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Autore: Carly_31    27/02/2012    5 recensioni
Gabriel ha fatto la sua scelta: ha deciso di rinunciare all'amore per rimanere all'interno della Congregazione e combattere i membri del Candelaio. Claudia non ha potuto fare niente se non accettare scelte di altri, ma non riesce a darsi pace, a mettere a tacere i suoi sentimenti.
"L'evidenza di un amore non si può nascondere...l'evidenza di un amore non si può comprendere...l'esigenza di amare non si può estinguere"
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il Tredicesimo apostolo 6 IL CUORE HA SEMPRE RAGIONE_ (Il Tredicesimo Apostolo)





CAPITOLO 4

Ancora una volta era lì, davanti a quella porta, come era già successo nel suo sogno e come poi si era verificato nella realtà qualche giorno dopo, desideroso di vederla e incurante di quello che sarebbe potuto succedere quando avrebbe varcato la soglia di casa; aveva suonato il campanello e dopo qualche secondo sentì dei passi avvicinarsi: poteva già immaginarsela, struccata, con addosso una maglia sformata e i capelli arruffati. A quel pensiero sorrise fra sè.
Quando la porta si aprì, Gabriel si trovò davanti l'ultima persona che avrebbe voluto vedere, l'incarnazione del male.
- Ciao Gabriel. Finalmente sei arrivato.
- Serventi! Che diavolo ci fai qui? Dov'è Claudia? Cosa le hai fatto?
- Ce ne hai messo di tempo per venire. Ormai pensavamo che non saresti più venuto; Claudia sosteneva che non te ne importava più niente di lei ma io sapevo che si sbagliava. Era solo questione di tempo, e poi alla fine avresti ceduto al suo richiamo, proprio come avevo stabilito.
- Non ti azzardare a coinvolgerla in tutto questo, lei non centra niente! Tu hai un conto in sospeso con me.
- No Gabriel, non hai capito. Lei è MIA!

Si svegliò di soprassalto gridando, nelle orecchie ancora quell'urlo di Serventi.
Nessun incubo era stato peggiore di quello: aveva sognato molte volte quella serpe che lo sfidava o lo minacciava, oppure semplicemente quel volto inquietante distorto in una maschera infernale; ma mai era coinvolta Claudia, nemmeno nel sogno più tormentato. Ma quello gli era sembrato così terribilmente reale, quell'angoscia che lo aveva attanagliato alla vista di Serventi in casa di lei, la paura che pian piano si impossessava di lui; era stato tutto così tangibile da fargli avere quasi un attacco di panico.
Aveva ancora il fiato grosso, l'intero corpo madido di sudore e uno strano senso di inquietudine aleggiava dentro di lui.
Sapeva che era stato solo un sogno, eppure una vocina dentro la sua testa continuava a ripetere che Serventi era capace di questo ed altro, che in fondo i suoi sogni avevano sempre un qualche legame con la realtà, che anche Claudia suo malgrado era immischiata nella faccenda della setta e poteva diventare un facile bersaglio.
Gabriel era terribilmente combattuto: dopo l'incubo di quella notte avrebbe voluto precipitarsi a casa di Claudia per accertarsi che stesse bene e per mettere a tacere l'ansia dimostrando a se stesso che la scena che aveva sognato non aveva nulla a che fare con la realtà; ma era frenato dal dubbio di come lei avrebbe potuto prendere la sua improvvisa visita e dalle conseguenze che essa avrebbe avuto.
La sera prima, quando si era ritrovato sotto casa sua, Gabriel aveva deciso di non suonare il citofono e di battere in ritirata: non era ancora pronto per rivederla, non avrebbe saputo come giustificare la sua presenza lì a quell'ora della notte, e non sapeva nemmeno come si sarebbe potuta comportare Claudia dopo quelle parole che si erano scambiati sulla terrazza panoramica. Aveva paura di ferirla ancora di più e perciò aveva deciso di tornarsene a casa.
Ora però la situazione era diversa, la paura che lei potesse essere in pericolo superava quella di ferirla con la sua inaspettata apparizione.
Ma ancora una volta la mente vinse la lotta e Gabriel si convinse che era stato solo un bruttissimo sogno, che Claudia stava bene e non aveva bisogno di lui; dopotutto aveva una giornata piena di impegni ad attenderlo: quel pomeriggio Gabriel, 
oltre ai mille impegni alla Congregazione, doveva accompagnare la sua studentessa, Giulia, a fare la prima visita ginecologica e non aveva la minima idea di come ci si dovesse comportare in quelle situazioni: tutto questo bastò a tenerlo impegnato.

Quando fu il turno di Giulia di entrare nello studio del ginecologo Gabriel le fece un sorriso di incoraggiamento e le disse che avrebbe aspettato fuori, nella sala d'attesa.
Era nervoso come se il padre fosse lui: e se la ragazza avesse avuto dei problemi? Se gli ultimi tristi eventi avessero avuto delle ripercussioni sulla salute della madre e del bambino?
Aveva già perso Pietro, ora non poteva permettere che succedesse qualcosa a Giulia o a suo figlio; si sentiva terribilmente in colpa per la morte del suo studente migliore e voleva cercare in tutti i modi di riempire anche solo un po' il vuoto che aveva lasciato nella vita della sua ragazza; ci sarebbe sempre stato per quel bambino, lo doveva a Pietro. Non era riuscito a salvarlo ma almeno avrebbe vegliato sulla sua famiglia al posto suo, anche se poteva sembrare poco professionale.
Erano passati poco più di venti minuti quando Giulia uscì.
- Giulia. Allora? Cos'ha detto il dottore?
- Ho fatto la prima ecografia e un prelievo di sangue. Per il momento è tutto a posto.
- Bene! Vieni, ti riaccompagno a casa.
E così dicendo i due si avviarono fuori dal reparto, presero un ascensore e arrivarono al piano terra; non appena le porte dell'ascensore si aprirono professore e studentessa vennero travolti dal caos: infermieri che correvano avanti e indietro sotto gli imperativi di un medico, voci concitate, una barella portata da due ambulanzieri si stava facendo largo con una certa urgenza. Evidentemente era l'ingresso del pronto soccorso.
- Forse è meglio che ci togliamo di mezzo, e in fretta anche.- disse Gabriel e sospinse la ragazza verso l'uscita; ma quando passarono vicino alla barella lo sguardo gli cadde sulla donna che giaceva sopra: doveva essere stata la vittima di un incidente stradale o qualcosa di simile perchè era piena di ferite e i vestiti erano sporchi di sangue. Poi scorse il viso, anche quello pieno di sangue, e in un attimo si sentì morire: quella stesa sulla barella era Claudia.






Come promesso il nuovo capitolo non si è fatto aspettare molto!
Vi prego...non uccidetemi!!! Se lo fate non potrò finire la storia!! Lo so che tutte speravate che Gabriel suonasse quel maledetto citofono e tornasse da Claudia...ma sarebbe stato troppo semplice. E a me le cose semplici non piacciono. u.u
Spero anche che non mi malediciate per l'ultima scena: state tranquille, io ho piena fiducia nei medici!! eheh =)
Ora vi saluto, ringrazio di cuore tutte le persone che mi sostengono e vi mando un bacio enorme!!! Siete fantastiche :D
A presto col nuovo capitolo, stay tuned!! ;)
Carly

  
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