Il
più bel regalo sei tu, Ranma
Sembra
strano. Fino a ieri cercava di capire come mai Ranma la evitasse ed ora è lei
che lo evita. Quella mattina, il giorno del suo compleanno era uscita prima
apposta, non voleva incontrare nessuno ma specialmente lui. Le avrebbe fatto
solo del male, anche solo guardarlo. Durante la lezione cercava in tutti i modi
di evitare di incrociare seppure per sbaglio il suo sguardo. Non se n’era
ancora accorto che lei cercava di sfuggirgli, d’altronde era normale se lei
fosse andata prima a scuola. Era già successo, probabilmente lui credeva che
lei fosse ancora arrabbiata per l’ultimo litigio.
Già
dalla sera precedente si era chiesta per quanto sarebbe durata? Quando le
avrebbe detto che il fidanzamento era rotto? Non lo sapeva, per ora era meglio
così.
Si
fermò di fronte a casa, la scuola era finita. Daisuke le aveva riferito da
parte di Ranma, che oggi non sarebbe tornato più tardi a casa. Sarebbe andato
da Ukyo oppure a preparare ogni cosa per la loro serata romantica. A quanto
sapeva non c’era nessuno in casa. Nabiki alle prese con l’università,
Kasumi a fare la spesa, il padre e il signor Genma al bagno pubblico. Meglio,
preferiva restare sola. Entrò in casa e si concesse un sospiro, l’ultimo.
Quel giorno non doveva essere triste. E che cavolo, era il suo compleanno!! Una
ricorrenza che cade solo una volta l’anno!
Salì
al piano di sopra e si fece un bagno rilassante. L’immergersi nell’acqua
calda aveva avuto un effetto calmante su di lei, cancellando la rabbia che
covava dentro di sé. Ancora coperta dall’asciugamano entrò in camera sua,
vide l’orologio segnare le sette e mezza. Aprì le ante dell’armadio e iniziò
a guardare i vestiti che conteneva con indecisione. Anche se non avrebbe fatto
nulla di particolare quella sera voleva essere carina. Se non per Ranma almeno
per se stessa. Indossò un abito azzurro chiaro con qualche ricamo più scuro,
le arrivava di poco sotto le ginocchia e due spalline sottili si intravedevano
sotto il maglioncino bianco che aveva appoggiato sulle spalle. Stava per
scendere in cucina. Non certo per cucinare, non voleva passare la nottata in
ospedale, ma almeno per mangiare un boccone. Quando sentì la porta aprirsi con
le chiavi, qualcuno stava rincasando. Scese le scale di corsa curiosa di sapere
chi era. Si fermò prima di scendere gli ultimi tre gradini, fissando la persona
appena entrata.
-Che
cosa ci fai.. qui, Ranma?- chiese sorpresa.
Il
ragazzo la guardò stranito per poi cadere nel panico, non si aspettava una
domanda del genere.
-Cosa
vuoi che ci faccia?! Fino a prova contraria è anche casa mia!- obbiettò lui.
La
ragazza sbuffò. Lui e il suo avere sempre ragione, oggi, non le andava giù.
Mentre il ragazzo non ottenendo la solita sfuriata per la sua sfrontatezza le
chiese cosa stava facendo prima che lui arrivasse.
-Perché
me lo chiedi?- domandò evitando accuratamente di rispondere.
Lo
vide trattenere il respiro, incerto se parlare o tacere. Non lo aveva notato
prima, ma le sembrava piuttosto agitato.
-Perché
volevo sapere se ti andava di fare due passi..- le disse con un leggero rossore.
-Oh..-
esclamò meraviglia, sembrò pensarci un poco. Al diavolo tutto! Oggi era il suo
compleanno e aveva tutto il diritto di passare la serata con il SUO fidanzato.
Gli rivolse un sorriso. –Perché no?-
Quando
furono in strada e presero a camminare uno a fianco a l’altro lo osservò di
sottecchi, quella sera non indossava la solita casacca rossa e i pantaloni neri
ma bensì un altro abito. Era sempre di taglio cinese, i pantaloni di un blu
scuro si notavano poco nel buio che iniziava a calare e si notavano solo grazie
alla cintura gialla. La casacca invece era bianca senza maniche con i bottoni
gialli, anche i polsini che indossava erano dello stesso colore. Ma Akane
sembrava aver notato appena quella diversità, già perché la sua attenzione
aveva suonato l’allarme per altri motivi.
