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Autore: Hagne    24/02/2012    1 recensioni
"Non importa dove ci troviamo, i nostri cuori ci porteranno di nuovo insieme"
[ Aerith Gainsborough - Kingdom Hearts]
Genere: Avventura, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Aerith, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
Capitoli:
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Capitoli revisionati (5)
" Heroes are made when you make a choice
You could be a hero
Heroes do what's right
You could be a hero
You might save a life
 
 [...]


" You could be a hero
You could join the fight
For what's right "

( Hero - Superchick )








Il frinio  delle cicale era fastidioso, o almeno,  Axel non poteva che ritenerlo tale ora che  cominciava a comprendere e  non apprezzare particolarmente la piega che aveva preso quella che oramai, viste le circostanze,  aveva smesso  di considerare  una ricerca infruttuosa.
Perchè alla fine quel  qualcuno lo aveva trovato, li  aveva trovati lo corresse la voce petulante della sua coscienza  quando udì  Aerith definire   quel dannato cicaleccio  estremamente rilassante.
Sì, li aveva trovati.
Al plurale.
 Roxas tese una smorfia nel  guardarsi attorno e vedere solo una noiosa e illimitata distesa d'erba davanti a sè, e avrebbe preferito trovarsi di gran lunga nella simulazione virtuale di Crepuscopoli piuttosto che  in quella landa desolata, ma almeno c'era qualcuno con lui pensò con un velo di sollievo.
Anche se i suoi compagni di viaggio erano un uomo che farneticava di ricordi dimenticati e una donna che era appena diventata il suo eroe dalla scintillante armatura.
Axel si scrollò di dosso i fili di paglia con un grugnito di fastido mentre la consapevoleza di essere finiti in un mondo estremamente noioso cominciava a prendere piede nella sua testa, una constatazione rinforzata
dall'incredibile presenza di tanto, troppo verde e dell’aratro che avevano scovato andando più avanti, lungo  la via ciottolosa che si inoltrava nella foresta.
Gli alberi erano alti e rigogliosi, e il profumo degli iris disseminati lungo il cammino era delicato, un odore che Axel aveva catalogato come ‘puzza quando Aerith gli aveva sbattuto in faccia  un mazzo di quei dannati e maleodoranti fiori.
- Un po’ di allegria – soffiò lamentosa nel venire scostata gentilmente di lato per poi chinarsi a raccogliere da terra un fiore di ciliegio trasportato dal vento, incurante dell’occhiata al vetriolo del Nessuno che la fucilò con lo sguardo per invitarla a non accostare quella cosa ai suoi capelli e dello sbuffo scocciato di Roxas.
- Allegria ? E di cosa dovremmo essere allegri ? – smozzicò torvo Axel, calciando un sasso e afferrando la fioraia prima che questa potesse inciampare nella fossa alla sua destra che ovviamente, presa com'era a raccogliere quei fiori puzzolenti non aveva visto.
Aerith lo ringraziò con un sorriso, lanciando uno sguardo di gratitudine anche a Roxas che si era  istintivamente piegato sui talloni per attutire l’eventuale caduta, un atto spontaneo che  trovò estremamente tenero .
Perché il Nessuno di Sora lo era.
Tenero,  ma confuso e triste, sentimenti che avrebbe trovato il modo di migliorare, perchè erano in un mondo nuovo, un mondo da esplorare e visitare, un pianeta che sentiva vibrare di vita, di pace.

- Del fatto che siamo insieme. E dal momento che Roxas non sembra recuperare la memoria, potremmo creare nuovi ricordi – esordì ovvia, annusando il ciclamino che aveva scovato dietro una siepe di rovi.
- Vuoi davvero che io... -  ma Axel si morse la lingua a sangue quando colse il barlume di speranza  appena comparso nello sguardo di  Roxas, come se fosse stato rincuorato dalla possibilità di avere dei ricordi solo suoi, di avere un fine più alto dell'essere la copia sbiadita di un eroe.
E non era una cattiva idea  ponderò  con un po’ di titubanza, non se la sua concessione poteva  regalargli un sorriso.
Poteva essere davvero un modo per strappargli quell’aria sofferente dal volto e accontentare allo stesso tempo la smania di Aerith di rendere felice il mondo intero.

- Non mi sembra una cattiva idea – mormorò con un filo di voce, osservando l’ombra di un sorriso affiorare sul viso bianco di Roxas con le farfalle nello  stomaco.
Con un sorriso affetuoso  la fioraia accolse l’assenso di entrambi, soffocando una risata all’espressione imbarazzata di Axel, ma quando il fischio del vento le ferì un orecchio Aerith si trovò a terra  con Roxas ed Axel sopra di lei e lo sguardo verde puntato verso il cielo terso.
- Stai bene ? – le chiese il ragazzo con sguardo allucinato,  tastandole la fronte e le braccia in cerca di ferite, gesti convulsi  compiuti con mani tremanti, il risultato della paura di vedere una freccia mancarla per un soffio.
 La freccia che Aerith trovò piantata nel tronco di un albero poco lontano quando riabbassò lo sguardo.

