Capitolo 5: Sensazione
Pov Naruto
La mattina durante
la quale sarebbe iniziata la nostra prima missione fuori dal villaggio come
team, non si era fatta attendere. Io mi incamminai davanti ai tre ragazzi, i quali
camminavano decisi e in silenzio assoluto dietro di me.
Era una cosa
alquanto strana, soprattutto per Shiori.
Essa doveva
avercela ancora con me. Mi ero purtroppo
ritrovato a dover sostenere con lei un discorsetto che probabilmente le aveva
fatto scemare quella famosa cotta che provava nei miei confronti.
Era diventata mia
allieva e non potevo fare favoritismi e quindi anche lei avrebbe dovuto
rivolgersi a me con una appellativo più rispettoso, almeno quando vestivamo i
panni di allieva e maestro.
Non l’aveva presa
bene, ma sapevo che presto o tardi ci avrebbe fatto l’abitudine.
“Come mai questo
silenzio ragazzi?” chiesi loro. Non avvertivo minacce nei dintorni e potevo
permettermi di fare conversazione. Girai la testa per osservarli e vidi Fugaku guardarmi con aria stranita “In missione bisogna
essere concentrati e attenti a ogni singolo rumore, no?”
Rimasi incredulo a
quelle parole, sembrava quasi che il ragazzo
cambiasse personalità in missione, diventando taciturno e serio. Era in quei momenti che mi sembrava
di rivedere il mio compagno di squadra Sasuke…antipatia
a parte.
“Fugaku, posso sapere quanti anni hai?” gli domandai
divertito.
La sua espressione
divenne stupita “U-undici!” mi disse sbattendo le
palpebre.
“Non sembra
proprio. Hai undici anni quando sei al villaggio. Al momento mi sembri un ninja di quarant’anni che fa il suo lavoro
con professionalità!”
“Non capisco se sia
un complimento o una critica!” mi chiese confuso.
Gli sorrisi
rassicurandolo. Era un bene che prendesse le cose sul serio, ma era pur sempre
un ragazzino, non era saggio, secondo il mio punto di vista, che reprimesse le
emozioni, per quanto gli Uchiha siano sempre stati in
disaccordo con questo punto di vista.
“Nessuno dei due.
Fai bene a prendere sul serio anche le missioni più banali, in quanto possono
trasformarsi in qualcosa di più, ma se ti comporti come un qualunque ragazzo
della tua età, non succede niente…in genere. Sii te
stesso e se sei eccitato per la tua prima missione fuori dal villaggio,
esprimilo liberamente. Lo stesso vale per voi due!” dissi poi riferendomi alle
ragazze, ma a parte Shiori, sapevo che Merodi stava già esprimendo sè
stessa, rimanendo chiusa nel suo guscio fatto di timidezza e insicurezza.
Non successe niente
di particolare.
Vedevo i ragazzi
guardarmi come se cercassero di capire se dicessi sul serio o meno.
Sospirai “Sembra
che non debba insegnarvi a essere ninja, ma piuttosto dei ragazzi!” Sorrisi,
infondo era una sfida interessante.
Con la coda
dell’occhio vidi Merodi che leggermente alzò la mano
per chiedere il permesso di parlare.
Mi grattai la testa
incredulo “Si?”
“Ehm…Naruto-sensei, ma la missione in cosa consiste?”
Shiori le lanciò
un’occhiata e le disse “Ce l’ha detto prima, dobbiamo andare al paese delle
onde!”
“S-si, ma d-dovremo pur fare qualcosa una volta lì!” disse Merodi, facendo un passo indietro spaventata dallo sguardo
della compagna.
Sospirai, per poi
dire “ La domanda di Merodi era più che appropriata Shiori. Sinceramente mi aspettavo questo quesito molto
prima!” dissi con falso tono di rimprovero. Non serviva a niente essere ben
concentrati sulla missione, se non si aveva la minima idea di quale compito era
stato loro assegnato.
“Dobbiamo aiutare
gli abitanti del villaggio nel raccolto!” dissi loro, sopprimendo un sorriso,
che voleva uscire al solo immaginarmi le loro facce sconsolate.