Nel
suo viso notò una certa maturità che quando era arrivato a Nerima per la prima
volta non aveva notato. Si diede della stupida in due anni tutto può cambiare.
Già, come le persone anche i sentimenti possono cambiare.
-Akane?-
la risvegliò lui.
-Si?
Scusa non ho sentito..- gli rispose guardandolo negli occhi.
-Ti
sta bene il vestito..- mormorò lui arrossando.
Sul
momento rimase spiazzata da quel complimento inaspettato, poi gli rivolse un
luminoso sorriso. –Grazie, Ranma..-
Rimasero
qualche minuto in silenzio. Era bello camminare così in silenzio, si disse
Akane. Quando vide passare vicino a loro una coppia di fidanzati, arrossì.
Visti così potevano sembrare anche loro una coppia di fidanzati. Sorrise
felice.
-Eccoci
siamo arrivati..- le annunciò il ragazzo.
La
ragazza trasalì quando alzando lo sguardo vide di fronte a sé il locale di
Ukyo. Quante volte aveva percorso quella strada? Come aveva fatto a non
accorgersene?! Inconsciamente arretrò di un passo, perché l’aveva portata lì?
-Vieni
Akane andiamo..- la incoraggiò.
-Ma
forse non c’è nessuno.. Vedi c’è anche appeso qui fuori ‘Chiuso’..-
provò a dire indicando il cartello.
-Non
preoccuparti, qualcuno c’è e ti vuole dire qualcosa..-
E
va bene, se glielo volevano dire stasera del fidanzamento non si sarebbe tirata
indietro. Prendendo un profondo respiro che le diede coraggio aprì la porta,
sembrava che ci fosse qualcuno. Quando spalancò la porta e quando furono
entrambi avanzati di qualche passo, grazie alla luce si accorse che in effetti
qualcuno c’era.
Osservò
con stupore di fronte a sé. C’erano tutti, proprio tutti.
Il
locale era imbandito con festoni e palloncini, da una parte all’altra della
sala partiva uno striscione con la scritta: ‘TANTI AUGURI AKANE!!’. Era
commossa, e lei che pensava che nessuno se lo fosse ricordato! Che sciocca!
Fece
vagare lo sguardo per la sala, dove ognuno stava facendo qualcosa.
Il
padre e il signor Saotome stavano scherzando, mentre ballavano con in mano due
ventagli.
Il
dottor Tofu cercava di servire a Kasumi qualcosa da bere che poi finiva in terra
perché con la vicinanza della sorella la mano gli tramava.
Nabiki
seduta ad un tavolo spiegava a Kuno quanto gli sarebbe venuto a costare un super
poster della sorella.
Ukyo
dietro al bancone preparava okonomiyaki per tutti, aiutata da Shanpu che invece
preparava del ramen.
Obaba
sgridava Mousse che aveva fatto cadere dei piatti per terra, e lui ancora non
capiva chi gli stava parlando.
Happosai
era stato legato come un salame per punizione da Sasuke, per aver tentato di
toccare Kodaci.
Ryoga
invece teneva in equilibrio diversi piatti con le braccia e li distribuiva ai
tavoli.
Però
nonostante fossero lì da qualche minuto nessuno si era ancora accorto della
loro presenza.
Interrogativa
Akane si voltò verso Ranma che le rivolse un sorriso impacciato, un po’ rosso
in volto.
Ranma
fece finta di tossire per attirare l’attenzione degli altri, ma niente. Provò
ancora e più forte.
A
quel rumore le teste di tutti si girarono verso di loro.
-Ah..
siete arrivati finalmente!- dissero in coro.
I
due nuovi arrivati non mancarono di esporre un gocciolone in testa.
-Scherziamo!-
ripararono in coro gli altri.
-Che
la festa inizi!!!- urlò il signor Tendo.
E
così finalmente la festa ebbe inizio.
