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Autore: Emily27    26/02/2012    2 recensioni
Ian Doyle è tornato e vuole ciò che gli appartiene. Una sfida per la BAU, soprattutto per Emily Prentiss, che dovrà fare di nuovo i conti col suo passato.
(Spoiler sesta stagione)
E' la continuazione della oneshot "Un giorno, a Parigi..." che in questa FF è diventata il prologo.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Terzo capitolo

 

 
 

La preoccupazione è l'interesse che paghiamo sui guai prima che essi arrivino (J. C. Pollard)

 

 
JJ prese la bottiglia dell'olio da uno scomparto in basso della sua cucina e condì l'insalata di pollo che aveva preparato, mentre Will sistemava Henry dentro al seggiolone fissato al tavolo già apparecchiato.
Ecco qui il bambino più bello del mondo pronto per fare la pappa” disse con un entusiasmo che non fu lo stesso del piccolo, il quale mettendo il broncio dimostrò di non gradire il fatto di essere a tavola.
Will, con lo stesso entusiasmo, andò a cingere con un braccio la vita di JJ, la quale stava sminuzzando dentro al pollo alcune foglie di dragoncello appena colte dalla piantina nel loro giardino.
E tu sei la mamma più bella dell'universo” le sussurrò dolcemente per poi scoccarle un bacio su una guancia, che lei ricambiò con uno dei suoi sorrisi sempre in grado di lasciarlo d'incanto, ma che vide attraversato da un'ombra. Will si staccò da lei, prese la ciotolina di verdure passate preparata in precedenza da JJ e si sedette accanto al figlio per farlo mangiare.
John ha acquistato un nuovo barbeque, ci ha invitati da loro prima che inizi a fare freddo. Potremmo organizzare per questa domenica, che ne dici?” chiese Will pulendo la bocca ad Henry con il bavaglino. “Piccolo sbrodolone...” lo vezzeggiò e il bambino cercò di ripetere l'ultima parola pronunciata dal padre.
JJ non gli rispose né fece alcun cenno di aver afferrato le sue parole, apparentemente intenta a tagliare la lattuga, ma Will intuì che non fosse quello il motivo del suo silenzio.
JJ...”
Jennifer si riscosse dai suoi pensieri e si voltò verso di lui, realizzando che le aveva parlato di qualcosa.
Scusami, dicevi?”
Va tutto bene?”
Cercando una risposta da dare al compagno JJ udì il suono del suo telefonino avvisarla di una chiamata in arrivo, così si diresse in soggiorno mentre Will un po' preoccupato la seguiva con lo sguardo.
La donna prese il cellulare dal tavolino e nel vedere il nome del chiamante immaginò novità.
Ciao Hotch” rispose.
Doyle è qui, ne ho avuto la conferma.”
I loro sospetti si erano rivelati esatti, ma non ce n'era mai stato alcun dubbio.
In che modo?”
E' stato all'asilo, ha detto a Jack di portarmi i suoi saluti.”
Mio Dio...Vuoi dire che...”
No, non ha intenzione di prendersela con il bambino, è stata solo la sua maniera di farci sapere che si trova qui, se avesse voluto fargli del male o prenderlo lo avrebbe già fatto. Comunque per sicurezza domani non andrà all'asilo, resterà con Jessica e farò mettere due agenti davanti a casa sua.”
A Hotch vennero nuovamente i brividi al pensiero di quanto quell'uomo fosse stato vicino a Jack, l'idea lo faceva inorridire e riempire di rabbia verso Doyle. Desiderava con tutto se stesso catturarlo, a tutti i costi.
JJ guardò oltre la porta aperta del salotto riuscendo a scorgere Will che stava terminando di fare mangiare il figlio.
Altri due agenti sorveglieranno la casa dei genitori di Will.”
Hotch le aveva letto nel pensiero. Erano i nonni paterni ad occuparsi del piccolo durante la loro assenza e saperlo al sicuro, nonostante non esistesse un reale pericolo, l'avrebbe fatta sentire più tranquilla.
Grazie Hotch. Cosa faremo adesso?”
Ho chiamato il Pentagono, il programma di protezione è saltato.”
Ci fu un attimo di silenzio, erano entrambi consapevoli di ciò che quel fatto avrebbe comportato.
Domani mattina ci troveremo là” disse JJ intanto che Will faceva il suo ingresso in salotto e sedeva il bambino sul tappeto dei giochi poco lontano da lei.
Va bene. Ora è meglio chiudere la chiamata.”
A domani.”
Jennifer, che era seduta sul divano, alzò gli occhi sul compagno, il quale in piedi di fronte a lei la stava osservando impensierito.
Cosa succede?”
Ian Doyle è qui a Washington.”
Will fu colpito da quella notizia. Il coinvolgimento di JJ nella vicenda lo aveva fatto stare in ansia, a quanto pareva Doyle era molto pericoloso e ora si trovava di nuovo lì, sicuramente con la squadra nel suo mirino.
Siete tutti in pericolo vero?”
JJ non volle mentirgli.
Sì...”
Will si chinò a prendere la macchinina che Henry gli stava porgendo, visibilmente preoccupato.
Ci saranno due agenti davanti a casa dei tuoi genitori domani, quando Henry sarà lì” lo informò Jennifer.
Cosa?” fece lui voltandosi verso la compagna.
Non c'è da preoccuparsi, è solo per precauzione.”
Will si rialzò e la guardò incredulo.
Non c'è da preoccuparsi... Henry deve essere sorvegliato da due agenti e io non dovrei preoccuparmi?”
L'ansia dell'uomo iniziò a contagiare anche JJ, in fondo non potevano essere sicuri delle intenzioni di Doyle.
Lo sono anch'io, ma siamo preparati ad agire, non ci faremo prendere alla sprovvista.”
Domattina devo recarmi in tribunale per una testimonianza, non appena avrò finito andrò dai miei genitori e starò con Henry” decise lui e tale intento tranquillizzò JJ.
Will si sedette accanto alla compagna sul divano e le spostò una ciocca di capelli dalla fronte.
Stai attenta, non voglio che ti accada qualcosa.”
Farò attenzione” promise lei stringendogli la mano. “Doyle intende arrivare ad Emily, vorrà sapere dove si trova suo figlio.”
Emily...“ fece Will perplesso. “Ma... è morta...“
JJ sospirò, preparandosi alle prime di tutta una serie si spiegazioni che l'avrebbero attesa da lì in poi.

