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Autore: Biohazard    26/02/2012    13 recensioni
Chichi e Bulma, stufe del comportamento dei rispettivi mariti, chiedono al Dragon Shenron di trasformare i due Sayan in comuni essere umani e di privarli dei loro poteri per un mese. Goku e Vegeta costretti ad una convivenza forzata, dovranno cavarsela da soli nella loro nuova e scomoda condizione.
SOSPESA
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA//: Ma salve miei cari lettori! *viene colpita da una padellata* Ehm… *si ricompone* Lo so che è molto tempo che non aggiorno, ma posso garantirvi che ho vissuto un mese terribile.  Tra l’ultimo esame, la tesi sono stata completamente sommersa dal lavoro. Con somma gioia, però, posso dirvi che la prossima settima avrò finalmente la discussione, quindi, sì, ho finito! *balla la Hula* e gli aggiornamenti torneranno settimanali! Vi ringrazio per l’attesa e chiedo scusa se non ho risposto a tutte le recensioni, ma veramente non ho pensato ad altro che alla tesi. Bene vi lascio al nuovo capitolo di Being Human.
P.s. I preferiti e i seguiti aumentano a vista d’occhio ç__ç Garzie! Mi commuovo!
 
 

Finding a Job – or maybe not
 

 

Vegeta e Goku camminavano fianco a fianco lungo la strada. Da quando avevano salutato i figli, i due non si erano rivolti la parola. Il principe dei Sayan continuava a guardare stoicamente davanti a sé, l’espressione arcigna e la fronte corrugata. Goku, di tanto in tanto, gli lanciava delle fugaci occhiate furtive, cercando di capire come comportarsi. Un’impresa non facile, considerando con chi aveva a che fare. Nonostante conoscesse Vegeta da anni, non sapeva mai come comportarsi con lui. Dopo quello che avevano passato insieme, durante la battaglia con Majin Boo, Vegeta era diventato più amichevole nei suoi confronti – per quanto si potesse considerare amichevole non essere insultato ogni cinque secondi, ma ogni dieci minuti circa – tuttavia c’erano dei momenti in cui capire cosa gli passasse per la testa, risultava un’impresa che nemmeno un super sayan di terzo livello poteva affrontare. Bastava pensare a soltanto a un’ora prima, quando, senza alcun motivo apparente, si era chiuso in bagno e da allora aveva evitato in tutti i modi qualunque contatto con lui.
Goku cercò di attirare sua attenzione, facendo finta di scorrere la lista degli annunci di lavoro che suo figlio Gohan gli aveva dato, senza ottenere risultati.
Continuarono a camminare in silenzio per un altro paio di minuti. Alla fine il sayan prese coraggio e cercò di avviare una conversazione.
“Allora, secondo te da quale annuncio dovremmo cominciare?”
Grugnito.
Goku non si arrese.
“Che ne dici se cominciassimo dalla pizzeria? Cercano qualcuno per le consegne.”
Altro grugnito.
Beh, se non altro era un inizio, anche se Vegeta continuava testardamente a rifiutarsi di guardare nella sua direzione. Poi, con un gesto fulmineo e inaspettato, il principe dei Sayan gli strappò di mano la lista, la divise in due e disse “Tu occupati di questa metà, io mi occuperò dell’altra, se ci dividiamo faremo prima.”
E così di colpo come aveva iniziato, diede le spalle e Goku e cominciò ad allontanarsi.
L’eroe dell’universo rimase immobile, momentaneamente stralunato da quella reazione improvvisa e, una volta riavutosi dallo sbigottimento, seguì Vegeta, sperando in una spiegazione.
“Ehi!” disse, bloccando la strada al principe “Si può sapere che cosa ti prende?”
“Mi sembra evidente Kakaroth” rispose l’altro con tono annoiato, “Non voglio averti tra i piedi! Ne ho già abbastanza della tua stupida presenza, quindi vedi di non seccarmi ulteriormente.”
“Ma…” tentò di ribattere Goku.
“Niente “ma”! E’ già abbastanza umiliante che il Principe dei Sayan debba comportarsi come un inutile terrestre, senza aggiungere al carico la continua presenza della tua faccia idiota. Quindi vedi di toglierti di torno.” Per la prima volta, da un’ora a quella parte, Goku incontrò lo sguardo di Vegeta. Le sopracciglia inarcate, le labbra serrate nervosamente e lo sguardo carico di disgusto fecero desistere il sayan, che lasciò libero il passaggio al principe. Lo vide allontanarsi e sparire tra la folla. Continuò a guardare nella direzione in cui Vegeta se n’era andato per alcuni minuti, con la labile speranza che decidesse di tornare indietro. Alla fine dovette rinunciare e afferrando i ritagli di giornale, si incamminò nella direzione opposta.
“Vegeta, perché mi odi così tanto?”
 
