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Autore: Bluemoon Desire    23/02/2012    3 recensioni
Un cuore spezzato non può essere aggiustato semplicemente ricucendone insieme i pezzi...ci vuole molto...molto di più! N.B. Storia ambientata durante la 4 serie di CSI:NY dopo la morte del piccolo Ruben Sandoval
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Messer, Lindsay Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Decimo

                                                                      Attraverso i tuoi occhi 



(Lindsay POV)


Stanotte non sono riuscita ad addormentarmi.
I medici dicono che è più che comprensibile dopo quello che ho passato nelle ultime settimane, ma io so che la verità è un’altra…più semplice e decisamente meno cervellotica…
Chiudo gli occhi cercando di rilassarmi.
E’ incredibile!
Ogni volta che ho a che fare con lui non riesco a mantenere il mio autocontrollo.
E’ una cosa che mi fa diventare matta.
Qualsiasi cosa io faccia, non riesco a controllare le mie emozioni…è più forte di me.
Sono appena riuscita a socchiudere leggermente gli occhi, quando un rumore improvviso mi fa sobbalzare…
Il leggero cigolio di una porta che si apre…
“Chi è?” mormoro in un bisbiglio, sollevando piano la testa dal cuscino.
La luce che illumina la stanza è fioca, quasi inesistente…però anche al buio riuscirei a distinguere la sua sagoma…
Un groppo mi sale velocemente in gola, bloccandomi le parole.
“Buongiorno ragazzina…come ti senti?” mi chiede sorridente.
Cercando di non lasciar trasparire il mio stato d’animo…
“Abbastanza bene, grazie” rispondo, impacciata.
Sento la sua mano posarsi sulla mia.
“Ci hai fatto spaventare lo sai?” aggiunge, serio ”Tutti qui dicevano che non ce l’avresti fatta,che soltanto un miracolo avrebbe potuto salvarti, ma noi sapevamo che avresti vinto anche questa sfida…”
“Noi?”
“Beh sai…io, Don, Mac, Sheldon, Adam, Stella…i tuoi genitori…”
“Oh giusto”
“Avevamo fiducia in te e non ci hai deluso”
Gli sorrido.
“Il merito non è mio, Danny, io non ho fatto nulla” rispondo.
“Non è vero” ribatte con decisione ”Dipendeva tutto da te, invece…da quanto fosse forte il tuo desiderio di vivere…”
“Sì certo…e anche dalla bravura dei medici di questo ospedale!”
Mi rivolge uno sguardo severo.
“I medici si erano arresti dopo qualche giorno…” dice ”…e se non fosse stato per la tua forza interiore e il tuo coraggio adesso non staremmo qui insieme a parlare!”
La serietà con cui ha pronunciato quelle parole mi fa sorridere.
“Ci credi davvero, eh?” lo prendo in giro.
“Io ho sempre creduto in te” risponde lui, accarezzandomi una guancia.
Il tocco della sua mano mi provoca un brivido di piacere.
“Stai tremando…hai freddo?” esclama Danny, traendomi a sé.
“Un pochino…”
Le sue braccia grandi e forti mi circondano in un caldo abbraccio e, prima che me ne renda conto, mi perdo nel profumo inebriante del suo dopobarba.
“Dì la verità, Montana…ti sono mancato?” mi sussurra all’orecchio.
Abbozzo un leggero sorriso.
“Non puoi neanche immaginare quanto, Messer” rispondo in un soffio.
Ride.
“Sai…”aggiunge poi, staccandosi dall’abbraccio ”…mentre eri in coma, ho provato a parlarti ma dubito che tu abbia capito una sola parola di quello che ti ho detto…”
“Hai ragione”
“Come sospettavo…però non è importante, perché tuo padre mi ha convinto comunque a giocare a carte scoperte con te, così…”
“Aspetta un momento” esclamo, drizzandomi di colpo a sedere ”Che c’entra mio padre?”
“E’ stato lui ha dirmi che ti eri risvegliata” risponde Danny ”Mac deve avergli detto dove abitavo e così ieri si è presentato nel mio appartamento e abbiamo fatto due chiacchiere tra uomini…”
Inarco le sopracciglia.
“Cos’è dovrei preoccuparmi?” esclamo.
“Ma no…tuo padre è un tipo a posto”
“Non ne dubito…” ribatto ”…ma devi sapere che quando si tratta dei suoi figli può diventare un degno erede di Stalin…credimi sulla parola…”
“Ti credo, ma posso assicurarti che con me è stato fantastico”
“E di che avete parlato?” domando incuriosita.
“Te l’ho detto…cose da uomini…niente di particolare, sta’ tranquilla!” mi risponde vagamente Danny.
“Ad esempio?” insisto ”Donne? Motori? Cinema? Sport? Avrete parlato di qualcosa, non penso che abbiate…”
Danny mi chiude la bocca con un bacio.
“I segreti di quella conversazione moriranno con me, tesoro, perciò temo che dovrai rassegnarti a rimanerne all’oscuro” mi sussurra a fior di labbra.
“Cattivo” borbotto, ingendo di mettere su il broncio.
In quel momento, la squadra della scientifica al completo fa ingresso nella stanza.
“Bentornata tra di noi, agente Monroe” esclama Stella, precipitandosi ad abbracciarmi ”Abbiamo avuto il terrore che già ti fossi stufata di noi e volessi mollarci per sempre…”
“Non potrei mai staccarmi da voi, ragazzi…ormai dovete rassegnarvi ad essere la mia seconda famiglia!” ribatto con un largo sorriso.
“Accidenti, ci chiedi uno sforzo enorme!” fa Sheldon ironico.
Mac si accosta al letto e mi porge un enorme mazzo di rose rosse.
“Da parte dell’intero laboratorio, come augurio di una pronta e completa guarigione” dice abbracciandomi.
“Grazie, sono meravigliosi!” mormoro con gli occhi pieni di lacrime ”Voi siete meravigliosi…”
 
