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dominoes
Ciao.
Come va? Tutto bene a casa? Oh, che te lo chiedo a fare?! Non mi risponderai, non puoi
farlo: non leggerai
mai queste righe. In effetti mi sento una stupida a scriverti una
lettera che
non spedirò; però ho letto da qualche parte che
quel che non si riesce a dire
bisogna scriverlo, per sentirsi liberi, migliori, più
sicuri. E lo sto facendo,
anche se fino ad ora non sento niente di vagamente simile. Anzi, non
sento proprio
niente in generale, solo un vuoto totale. Sarà che non ho
ancora detto nulla e
sto solo divagando. Ma, va be', andiamo avanti.
...
E' assurdo. Fino a qualche minuto fa avrei avuto tante di quelle parole
da rivolgerti,
tante di quei segreti da rivelare, e invece ora tutto mi è
scivolato fuori. Non
so che dire.
Aspetta. Riordino le idee e poi comincio. Ecco, sono pronta.
Allora. Inizio, eh. Pronto? Che sciocca, non devi esserlo,
perché tanto non
ascolterai mai questo mio delirio. Ma non è questo il punto.
L'altro giorno ti ho visto,mentre andavo a scuola, sai? Ti ho anche
chiamato,
però non ti sei girato: forse non mi hai sentita, o,
più probabilmente, mi hai
ignorata. Non fa nulla. Sono abituata ad essere invisibile, non mi
cambia
niente, quindi tranquillo.
Dicevo, tu non ti sei voltato, così ti ho osservato da
lontano e ti ho seguito
per un po', attenta a non farmi vedere. Ti ho guardato bene mentre
salutavi i
tuoi amici, e anche lei.
Li ho notati, i
tuoi occhi, che le si rivolgevano dolcemente, e accarezzavano piano la
sua
figura, quasi impauriti di poterla rompere. Era uno sguardo
così smielato che
per poco non mi è venuto il diabete! Dai, scherzo, non te la
prendere.
Però dovresti dirglielo. Davvero, è chiaro come
il sole che ti piace. E anche
molto, aggiungerei. Lo so che non sono cose che mi riguardano,
però lo sanno
tutti che mi piace aiutare chi mi sta a cuore. Sì, ti voglio
bene, lo ammetto.
...
No. No, scusa, non riesco a mentirti, nemmeno su carta, nemmeno se non
ne
verrai a conoscenza. Non posso farlo. Io non ti voglio bene. Per
niente. Ma non
è questo che volevo dirti, perlomeno non adesso. Ora stiamo
-sto- parlando di
lei e te. Stareste bene insieme. Tu, simpatico, ironico, schietto, e
lei,
timida e gentile. Davvero una coppia bellissima, due anime gemelle.
Quindi diglielo,
mi raccomando, sono certa che lei ricambi.
Non c'è altro. Be', forse vorrai sapere perché ti
voglio aiutare anche se non
ti voglio bene, tutt'altro. Lo scriverò anche se non te ne
frega niente, anche
se non lo saprai mai, anche se non leggerai niente di tutto
ciò. Forse lo
scrivo proprio per questo. In ogni caso, lo faccio perché ti
amo. Sì, ti amo.
Almeno credo che sia amore: non ho mai provato niente del genere. Non
è
comunque una risposta, anzi: proprio poiché ti amo non
dovrei spingerti tra le
braccia di un'altra. Il fatto è che il tuo sorriso
è ciò che bramo di più al
mondo, non importa se non sarà rivolto a me, non mi importa
per niente: voglio
solo che tu sia felice. Non desidero altro, mi accontento di poco. E
poi ho
sempre avuto una bella fantasia; quando bacerai lei,
immaginerò me al suo
posto, e mi ciberò delle briciole, mi basteranno per una
vita intera.
Però non essere triste per me. Ehi, in fondo non sto
morendo. Siamo come
tessere del domino, noi, io cado per te e tu cadi per lei, l'ho
accettato. Non
c'è niente da fare, è così e basta. E
poi so che non avrei potuto darti niente
che lei non ti possa dare, non ho questa presunzione.
Quel che dovevo dirti -scriverti- io l'ho detto. Nient'altro. Fine.
Ti auguro tanta felicità.
Addio.