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Autore: more_    26/02/2012    26 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-There's a part of my clothes at the end of your bed
As I feel myself fall
Make a joke of it all

 

Feci un sospiro e mi sedetti sulla gradinata che c’era davanti casa di zia Anne; io Louis e Nathan eravamo arrivati a Londra da più o meno due ore e in quel momento stavo aspettando che arrivasse Zayn per salutarlo, era già in ritardo di cinque minuti.
Le vacanze a Doncaster, infondo, non erano andate così male, a parte l’episodio sconveniente con mio padre. La sera del cenone di Natale avevo implorato Lottie per farmi prestare un suo vestito e alla fine ci ero riuscita, me ne aveva dato uno più o meno decente, a differenza di tutti gli altri che mi aveva fatto provare, mentre Louis aveva indossato il maglione che Nathan ed io gli avevamo regalato. Johannah aveva cucinato delle pietanze veramente succulente, che solo a guardarle avevo preso tre chili, non so per quale miracolo la zip del vestito era rimasta intatta, credevo che sarebbe scoppiata da un momento all’altro. La stessa sera avevo conosciuto tutti i parenti di Louis, tra i quali c’erano anche delle sue pro zie, zitelle tra l’altro, che avevano coccolato e strapazzato Nathan riducendolo ad uno straccio, poverino. Al momento dei regali scoprii che Louis me ne aveva fatto uno anche a me,  scartando la confezione pregai che non fosse nulla che aveva a che fare con le carote o con qualcosa di striato, ma dovetti ricredermi quando sulle mia mani vi era appoggiato un cofanetto di Tiffany&Co., che racchiudeva un bel bracciale, mentre a Nathan aveva regalato una macchina mobile per le sue dimensioni, come se non ne avesse abbastanza di giocattoli.
Passai le mani sulle gambe per riscaldarle un po’,  la neve ormai si era sciolta ma il freddo gelido era stabile su tutta l’Inghilterra, il meteo aveva anche preannunciato un’altra nevicata per il giorno seguente.
Intravidi in fondo alla strada una figura familiare, il suo passo lo avrei riconosciuto tra mille. Sorrisi e mi alzai andandogli incontro, notai che portava un cappello veramente buffo sulla testa, un giaccone abbastanza pesante, e una sigaretta fra le dita. Sapevo che Zayn aveva il vizio di fumare, ma non lo avevo mai visto con una sigaretta in mano, ne avevo sentito solo l’odore.
Mi fermai e lasciai che mi raggiungesse, ci distanziavano solo pochi passi.
«Butta immediatamente quella sigaretta e sciacquati la bocca prima di baciarmi» esclamai con fare fintamente serio infilando le mani in tasca al cappotto scuro. Zayn fece un ghigno divertito e scosse la testa buttando a terra la sigaretta ormai consumata, per poi pestarla con un piede.
«Contenta?» mi chiese avvicinandosi con un sorriso sghembo sulle labbra.
«Non ti sei sciacquato la bocca» replicai fissandolo mentre mi circondava la vita con le sue braccia.
«Dettagli» bofonchiò alzando le spalle, scoppiai a ridere e lo strinsi forte a me, nascondendo la testa nell’incavo del suo collo.
«Mi sei mancata» soffiò contro il mio orecchio facendomi rabbrividire, sorrisi e mi allontanai da lui per guardarlo meglio in viso. Aveva la barba un po’ incolta, gli occhi chiusi a due fessure con delle occhiaie leggermente pronunciate e le labbra incurvate in uno splendido sorriso. Sicuramente si era appena alzato dal suo solito sonnellino pomeridiano.
Poggiai una mano sulla sua nuca e lo avvicinai a me, sentendo le sue labbra premere sulle mie, e sì, sapeva dannatamente di fumo.
Dopo una mezz’oretta ci ritrovavamo a camminare mano nella mano per le vie di Londra senza una meta precisa, o almeno, io andavo dove andava Zayn perdendomi nei discorsi sulle mie vacane a Doncaster, raccontandogli tutto, ma tralasciai solo un piccolissimo particolare: il bacio con Louis. Nonostante avessi chiarito con Louis, mi sentivo ugualmente in colpa per aver “tradito” il mio ragazzo. Sicuramente non potevo dire la verità a Zayn, altrimenti avrebbe fatto a pezzi prima Louis e poi me.
«E per fortuna Lottie mi ha prestato un suo vestito, altrimenti avrei fatto una pessima fig..» mi fermai di botto non notando che Zayn si era bloccato, andandoci a finire contro come un’idiota. Alzai lo sguardo e solo all’ora notai che ci trovavamo davanti il suo appartamento. Mi voltai verso Zayn confusa mentre lui mi sorrideva stringendomi la mano. Mi lasciai guidare per il piccolo vialetto e attesi che Zayn mettesse le chiavi nella toppa, per poi far scattare la serratura.
«Piccola sorpresa» mi sussurrò mettendomi una mano su di un fianco per invitarmi ad entrare dentro casa.
Tantissime candeline contornavano l’interno dell’appartamento emanando un delizioso profumo alla vaniglia, mi voltai verso Zayn con aria meravigliata e tramite la poca luce soffusa riuscii a vedere il suo sorriso meraviglioso.
«Hai dimenticato di pagare la bolletta della luce?» gli chiesi divertita continuando a guardarmi intorno, Zayn mi guardò torvo e poi scosse la testa.
«E non rovinare sempre tutto, ci ho messo due ore per accenderle tutte!» sbottò incavolato «Adesso guarda!» esclamò mettendo una mano dentro la giacca pesante che portava, estrasse due fogli più larghi che lunghi e me li mostrò facendo dei piccoli saltelli sulle punte per l’entusiasmo. Presi i biglietti tra le mani e le uniche cose che riuscii a leggere furono “Jonas Brothers – 12 gennaio”.
«Oh mamma mia!» gridai spalancando gli occhi «è tutta una vita che sogno di andarci!»
«Lo so! Il dodici gennaio ci andiamo insieme!» gridò lui prendendomi il volto per darmi un leggero bacio sulle labbra.
«Aspetta, ma è il tuo compleanno quel giorno!» esclamai rigirando tra le mani il biglietto.
«Ancora meglio!» affermò contento. Gli saltai addosso e iniziai a riempirlo di baci per il bel regalo che mi aveva fatto, insomma, amavo follemente i Jonas Brothers e amavo follemente lui. Con un gesto rapido mi prese in braccio e mi portò in camera da letto, continuando a baciarmi e mi appoggiò delicatamente sul letto per poi allontanarsi e togliersi la giacca.
Mi morsi il labbro appena vidi che stava incominciando a spogliarsi, credo che rimasi a guardarlo incantata di così tanta meraviglia. Mi sorrise e salì anche lui sul letto, affiancandomi.
«Che dici, questi li togliamo?» mi chiese con voce roca iniziando a sbottonare il mio cappotto.
«A meno che tu non sappia trapassarli» scherzai sorridendo sorniona, lo vidi scuotere la testa prima di posare ancora le sue labbra sulle mie.
«Un attimo..» lo fermai estraendo il cellulare dalle tasche del pantalone «avviso che non torno per questa notte»
Feci velocemente il numero di Harry e portai il cellulare all’orecchio, aspettando che mi rispondesse.
«Harry?»
«Sono Louis, Harry si sta lavando» Dio, che sfiga.
«Ah, volevo solo avvertirvi che torno domani mattina, sono da Zayn» risposi cercando di essere calma come una persona normale.
«Oh.. da Zayn» sibilò con il fiato corto.
«Già, con Nathan tutto okay?»
«Sì, adesso sta guardando i cartoni animati»
«Mandalo presto a letto, è molto stanco per via del viaggio. Ci vediamo domani»
«Okay, divertiti con Zayn»
«Certo» dissi insicura e confusa dalla risposta che mi aveva dato. Scossi la testa e alzai le spalle, appoggiando il cellulare su comodino.
«Tutto okay?» mi chiese Zayn notando l’espressione che avevo assunto, accarezzandomi il viso. Alzai gli occhi e incontrai i suoi così scuri e profondi, gli sorrisi leggermente e annuii appoggiando una mano sulla sua nuca per avvicinarlo a me.
«Mylène..» soffiò allontanandosi di nuovo «Ti ricordi quando mi avevi detto che non volevi una cosa programmata?»
«Mmh-mmh» feci scrutando il suo viso.
«Ecco, questo non l’avevo previsto. Anzi, avevo noleggiato “Dear John” per guardarlo insieme e poi..»
«Stai zitto, per favore» lo interruppi buttandomi sulle sue labbra piene. In fin dei conti Zayn era stato onesto, aveva aspettato e non aveva ceduto, per questo pensai che fosse fin troppo buono e perfetto per me.
 