 
Erano le quattro del pomeriggio e Goku si sedette, sconsolato ed abbattuto, su una panchina riparata dal sole nel parco. Aveva visitato tutti i posti elencati negli annunci, senza cavare un ragno dal buco. Non aveva fatto altro che combinare disastri, eppure lui ce l’aveva messa tutta. Veramente.
Decisamente non era tagliato per il lavoro. L’unica cosa che sapeva fare bene era combattere.
Gohan lo avrebbe sicuramente rimproverato. Chiuse gli occhi rilassandosi. Preoccuparsi troppo non lo avrebbe aiutato di certo. Era sopravvissuto a situazione peggiori, come la distruzione del pianeta Namecc, ad esempio. Sicuramente, prima o poi, sarebbe riuscito a trovare qualcosa da fare.
“Chissà come se la sta cavando Vegeta” pensare a Vegeta in tenuta da lavoro, gli fece spuntare un sorriso a fior di labbra.
Rimase su quella panchina per parecchio tempo, godendosi gli ultimi raggi di sole di quel pomeriggio autunnale. Stava per appisolarsi, quando sentì qualcuno che lo scuoteva incerto, per una spalla.
“Ehi ragazzo.”
Goku sbadigliò sonoramente.
“Sì, chi è?” domandò insonnolito. Mise a fuoco la figura di un uomo di mezz’età, non molto alto e grassoccio. Era calvo ed indossava un elegante completo nero. Aveva piccoli occhietti neri liquidi e fissava Goku con grande interesse.
“Mi dica, ha bisogno di qualcosa?”
L’uomo non rispose, continuando a scrutare il sayan.
“Potresti alzarti in piedi per favore?”
“Scusi, ma perché?” domandò. Insomma, quel tipo non poteva mica sbucare dal nulla, pretendere che abbandonasse la sua comoda posizione senza nemmeno una spiegazione!
“Scusami, hai ragione!” ripose garbatamente l’uomo “Sono il Signor Haruka e tu, ragazzo mio, sei proprio la persona che stavo cercando!” aggiunse entusiasta, indicandolo.
“Io?” Goku si guardò intorno, spiazzato “E’ sicuro?”
“Certamente! Vedi, mi occupo di cercare uomini di talento e tu fai decisamente al caso mio! Ti andrebbe di lavorare per me?”
“Che cosa?” urlò il sayan. Era al settimo cielo. “Sta dicendo sul serio?” Finalmente un po’ di fortuna “E di che lavoro si tratta?”
“Vedo che la proposta ti interessa!” continuò compiaciuto il Signor Haruka.
“Urca! Altroché!”
“Beh, diciamo che mi occupo di intrattenimento. Il mio locale è frequentato da molte signore che hanno bisogno di un po’ di compagnia o di essere intrattenute. Il lavoro è piuttosto versatile, poi stare sul palco, oppure girare per il locale, non c’è problema” spiegò l’uomo.
“Sul palco? Ma io non sono bravo a dire barzellette o a cantare!”
Il Signor Haruka rimase un attimo in silenzio, valutando ciò che il ragazzo aveva detto. Era impossibile che non avesse capito in che cosa consistesse il lavoro. Aveva un’aria da sempliciotto, su questo c’erano dubbi, ma nessuno poteva essere così ingenuo. Forse la sua era solo una tattica. Decise di assecondarlo, in fin dei conti era veramente un uomo bellissimo e con un corpo che prometteva molto. Le clienti sarebbero impazzite per lui.
Non portava nemmeno la fede; non aveva di che preoccuparsi.
“Stai tranquillo, devi solo muoverti sul palco, senza dire barzellette o fare nulla di troppo impegnativo. Gli altri ragazzi ti spiegheranno sul posto.”
A Goku sembrava troppo bello, perché fosse tutto vero. Non doveva fare altro che tenere compagnia a delle signore e camminare su un palco. Incredibile!
“Va bene! Quando posso cominciare?”
“Anche stasera se vuoi.”
 
