Capitolo 3:
Decisione
Pov Kakashi
Non ne potevo più
di stare giorno dopo giorno, in quella stanza a firmare carte e assegnare
missioni ai ninja al servizio di Konoha. Era noioso e
l’azione mi mancava.
Mi domandavo se
intraprendendo una lotta, sarei riuscito a combinare qualcosa di buono. Mi
sentivo piuttosto arrugginito e sentirmi chiamare vecchio da mio figlio, non
era di gran conforto.
Presi il mio caro e
affezionato libro, ormai consumato dal tempo e cominciai a sfogliarlo
distrattamente, quando la porta del mio ufficio si spalancò improvvisamente,
facendomi prendere un colpo.
“è così che
lavori?” disse il nuovo entrato, beccandomi in fragrante.
“Hai bisogno di
qualcosa Naruto?” dissi osservandolo con l’occhio
destro.
Lo vidi afferrare
una sedia e sedersi dalla parte opposta alla mia.
Mi disse che voleva
parlarmi e rimasi stupido dalla proposta che mi fece.
“Tu vuoi tornare a
insegnare? Non è che per caso vorresti diventare anche Hokage?
Ti lascio il posto molto volentieri!”
Abbozzò un sorriso.
“Ho già fatto
fatica a considerare l’idea di tornare a insegnare, non provare a mettermi
altre strane idee in testa. Voglio avere sempre del tempo a disposizione per
cercare mia figlia, cosa che non avrei se accettassi la carica di hokage. Kurama ha deciso che nei
momenti in cui sarò impegnato, sarà lui a indagare e di lui ci si può fidare
più di chiunque altro!”
“Quindi è questa la
tua riconoscenza verso noi altri?” disse Sasuke,
sbucando anche lui improvvisamente, appoggiato alla porta con le braccia
conserte.
“ Idiota, vi sono
più che riconoscente!” rispose il figlio del mio sensei.
“Non dicevo sul
serio, dobe!” disse l’Uchiha
abbozzando un sorriso.
“Scusa tanto, ma mi
è difficile pensare che tu possa scherzare!” disse Naruto.
“Ok, è mattina
presto eppure siete riusciti già a stuzzicarvi!” dissi sconsolato, ma allo
stesso tempo sereno.
Era bello vedere
come alcune cose non cambiassero mai.
“D’accordo Naruto.
Ti prenderò in considerazione per l’insegnamento!” Gli dissi, ma lo vidi
pensieroso.
“Perché quella faccia?”
gli domandai, risvegliandolo dai suoi pensieri.
“Eh? no…niente, stavo solo pensando se facevo bene a rimettermi
in carreggiata, prima che sia troppo tardi! Appena alzato, ero certo di quello
che volevo, ma ora ho qualche ripensamento!” mi disse sospirando.
Lo osservai per
qualche secondo, dopo di chè presi a compilare un
documento, lo firmai e ci misi il timbro di Konoha
sopra.
“Bhe che tu abbia ripensamenti o no, ormai ho firmato e
timbrato i documenti appositi per la richiesta di insegnamento. Non puoi più
tornare indietro!”
Naruto mi guardò confuso
“Posso sempre dare le dimissioni.”
“Non prima di sei
mesi. Sono le regole!” gli dissi, il che poi era un balla bella e buona, in
realtà potevo strappare il documento, ma non volevo che si tirasse indietro.
Anche a parer mio, il fatto che Naruto insegnasse era
una buona idea. Era un ninja con dei valori, capace di trasmetterli a chiunque,
anche alla persona da cuore più chiuso e ne avevo la dimostrazione davanti ai
miei occhi. Sasuke era l’uomo che era solo grazie a Naruto.
Senza sarebbe stato
perso altrimenti.
Naruto sospirò e si alzò
dalla sedia e prima di andarsene, mi guardò e mi ringrazio.
“Mi ci voleva una
spinta!”
Pov Sasuke
“Hai fatto bene
secondo me!” dissi a Naruto dopo qualche minuto
“Non ti ho chiesto
nessun parere mi pare!” mi disse lanciandomi un’occhiata.
“Lo so, ma volevo
toglierti di dosso la tua solita stupida incertezza!”
“Bhe non basta così poco. L’incertezza andrà via quando mi
ritroverò i tre genin da allenare…forse.
Tu piuttosto, sei venuto dall’hokage solo per
impicciarti degli affari miei?”
Abbozzai un sorriso
“No, dovevo chiedere una cosa a Kakashi per quanto
riguarda la mia prossima missione a capo della squadra Anbu!”
“Pericolosa?” m
chiese facendosi interessato.
Alzai le spalle
“Una tipica missione di livello S, una bazzecola!”
“Missione tanto
semplice, che per poco l’ultima volta ti facevi quasi ammazzare! Se non ci
fossi stato io a salvarti le chiappe a quest’ora…”
“…sarei esattamente dove mi trovo ora. Avevo la situazione
sotto controllo!” volli appurare.
“Si, come no!” mi
disse con aria di scherno.
Lo guardai storto,
anche se aveva ragione.
