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Autore: Gemini_no_Aki    25/02/2012    2 recensioni
Shaun non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando era arrivato in quel posto. Raccoon City. Ancora una volta. La prima volta, solo poche settimane prima, si era limitato a stare chiuso nella sua camera di un ostello o, al massimo, girando attorno l’edificio che stava studiando. Umbrella Corporation. [...] “Ora per aiutarci mandano dei... Bambini?” Esordì l’uomo senza muoversi da dov’era, seguendo il ragazzo con lo sguardo. A quell’appellativo Shaun ricacciò l’impulso di rispondergli. Chi credeva di essere? Oh, ecco un’altra cosa che non avrebbe perdonato a Richter. Gli aveva detto chi cercare, certo. Ma non gli aveva fatto nemmeno lo straccio di una descrizione. L’aveva lasciato di nuovo senza informazioni.
[Crossover con Assassin's Creed]
IN TOTALE REVISIONE
Genere: Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albert Wesker, William Birkin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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From:                Shaun Hastings
To:                    Angus Richter
Subject:            Rapporto 1

Raccoon City è come era tre settimane fa. Assolata, tranquilla e semplice. Riguardo la Umbrella anche lei è come l’avevo lasciata. Continua a mettere prodotti in commercio, soprattutto per la cura della persona. Nulla di strano o anomalo.
O meglio, esteriormente non si nota nulla di strano però vorrei far presente che da quando sono ritornato l’aria che si respira sembra diversa, più pesante, minacciosa. Come se un imminente pericolo fosse in attesa di allargarsi sulla città. Non si vedono più molti uccelli, eccetto molti corvi, soprattutto nella periferia verso la foresta. A questo proposito alcuni cani, quando i padroni li portano a passeggio verso quella zona diventano irrequieti. Le reazioni sono diverse, alcuni di loro sembrano sul punto di attaccare altri indietreggiano e cercano di nascondersi. Potrebbe essere dovuto alla loro età. In ogni caso c’è qualcosa nell’aria e anch’io riesco a percepirlo.

Hastings Shaun

PS. Sarebbe utile che mi spiegaste perché ho la stessa percezione di quei cani, è alquanto irritante la cosa, e poi già in 3 su 3 che ho incontrato si sono messi ad abbaiarmi contro!

Richter lesse un paio di volte la mail soffocando ogni volta una risata sul finale. Un rapporto, ufficiale per di più, che terminava con un PS riguardo le antipatie che i cani avevano nei suoi confronti era esilarante, per lui. Però non poteva ignorare la cosa. Parlava di un’aria strana, pesante e inquieta.
“Se riguarda solo gli animali può preannunciare un possibile terremoto, o una dispersione di sostanze chimiche inodori per gli uomini.” disse con calma una voce alle sue spalle. L’uomo si voltò lentamente a fissare l’amico.
“Quando sei entrato? E da dove, di grazia?” Disse. Non l’aveva sentito e la porta era esattamente, più o meno, di fronte alla sua scrivania.
“Circa 5 minuti fa. Voglio ricordarti la porta secondaria?” Rispose indicando una porta che dava su una stanza piccola e stretta, uno sgabuzzino quasi, che a sua volta dava su un ampio laboratorio bianco e asettico. Richter sbuffò prima di notare una pallina di pelo sulla sua spalla.
“Te lo porti ancora in giro così?” Esclamò allungando un dito verso il piccolo criceto che tentò di morderlo. Lucas annuì e fece per passarglielo ma il collega lo bloccò con espressione sconvolta.
“Mi mangerà vivo! Tieniti pure la tua bestia famelica! E possibilmente tienila lontana da me! E non sbirciare nelle mie mail!!” Concluse spingendolo verso la porta.
“Ho del lavoro da fare ora! Via, sciò!” Ma l’uomo, una volta dalla porta oppose resistenza, ben più di quanta Richter si sarebbe aspettato da un corpo tanto minuto.
“Sai Richter... Ci sono sostanze che gli animali, i cani soprattutto visto l’olfatto sviluppato, percepiscono quando noi non ce ne rendiamo conto. Pensa agli esplosivi.” Disse facendosi serio mentre il collega smetteva di spingerlo.
“Hai mandato mio figlio a fare ricerche su una casa farmaceutica che già sappiamo cosa fa. Perché?” Concluse guardandolo. Richter sospirò e gli diede le spalle.
“Vuoi farmi sentire in colpa per aver scelto il nostro uomo migliore?” Fu la risposta. Lucas si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
“È vero, sappiamo cosa stanno facendo però... Però ci servono delle prove, non posso chiedere ad Albert di mettere a rischio la sua posizione, e nemmeno a William, lo sai.” Spiegò semplicemente appoggiandosi alla scrivania, quasi sedendosi sopra di essa. “Ora però voglio sapere altro sulla percezione degli odori.”
“Beh, ti ho già detto tutto quello che posso dire di utile alla cosa. I cani sono più sensibili agli odori. Basta.” Disse con una scrollata di spalle.
“Shaun dice che avverte anche lui qualcosa nell’aria. Hai letto no?” Vide il volto rabbuiarsi e si voltò, diretto verso il laboratorio.
“Credi che se Shaun non avesse detto a questo criceto che doveva obbedire ai miei ordini lui l’avrebbe fatto? Shaun è... Particolare diciamo, ha influenza su alcuni animali... Particolari. Non so perché ma è così. Gli obbediscono se lui vuole che lo facciano. Magari per questo avverte qualcosa nell’aria. O forse era solo stanco dal viaggio.” Concluse semplicemente lasciando la stanza. Richter prese il cellulare e se lo passò in mano, indeciso su cosa fare.

