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Autore: Tactolien    27/02/2012    1 recensioni
La mia prima EFP del Mondo Emerso. Spero che vi piaccia.
Il posto era già ghermito di gente di tutte le razze: uomini, gnomi e qualche ninfa non troppo a suo agio.
La donna sorrise: con tutta quell'etnia riunita lì, nessuno avrebbe fatto caso a lei o ai suoi occhi viola
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non si era portato dietro nè servi, nè soldati. Non aveva bisogno di inutili palle al piede per quel viaggio. Senza contare che aveva paura che tra loro ci fosse qualche spia, pronta a fermarlo o ad avvertire i suoi nemici.

Non poteva permetterlo. Quello che doveva fare era troppo importante e avrebbe segnato il destino della sua vita e del suo regno.

Oh... non che del regno gliene importasse qualcosa.

Era il potere ad attirarlo, piuttosto.

Il potere di condannare un uomo a morte o di lasciaro vivere.

Il potere di gestire la ricchezza e la povertà dell'impero.

Il potere di poter fare tutto ciò che voleva.

Solo il Re aveva un simile potere. E per ottenerlo, molti dei suoi nemici si erano già dati un gran da fare per rubare, imbrogliare e uccidere.

Lui non era stato da meno. Ma ancora non bastava. Era il più giovane e inesperto della scala gerarchica e nessuno sembrava dargli credito o prenderlo sul serio.

Gli serviva qualcosa di più del suo titolo di nascita.

Ormai il Re sarebbe morto a momenti, e se non era ancora stato in grado di ingraziarselo con la saggezza, o il denaro... l'avrebbe fatto con la magia.

L'unico problema era che i suoi rivali avrebbero fatto di tutto per fermarsi l'un l'altro, e lui non era certo il guerriero, o il Mago che sognava di essere. Anzi, non gli riuscivano nemmeno gli incantesimi più semplici.

No. Doveva procedere in altro modo.

Aveva bisogno di "qualcosa".

Un "qualcosa" che lo aiutasse ad aumentare i suoi poteri, ma da quelle parti non c'era niente che facesse al caso suo, e nel frattempo i suoi rivali diventavano sempre più forti.

Così aveva riposto tutte le sue speranze nei manufatti magici della città di Orva, ma nessuno glieli avrebbe mai ceduti per motivi meschini come il suo.

"Non ai miei occhi"

si era detto.

Il motivo era tutto per lui. E nessun sacerdote da quattro soldi glielo avrebbe impedito, anche a costo di dare alle fiamme tutto l'impero pur di diventare Re.
 

 

Sorrise.

Dopo parecchie riflessioni... aveva deciso di andare nell'Erak Maar. Il Mondo Emerso.

Incredibile che dovesse ringraziare proprio quella Maga, Raftela.
 

 

L'aveva notata circa un anno prima. In una biblioteca a leggere distrattamente un antico libro di chissà quale argomento. Era la prima volta che la vedeva di persona. Di lei conosceva solo la fama e la storia.

Così gli era venuta l'idea.

Era stato un peccato non poterla avvicinare subito quel giorno. Ma in giro c'era troppa gente, e i due insieme avrebbero dato troppo nell'occhio.

Così aveva aspettato due snervanti giorni, prima di recarsi direttamente a casa sua: una catapecchia pericolante alle periferie della città, circondata solo da vecchie abitazioni abbandonate.

Lei e la sua famiglia erano stati relegati là dopo l'Incidente.

Il piano era semplice: Raftela avrebbe dovuto mettere i suoi poteri al suo servizio, in cambio della restituzione del suo vecchio palazzo, del suo titolo nobiliare e dell'onore della sua famiglia.

"Una volta che sarò Re, naturalmente".

Ad aprire la porta fu solo la madre. Un'Elfa di mezz'età dall'aria acida e poco socievole.

- Tu chi sei?- chiese scontrosa.

- Cercò vostra figlia-.

Quella lasciò trapelare una smorfia disgustata.

- Io non ho nessuna figlia!- e gli sbattè la porta in faccia.

"E' sempre così?"

si chiese l'uomo "Ho quasi pietà per quella ragazza".

Sguainò la spada e spaccò la serratura della porta.

- Cosa credi di fare!!- strillò la donna.

Lui la prese per i capelli, bloccandola contro il muro.

- Dov'è Raftela?- sibila spazientito.

- Non c'è! E' andata via!-

- Andata via?! Come sarebbe "andata via"? Dove?!-

- Non lo so! E non mi interessa saperlo! Per me può anche non tornare!-.
 

 

Solo qualche mese dopo all'Elfo capitò tra le mani lo stesso libro che Raftela leggeva quel giorno.

In un lampo capì.

I manufatti elfici rimasti del Mondo Emerso!.

Ecco dov'era andata quella strega.

Strinse i pugni. Avrebbe dovuto pensarci prima.

Se avesse recuperato uno di quegli oggetti, avrebbe ottenuto un potere magico superiore a quello di tutti gli altri Maghi. In questo modo sarebbe sicuramente diventato Re.

In quanto a Raftela... "Che rimanga pure a marcire nel suo buco".


 

 
  
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