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Autore: Bluemoon Desire    23/02/2012    1 recensioni
Un cuore spezzato non può essere aggiustato semplicemente ricucendone insieme i pezzi...ci vuole molto...molto di più! N.B. Storia ambientata durante la 4 serie di CSI:NY dopo la morte del piccolo Ruben Sandoval
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Messer, Lindsay Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Nono

                                               RICOMINCIARE A VIVERE



(Danny POV)


"Abbiamo mandato un'impresa di pulizie a ripulire tutta la moquette mentre eri ricoverato in ospedale..." dice Flack, aprendo la porta del mio appartamento"...comunque...tu sei libero di fare come vuoi, ma io resto dell'idea che non sei ancora pronto a tornare a vivere qui..."
"Non ricominciare con questa storia, ti prego" esclamo, esasperato "Ti ho già detto e ripetuto mille volte che stò bene e che non c'è bisogno di trattarmi come un lattante!"
Don mi lancia un'occhiata perplessa poi senza aggiungere altro, si dirige verso la sala da pranzo e inizia a spalancare tutte le finestre.
Mi sento assalire dal rimorso.
Non avevo alcun motivo per aggredirlo in quel modo.
Sò bene che lui e tutti gli altri del laboratorio mi stanno così tanto addosso per farmi sentire il loro affetto e il loro sostegno, ma a volte preferirei essere lasciato in pace. Non sò che farci, questa è la mia natura. Ogni volta che ho un problema tendo ad isolarmi e a chiudermi a riccio, escludendo tutti quelli che mi circondano,compresi gli amici più stretti e i parenti.
L'unica persona a cui sia mai riuscito ad aprire il mio cuore è stata Lindsay.
Il solo pensare a lei mi fà star male da morire.
"Cos'hai in programma per stasera? Ti và una pizza insieme al solito biliardo?" mi propone Flack all'improvviso.
"Non ho granchè fame in realtà..." gli rispondo "...preferisco farmi una birra davanti alla tv e poi buttarmi nel letto..."
"Mmm...un programmino allettante!" commenta lui, con una smorfia.
"Cosa pensavi che avrei fatto? Una serata in disco e fiumi di alcol fino all'alba?" lo sfotto.
"Più o meno"ribatte, ironico.
Fà una breve pausa di silenzio, poi...
"A parte gli scherzi, Messer..." aggiunge serio "...siamo tutti preoccupati per te e non azzardarti a dire che è inutile perchè ci siamo resti conto che l'incidente di Lindsay ti ha distrutto..."
"Quale incidente, Don?" intervengo prontamente "Sonny le ha sparato volontariamente, così come ha sparato volontariamente a mio fratello Louie!"
"Hai ragione" replica Flack "Cosa vorresti fare allora? Trasformarti nel Giustiziere della notte e vendicarli con le tue stesse mani?"
"E se anche fosse? Me lo impedireste?"ribatto.
"Certo" risponde lui con fermezza "Nè Lindsay, nè Louie vorrebbero che tu lo facessi...e lo sai...Sonny è un bastardo assassino e pagherà per le sue colpe ma devi permettere alla giustizia di fare il suo corso...ha già rovinato troppe vite, vuoi permettergli di portarsi via anche la tua?"
"No"
"Bene. Stammi a sentire allora..."
Alzo lo sguardo.
"Ho parlato stamattina con un mio collega di Washington" dice "I suoi uomini hanno ricevuto delle telefonate di testimoni che affermano di aver incrociato Sassone in città. Alcune testimonianze non sembrano molto affidabili ma ne hanno ricevute almeno un paio molto interessanti...una donna ha detto che è ferito ad una spalla e questo dettaglio coincide con la ricostruzione che hanno elaborato Mac e Stella confrontando le traiettorie dei proiettili rinvenuti sulla scena..."
"Se è ferito avrà bisogno di un medico o comunque di qualcuno che gli medichi la ferita..."
"Esattamente"
"Hanno controllato gli ospedali e gli ambulatori?"
"Fatto, ma non hanno trovato niente"
"Come diavolo è possibile?"sbotto.
"Un'idea ce l'avrei..." risponde Flack con aria eloquente.
"Pensi che abbia un contatto a Washington?"gli domando, cogliendo al volo la sua allusione.
Annuisce, sorridendo.
"Precisamente la sorella minore..."risponde.
"E allora che aspettiamo a catturarlo?" esclamo, impaziente.
Flack mi batte una mano sulla spalla.
"Raffredda i bolllori, Rambo" fà ironico "Sassone è un osso duro, lo sai meglio di me, sà che gli stiamo alle costole e ora che è ferito sà di essere più vulnerabile...non sarà così idiota da farsi catturare...dobbiamo essere più scaltri di lui,non possiamo permetterci di perderlo di nuovo!".