- Oh .
- Non darmi un ‘oh – esplose Axel nel rimettere in piedi entrambi, frizionando le ciocche scure  con le dita lunghe e gelate, tutto sotto lo sguardo mite  della giovane – stavi per essere uccisa, e tutto ciò che sai dire è un ‘oh?
Era arrabbiato, lo era la  voce roca per la paura e gli occhi furenti, ma Aerith non potè che bloccargli le mani con dolcezza e allontanarlo da sé con un sorriso.    
- È  tutto a posto, sto bene – soffiò conciliante, accarezzando con una mano la spalla di Roxas – non c’è nulla da …
Il fischio di una tromba la zittì e portò  Axel a nasconderla contro il proprio petto mentre il Nessuno al suo fianco brandiva il Keyblade con sguardo duro.
Quattro  sagome comparvero al limitare del bosco,  prendendo le sembianze di un uomo smilzo dall’espressione poco intelligente, un omone pelato dal sorriso bonario,  un ometto basso e tarchiato dalla barba ispida e un ragazzino sottile e dal viso delicato, il soldato che Aerith guardò con curiosità, inclinando il capo e assottigliando le palpebre per metterli a fuoco.
Yao fu il primo a rinfoderare la spada,  adocchiando con aria maliziosa l’avvenente creatura che quello strano uomo dai capelli rossi stringeva al petto.
- Non sono degli Unni – li avvisò  stupito,  indietreggiando di un passo quando una palla di fuoco lo mancò per qualche misero millimetro.
- Unni ? Che diavolo state dicendo ? – eruttò Axel con voce sepolcrale,  incenerendo con lo sguardo il bassotto barbuto e lo smilzo dal sorriso da imbecille.
- Potremmo portarli dal capitano Li Shang – consigliò Ling con la sua voce squillante, infastidendo i due Nessuno ma facendo ridacchiare Aerith.
Yao annuì convinto, estraendo nuovamente la spada ed ordinando a Chien – Po di andarli a prendere.
Il soldato annuì con aria serena, raggiungendo il Nessuno e chiedendo cortesemente di farsi catturare da loro .
- Andiamo con loro – esclamò eccitata la fioraia, sgusciando via dalla presa di Axel e accostandosi mansueta al lato del soldato pelato.
Roxas sospirò con  sconforto, imitando la ragazza  con sguardo dubbioso mentre il Nessuno alle loro spalle si schiaffava il viso con la bocca arricciata in una smorfia incredula.
- Sarà meglio andare – esordì Mulan, attirando su di sé gli occhi verdi della graziosa donna dai capelli scuri, uno sguardo intelligente e comprensivo che le annodò la gola per la paura di essere  stata appena scoperta.






°°°
 





- Ricapitolando, voi affermate di essere un guerriero, un venditore di gelati e una fioraia?
L’espressione scettica di Li Shang causò una repulsione istintiva in Axel, ma Aerith lo ammansì pestandogli il piede e annuendo brevemente all’uomo dall’aria severa.
- È proprio come le ho detto capitano – esordì con voce sicura, sentendo   lo sguardo oltraggiato del Nessuno che si era sentito etichettare dall’amica come un venditore di gelati   pungerle la schiena.
Il capitano strinse le labbra scrutando quel curioso terzetto, soffermandosi poi sul ragazzo mingherlino che la giovane donna aveva definito un guerriero.
- Credo stia dicendo la verità – si intromise con sguardo basso Mulan, zittita dall’occhiata imperiosa dell'uomo che si ritrovò con l’indice della fioraia pressato sul naso.
Axel espirò bruscamente, chiudendo gli occhi e cominciando a contare fino a cento per calmarsi mentre Roxas sgranava gli occhi per la sventatezza  della compagna di viaggio.
- Non dovrebbe rivolgersi così ad una … - l’espressione terrorizzata del soldato cinese la portò a scegliere frettolosamente un'altra parola – una creatura di sesso maschile – concluse soddisfatta, indietreggiando e aspettando che il capitano ribattesse.
Li Shang si limitò però  ad aggrottare profondamente le sopracciglia e uscire dalla tenda  in tutta fretta, masticando parole che Aerith non capì ma alle quali non diede alcun peso.
Solo allora, quando finalmente rimasero soli Mulan fissò la donna con sospetto, avanzando di un passo e fronteggiandola a testa alta.