Aprii di botto gli occhi, sudata fradicia e con il cuore in gola. Il sole penetrava già le finestre facendo luce nella stanza e l’orologio segnava le nove in punto.
Respirai affannata e mi misi seduta sul letto cercando di calmarmi, mi voltai e vidi Zayn accanto a me che apriva piano piano gli occhi, per fortuna era stato solo un incubo.
«Buongiorno» mugugnò toccando il mio braccio e sorridendomi, senza rispondergli mi appoggiai su di lui e mi lasciai cullare «Qualcosa non va?»
«Ho fatto solo un brutto sogno» risposi trovando spazio nell’incavo del suo collo.
«Racconta» mi spronò accarezzandomi la spalla, sospirai e feci ritornare quelle immagini spaventose  nella mia testa.
«C’eri tu con la divisa dell’esercito e io a qualche metro da te, mi davi le spalle e non riuscivo a vederti in faccia. Eravamo in un posto insolito, vuoto più che altro. Poi hai iniziato a camminare, io cercavo di seguirti ma non ci riuscivo, ero tipo inchiodata al pavimento, ti chiamavo ma non mi rispondevi. Poi ad un tratto una pallottola mi ha trapassato però non ho sentito alcun dolore, la stessa pallottola poi è arrivata a te e ti ha colpito, ma tu al contrario di me hai emesso un urlo e sei caduto a terra, a quel punto sono riuscita a sbloccarmi e ti ho raggiunto ma tu eri.. morto» una lacrima percorse il mio viso e sentii chiaramente un sussulto da parte di Zayn, la sua pelle si era infreddolita e aveva la pelle d’oca. Alzai lo sguardo sul suo viso e notai un certo terrore nei suoi occhi «Scusa non dovevo raccontartelo» dissi asciugandomi la lacrima con la mano, per poi accarezzargli una guancia.
«Sto bene» affermò guardando oltre la finestra.
«Io ho paura, Zayn» dissi con fermezza costringendolo a guardarmi «rimani qui con me»
«Lo vorrei tanto, amore» concluse afferrandomi la nuca per lasciarmi una lunga scia di baci e carezza, proprio come aveva fatto quella notte. La mia vera prima volta.
 
