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Autore: Filakes    25/02/2012    9 recensioni
Ame ha 17 anni, vive una vita tranquilla.
Il primo giorno di vacanze estive decide di andare da sua nonna, ma quel giorno piove a dirotto e la pioggia continua ad aumentare.
E proprio quel giorno la sua vita cambia: finita in un'altra dimensione si ritroverà in un luogo dove la guerra e la dittatura hanno rovinato migliaia di vite e lei si unirà ai ribelli.
Che sia lei la Discendente? Sarà in grado tenere alte le aspettative?
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Dal capitolo 18:
"-         Mi chiamo Ame, tu?
-         Io sono Aaron, molto piacere.
Disse il ragazzo porgendole la mano. Lei la strinse senza pensarci troppo e quando si sfiorarono entrambi furono percorsi da una scossa."
Dal capitolo 33:
"Ame evitò la pugnalata e cadde a terra.
-         Dannazione!
Urlò, col cuore in gola, per lei era finita. Luke le tirò un calcio nello stomaco.
-         Speravo di mostrare ad Aaron il tuo corpo privo di vita intatto, in modo che ti riconoscesse, invece lo troverà pieno di tagli e lividi… fa nulla, è andata così."
Dal capitolo 35:
"Wareck, che ai tempi studiava per entrare nel Secondo Consiglio, ovvero l’organo governativo costituito dai quattro portatori delle Belve Sacre, scoprì la verità sulla guerra, ma ormai la sua amata Raissa era morta, lasciando lui e la figlia di soli sei anni. Fu così che Wareck decise di distruggere ciò che era stato creato nella menzogna, per riplasmare un mondo migliore. La Belva Sacra dell’aria si manifestò presto in tutta la sua potenza e, radunato un esercito in due anni, Wareck prese con la forza il potere. In quella follia, Wareck trascinò migliaia di persone nella morte e, con il tempo, dimenticò il motivo che l’aveva spinto a compiere il colpo di stato, mentre la bramosia di potere lo logorava. "
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Io sono Filakes e questa è la mia prima storia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La leggenda della Pioggia Capitolo I:

“Le lacrime dell’angelo”

   Quella mattina la pioggia picchiettava con insistenza sul vetro e ogni minuto aumentava d’intensità, tanto che Ame si risvegliò dal sonno. A tentoni cercò di afferrare la sveglia sul comodino, per vedere che ore erano: le 7:50 del primo giorno di vacanza estiva. Si stiracchiò sbadigliando e appoggiò i piedi sul pavimento freddo, troppo per essere una giornata estiva. Si alzò in piedi e si diresse verso la finestra, aveva sempre amato la pioggia, capace di rinfrescare e pulire la terra e in particolare amava i temporali estivi: si metteva alla finestra o sul balcone e rimaneva a fissarli ammaliata. Si mise a guardare le goccioline correre verso il basso e tracciare un percorso per le altre gocce, che poi si sarebbero unite a quella di partenza. Sorrise malinconica: quanti progetti aveva mandato in fumo quella pioggia? Molti, anche il suo. Come ogni anno, Ame aveva deciso che sarebbe andata ad aiutare sua nonna in campagna con l’orto, ma quel giorno era fuori discussione.
 
  Si avviò in cucina per far colazione e, accanto alla fetta di torta al cioccolato preparata da sua madre, trovò un foglietto. “Sono andata al lavoro prima, ma ti ho lasciato dormire, spero che gradirai la torta che ti ho fatto. Con affetto, mamma”. Ame sorrise un poco, la sua mamma si dava molto da fare nel lavoro e nonostante la stanchezza, era sempre molto amorevole con tutti. L’aveva vista piangere una sola volta in vita sua, ed era stato orrendo. Era stato un giorno invernale, sua madre aveva avuto un problema al lavoro e, sovraccarica di stress, era scoppiata in lacrime. L’allora bambina Ame aveva fatto di tutto per consolarla, ma sua madre con un sorriso tirato le aveva detto che non c’era alcun bisogno di preoccuparsi: andava tutto bene. Così Ame, che aveva sempre paragonato sua madre ad un angelo, pensò che la pioggia fossero le lacrime degli angeli. Erano lacrime che avevano la stessa forma della voglia di caffè che aveva Ame sotto al collo. Distolse il pensiero da quei ricordi, si scaldò una tazza di latte e ci versò del caffè caldo gustandosi la sua colazione; amava il cioccolato fondente e sua madre nella torta al cioccolato ne aveva messo un po’ spezzettato.
 
  Dopo aver rassettato la cucina, decise comunque di andare a trovare sua nonna a cui era molto affezionata: non avrebbero curato l’orto, ma potevano lo stesso chiacchierare e gustarsi le brioche calde che Ame aveva intenzione di portargli. Infatti, quando sua nonna era una bambina non poteva comprarsi la brioche, così quando passava davanti alla pasticceria rimaneva a sentire il dolce profumo che usciva dal locale ogni volta che qualcuno apriva la porta d’entrata. Prese velocemente un ombrello e, una volta uscita, si diresse verso il centro città, da cui poi avrebbe preso un autobus che l’avrebbe condotta da sua nonna. Camminando verso il centro pensò in quale pasticceria avrebbe preso le brioche e, alla fine, le venne in mente una pasticceria molto rinomata in centro vicino alla fermata dell’autobus.

  Una volta raggiunta, entrò nel locale inspirando a pieni polmoni il dolce profumo di dolci appena sfornati. Prese alcune brioche e un dolcetto al cioccolato a parte per lei che si mangiò mentre aspettava l’autobus. La pioggia continuava a scendere senza sosta.
   
 
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