- Hai capito.
Aveva provato ad usare una voce grossa, da uomo, ma la fioraia aveva notato la vibrazione tremula in quelle parole, la paura che la faceva sentire braccata in un accampamento di soldati.
- Non mi è così difficile riconoscere una donna  quando la vedo– rispose delicata, accostandola con un sorriso complice - Ma non preoccuparti, non lo dirò a nessuno – la tranquillizzò poi, ammiccando anche ai suoi compagni di viaggio con espressione sicura.
- Ci mancherebbe – ruggì una voce profonda, ma Axel non aveva aperto bocca, e Roxas non si sarebbe rivolto mai con quel tono ad Aerith, per questo, quando un piccolo dragone scarlatto sgattaiolò fuori dalla casacca di Mulan la fioraia non potè che inarcare le sopracciglia per la sorpresa.
- Se provate anche solo a dire una parola io … - l’occhiata minacciosa del Nessuno zittì Mushu, acciambellatosi attorno al collo della protetta con uno squittio che fece ridere delicatamente Aerith.
- Ma che carino – esclamò deliziata, punzecchiandolo con il dito mentre il soldato la osservava con riconoscenza.
- Perché ti sei travestita da uomo allora  ? – chiese dal fondo della tenda Roxas,  scrutando l’espressione mortificata della donna dagli occhi a mandorla, incoraggiata dal sorriso morbido della donna gentile che la affiancava a  raccontare la sua storia .
Solo quando ebbe terminato Axel tornò a sfoggiare la sua indelicatezza, trovandosi con Mushu e un grilletto a strattonargli i capelli sotto gli sguardi divertiti delle due donne e quello esasperato del compagno.
- Ti aiuteremo noi a superare l’addestramento, vero ragazzi ?
Axel sapeva che la smania della fioraia di aiutare tutti lo avrebbe portato prima o poi  alla morte cerebrale e non solo fisica, ma Aerith sorrideva, e il Nessuno non sarebbe riuscito a contraddirla, non fino a quando avesse ricevuto quel sorriso.
Non fino a quando  fosse stata lei a rivolgerglielo.







°°°





- Quell’uomo è davvero un esibizionista – si lamentò Axel con la voce soffocata dal drappo nero con il quale Aerith gli aveva nascosto il viso e la capigliatura fin troppo evidente, appariscente e fin troppo visibile anche  tra le alte spighe nelle quali si erano nascosti  per sorvegliare Mulan durante l’allenamento.
Il Capitano Li Shang stava infatti mostrando  con una certa boria  come maneggiare un bastone di legno,  esibendosi in giochi di abilità con due vasi di terra cotta, movimenti fluidi e veloci che Aerith commentava con un “anche io sono capace di farlo”.
Non che lo mettessero in dubbio, ma Mulan non se la stava cavando molto bene  presa di mira com'era  dalle angherie dei  soldati, particolarmente maligni e vendicativi con la povera donna.
- Non è giusto – si infervorò Roxas, brandendo il Keyblade tra le mani e avanzando nel campo dorato, ma al gemito terrorizzato di Yao  il Nessuno seguì con lo sguardo la piccola fiammella che bruciacchiava il posteriore del soldato.
Axel soffiò la punta dell’indice con un sorrisetto  gongolante mentre il panico si disperdeva per l’accampamento  e Mulan guardava verso di loro, sorridendo debolmente e accennando un saluto con la mano libera dall’arma.
Un saluto che Aerith ricambiò agitando freneticamente le braccia prima di venire issata sulla spalla di Axel per raggiungere il fiume nel quale avrebbero eseguito la seconda prova.
E dopo la prima sfida,
aiutare Mulan non fu facile,  per nessuno di loro.
 Per quanto Axel avesse preso gusto nell’incendiare le vesti dei soldati, si era rivelato  inutile il più delle volte  vista la sua unica abilità di creare panico e null’altro, un diversivo particolarmente efficace se si voleva fare qualche trucchetto per mascherare l’esito della prova, ma non era sempre necessario.

Dal canto suo Roxas aveva fatto del suo meglio.
Si era offerto di  immergersi nel fiume per riempire un' intera cesta di pesci che Mulan aveva mostrato con un sorriso conciliante a quello scorbutico di Li Shang che, con sua profonda indignazione, non era rimasto per  nulla impressionato da quello che  a sua detta doveva essere il risultato minimo di un suo sottoposto, e benché la prova fosse stata sufficientemente superata, Roxas si era ritrovato fradicio con un pulcino, con lo sguardo altezzoso del Capitano a grattargli la schiena fradicia e a rodergli il fegato per la stizza.