 

 

**

 

 
 

Ehi bel fusto, deduco che ieri tu abbia fatto follie con questa Melinda...” disse Garcia incrociando Derek in corridoio e dandogli un'amichevole gomitata.
Il bel fusto in questione, il quale aveva un'aria vagamente assonnata, stava tornando dalla sala ristoro con una tazza di caffè.
Dovresti chiederlo a Melinda bambolina... “ le suggerì restituendole la gomitata.
Conosco già la sua risposta Rodolfo Valentino” sostenne lei aprendo la porta per tornare nel suo regno tecnologico.
Derek raggiunse l'open space con un sorriso soddisfatto stampato in volto, che svanì non appena ebbe constatato che nel frattempo Hotch non era arrivato, la luce nel suo ufficio era ancora spenta nonostante fossero le undici passate. Aveva chiamato tre ore prima per avvisare che lui e JJ avrebbero tardato, senza spiegargliene il motivo, che Derek aveva immaginato avesse a che fare con il lungo colloquio tra i due del giorno prima. Aveva scartato l'idea che riguardasse l'introduzione di un nuovo membro in squadra, ma ora gli si stava insinuando il dubbio che avesse a che fare proprio con quello. Bevve un po' di caffè intanto che la sua mente già immaginava Hotch e JJ varcare la porta a vetri con il sostituto di Emily, pensiero che volle scacciare.
Anche JJ non è ancora arrivata” disse Reid giungendo in quel momento e lanciando un'occhiata all'ufficio del suo capo, deserto come quello della collega dove si era appena recato. Stava iniziando a preoccuparsi e Morgan se ne accorse.
Stai tranquillo, non sarà successo niente” lo rassicurò mentre il ragazzo stava in piedi accanto a lui con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni.
Lo spero... Ma sento che qualcosa accadrà...” considerò pensieroso.
Derek non disse nulla, ma avvertiva la medesima sensazione di Spencer.
Erano entrambi immersi nelle loro riflessioni quando Hotch e JJ entrarono nell'open space, si avvicinarono ai colleghi e prima che questi ultimi potessero domandare spiegazioni Aaron ordinò serio: “In sala riunioni.” Il loro capo si diresse poi verso l'ufficio di Rossi.
Morgan e Reid si scambiarono un'occhiata, poi fecero lo stesso con JJ, la quale non appariva meno tesa di Hotch.
Vado ad avvisare Garcia” disse, quindi li lasciò a domandarsi cosa potesse essere successo.

 

 

 

  
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