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Autore: Jocelyn Loxley    25/02/2012    1 recensioni
Avviso: questa song-fic è un esperimento.
Ho sentito la canzone in radio l'altro giorno e mi sono immaginata tutta la scena. Era così intensa e vivida nella mia mente che non ho potuto fare a meno di scriverla.
La canzone s'intitola Tu come il sole di Max Pezzali.
Spero vi piaccia.
Buona lettura
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tu come il sole 

 

Non c'è la luce senza l'oscurità…

 
Affogo, nel buio più completo che mi avvolge e mi toglie il fiato. Non so chi sono, non so dove sono. Cosa mi succede? Cerco di aprire gli occhi più che posso, ma la luce continua a mancare. Non riesco a vedere niente, a percepire niente; i sensi sono amplificati, ma è ancora il nulla che mi ricopre e che mi schiaccia, trascinandomi giù, sempre più giù. Finché… Harry! La sua voce, che grida il mio nome, e finalmente vedo la luce.


…non c'è immaginazione senza realtà…

 
Mi sveglio di soprassalto, nella lugubre stanza, solo con me stesso. Quattro pareti monocrome mi circondano e mi osservano. Osservano la mia figura al centro della stanza: agitato, come in preda al panico e sudato, quasi avessi corso per miglia e miglia.
Mentre il mio respiro si normalizza, mi rendo conto che era solo un sogno: il buio, il nulla… persino la sua voce. Ho immaginato tutto.


…non c'è l'assoluta grandezza della tua presenza
senza il vuoto completo che mi lascia la tua assenza.


 

Fatico a ritrovare il sonno. Scendo dal letto e inizio ad aggirarmi per la casa, se così posso definirla; perché non ho mai avuto altra casa se non Hogwarts, che ora è solo un cumulo di macerie. Proprio come la mia vita. Distrutta. Fatta a pezzi.
Questa casa è l’unico posto dove posso stare senza essere d’intralcio a nessuno. Lei è l’unica cosa che mi è rimasta alla fine di tutto. L’unico posto in cui posso rimanere da solo con il mio dolore.
Eppure un tempo venivo qua per l’esatta ragione contraria; venivo qua in cerca di conforto, di felicità, di famiglia, l’unica famiglia che avevo…L’Ordine.
Mi fa male pensare a loro; non ho ancora realizzato appieno che non c’è più, non esiste più nessun Ordine della Fenice. Come non ci sono più Sirius, Remus, Tonks, Fred… E come di conseguenza se ne sono andati pure Molly e Arthur, Ginny, George, Ron e…
C’è un ultimo nome, un ultimo vuoto completo che non riesco a colmare. E’ un vuoto che mi stordisce, mi aliena dal mio stesso corpo. Non so più chi sono senza di lei.


 

Non c'è il colore caldo dell'estate,
[…] senza il freddo grigio e cupo del peggiore inverno
in attesa di un messaggio, una parola o solo un segno.
 

 

Senza di lei mi sento perso. Senza di lei è sempre inverno, tutto è grigio e cupo. Tutto è niente.
E’ da quando è finita la guerra che lei, il mio tutto, è diventata il nulla più totale. Ed io sono inutile, a me stesso e al mondo, senza la mia perfetta metà che completa il mio essere e mi rende migliore.
E’ da quando è finita la guerra, che io sto qui, in una casa che odio e che mi fa rivivere ricordi dolorosi, ad aspettare lei… Ma niente, non un messaggio, non una parola…


 

Non c'è il capirsi anche senza parole
con uno sguardo, un gesto, un batticuore,

senza sapere quanto il silenzio possa pesare
quando non c'è niente da dire, più niente da fare.
 