“Cosa? Tutto qui? È
questa sarebbe la nostra prima missione?” chiese delusa Shiori,
proprio come mi aspettavo.
“Ci sarà di sicuro
qualcosa sotto…vero?” chiese Fugaku
speranzoso.
Sorrisi. Finalmente
qualche aspetto del loro essere genin, eccitati
all’idea della loro prima missione, stava venendo fuori. Non vedevano l’ora di
dimostrare di cosa fossero capaci.
“Veramente no!”
dissi “Ma credetemi se vi dico che raccogliere delle patate, non è affatto una
cosa semplice!”
Shiori alzò le mani
esasperata “Come no, non ci vuole mica un genio per un compito del genere!”
Arrivammo a
destinazione all’ora prevista e guardando quel piccolo villaggio, mi tornarono
in mente bei ricordi.
“Sapete ragazzi?
Anche io ho svolto la mia prima missione qui!”
“Anche tu hai
raccolto patate?” chiese Fugaku guardandomi stranito
“Non ti ci vedo proprio fare una cosa del genere!”
Sorrisi “A dire il
vero la mia prima missione fuori dal villaggio, è stata più entusiasmante della
vostra. Era una missione di livello C, ma si è trasformata in qualcosa di molto
più pericoloso, tanto che tuo padre ha quasi rischiato di rimetterci la vita!”
Fugaku sembrava
interessato “Davvero? Non me lo ha mai detto!”
Scossi la testa.
“Tuo padre ha il solito vizio di non volersi dimostrare debole, ma non è un
segno di debolezza farsi uccidere per salvare un proprio compagno imbranato,
cioè me!”
“Quindi tu devi la
vita a mio padre!” disse Fukagu.
Stavo per ribattere
su quel punto, dicendo che era il contrario, ma i figli di Sasuke
non conoscevano la storia del tradimento del loro genitore e non sarei stato di
certo io a fare la spia.
“Adesso basta. Si
inizia con la missione. Tu Merodi dissotterri le
patate. Shiori le raccogli e le sistemi negli
appositi contenitori, infine Fugaku, tu semini altre
patate. Tutto chiaro?”
Vidi i ragazzi
annuire.
“Io andrò a dare
una mano dall’altra parte del campo, se avete bisogno!” dissi loro,
allontanandomi, giusto la lontananza per poterli tenere d’occhio.
Sembravano procedere
bene e ognuno faceva ciò che gli era stato ordinato.
A un tratto vidi Merodi alzarsi di scatto, per poi urlare e nascondersi
dietro Fukagu.
Una biscia era
sbucata in mezzo al raccolto e la cara bestiola non era stata molto gradita
dalla ragazza, a differenza del figlio di Sasuke che
prendendola in mano, l’accarezzò, spiegando alla compagna che non ci fosse
niente da temere.
La passione per i
serpenti doveva essere ereditaria.
Merodi si rimise al
lavoro timorosa di qualche altra sorpresa, ma vidi Fugaku
offrirsi volontario per sostituirla nel compito.
Non tanto per gli
animali, ma perché aveva notato le mani scorticate della compagna a furia di
scavare.
Shiori fu un po’ incerta
sul cambiare i ruoli, in quanto temesse un mio rimproverò, ma quando anche Fugaku, fu al limite, decise di prendere il suo posto.
Il pomeriggio
arrivo presto e con esso anche l’ora di interrompere il lavoro. I ragazzi si
sedettero a terra esausti e con le facce stravolte, ma dal loro viso fuggì una
risata, quando videro le mie condizioni. Ero sporco di terra dalla testa ai
piedi, ma io risi di più quando vidi le espressioni omicida dei ragazzi, quando
li misi al corrente che potevano usare gli attrezzi agricoli per aiutarsi nel
racconto.
“Tu!” mi indicò Shiori “Hai appena firmato la tua condanna morte! Fossi in te mi guarderei le spalle
amico!” disse la ragazzina minacciosa, tanto che mi venne un brivido lungo la
schiena. Temari
era tremenda quando si trattava di vendetta e non era saggio sottovalutare la
figlia solo perchè era una semplice genin.