Quella volta avevo
sottovalutato la missione e per poco non ci avrei rimesso le penne, se Naruto non si fosse trovato nei paraggi, per pura fortuna,
e mi avesse soccorso. Però a causa di quell’evento aveva dovuto sospendere le
ricerche e ogni tanto gli piaceva farmi sentire in colpa.
Lasciai il mio
amico per dirigermi dalla mia squadra di ninja e per dare loro istruzioni sulla
missione che ci era stata affidata. Spiegai loro le cose nei minimi dettagli e
i piani che avevo ideato durante il tragitto. Anche mentre parlavo con l’Uzumaki il mio cervello era in moto.
Fummo presto pronti
per partire.
Sarei mancato dal
villaggio per un mese circa. Dovevamo recarci oltre i confini ninja per una
missione di spionaggio. Si rischiava che i paesi ninja e quelli dei samurai,
entrassero in conflitto tra loro. Questa missione serviva per scoprire se ci
fosse un modo per impedire, una guerra di enormi dimensioni che avrebbe portato
la morte di molte persone.
Era altamente
rischiosa, non solo perché se ci avessero scoperti e catturati ci avrebbero
ucciso senza indugi, ma anche perché una volta scoperti, avremmo condannato i
paesi ninja.
Cominciammo a saltare
di albero in albero, molto in fretta. Il viaggio era molto lungo e avrebbe
richiesto come minimo quattro giorni di viaggio per giungere ai confini
dell’ultimo paese ninja. Altri tre per arrivare al luogo indicatoci da Kakashi.
Non passò molto
tempo dalla mia partenza quando avvistai qualcuno a me conosciuto.
Camminava
lentamente e sembrava alquanto provato.
Scesi a terra
davanti a lui, il quale non fece una piega vedendomi apparire improvvisamente.
“Avevo sentito il
nauseabondo odore di un Uchiha!” mi disse
prepotentemente.
“Salve anche a te Kyuubi! Se sapevo di nausearti così tanto avrei fatto finta
di non notarti!” gli dissi tranquillamente. Ormai potevo tranquillamente
provocare quel demone che aveva seminato terrore per diversi anni nel villaggio
della foglia. Era diventato una sorta di amico per noi conoscenti di Naruto, mentre per altri continuava a rappresentare una
minaccia, ma non osavano dire niente per
timore della collera di Kyuubi e di Naruto e fra i due, non saprei dire chi spaventava di più
il villaggio.
Ci fu silenzio per
un po’ quando Kyuubi, guardandosi intorno, mi fece
segno di allontanarci. Dissi alla mia squadra di riposare, mentre seguivo la
volpe.
“Parla, hai trovato
qualcosa?” gli chiesi.
“L’ho sentito. Ho
sentito nuovamente un chakra molto simile al mio!” mi disse.
“è la seconda volta
che lo percepisci se non sbaglio!”
“Terza, ma la prima
era stato così breve che pensai di essermelo immaginato!” mi rivelò “Sono in
queste terre. Kumiko e mia figlia sono qui da qualche
parte!”
Lo guardai scettico.
“Sicuro di non aver
intercettato il chakra di Akai?”
Lo vidi scuotere la
testa. “Conosco molto bene il charkra di Akai, questo è diverso, oltre al fatto che è più
femminile.”
“Potrebbe essere un
altro demone con la coda?” chiesi.
“Ti devo ricordare
che Kabuto li ha rubati a Madara
e che ora se li tiene ben stretti? A meno che non li abbia liberati, cosa di
cui dubito, c’è solo un altro demone codato in giro.
Perché tutte queste domande? Sembra quasi che tu non creda possa trattarsi di
mia figlia e Kumiko!”
Sospirai
“Semplicemente non vorrei dare false speranze a Naruto
e vederlo soffrire ancora!”
“Il problema non si
pone, perché noi non diremo niente a Naruto!” mi
disse con un tono che non tollerava repliche.
Lo guardai sorpreso
di tali parole.
“Come puoi dire
questo? Se abbiamo qualche traccia di sua figlia, perché dovremmo tenerlo
all’oscuro?” le chiesi contrariato, ma cercando di contenermi.
“Per lo stesso
motivo che mi hai detto tu!” mi disse, sorprendendomi.
“è vero, sono convinto
che si tratti di Kumiko, ma sono ancora troppo
lontani perché possa essere individuata, inoltre questo chakra
è udibile solo pochissime volte e per pochi istanti, come se mia figlia non
uscisse mai dal suo contenitore umano o abbassasse il suo chakra
per qualche ragione. Quindi perché dirgli che l’abbiamo trovata, quando in
realtà non è così?”
Mi disse tutto a
testa china. Mi guardò solo all’ultima frase e fui stupito di vedere i suoi
occhi. Era proprio come quelli di Naruto, carichi di
sofferenza. Non avevo mai pensato che anche al demone potesse mancare tanto una
figlia. Lo avevo sempre paragonato a un animale, al quale alla perdita di un
cucciolo, va avanti come se niente fosse, invece mi resi contro che Kyuubi era molto più umano di quanto avessi mai pensato.
“D’accordo, non
dirò niente a Naruto! Tu però continua a tenermi
aggiornato!”
La volpe annuì per
poi incamminarsi nuovamente.