Louis..
Sentii ridacchiare qualcuno fuori dalla mia stanza, ero già sveglio da venti minuti e quelle risate mi stavano innervosendo. Mi alzai di scatto dal letto e cercai sul pavimento le pantofole che mi avevano regalato Mylène e Nathan per il mio compleanno, quelle a forma di orsacchiotto, indossai la prima maglietta che mi capitò sotto mano e piano uscii dalla stanza, stando attento a non far svegliare Harry che russava come al solito. Sgaiottolai rapido nel corridoio e mi affacciai veloce nella stanza di Nathan per controllare se dormiva ancora, poi con passo felpato raggiunsi l’entrata ben notando che quelle risate erano proprio di Mylène e quella sottospecie di babbuino con il ciuffo alla Elvis.
Se ne stavano comodamente appoggiati sul divano del salotto a sbaciucchiarsi e a scherzare come dei cretini, e pensai seriamente che fossero carini insieme, fottutamente carini.
Feci finta di tossire per far cessare le loro effusioni d’amore e farli finalmente notare che c’ero anche io con loro.
«Ehi» disse Mylène sorridendomi, mentre Zayn mi mandò solo una frecciatina senza fare nessun cenno di saluto. Ma che simpatico.
«Ciao» dissi solamente  sedendomi sulla poltrona e accendendo la televisione sulla quale davano un documentario sui cani, sicuramente più interessante della faccia di quello che mi stava guardando torvo.
«Forse è meglio che vada» esclamò finalmente Zayn alzandosi dal divano, trascinando con sé Mylène.
«A oggi pomeriggio» rispose Mylène accompagnandolo verso l’entrata, si scambiarono un ultimo bacio, che non aveva un bel niente di casto e puro dal mio punto si vista, e poi si divisero.
«Vado a svegliare Nathan» annunciò dopo sorpassando la poltrona su cui ero seduto.
«Spero che voi siate stati prudenti questa notte» proferii  ad un tratto non pensando veramente di averlo detto sul serio. Maledetti la mia boccaccia e la mia lingua lunga.
«Che cosa vuoi dire?» mi chiese acida fermandosi.
«Quello che ho appena detto» risposi cercando di risolvere la situazione, mi alzai dalla poltrona e filai veloce in cucina per evitare quel discorso pericoloso. 


 

_________________________________________
Buonqualcosa bei ragazzuoli!
Scusate l'assenza ma sono stata in gita a Roma per tre giorni e non ho potuto postare D:
Sorry.
Vi piace questo capitolo tutto Zylène? *--* Cioè, quasi tutto.
Allora, allora.. volevo ringraziare tutte quelle fantastiche persone che recensiscono ogni volta la mia storia çç SIETE TUTTE BELLISSIME. 
Poi anche quelle che l'anno messa tra le preferite/seguite/ricordate. (124, 135, 29) BELLISSIME BELLISSIME.
Pooooooooooooi.. DOVETE ASSOLUTAMENTE PASSARE DA QUESTA STORIA, E' DI UNA MIA AMICA :D Ghost 
Infine, vi chiedo e vi supplico di passare dall'altra mia storia:
 

  

 

Grazie mille se lo fate :3
Ora vi saluto con un bacio, al prossimo capitolo..
More_

   
 
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