo ragazzo, come gli altri, è stato soltanto usato! Se è il sangue di strumenti inconsapevoli che vuoi spargere, non posso far altro che ostacolarti. Tu, Atena e il Grande Tempio. Mi dispiace, ma per adempiere all’ordine dovrai prima passare sul mio cadavere!»

«Katy, non puoi mettermi di fronte ad una scelta simile! Anche per me ormai sei come una sorella!»

«Lo so ed è per questo che lo sto facendo! Quindi a chi preferisci dare ascolto? A chi ti vuole bene e ti dice di usare il cuore e il cervello o a un’autorità che nemmeno hai mai visto e che ti sta solo usando come un cane ammaestrato?»

«Katy io... »

«Prima di alzare la tua mano come un automa chiediti sempre perché lo stai facendo, se ne vale veramente la pena e se è veramente quello che vuoi. Non lasciare mai che siano gli altri a decidere per te! É questo che significa essere veramente un uomo: la consapevolezza delle proprie azioni! E tu in questo momento, sei consapevole di quello che fai o agisci solo perché ti è stato ordinato?»

Hyoga era visibilmente scosso e combattuto. La Guaritrice si avvicinò quindi a lui e lo strinse a se:

«Posso capire la visione del tuo maestro e del Grande Sacerdote, ma non posso condividerla, così come il comportamento di Saori Kido. Ti chiedo quindi di riflettere bene su quello che fai, in base anche a quello che ho già avuto modo di spiegarti. D’accordo?»

«D’accordo, ma ora scendiamo dal ring. Abbiamo già dato troppo spettacolo in mondo visione!» disse il biondino.

«Cosa? Siamo in TV?» chiese spiazzata la ragazza staccandosi dal saint.

«Te ne sei accorta solo ora?»

«Ehm, sì!» disse la bionda, per poi sbracciarsi e urlare verso le telecamere: «Ciao mamma, ciao papà, come potete vedere sto bene e vi abbraccio da Tokyo! I love U.S.A!»

Il saint del Cigno si passò rassegnato una mano sulla faccia per poi aiutare la Guaritrice a scendere dal ring, rassicurando la sicurezza che Katy non era una pazza scatenata, ma soltanto una sua cara amica preoccupata per lui, lasciando il saint dell’Idra incredulo e con la faccia da ebete, piantonato ancora sul ring.

Intanto Saori era riuscita a far partire la pubblicità e invitare tutti a ritornare il giorno seguente per la seconda manche.

 

Durante il tragitto di ritorno all’orfanotrofio incrociai la limousine nera di Atena, che si fermò e abbassò il finestrino.

«Allora, a parte l’interferenza di quella squilibrata, come ti è sembrato il torneo? Un successo vero?» mi sorrise Saori dall’altra parte del finestrino.

«Al dire il vero l’ho trovato uno sgradevole spettacolo dove non ho avvertito altro che un nauseante desiderio di violenza da parte del pubblico. Come si faccia a divertirsi vedendo due che si massacrano non riuscirò mai a capacitarmene. Mi auguro che come dea della Giustizia, voi concordiate con me»

Il sorriso smagliante di Saori era svanito.

«Comunque la “squilibrata” dovreste ringraziarla. Visto che ha insinuato il tarlo del dubbio nel saint inviato dal Santuario ad uccidere tutti i cavalieri partecipanti al torneo» aggiunsi senza scompormi.

«Io so quello che faccio! E anche mio nonno a suo tempo!»

«Ve lo auguro, ma vi consiglio di dire al vostro autista di partire. Il semaforo è verde e state creando un ingorgo!»

«...»

Atena alzò il finestrino e finalmente la limousine ripartì, facendo cessare il concerto di clacson.

Sul fatto che quella ragazzina sapesse quello che stava facendo, perdonatemi, ma avevo qualche dubbio, anche se il mio pulpito non era dei migliori.

  
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