DRIIIIIN....DRIIIIIIN....

Sentiamo suonare il campanello della porta.
Mi alzo dalla poltrona e vado ad aprire.
Non ho mai visto prima l'uomo che mi stà di fronte ma quegli occhi...quel sorriso...non potrei mai confonderli con nessun'altra cosa al mondo...
"Buonasera, signor Monroe" esclamo "Posso fare qualcosa per lei?"
"Vorrei scambiare quattro chiacchiere con te, se non ti dispiace" ribatte gentilmente lui.
"Certo, si accomodi pure"
Mi sposto da un lato per lasciarlo entrare in casa.
Intuita al volo la situazione, Flack mi fà un rapido cenno di saluto con la testa, poi si dilegua furtivamente dall'appartamento.
"Vuole qualcosa da bere?" domando un pò impacciato.
"No, grazie" fà lui, scuotendo la testa.
"Meglio così, perchè altrimenti si sarebbe dovuto accontentare di acqua e succo di frutta" butto lì, ironico.
Abbozza un lieve sorriso.
"Forse non ricordi di avermi visto..." riprende imperterrito "...ma io mi ricordo benissimo di te...ci siamo incontrati di sfuggita in tribunale, il giorno in cui Lindsay doveva testimoniare contro quell'assassino..."
"Sì, me lo ricordo"
"Era così nervosa all'idea di ritrovarsi faccia a faccia con quel farabutto, nessuno di noi riusciva a tranquillizzarla, ma poi sei comparso tu...quando ti ha visto entrare in quella sala, il suo sguardo si è illuminato...sei stato tu a donargli la forza necessaria a combattere la paura e non ti ringrazierò mai abbastanza per questo!".
"Non credo di aver fatto niente di così eclatante" ribatto, imbarazzato"Sapevo che era nervosa e preoccupata e volevo offrirle il mio sostegno..."
"Tu non capisci, figliolo" mi interrompe lui "Nessun ragazzo, amico o parente era mai riuscito ad avvicinarsi così tanto a mia figlia dopo quella terribile tragedia...sei stato il primo ad aver raggiunto l'obiettivo! Ogni volta che viene a trovarci in Montana, non fà altro che parlare di te....Danny dice questo, Danny ha fatto questo...sei una specie di mito per lei e penso che sia stata una fortuna averti incontrato..."
"Invece si sbaglia" esclamo, in tono quasi rabbioso "Sarebbe stato meglio se le nostre strade non si fossero mai incrociate perchè in quel caso adesso non starebbe lottando tra la vita e la morte in quel maledetto letto d'ospedale!"
"Non mi risulta che sia stato tu a spararle" replica il signor Monroe.
"Dettagli" rispondo "Quel tizio era venuto qui per me e invece ha fatto del male a lei...dovrei essere al suo posto in questo momento...dovrei esserci io in ospedale, non Lindsay!"
"Sei innamorato di lei, non è così?"mi apostrofa lui, con un sorriso.
"Credo...credo di sì" balbetto, terribilmente in imbarazzo.
Mi sento impacciato come un ragazzino al primo incontro ufficiale con i genitori della sua ragazza.
Pazzesco.
"Glielo hai mai detto? Intendo prima della sparatoria?"mi chiede.
Scuoto la testa.
"Avrai tante occasioni per parlarle..." aggiunge, appoggiandomi una mano sul braccio "...come si dice...l'attesa viene sempre premiata..."
Alzo di colpo lo sguardo su di lui.
Il cuore sembra voler esplodere nel petto.
"Lei è...si è svegliata?"sussurro con la voce roca dall'emozione.
"Ha aperto gli occhi circa un paio di ore fa" risponde lui.
Tiro un sospiro di sollievo e improvvisamente mi sento molto più leggero...come se l'enorme peso sul cuore che da tante settimane mi stava opprimendo fosse scomparso di colpo...
Sono talmente felice che mi metterei a piangere dalla gioia.
Lindsay si è svegliata e presto la rivedrò.
Questo pensiero mi mette un'emozione addosso che non avevo mai provato prima.
Cosa farò? Che cosa le dirò?
Ora come ora preferisco non pensarci.
Quello che conta è che lei stia bene...per tutto il resto c'è sempre tempo...adesso lo sò...
Sò che i miracoli possono accadere.
   
 
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