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Autore: Kornblume Cavalier    27/02/2012    4 recensioni
Ho scritto questa cosa per il giornale della scuola, dove sarà pubblicata tra qualche giorno. Non ho idea del perchè l'abbia scritta; incarna il genere di persona che meno mi rappresenta, però è una mia creatura, dopotutto, e le sono affezionata. Spero possa piacere :3
Siamo come tessere del domino, noi, io cado per te e tu cadi per lei, l'ho accettato. Non c'è niente da fare, è così e basta. E poi so che non avrei potuto darti niente che lei non ti possa dare, non ho questa presunzione. [One shot; Het]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao.
Come va? Tutto bene a casa? Oh, che te lo chiedo a fare?! Non  mi risponderai, non puoi farlo: non leggerai mai queste righe. In effetti mi sento una stupida a scriverti una lettera che non spedirò; però ho letto da qualche parte che quel che non si riesce a dire bisogna scriverlo, per sentirsi liberi, migliori, più sicuri. E lo sto facendo, anche se fino ad ora non sento niente di vagamente simile. Anzi, non sento proprio niente in generale, solo un vuoto totale. Sarà che non ho ancora detto nulla e sto solo divagando. Ma, va be', andiamo avanti.
...
E' assurdo. Fino a qualche minuto fa avrei avuto tante di quelle parole da rivolgerti, tante di quei segreti da rivelare, e invece ora tutto mi è scivolato fuori. Non so che dire.
Aspetta. Riordino le idee e poi comincio. Ecco, sono pronta.
Allora. Inizio, eh. Pronto? Che sciocca, non devi esserlo, perché tanto non ascolterai mai questo mio delirio. Ma non è questo il punto.
L'altro giorno ti ho visto,mentre andavo a scuola, sai? Ti ho anche chiamato, però non ti sei girato: forse non mi hai sentita, o, più probabilmente, mi hai ignorata. Non fa nulla. Sono abituata ad essere invisibile, non mi cambia niente, quindi tranquillo.
Dicevo, tu non ti sei voltato, così ti ho osservato da lontano e ti ho seguito per un po', attenta a non farmi vedere. Ti ho guardato bene mentre salutavi i tuoi amici, e anche  lei. Li ho notati, i tuoi occhi, che le si rivolgevano dolcemente, e accarezzavano piano la sua figura, quasi impauriti di poterla rompere. Era uno sguardo così smielato che per poco non mi è venuto il diabete! Dai, scherzo, non te la prendere.
Però dovresti dirglielo. Davvero, è chiaro come il sole che ti piace. E anche molto, aggiungerei. Lo so che non sono cose che mi riguardano, però lo sanno tutti che mi piace aiutare chi mi sta a cuore. Sì, ti voglio bene, lo ammetto.
...
No. No, scusa, non riesco a mentirti, nemmeno su carta, nemmeno se non ne verrai a conoscenza. Non posso farlo. Io non ti voglio bene. Per niente. Ma non è questo che volevo dirti, perlomeno non adesso. Ora stiamo -sto- parlando di lei e te. Stareste bene insieme. Tu, simpatico, ironico, schietto, e lei, timida e gentile. Davvero una coppia bellissima, due anime gemelle. Quindi diglielo, mi raccomando, sono certa che lei ricambi.
Non c'è altro. Be', forse vorrai sapere perché ti voglio aiutare anche se non ti voglio bene, tutt'altro. Lo scriverò anche se non te ne frega niente, anche se non lo saprai mai, anche se non leggerai niente di tutto ciò. Forse lo scrivo proprio per questo. In ogni caso, lo faccio perché ti amo. Sì, ti amo. Almeno credo che sia amore: non ho mai provato niente del genere. Non è comunque una risposta, anzi: proprio poiché ti amo non dovrei spingerti tra le braccia di un'altra. Il fatto è che il tuo sorriso è ciò che bramo di più al mondo, non importa se non sarà rivolto a me, non mi importa per niente: voglio solo che tu sia felice. Non desidero altro, mi accontento di poco. E poi ho sempre avuto una bella fantasia; quando bacerai lei, immaginerò me al suo posto, e mi ciberò delle briciole, mi basteranno per una vita intera.
Però non essere triste per me. Ehi, in fondo non sto morendo. Siamo come tessere del domino, noi, io cado per te e tu cadi per lei, l'ho accettato. Non c'è niente da fare, è così e basta. E poi so che non avrei potuto darti niente che lei non ti possa dare, non ho questa presunzione.
Quel che dovevo dirti -scriverti- io l'ho detto. Nient'altro. Fine.
Ti auguro tanta felicità.
Addio.

   
 
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