 

Mi affaccio alla finestra sudicia, tentando di vedere cosa accade al di fuori del mio guscio di solitudine e dolore. Nevica: neve candida scende dal cielo torbido e cade…cade sui suoi lunghi capelli. Mi guardo attorno, siamo a Godric’s Hollow, è la notte di Natale ed io sono di fronte alla lapide che sovrasta quel lenzuolo di terra dove si presuppone che siano sepolti i miei genitori.
Lei è lì, accanto a me, in silenzio: un silenzio carico di dolore, il mio, ma anche il suo. Sa che non serviranno le sue parole, né per farli ritornare, né per impedire alle lacrime che rigano il mio volto di scendere.
Lei è così, capisce che in quel momento tutto ciò di cui ho bisogno, non sono parole vuote e inutili. Non c’è assolutamente niente da dire, niente da fare, lei lo sa e per questo gliene sono grato.

 
Non ci si può rendere conto di te,
non ti si può davvero comprendere
senza sapere quanto è duro esserti lontano
senza avere cercato e non trovato la tua mano.
 

 

Stiamo così: in silenzio, al freddo, di fronte a quella lapide bianca e candida; immacolata come la neve che fa da contorno. Il mio sguardo si perde nel bianco di un fiocco di neve particolarmente aggraziato, che scende come se danzasse… e va a posarsi sulla mia mano, appoggiata al davanzale di una sudicia finestra.
Sembra ieri quando io e lei stavamo così, soli al mondo, abbandonati a noi stessi. Tutto quello che m’importava, era che stavamo insieme: io avevo lei e lei aveva me. Ognuno conforto per l’altra.
Non mi sono mai reso conto di lei, di tutto ciò che ha fatto per me, l’ho sempre data per scontata. Non l’ho mai davvero compresa fino in fondo; mai fino a questo momento, in cui siamo così lontani; ed è così duro e insopportabilmente straziante cercarla in continuazione con lo sguardo; ed è così tremendamente insensato cercare continuamente la sua mano, e non trovarla.


 

Tu come il sole risorgi ogni giorno,
io guardo il cielo e aspetto il ritorno
di te che illumini completamente
la mia vita e la rendi immensa e importante.


 

Fermo, sempre di fronte alla stessa finestra, per un tempo infinitamente lungo. Fino al momento in cui nel cielo si apre uno spiraglio di timida luce. Ha smesso di nevicare ed un introverso raggio di sole ha trovato il coraggio di affacciarsi sul mondo: osservo come quel lieve chiarore esercita un ipnotico gioco di colori, riflettendosi sulla neve fresca, appena posatasi a terra.
Seguo a ritroso quella scia di luce, fino a perdermi nel cielo immenso, fino ad abbandonare il resto del mondo… Harry! Ecco, nuovamente la sua voce che fa capolino nella mia mente, questa volta accompagnata anche da un volto, il suo.
I lunghi capelli, che con i riflessi del sole sembrano d’oro, le incorniciano il volto chiaro e lentigginoso, con le guance leggermente imporporate. Gli occhi castani mi osservano con dolcezza, mi scavano nel profondo, ed io, finalmente, ritrovo la pace. In lei trovo sempre la mia oasi di felicità.
Lei è come il sole per il fiore, risorge ogni giorno; ed io come quel fiore, guardo il cielo ed aspetto il suo ritorno.
 
Hermione ha sempre illuminato la mia vita, c’è sempre stata per me, è così irrimediabilmente importante che non posso e non voglio sopportare l’idea che mi abbia abbandonato per sempre.

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NdA: Come ho spiegato nell'introduzione, questo è un esperimento, ho tentato di scrivere una song-fic, ovviamente Harmony. Sentendola alla radio, ho immediatamente pensato a loro due, in particolar modo a come Harry vede Hermione. Questo è quello che sono riuscita a partorire :)

Mi scuso con chi rimarrà deluso dal finale, perchè, lo so potevo metterci un bel lietofine; ma io sono così se la storia non è tristerrima, non mi piace. Quindi ho optato per un finale piuttosto triste e malinconico.

Ringrazio già da subito invece tutti quelli che avranno la pazienza di arrivare fino in fondo alla storia e che avranno così buon cuore da lasciare una recensione. :)

Un abbraccio, Jo..

   
 
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