Ranma
osservava la fidanzata scherzare con le ragazze mentre giocavano a ballare
scatenate. Era contento che per una volta avesse fatto qualcosa per lei che non
la facesse arrabbiare. Si stavano divertendo tutti ma in particolar modo lei.
Era venuto il momento dei regali, tutti si radunarono intorno a lei. Un maglione
di Kasumi e del dottor Tofu, una calcolatrice di Nabiki, un poster di Kuno, un
libro di cucina tradizionale cinese di Shanpo, Mousse e Obaba, una bandana
femminile di Ryoga, un nastro di ginnastica ritmica di Kodaci, un completo
intimo di Happosai, un libro di arti marziali di suo padre e del sign. Saotome e
per finire una piccola spatola di Ukyo.
Il
tempo passò in fretta e fu ora di tornare tutti alle proprie case. Uno dopo
l’altro salutarono Akane.
-Andiamo?-
le domandò Ranma mentre usciva dal locale.
-Si,
si è fatto un po’ tardi.. Sono le cinque!- rispose.
Mentre
camminavano fianco a fianco, Ranma osserva di nascosto la ragazza.
-Se
ne sono andati tutti?- le chiese lui.
La
ragazza era uscita per salutare tutti prima che se ne andassero.
-Si!
Papà, Happosai e tuo padre sono andati subito a casa, perché erano tutti e tre
ubriachi..- l’informò lei.
-Immagino,
si sono scolati quattro bottiglie di saké!- concordò lui.
-Già..
Nabiki ha accompagnato il dottor Tofu con Kasumi.. Così come i Kuno e Sasuke..-
-Shanpo,
Mousse e Obaba?-
-Hanno
detto che dovevano andare perché domani si sarebbero svegliati presto.. Sai per
il locale..-
Camminarono
per un po’ in silenzio non sapendo bene cosa dire. Fu Ranma a rompere il
silenzio.
-Ryoga
è rimasto dentro a dare una mano ad Ukyo a ripulire tutto..-
-Ah..
ma non ti da fastidio scusa?- gli chiese lei.
-Perché
mi dovrebbe dar fastidio?!-
-Beh
Ukyo è la tua fidanzata e la stai lasciando in compagnia di un altro e..-
-Frena
frena frena..- la interruppe lui. –La mia fidanzata?-
-Beh..-
biascicò lei.
-Fino
a prova contraria sei TU la mia fidanzata..- le sorrise lui.
Lei
lo guardò stupita, ma era Ranma quello vicino a lei?! Da quando aveva il fegato
di dire che era lei la sua fidanzata? Non lo aveva ammesso quasi mai, solo
quando lei era in pericolo. Ed ora a quanto sapeva non era in pericolo..
-E
se ti dicessi che ieri ti ho visto abbracciare Ukyo nel cortile della scuola?-
insinuò Akane.
Il
ragazzo sobbalzò a quella frase, lei davvero l’aveva visto con Ukyo? Ecco lo
sapevo, si disse Akane.
-Non
ti sbagli..- confermò lui. –Ma hai interpretato male quell’abbraccio..-
-Ma
per favore!!- s’infuriò lei. –So quello che ho visto!-
-E
cosa hai visto, sentiamo!- la provocò.
Lei
arrossì imbarazzata ma non mollò. –Ti ho visto abbracciare..- provò a
dirgli.
-..la
mia migliore amica!- terminò per lei, il ragazzo.
Akane
si fece piccola piccola e distolse lo sguardo, riprendendo a camminare. Si era
sbagliata, allora.
Ranma
di qualche passo dietro di lei riprese a parlare.
-La
volevo ringraziare perché mi ha aiutato ad organizzare la festa e a preparare
tutto a tua insaputa..-
La
ragazza sospirò, possibile che il suo fidanzato da un po’ a questa parte
avesse sempre ragione?!
-Mi
dispiace..- sussurrò piano.
-Figurati,
a volte ti sei arrabbiata per molto meno..- scherzò lui.
-Lo
so ma non avevo il diritto di mettere in dubbio la tua fiducia..- continuò lei.
-Chiedimi qualsiasi cosa e la farò..-
Il
ragazzo col codino sembrò pensarci su un attimo. –Davvero?- chiese.