Anche Aerith si era destreggiata durante l’allenamento, riuscendo a bilanciare la traiettoria della freccia di Mulan con la forza del vento, un trucco di magia che le era costata un' occhiata torva di Axel e una sorpresa di Roxas.
Eppure, nel sentirsi chiedere cosa fosse in realtà  lei aveva risposto con la stessa identica  affermazione.
“Sono una fioraia”.
Nonostante tutto
si erano divertetiti davvero, e avevano creato nuovi ricordi, proprio come Aerith aveva suggerito di fare,  memorie che  Roxas si sarebbe premurato  di serbare nel cuore e di riportare alla mente nei momenti più bui, quando il bisogno di rammentare a se stesso di avere qualcosa di suo sarebbe divenuto pressante.
E di ricordi ne crearono molti, così tanti da poter quasi colmare il vuoto che Roxas aveva in fondo al cuore.
Axel si  potè ritenere molto  soddisfatto  del bombardamento  dei manichini di paglia che Aerith e Roxas gli avevano indicato  tra le risate, 
e perdere la voce per  urlare di frustrazione quando il Capitano non degnava Mulan di uno sguardo  nonostante la buona volontà non era mai sembrato a Roxas così divertente, ma alla fine di tutto  la giovane guerriera  si era  dimostrata molto più forte di quanto si fossero aspettati, e ben presto fu pronta per andare in battaglia.
L’idea di combattere non era molto allettante per Aerith, ma aveva promesso di aiutare l’amica dagli occhi a mandorla, e avrebbe vegliato su di  lei, una protezione che si decise a concederle  dall'ombra dopo l'arrivo di Sora, Paperino e Pippo, altrettanto desiderosi di rendersi utili.
La reazione di Roxas era stata di puro panico, terrorizzato all’idea di doversi riunire con lui, ma Aerith lo aveva ammansito con calore, promettendogli di andare via subito dopo la buona riuscita della missione, così da non attirare l'attenzione del prescelto.
E il giorno prima della battaglia
 Aerith si era sentita in vena di una passeggiata in solitaria.
Quando uscì la luna era alta e libera dall'abbraccio soffocante di nuvole nere che da bambina fissava con terrore  per paura di vederle cadere giù, e le tenebre erano così fitte da rendere difficile non perdersi per strada, ma lei era abituata a viaggiare nell'oscurità.
Non lo aveva mai temuto, in compenso, aveva avuto paura di trovarsi in alto, tanto vicina al cielo da poterlo toccare con una mano, un terrore che con l'avanzare dell'età e la scoperta sulle sue origini aveva risposto alle sue domande, a quelle voci che la chiamavano ma alle quali, in presenza di Elmyra, evitava di rispondere.
Era stato difficile mostrarsi sorda a quei richiami, ma aveva tentato di essere il più normale possibile per il tempo che le rimaneva, per quanto aveva potuto, una normalità dalla quale era stata spogliata per essere investita dal peso dei suoi antenati, del suo compito e onere.
Raggiunse il lago in silenzio, e non si sorprese di trovare  Mulan raggomitolata su se stessa.
Perchè il bisogno di cercare il silenzio dentro se stessi lo aveva provato anche lei, lo capiva, e  non perché fosse una maga, ma perché anche lei era stata  una donna che un tempo era stata braccata e  costretta a mantenere l’anonimato, perciò, quando la  raggiunse il soldato  la guardò  con un sorriso incerto prima di tornare ad osservare il proprio riflesso tremolante. 

Era triste, dubbiosa sul suo futuro, su ciò che era, su ciò che doveva essere, così simile a lei, a come si era sentita in passato.
Prigioniera di un destino che non aveva scelto.
Vittima di una condizione che la rendeva incapace di scegliere per sè, di decidere cosa diventare.
Il destino di anime grandi dicevano alcuni, ma lei non aveva mai voluto essere un'anima grande.
Lei per tutta la sua vita non aveva desiderato altro che essere normale.
- Cosa vedi ?

Mulan sobbalzò per la sorpresa di averla udita parlare  prima di  seguire con la coda dell’occhio la  silohuette della donna appena sedutasi su uno spuntone, tornando  ad osservare poco dopo se stessa nello specchio d'acqua.
Cosa vedeva?

