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Autore: SasuLOveNaru    02/03/2012    3 recensioni
Preso dal racconto:
Non poteva crederci. Come ha potuto decidere tutto lui. D'accordo che era il sovrano, va bene che era suo padre, ma poteva almeno chiedergli un parere. Invece no! Aveva deciso tutto lui e senza consultarlo.
-Non mi lascia altra scelta.-
-Che intenzioni hai?- chiese il suo migliore amico.
-Vuoi proprio saperlo Shikamaru?-
-s-si!-
-Voglio andarmene da questo posto. E l'unico posto dove vorrei essere in questo momento è la terra.-
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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-Quando pensi che rientrerà?-

-Non ne ho i...- ad interromperlo fu la porta che si stava aprendo.

Il ragazzo non appena entrò, sentì che qualcosa di strano stava per accadere.

Ed ebbe ragione.

Davanti a lui stava un uomo dai capelli grigi sparati verso sinistra.

Non voleva dare retta al proprio istinto per cui...

-Ciao maestro Kakashi. Come se la passa?- avvicinandosi all'uomo.

-Bene...e a quanto pare, il cambiare luogo ti ha fatto bene. Sei cambiato dall'ultima volta che ti ho visto- abbracciando il ragazzo come se fosse il figlio o un fratellino minore.

-Si. In questi giorni mi sono proprio divertito- sorridendo all'uomo.- ho fatto molte amicizie...ma dimmi, come mai ti trovi qua? Anche tu ti sei stufato di stare lì!-

-No. Sono venuto a svolgere un compito-

(spero che non sia quel che penso)-e quale sarebbe!- senza perdere il sorriso, anche se dentro tremava.

L'uomo che prima l'aveva trattato come un normale essere umano, senza tenere conto del suo titolo, ora pareva scomparso.

Come se fosse al rallentatore, lo vide piano, piano inchinarsi alla sua persona e rivolgergli le parole che non avrebbe mai voluto sentire.

 

-Io Kakashi Hatake, maestro di sua signoria, per ordine del Re, chiedo al Principe Naruto Namikaze di far ritorno al suo regno.-

 

Sapeva che doveva ritornare, ma pensava che avesse molto più tempo. Se suo padre aveva deciso così, così doveva essere fatto.

Anche se avesse provato a ribellarsi, il suo destino era già compiuto.

L'unico rammarico era che non poteva dire addio al suo amore, ne salutare i suoi amici.

Ma lui era un principe e come tale si sarebbe comportato anche andando contro la propria felicità. Dopo tutto poteva dire che almeno in parte aveva realizzato i suoi sogni e li avrebbe tenuti racchiusi dentro di lui per sempre.

 

Sia Jiraya che Shikamaru erano pronti a fermarlo in caso pensasse di scappare ma rimasero attoniti dal comportamento che in quel momento stava dimostrando.

Sotto i loro occhi, per la prima volta, dimostrò di essere un principe. Lo videro alzare lo sguardo. La determinazione che vi lessero dentro era a dimostrare che finalmente Naruto era maturato ma sperarono che il suo sorriso non fosse andato perduto.

 

-Grazie per aver recapitato un messaggio del re, mio padre. E come da lui ordinatomi, farò ritorno. Chiedo solo il tempo necessario per preparare le poche cose che ho. (così potrò scrivere una lettera a lui e una agli amici).-

-Ci spiace ma non vi è tempo. Poi i vostri bagagli sono stati già preparati da Shikamaru e portati già via.-

-Bene!- in tono freddo.

Jiraya, vedendoselo passare affianco, fu l'unico oltre a Shika ad accorgersi dello sguardo triste del principe, quindi decise di ritardare il distacco da quel mondo.

-Forse sua signoria vuole controllare che niente sia stato dimenticato nella sua stanza- rivolgendosi Kakashi.

Quando con la coda dell'occhio vide Naruto sussultare leggermente, capì di aver agito bene.

-Che ne pensa Kakashi-san, abbiamo un po' di tempo?!- facendogli un occhiolino senza farsi vedere dal principe

-Di tempo dite!- mettendosi nell'atto di pensare – credo...Si! Il tempo l'abbiamo- e a quella splendida notizia, con passo regale, Naruto entrò per un ultima volta nella stanza che per molto tempo gli aveva fatto da camera.

 

Veloce prese dei fogli che erano nello scrittoio sotto la finestra e dopo aver tinto la penna nel calamaio, inizio a scrivere la prima lettera.

Pochi minuti dopo, le due lettere venivano poggiate sopra il letto.

E mentre chiudeva la porta e guardava per un ultima volta quelle lettere, dai suoi occhi cadde una singola lacrima, testimone del suo dolore e della profonda infelicità che avrebbe incarcerato il suo cuore.

 

***

 

Mentre si alzava bello riposato, ripensò a quando avvenne la sera prima.

-Se anche oggi è un bel tempo, lo porterò con me a fare una passeggiata. Lo porterò nel mio posto segreto. Chissà come sarà felice. Non vedo l'ora di rivederlo e stare ancora con lui.- e incurante di quando era già successo, scese a fare colazione.

  
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