DUE GIORNI DOPO…

“Sono venuto a rapirti, Montana” esclama Danny irrompendo nella mia stanza ”Infilati al volo una vestaglia che ti porto a fare un bel giro nel parco…”
Rimango a fissarlo a bocca aperta.
Porta tra le braccia un enorme cestino di vimini carico di ogni ben di Dio dell’arte culinaria…mi viene il sospetto che c’entrino qualcosa i miei genitori…
“E’ quasi ora di pranzo, Danny, le infermiere arriveranno tra poco e si accorgeranno subito che sono uscita dalla stanza senza permesso…” gli faccio notare ”…vuoi farmi mettere nei guai?”
“Tu segui alla lettera le mie istruzioni e vedrai che nessuno scoprirà niente” mi assicura lui.
“D’accordo…se lo dici tu…”
Indosso la mia vestaglia di seta nuova di zecca, che mia madre ha insistito ad acquistare in un costosissimo negozio d’abbigliamento sulla quinta strada, e seguo Danny fuori dalla stanza.
Non appena metto il naso fuori dall’ospedale mi sento come rinata.
Il calore del sole sul volto,il profumo dell’erba appena tagliata…perfino il caos del traffico cittadino non mi sembra più tanto male…
Danny mi trascina in un angolo nascosto del parco e dopo aver steso una coperta di plaid sul prato mi aiuta a prendervi posto,poi si inginocchia accanto a me e inizia a trafficare con le cose del cestino.
Lo guardo divertita mentre sistema accuratamente il cibo nei piatti di carta.
“Vuoi spiegarmi perché hai organizzato tutto questo?” gli domando.
“Non ti piace?” esclama, con aria preoccupata.
“Oh no…è meraviglioso…stupendo…” mi affretto ad aggiungere.
“E allora piantala di lamentarti e goditi il panorama…” fa lui sorridente, tornando alle sue occupazioni.
Più tardi, mentre mangiamo ho come l’impressione che mi stia nascondendo qualcosa.
E’ nervoso…scatta per la minima cosa…
Non l’ho mai visto così.
“Ti senti bene?” gli domando d’un tratto.
“Certo, perché?” replica.
“Niente è solo che….beh…mi sembri particolarmente nevrotico oggi..”
Ride.
“E’ vero, scusa, hai ragione” risponde.
“E’ successo qualcosa?”
“A dire il vero non ancora…o meglio…diciamo che sta’ per accadere e non so davvero se riuscirò ad affrontare questa cosa nel modo giusto…”
“Se vuoi parlarmene io sono qui…lo sai…”
Mi rivolge un’occhiata penetrante che mi raggela dalla testa ai piedi.
Improvvisamente si inginocchia davanti a me, mi afferra entrambe le mani e le stringe forte tra le sue.
Tira un profondo sospiro,poi…
“Ci conosciamo da quanto, forse tre anni? Bene, a me sembra di conoscerti praticamente da tutta la vita…”
Non riesco a capire dove voglia arrivare…
Che diavolo sta succedendo?
“Non ho mai incontrato una ragazza come te, Lindsay, qualcuno con cui poter condividere l’amore per il lavoro, per lo sport, per la musica…non sei soltanto una valida partner lavorativa, sei anche la mia migliore amica e questo ti rende diversa dalle altre ragazze…ti rende speciale. Io non mi sono mai trovato in una simile situazione prima d’ora, anche perché ho sempre fatto di tutto per evitarlo, ma con te è stato diverso perché tu non mi hai dato il tempo di razionalizzare. Sei entrata nella mia vita come un tornado e l’hai distrutta e ricostruita in un battibaleno…in senso buono, ovviamente…”
Mi viene quasi da ridere nel vederlo così impacciato.