Una donna che aveva mentito al proprio padre, all’uomo del quale si era innamorata, una sposa indegna,  una ragazza che non sapeva qual’era il suo posto nel mondo.
Ecco cosa vedeva.
- Nulla – sussurrò con voce fioca, lasciandosi cadere accanto alla fioraia con un sospiro di sconforto.
Aerith osservò lei, il suo riflesso, allungandosi  e sciogliendo il pezzo di stoffa che teneva i capelli del soldato  legati  severamente, e quando le ciocche corvine le caddero ai lati del viso con dolcezza  Mulan sentì gli occhi pungere.
- Io vedo una donna coraggiosa  che non ha paura dei giudizi della gente. Io vedo un eroe.
Mulan si lasciò sfuggire un singhiozzo a quelle parole, asciugando con la manica della tunica le guance umide prima di guardarla con un sorriso tremulo in viso.
- Lo credi davvero ?
- Riconosco un eroe quando lo vedo, ne ho incontrati molti nella mia vita, e tu Mulan sei una di loro– e le prese il viso tra i palmi per invitarla a leggere la verità in fondo al suo sguardo, a specchiarsi e vedere ciò che era davvero –e sei tu a decidere cosa diventare, cosa essere, non i tuoi genitori, non i tuoi amici, solo tu. E se credi di essere un eroe, allora lo sei.  Il tuo riflesso ti mostrerà sempre quelo che sei davvero.
La superficie del lago era limpida, immobile e sfocata per le lacrime che lasciò scivolare nella pozza  quando si voltò a fissare il  riflesso che  le sorrise dolcemente in risposta,  brandendo una lancia illuminata  dal suo sorriso, dalla forza del suo orgoglio. 
- Grazie.
Aerith le  sorrise con dolcezza prima di decidersi a tornare nella grotta dove Axel sarebbe esploso in urla nel non trovarla dove l'aveva lasciata, e per un attimo, solo per un istante  si soffermò a guardare il suo, di riflesso, ma scostò subito lo sguardo con un sospiro pesante, ignara degli occhi sgranati con i quali il soldato  osservava la superficie del lago.
Un alone magico, un fascio di luce delicato che tendeva le sue mani d'aria verso la donna sulla quale   Mulan  sollevò uno sguardo incredulo, ritrovando  solo una figura minuta accarezzata dal vento che percorreva la via illuminata  da pulviscoli di luce,  residui di un passato che non avrebbe mai smesso di ricordarle che anche lei, molto tempo prima, aveva voluto essere qualcosa di diverso.
Qualcosa di normale.