“Voi non siete cose. E per questo non vi ucciderà. Verrete con me.” Disse con tono dolce e autoritario al tempo stesso. Allungò una mano verso il muso di uno dei doberman che lo annusò sospettoso.
“Non funziona così. Senti, non sono semplici cani, è una cosa lunga da spiegare ma probabilmente è la ragione per cui sei qui. Ora togliti se non vuoi che sparo anche a te.” Ricominciò a lamentarsi Wesker puntando la pistola. Solo a quella vista uno dei cani iniziò a ringhiare furiosamente. Shaun si limitò ad accarezzarlo tra le orecchie e solo quello sembrò calmarlo lasciando basito l’uomo.
“Capitano... Non capisce che non era noi che inseguivano?” Disse dopo poco, accucciato davanti al cane. L’uomo lo guardò e scosse la testa sospirando.
“Sei stato mandato qui e non sai nulla di quello che c’è fuori da questa città. Questi cani, come ti ostini a chiamarli, sono infetti. Il loro corpo è stato esposto ad un virus che la Umbrella studia e...” Si fermò quando vide che Shaun non lo ascoltava. Aveva cercato di mantenere la calma ma quella era una situazione irreale anche per uno come lui che ne aveva viste tante nella vita. Shaun sembrava così concentrato su quei cani, e loro, in risposta, sembravano averlo preso in simpatia.
“Molti animali sono sensibili ai cambiamenti; loro girano tranquillamente per la foresta mentre i cani della città quando si avvicinano diventano irrequieti, come se la ritenessero una minaccia. È qualcosa che noi, voi, non riuscite a percepire. Come se questa terra e l’aria che ci circonda cercasse di avvertirci di qualcosa.”
“Non mi hai proprio ascoltato mentre parlavo? Devi stare lontano da quei cosi o dovrò uccidere anche te!” Shaun si voltò a guardarlo, gli occhi castani sembravano così semplici e innocenti, come se lui fosse ancora un bambino. Se pensava di convincere Wesker con uno sguardo simile si sbagliava di grosso. Dopo un po’ decise di distogliere lo sguardo, come se non lo sostenesse e si focalizzò sui collari borchiati.
“Se vi porto con me vi rintracceranno. Se lasciamo qui i collari si insospettirebbero del fatto che siete immobili, verrebbero a controllare e scoprirebbero che qualcuno vi ha liberati.” Wesker si lasciò sfuggire un gemito seccato. Non solo lo stava ignorando, quel ragazzino, ma stava anche decidendo di portarsi dietro due cani. Infetti!
“Se li distruggo il segnale sparirà... E io non potrei risalire a chi vi ha mandati. È un bel problema vero cucciolotti?”
“Ah, dunque stavi parlando ai cani?!” Esclamò fissandolo. “In ogni caso, a questo punto dovremo passare la notte qui dentro. Non è sicura di giorno a foresta. Se usciamo ora moriremo di sicuro. O almeno, tu senza ombra di dubbio.” Constatò seccato avvicinandosi ad una finestra e osservando fuori senza veder muoversi nulla. “Se siamo fortunati non avremo altre visite.”
“Capitano...” Iniziò Shaun, degnandolo di un po’ di attenzione. “Avete parlato di un virus... Se voi sapete cosa fa la Umbrella era necessario portarmi qua?” Domandò sedendosi a terra col fucile posato sulle gambe.
“Hai detto tu che hai bisogno di prove.” Fu la risposta fredda e semplice dell’uomo che continuava a fissare fuori dalla finestra. “Ora fai silenzio.” Sussurrò osservando nell’oscurità qualcosa che Shaun non riusciva a vedere. Posò una mano sul muso dei due cani pregandoli di non ringhiare.
Ma come accade a scuola, nel momento di più assoluto silenzio c’è sempre qualcuno che fa suonare qualcosa.