Nel tentativo di
cambiare argomento dissi “mi congratulo con voi ragazzi, mi avete dimostrato
che siete sulla buona strada per diventare un team affiatato, anche se mi
aspetto proprio questo da voi!”
Shiori, guardandomi
sorpresa e non più con aria imbronciata mi chiese “E hai dedotto questo vedendoci
raccogliere le patate?”
Annuii “Tu ci hai
messo un po’ più di tempo degli altri Shiori, ma ci
sei arrivata anche tu. Sbaglio o i compiti che vi avevo assegnati, erano
diversi rispetto a quelli che stavate svolgendo prima che vi fermassi?”
“Si, ma avendo
suddiviso i compiti in modo non equilibrato, ci sembrava giusto che ognuno
facesse la stessa fatica dell’altro. Abbiamo sbagliato forse?” chiese Fugaku incerto.
“No, era proprio
quello che speravo faceste!” dissi scompigliando i capelli del ragazzo “Essere
una squadra non significa per forza rischiare la vita. Anche le piccole cose
fanno di voi un gruppo e dato che riuscire a lavorare in squadra in una
missione pericolosa è difficile, ho deciso che sarebbe stato procedere per
gradi!”
Vidi nuovamente Merodi alzare timidamente la mano “ Ma chi ci dice che in
una missione pericolosa, saremo in grado di aiutarci a vicenda?”
Ci riflettei sopra
per trovare il giusto modo di rispondere.
Nella frenesia
della battaglia, si poteva anche rendere difficile la collaborazione fra
compagni, se bisognava stare attenti al nemico.
“Man mano che
passerete del tempo insieme, tra voi si instaurerà un forte legame, che vi
permetterà di capirvi solamente con lo sguardo e riuscirete a sentire dentro di
voi, se un vostro compagno necessita o meno di un aiuto. In poche parole, serve
pratica, forza di volontà, ma soprattutto un forte sentimento verso i propri
compagni!”
Riprendemmo il
nostro cammino verso Konoha. I ragazzi trascinavano i
piedi per la stanchezza, spronati dal sottoscritto ad andare avanti. Cercavo di
tirare su loro il morale canticchiando o raccontando loro i pasticci combinati
quando avevo la loro età, quando tutto a un tratto sentii qualcosa di strano.
Mi voltai di scatto
e presi a guardarmi intorno, cercando la fonte di quella sensazione. Era
qualcosa che non avevo mai percepito, ma allo stesso tempo sapevo che era
qualcosa che conoscevo, ma che non riuscivo bene a comprendere.
Ero sicuro che non
era un nemico e qualunque cosa fosse a farmi provare quella sensazione, anche
se per un breve istante, si trovava a molti di chilometri di distanza.
Furono i ragazzi a
farmi ritornare in me, ma il pensiero di quanto provato, continuò ad
accompagnarmi per tutto tempo.
Una volta rientrato
a casa, ne parlai subito a Sakura e Kurama.
Quest’ultimo
addrizzò le orecchie e nuovamente le sue code presero a muoversi con fare
agitato.
Sapeva qualcosa, ma
dalla sua espressione capì che non era minimamente intenzionato a dirmi niente.
Pov Kurama
Non mi aspettavo
che Naruto sarebbe stato in grado di percepire le
cose, o al meno non così presto.
Quando mi raccontò
della sensazione che aveva percepito quel pomeriggio, dovetti fingere di non
saperne niente, ma sapevo che non potevo nascondergli la verità a lungo.
Aspettai che i
coniugi Uzumaku si fossero addormentati, per
sgattaiolare fuori casa e recarmi all’abitazione degli Uchiha.
A ogni singola
scoperta andavo da lui a riferire quanto scoperto.
Era incredibile
come Sasuke, mi ispirasse fiducia, ma sapevo che con
lui non avevo niente da temere, nonostante quanto accaduto in passato. Sapevo
che proprio perché era entrato in contatto con la sua parte malvagia, ora
poteva riuscire a starci alla larga.