°°°



Faceva freddo lì  in montagna, un gelo secco che faceva battere i denti e arrossare le mani e le guance, ma Axel non sembrava risentirne, né tantomeno i compagni che teneva al caldo con il calore del proprio corpo.
Roxas era imbarazzato dalla posizione, ma Aerith non sembrava  farci molto caso, issata sulle spalle del Nessuno mentre il ragazzo si trovava stretto tra le braccia muscolose della creatura d’ombra.
- Sei meglio di un camino – cinguettò serena, strofinando il viso gelato contro i capelli rosso fiamma dell’amico, annoiato come d’abitudine, ma con un lieve sorriso ad arricciargli le labbra.
- Dovrei prenderlo come un complimento ?
Aerith gli lanciò un' occhiata saccente, tornando ad annidarsi sulle spalle con un pigolio di soddisfazione.
- I miei sono sempre complimenti – ci tenne a sottolineare, rizzando le orecchie quando udì la tromba degli Unni dare inizio alla battaglia.
Erano nascosti sulla cima più alta della montagna, accovacciati su un spuntone di neve che fendeva la conca dove le due fazioni si correvano in contro, e lo videro, Sora, correre con il Keyblade verso i nemici assieme a Mulan, intrepidi e coraggiosi più delle truppe che avanzavano con titubanza alle loro spalle.
- È forte – si ritrovò a sussurrare Roxas nel vederlo difendere l’amica con maestria, fronteggiando gli Heartless con sguardo sicuro e mano ferma  come lui non era riuscito a fare, come forse non sarebbe mai riuscito a fare pensò amareggiato.
Nel vederlo tanto triste Aerith gli scompigliò affettuosamente i capelli, pizzicandogli le guance con un sorriso dolce.
- Siamo tutti diversi. Lui ha i suoi punti forti, tu i tuoi.
Ma l’espressione scettica di Roxas mostrò quanto il suo tentativo di consolarlo fosse andato a vuoto, ed Aerith si ritrovò a scalciare con stizza, strozzando Axel con la forza delle sue braccia.
- Digli qualcosa tu  – esclamò infine    esasperata, allentando la presa e tornando a guardare con naturalezza la battaglia in corso.
- Ha ragione lei.
Aerith roteò gli occhi con una smorfia contrariata, picchiandogli il capo con un pugno.
- Tutto qua? Non puoi fare di meglio ? Non sei convinto neanche un po’ di quello che dici!
Axel digrignò i denti scrollando le spalle per infastidirla ma riuscendo solo a farle rafforzare nuovamente la presa attorno alla sua povera giugulare.
- Mi stai … soffocando …  
- E tu cerca di essere più convinto,
- Non …
- Perché Mulan ci sta puntando contro un razzo ?
Con un gemito sconsolato Axel vide la giovane dagli occhi a mandorla puntare davvero l’arma contro lo spuntone di neve sul quale si trovavano, e fu con crescente apprensione che il Nessuno seguì il  consumarsi della miccia prima di udire il fischio che precedeva lo scoppio.
Roxas si lasciò sfuggire un gemito strozzato quando il razzo sfrecciò nella loro direzione, e mentre  Axel  si chiedeva perché mai Aerith gli avesse appena  ordinato  di incidere nel ghiaccio una lastra spessa tre metri e lunga uno capì che non c’era tempo di capire la fioraia, non ce ne sarebbe stato mai abbastanza.
Sora sobbalzò nel sentire il frastuno del colpo, e seguì  con occhi increduli la caduta di un quantitativo di neve che li avrebbe sommersi tutti,  lui ed i suoi nemici compresi, senza lasciare a nessuno di loro via di scampo.
Paperino cominciò a starnazzare frasi incomprensibili,  colpendo con il bastone magico la testa del povero Pippo  mentre i soldati urlavano la ritirata e Mulan osservava con decisione la valanga che aveva appena sommerso Shan-Yu.
C’era gente che urlava, voci maschili che gridavano il nome dei propri comandanti o, più semplicemente, chiedevano pietà per la propria vita, perciò nessuno si sarebbe aspettato di sentire qualcuno ridere, non in quel momento, non quando una valanga rischiava di sotterrarli vivi.
Sora fu il primo a vederla, una macchia scura che scendeva velocemente sulle onde di neve con le iridi chiare sgranate per l’eccitazione, le mani artigliate sulla placca di ghiaccio e la bocca schiusa in una risata profonda.
- Ma quella non è  Aerith ? - chiese Pippo con aria confusa, riconoscendo  la massa di capelli scuri che Axel masticava tra i denti mentre Roxas, seduto in mezzo ai due,  si stringeva alla donna con gli occhi chiusi e il viso affondato nella schiena della giovane.
Stavano surfando sulla cresta della montagna con una placca di ghiaccio come slitta e una fioraia come capitano di bordo, una constatazione che strappò un gemito strozzato  ad Axel e un urlo angosciato a Roxas.
Eppure Aerith non riusciva a smettere di ridere, virava ogni qual volta uno spuntone rischiava di farli rovesciare,  puntando decisa verso la conca senza sentirsi impaurita.
Era solo inspiegabilmente euforica, perchè si sentiva viva.
Si sentiva libera.
Sora si vide strattonare d'improvviso, e quando Mulan lo trascinò di forza dietro uno spuntone che fendeva la pianura Yao, Ling e Chien-Po  con il Capitano stretto tra le braccia di quest’ultimo volarono già dal dirupo assieme alla neve.
Paperino gettò un verso isterico nel piantare i piedi palmati nella neve, reggendo per le bratelle  Pippo che a sua volta si caricava del peso di Mulan, Sora, i tre soldati e Li Shang,  una catena umana che oscillava nel vuoto e che un papero reggeva a fatica.
 - Stanno per cadere, dobbiamo aiutarli!

- Cosa ? Ma sei impazzita ? - le urlò contro Axel sopra il brontolio della neve.
Aerith  rise di cuore, pizzicando la gamba del Nessuno sempre così scorbutico e virando verso destra per far rientrare nella traiettoria Sora e i loro amici.
- Prendi Paperino per le zampe, e tu Roxas , non lasciarmi per nessun motivo.
- Non ne ho alcuna intenzione ! – strillò il ragazzo con voce acuta, stritolando la vita della donna e sentendo Axel allungarsi alle sue spalle.
- Te la farò pagare  – la minacciò arcigno il Nessuno prima di gettarsi  di lato e afferrare Paperino prima che questo potesse scivolare nel vuoto assieme agli altri, e quando Ling urlò con la sua voce agghiacciante nel vedersi cadere nel vuoto  il sibilo della placca di ghiaccio che  scivolava via coprì il gemito di angoscia di Mulan.
Eppure, quando ognuno di loro schiuse gli occhi poco prima serrati  si trovò  sì il nulla sotto di sè,  ma si trovò  anche vivo e   sospeso  in aria, sorretto dalla donna dagli occhi verdi che, senza un motivo plausibile, sembrava aver ripescato dal suo strambo repertorio l'improbabile capacità di volare.
Aerith prese un lungo respiro prima di fare forza sulle braccia e dondolare tutti verso il limitare del dirupo, cosicchè potessero toccare terra, zittendo con un' occhiata la maledizione a fior di labbra di Axel che aveva ripreso a rimbrottarla alacremente.
Ling affondò i denti nella neve per far da leva alla povera fioraia, e quando tutti riuscirono ad issarsi sul terreno ghiacciato Axel potè puntare gli occhi in aria e osservare con incredulità la figura fluttuante della compagna di viaggio.
- Scendi subito da lì!
Come se fosse facile pensò divertita, ma era stanca, tanto stanca.
Aveva usato un vecchio incantesimo che Merlino le aveva insegnato tempo addietro, ma erano secoli che non si esercitava, e i tempi di pace avevano raffredato i suoi rapporti con la magia, perciò richiedere un incantesimo di quelle proporzioni l'aveva sfinita.
Non riusciva a trovare neanche la forza di  ammansire l’amico con un sorriso perché anche le ossa del viso le dolevano per lo sforzo, ma quando  nel discendere a terra  rischiò di sbilanciarsi all’indietro  qualcuno la afferrò appena in tempo con una presa salda.