Una musichetta semplice e in crescendo riempì la stanza. Wesker fulminò con lo sguardo il ragazzo che, arrossendo leggermente si affrettò a prendere il cellulare dalla tasca e guardò chi aveva deciso di chiamarlo alle 4 del mattino.
“Spegni quel coso.” Ringhiò guardandolo con rabbia. Shaun obbedì ma poco dopo, mentre si accingeva a spegnere il telefono la suoneria partì di nuovo.
“Richter...” Borbottò il ragazzo vedendosi bene presto il cellulare strappato dalle mani.
“Tieni pronto il fucile ora!” Sbottò l’uomo biondo prima di rispondere alla chiamata insistente dell’inglese.
“Hai un tempismo della malora, come sempre!” Esclamò ignorando il precedente ordine di fare silenzio. La porta in quel momento venne sfondata insieme a parte del legno.
“Sha... Albert?” Esclamò dall’altra parte l’uomo, sorpreso.
“No, cappuccetto rosso! Idiota!”
Shaun si era alzato e puntava il fucile verso la strana creatura davanti a lui, entrambi i cani, a loro volta stavano ringhiando pronti ad attaccare.
“Come mai hai risposto tu?!” domandò Richter costretto ad urlare verso la fine per sovrastare il rumore degli spari.
“Spara ragazzo, e mira al cuore o quello ti mangia!”
“Albert!!!!” Esclamò una voce dall’altro capo del telefono, scandalizzata.
“E non cercare di addomesticare anche quello!” Shaun a quelle parole si voltò leggermente indietreggiando di qualche passo.
“Non lo voglio. È brutto capitano.” Disse con tono fortemente ironico ricaricando il fucile.
“Albert ma che sta-”
“Richter... Grazie di averci fatti scoprire. Arrivederci!”  Esclamò spegnendo l’apparecchio e infilandoselo in tasca.
Mirò al Licker con la pistola e fece fuoco nel momento in cui la lingua del mostro si scagliava verso il ragazzo che sembrava sparare alla cieca, chiaramente non abituato alla cosa. Il colpo deviò la traiettoria mentre, un secondo colpo raggiunse il cuore della creatura facendola cadere a terra.
Shaun abbassò il fucile e la guardò.
“Cos’era?” Domandò avvicinandosi lentamente.
“Quello che cercavo di evitare che ci trovasse. Un Licker.” Rispose semplicemente spostando lo sguardo ancora una volta sulla foresta fuori. Tutto sembrava ancora una volta immobile. Tornò a guardare il giovane notando il braccio sinistro grondante di sangue. Sembrava quasi però che lui non se ne fosse accorto, stava ancora esaminando il Licker morto.
“Quando sei stato ferito?” Domandò con una curiosa nota preoccupata che lo stupì. Forse era dovuta al fatto che quello che l’aveva ferito era un infetto e quindi ora era a rischio. Un rischio davvero molto, troppo alto. Per tutti.
“Come scusi?” Shaun si voltò verso Albert guardandolo interrogativo. Per un attimo, uno soltanto, i suoi occhi assunsero una vaga tonalità rossastra che subito svanì. Come un lampo.



Angolo Autrice:  Ed ecco qui il secondo capitolo. Come al solito gli intermezzi comici mi vengono fuori quando meno me lo aspetto. Poveri noi.
So che i capitoli sono piuttosto corti, mi dispiace. In ogni caso spero di avervi incuriosito a continuare la lettura dopo questo I colpi di scena ci saranno e chissà, verrà scoperto qualcosa di interessante. So che sto stravolgendo il personaggio del caro Shaun... però... è necessario, parliamo di un crossover incentrato soprattutto su Resident Evil.
Detto questo... Grazie a chi legge, chi recensice... a chiunque si interessi di questa mia... cosettina!!
Al prossimo capitolo!

Bye Bye~
Aki
   
 
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