Non attesi molto il
suo arrivo, alzai leggermente il livello del mio chakra
per farmi avvertire da Karin in modo tale che avvertisse Sasuke,
ma non abbastanza da farmi percepire dal figlio. Se il moccioso mi avesse visto
e raccontato della mia presenza in quel luogo a Naruto,
sarebbero stati guai.
Per questo motivo
l’Uchiha ed io ci incontrammo in strada.
“Cosa vuoi Kyuubi?”
mi domandò con aria seria.
“Anche oggi ho
percepito un chakra simile al mio!” dissi con la
stessa aria.
“Dove?”
“A giudicare dalla
debolezza con cui lo percepito, direi che si trova nei pressi del villaggio del
ferro, se non al suo interno!” gli dissi mettendolo al corrente.
Lo vidi stringere i
pugni. Paese del ferro significava samurai, samurai significava persone poco
amichevoli e soprattutto significava impossibilità di agire e di accedere a
quelle terre.
“L’ultima volta non
si trovava nelle terre ninja?” mi domandò.
“A quanto pare si
sposta, il che non è un bene se continua ad inoltrarsi in quelle terre!” dissi abbassando
le orecchie “Inoltre, non è finita qui!”
Sasuke aveva gli occhi
puntati su di me, in attesa che continuassi “Naruto
oggi ha percepito quel chakra” Lo vidi sgranare gli
occhi. Potevo immaginarmi la sua sorpresa, in quanto l’Uzumaki
non doveva essere in possesso di un tale potere.
“Neanche Karin è in
grado di percepire chakra così lontani, come può
lui?”
“A quanto pare sta
sviluppando questa capacità, ma non è
riuscito a percepirlo in modo adeguato. Ha provato per lo più una sensazione,
ma è questione di tempo prima che cominci a farsi delle domande!”
“Non vedo dove stia
il problema. Te l’ho già detto che non mi piace mentirgli. Si tratta di sua
figlia e se io mi trovassi nei suoi panni, vorrei saperlo e quando scoprirà che
noi abbiamo qualche indizio, sarà un gran brutto quarto d’ora per me e per te!”
mi disse. Sapevo che aveva ragione, ma non potevo assolutamente dirgli niente e
sapevo che infondo Sasuke la pensava come me, anche
se restio ad ammetterlo.
“Ninja e samurai
sono sull’orlo di una guerra. Se Naruto sospettasse
minimamente che Kumiko si trovasse nelle terre dei
samurai, niente lo fermerebbe dall’andare a cercarla e se venisse scoperto, non
saremo solo io e Naruto a piangere la perdita di un
figlio. Pensaci, anche i tuoi figli sono ninja e potrebbero rimetterci la vita
in guerra”
Sasuke sospirò “Lo so, ma
non lo trovo comunque giusto. Mi sembra di agire in modo egoistico!”
“Una volta in più o
meno cosa cambia?”chiesi
“Cambia il fatto
che sto cercando di cambiare. Voglio agire nel modo giusto e…e
purtroppo so che poche vite non sono niente rispetto a quello di un intero
paese!” disse Sasuke con un’aria schifata a causa
dell’ingiustizie che accadevano nel mondo, molte delle quali causate anche da
lui e dal sottoscritto.
“Sai cosa penso?
Che sia tu che io, ci siamo rammolliti. Una volta facevamo paura e guardaci ora…a combattere per il bene!” dissi abbozzando un sorriso,
che non venne ricambiato dall’Uchiha.
“Kyuubi!” mi chiamò con una voce che non prometteva bene
“Come mai Naruto ultimamente sta sviluppando
capacità, che in realtà sarebbero tue?”
Mi irrigidii, ma sapevo che con lui, non
potevo sottrarmi dal parlare e gli raccontai come stavano i fatti.
A fine racconto
alzai lo sguardo verso il suo. Mi guardava con un tono di rimprovero e senza
dirmi una parola, se ne andò chiudendomi in faccia il portone del suo giardino.