- Ti sei deciso ad intervenire alla fine – sbottò Axel con asprezza, fulminando con occhi irritati l’alta figura del ragazzo che gli riservò un'occhiata di ghiaccio – volevi rimanere nascosto per tutto il tempo ?
Riku schioccò la lingua senza alcuna voglia di rispondergli prima di  aiutare la donna  a reggersi a lui benché Aerith riuscisse a malapena a tenere gli occhi aperti.
- Ti senti bene ?
Sora le si avvicinò cautamente nel  vederla ondeggiare pericolosamente  su se stessa, ma la vide tornare in sè nel riconoscere la sua voce, riservandogli uno sguardo che valeva un abbraccio.
- Certo, io … -
- Sei una  dannata incosciente, ecco cosa sei - la rimbrottò Axel, sfilandola da un irritato Riku mentre Roxas  accorreva al fianco del Nessuno con sguardo preoccupato.
Si sporse per tastarle  il polso, e l'ondata di panico che lo aveva assalito si quietò nel sentirle il battito. 
Quando Paperino, nello scrutare con apprensione la vecchia amica  riconobbe il Nessuno di Sora cominciò ad inveire, consigliando al custode di colpirlo con il Keyblade per riappropriarsi dei suoi ricordi, ma il giovane eroe non avrebbe potuto  avanzare o indietreggiare,  neanche se avesse voluto, non  quando un vortice  di migliaia di minuscoli pulviscoli di luce circondò Roxas con fare protettivo, quasi  a fargli da scudo.
- Cosa-
- Credo sia Aerith, non ho ancora capito come ci riesca, ma sembra riuscire a trovare ogni espediente possibile  per impedire che qualcuno gli faccia del male   – spiegò asciutto Riku,  sfiorando delicatamente  una di quelle graziose lucciole con  una mano, e quando le vide  esplodere con un grazioso 'pop accanto al suo viso,  una bolla di calore gli soffiò sulle guance il calore di un bacio per il quale si trovò a socchiudere dolcemente le palpebre.
 Aerith sollevò il viso con  un sorriso morbido,  attirando l’attenzione di Axel che le riservò un' occhiata torva  con le sopracciglia color rubino profondamente aggrottate.

 - Ciao Sora.
Il custode addolcì  il sorriso di circostanza quando riconobbe  la voce delicata dell'amica, una tonalità calda che aveva sempre avuto il potere di farlo sentire meno spaesato, meno confuso e impotente, da bambino, quando tutti lo chiamavano il prescelto e pretendevano da lui di essere salvati.
Ma c'era stata lei, che di domande non gliene aveva mai poste, come se avesse intuito il bisogno di ascoltare più dell'essere ascoltato, e lei lo aveva fatto.
Gli aveva dato delle risposte, e quando il peso diveniva  troppo gravoso  lo invitava sempre a sedere accanto a lei davanti al camino nello studio di Merlino per avere un pò di calma,  per pensare a cosa volesse fare lui, della sua vita,  non a quello che avrebbero voluto gli altri che lui facesse.
 