-Si..-
assentì Akane.
-Bene
andiamo allora!- le disse.
-Andiamo
dove scusa?- chiese allarmata.
-E’
una sorpresa! Se te lo dico che sorpresa è?!-
Si
avvicinò e la prese in braccio, per poi spiccare un grande salto fino a un
tetto.
-Ranma..-
sussurrò imbarazzata.
-Tranquilla..-
Saltarono
di tetto in tetto e poco a poco si stavano allontanando dalla città, con i suoi
rumori e le sue luci.
Arrivarono
a una collina prima che finisse la città. Ranma fece scendere la ragazza che si
guardò intorno non capendo.
Lui
la prese per mano tirandola nella direzione opposta da dove venivano. A quel
contatto Akane non disse niente e lo seguì soltanto. Arrivati davanti a loro si
aprì una vasta radura immersa nel buio della notte che veniva illuminata dal
chiarore del mattino. Da Nerima non si vedeva sorgere il sole a quell’ora
perché la collina lo impediva.
-Ranma
è..- si interruppe cercando le parole. – Bellissimo.-
-Questo
è il mio regalo per te..- le sussurrò senza lasciarle la mano.
La
ragazza rimase qualche minuto a contemplare la meraviglia davanti a sé,
l’alba sta piano piano illuminando tutto.
Si
gira verso il suo fidanzato e lo guarda in silenzio.
-No,
Ranma..-
-No
cosa?- chiede lui, non capendo.
-Il
più bel regalo sei tu, Ranma..- gli sussurra. Mentre lui arrossisce imbarazzato
lei continua.
-Da
quando sei arrivato tu tutto è cambiato nella mia vita.. Ho dimenticato in
parte la scomparsa di mia madre, sono stata circondata da nuovi amici, nuove
avventure..- concluse sorridendo.
Lui
aspettò a parlare riflettendo sulle parole della ragazza.
-Ma
non ti spaventa essere sempre in pericolo a causa mia?- domandò con un fil di
voce.
-Perché
dovrei aver paura se ci sei tu con me?- gli rispose sorridendo.
Poi
anche lui sorrise, guardandola negli occhi. Si avvicinarono appena l’uno
all’altra.
Akane
si alzò in punta di piedi arrivando alla sua stessa altezza, gli sfiorò una
guancia. Confortato da quel gesto sovrappose la mano su quella della ragazza,
avvicinandosi al suo viso. Circondò un braccio intorno alla sua vita e la baciò,
semplicemente. Tutti i dubbi e le incertezze provate in questi anni sparirono
nelle loro menti, dimenticarono tutto fino a quando rimasero solo loro due. Solo
loro due in quel momento magico. Sciolsero il bacio.
Ancora
vicini, le fronti appoggiate, i respiri corti e un lieve sussurro.
-Ti
amo..- la voce di Ranma anche se flebile arrivò chiara alle sue orecchie.
Di
slancio lei lo baciò ancora, sorprendendolo. Lo guardò negli occhi.
–Anch’io ti amo, Ranma..-
Sorrisero
felici. Si presero per mano e ripresero a camminare verso Nerima. Prima di
tornare a casa Ranma la fermò.
-Dì
la verità, che è il più bel regalo che tu abbia mai ricevuto!- le disse
sfrontato.
Lo
picchiettò sul braccio leggermente. –Sfacciato!-
Lui
non disse più niente e continuarono a camminare. Poi Akane gli si fece più
vicina appoggiandosi alla sua spalla.
-E’
il più bel regalo che tu potessi farmi..- sussurrò dolcemente.
Si
guardarono sorridendo e mentre tornarono a casa si scambiarono qualche altro
bacio.
Prima
di addormentarsi Akane sorrise a quel suo ultimo pensiero.
“A
saperlo, glielo dicevo prima quand'era il mio compleanno!”
Finita!!
La mia prima fic su Ranma!! Scusate il ritardo, sempre che ci sia qualcuno
dall’altra parte dello schermo!! Grazie a tutti quelli che hanno commentato e
che mi hanno sostenuto!! Un bacio a tutti!!
Konekochan