 
Quando Vegeta rientrò a casa erano le nove passate. Con sommo disappunto, si accorse che l’appartamento era deserto. Dove diavolo era quell’idiota di Kakaroth? Perché non era in casa a servire il suo principe?
Sentendo la rabbia aumentare, si lasciò cadere sul divano: era stata una giornata terrificante. Tutti quegli stupidi terrestri che pretendevano che il principe dei Sayan prendesse ordini da loro. Stupidi esseri inferiori, come si permettevano? Se avesse avuto ancora i suoi poteri, avrebbe fatto in modo che si prostrassero ai suoi piedi.
Se suo padre, Re Vegeta, l’avesse visto ridotto a misero terrestre si sarebbe rivoltato nella tomba.
“Maledizione!” sbottò, fendendo l’aria con un calcio nervoso. Un “bip” acuto attirò l’attenzione del principe. Proveniva dal telefono, c’era un messaggio in segreteria. Chi mai poteva aver chiamato?
Raggiunse l’apparecchio e premette il pulsante d’ascolto. Subito la voce eccitata di quell’imbecille di Kakaroth invase la stanza.
“Ehi Vegeta! Sono io Goku!”
Cretino! Pensava che non riconoscessi la sua stupida voce?
“Ho trovato lavoro! Riesci a crederci?” Vegeta trasalì. No, non era possibile che quell’essere con il cervello grande come un noce, quel tanto che gli bastava per le attività motorie, avesse trovato un lavoro e lui no! Continuò ad ascoltare il messaggio.
“Purtroppo non rientrerò molto presto lo spettacolo inizia alle 10.”
Lo spettacolo?Di che accidenti stava parlando?
“Guarda non vedo l’ora! I vestiti non sono il massimo della comodità, assomigliano molto alle tue tute attillate da combattimento. Non capisco proprio come tu faccia ad indossarle tutto il tempo! Mi sento piuttosto in imbarazzo, ma va beh, è un sacrificio che si può fare! Pensa non devo fare altro che stare su un palco oppure tenere compagnia alle signore del locale. Incredibile, vero? Il Signor Haruka dice che devo farle divertire!”
Vegeta cominciò a sudare freddo.
“Adesso devo andare! Ci vediamo!” il messaggio si concluse e il silenzio calò nuovamente nella stanza. Vegeta afferrò la cornetta, individuando il tasto di re-call per la segreteria.
Uno squillo. Due squilli. Al terzo un disco rispose “Qui è il centralino del locale “I bollenti spiriti” striptease e gigolò di lusso nel nostro locale, in che cosa posso esserle utile?”
Il principe dei sayan non aveva nemmeno finito di ascoltare il messaggio che già si era precipitato correndo fuori dalla porta.
“Quell’idiota di Kakaroth! E’ mai possibile che debba sempre mettersi nei guai?”

  
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