“Ogni volta che i miei amici mi raccontavano del rapporto meraviglioso che avevano con le loro ragazze, io non facevo altro che prenderli in giro, perché pensavo che la storia dell’anima gemella e della metà della mela fossero tutte cavolate…sai…quelle cose che i poeti sdolcinati si divertono a mettere nelle loro poesie ma quando ho conosciuto te mi sono ricreduto…la verità è che la nostra storia era già scritta nel nostro destino e niente e nessuno potrà mai cambiare questo e anche se devo ammettere che i sentimenti che provo per te mi terrorizzano e il mio istinto di sopravvivenza mi suggerisce di fuggire via a gambe levate, il mio cuore mi dice che è questo il mio posto…accanto a te. So bene di non essere un fidanzato modello e non voglio illuderti dicendoti che posso cambiare perché mi conosco e so di non esserne capace, perciò mi limiterò a dirti una sola cosa…forse la più importante…”
Sento le lacrime pungermi gli occhi ma continuo ugualmente a tenerli fissi nei suoi.
“Io ti amo Lindsay…ti amo da morire e non immagini neanche lontanamente quello che ho passato in queste settimane,il terrore che ho provato realizzando che forse non avrei mai potuto confessarti i miei sentimenti…sai, è vero quello che si dice…ti rendi conto di amare davvero una persona quando non puoi averla più al tuo fianco…io non voglio più stare senza di te…mai più…”
“Nemmeno io” esclamo, gettandogli con trasporto le braccia al collo.
Mi stringe forte a sé.
“Te l’avevo detto che sarei riuscita a fartelo dire, ricordi?” lo prendo scherzosamente in giro.
Mi allontana dolcemente un ciuffo di capelli dalla fronte.
“E’ vero…avevi ragione…” sussurra in un bisbiglio ”…però non mi avevi mai detto che fosse così stupendo…”
“Che cosa?” gli domando, perplessa.
“ Riuscire a comprendere sé stessi attraverso gli occhi di qualcun altro” risponde.
“In che senso?”
“Nel senso che grazie a te sono riuscito a capire chi sono davvero e ciò che sono in grado di fare nella mia vita…nessuno mi aveva mai spinto a dare il massimo,a superare i miei limiti e a migliorarmi, o almeno non avevo mai provato il desiderio di farlo per nessuno…poi sei entrata nella mia vita e tutto è cambiato…ero una specie di mito per te e questo mi lusingava e mi spingeva a migliorare…sai…per non deluderti. E’ stato solo grazie a te che ho capito chi ero e soprattutto chi potevo essere…attraverso i tuoi occhi ho riscoperto me stesso, ho tirato fuori il meglio di me e non ti ringrazierò mai abbastanza per questo…”
Ha appena finito di pronunciare queste splendide parole, quando il suo cellulare si mette a suonare riportandoci bruscamente alla realtà.
“Danny” fa rispondendo.
Mi sembra di riconoscere la voce di Flack all’altro capo dell’apparecchio.
“Dici sul serio?” esclama all’improvviso Danny, chiaramente al settimo cielo ”E’ meraviglioso…siete stati impagabili,tutti quanti…e ringrazia anche il tuo collega di Washington…”
Non appena chiude la conversazione gli domando cosa sia successo.
“Sassone” risponde lui con un sorriso ”Flack e gli altri lo hanno arrestato dieci minuti fa a Washington e adesso lo stanno portato qui a New York…”
“Questo significa che è tutto finito? Non siamo più in pericolo?” mormoro, con il cuore palpitante di gioia.
“No, non siamo più in pericolo” risponde Danny, cingendomi in un forte abbraccio ”E’ finita, amore…è finita…”
Sollevo lo sguardo su di lui.
“Dimmi un po’, mi hai appena chiamata “amore” o sbaglio?” esclamo.
“Esattamente” ribatte lui per nulla intimorito” L’ho detto e lo sottoscrivo …”
Affondo il volto nel suo petto, respirando il suo odore a pieni polmoni.
“Era ora…amore…era davvero ora…” 



Ed ecco qui. 
Siamo arrivati alla fine di questa storia.
Spero che vi sia piaciuta e che continuerete a seguire le mie ff.
Un ringraziamento particolare a chi ha recensito i capitoli. :D
   
 
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