Ed era cresciuto con la consapevolezza di voler essere il prescelto, perchè diventarlo avrebbe voluto dire proteggere le persone che amava, e lui  voleva sapere tutti al sicuro.
E nel suo viaggio aveva imparato cos’era la giustizia,  il perdono, e a non cercare  nemici,  ma amici anche in chi non ci sarebbe aspettato di poter trovare un aiuto, una persona della quale fidarsi,  e Aerith  sapeva che non avrebbe fatto del male a Roxas, lo leggeva nel suo sguardo buono.
- Hai fatto delle conoscenze davvero insolite – scherzò divertito, portando il Keyblade sulle spalle larghe mentre Axel rispondeva all’occhiata vispa dell’eroe dei mondi con un sibilo scocciato.
- E tu devi essere  il mio Nessuno, molto piacere.
Nel vedersi tendere la mano con tanta innocenza Roxas non seppe cosa dire, cosa fare, come interpretare il sorriso amichevole di Sora e quegli occhi azzurri  puliti come quelli di Aerith.
Gli occhi di chi non avrebbe mai fatto del male.
Fu proprio quell’ultima constatazione a convincerlo a ricambiare la stretta  prima di ritrarre la mano, non del tutto abituato a quello scambio di effusioni,  benché amichevoli .
Il custode si decise allora a voltarsi  verso l’uomo incappucciato alla sua sinistra, la sagoma affusolata che la donna vide fremere sotto i suoi occhi attenti.
E si aprì un sorriso sul volto disteso di Sora,  un sorriso vero, uno di quelli che ti riscaldano dentro e raschiano il dolore incrostato nel cuore,  in fondo allo sguardo, un sorriso che Riku non ricambiò.
Non perché non volesse  ma perché,  semplicemente,  a lui  non piaceva sorridere, non gli era mai piaciuto, e questo Sora lo sapeva bene.
- Ti trovo bene .
Riku fece spallucce, indifferente alla pacca che l’amico gli aveva rifilato con una risata profonda prima di tornare a fissare Aerith,  sorretta  tra le braccia di Axel, con un espressione sollevata.
- Anche tu in viaggio per i mondi ? Leon starà dando di matto.
Una risata le sfuggì al pensiero – non immagini quanto, e tu Sora ? Chi stai cercando ora ?
Un' ombra scura solcò il volto del custode per un secondo  prima che questo tornasse a sorridere, a illuminarsi per qualcuno.
- Ora che so che Riku sta bene  non  mi resta che trovare Kairi. Le ho promesso che sarei tornato da lei.
Riku  non potè fare a meno di contrarre il viso in un moto di insofferenza al  quale, per quanto impercettibile fu,  nessuno sembrò far caso, ma lei, lei lo aveva visto, il dolore, lì, proprio in fondo ai suoi occhi dorati.
E il senso di colpa,  il disagio.

Era ancora incredibilmente fragile, combattuto tra ciò che era giusto fare e ciò che voleva, ma era ancora giovane,  e un cuore spezzato poteva  guarire, con il tempo, questo Aerith lo sapeva bene. 
- Se avete finito di ciarlare come vecchie comari potremmo anche andare ora, questo mondo mi ha stancato.  
Lo aveva detto con quell’aria indolente che la faceva sempre sorridere, le iridi chiare cariche di fastidio ed irritazione, sentimenti, emozioni che persino Roxas aveva cominciato a riconoscere, ad apprezzare.
- Pensi che ci rivedremo ? – le chiese Sora poco prima di vederli fare un passo indietro.
- Ne sono sicura  – affermò risoluta, allacciando un braccio attorno alla vita  del Nessuno – credo che ci rivedremo spesso, vero Axel ?  Magari prima di quanto pensiamo.
- Spero il più tardi possibile – fu il commento acido di lui, infastidito dallo sguardo torvo con il quale Riku aveva preso a fissarlo, anche se a pensarci bene, quel ragazzino  lo aveva sempre fissato a quella maniera, quasi volesse dirgli qualcosa, avvertirlo di qualcosa che non andava fatto, non in sua presenza  almeno.

E quando Aerith gli si aggrappò all'avambraccio  lo vide,  sentì l'odio, la furia,  e capì che quello che gli incupiva il viso non era ovvia avversione nei suoi confronti, ma gelosia.
Pura e semplice gelosia.

- Oh.
Roxas lo fissò inorridito quando udì quell’esclamazione così da …Aerith, una constatazione che  fece comprendere ad Axel  quanto in profondità la bella fioraia fosse giunta,  quanto ascendente avesse sulle sue azioni e, a giudicare dalla sua esclamazione, ora  anche sul suo modo di parlare .
Aerith li salutò entusiasta mentre le ombre cominciavano ad addensarsi ai suoi piedi, e si scoprì sorpresa dal modo in cui  Riku serrò d'improvviso le mani in pugni nel guardare nella sua direzione  prima che  le ombre la  inghiottissero.
Fu allora, solo allora  che Axel si lasciò scivolare tra le dita la ciocca bruna che aveva  accostato alle labbra e che abbandonò una volta  perduto il contatto visivo con gli occhi incattiviti del ragazzino, consapevole di aver appena trovato il punto debole di quel rompiscatole dai capelli d’argento.
Perché Riku era innamorato, ma non di chi Aerith si sarebbe aspettata.
Oh no. 



Continua … 
  
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