Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Neko    02/03/2012    3 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5: Sensazione

 

Pov Naruto

La mattina durante la quale sarebbe iniziata la nostra prima missione fuori dal villaggio come team, non si era fatta attendere. Io mi incamminai davanti ai tre ragazzi, i quali camminavano decisi e in silenzio assoluto dietro di me.

Era una cosa alquanto strana, soprattutto per Shiori.

Essa doveva avercela ancora con  me. Mi ero purtroppo ritrovato a dover sostenere con lei un discorsetto che probabilmente le aveva fatto scemare quella famosa cotta che provava nei miei confronti.

Era diventata mia allieva e non potevo fare favoritismi e quindi anche lei avrebbe dovuto rivolgersi a me con una appellativo più rispettoso, almeno quando vestivamo i panni di allieva e maestro.

Non l’aveva presa bene, ma sapevo che presto o tardi ci avrebbe fatto l’abitudine.

“Come mai questo silenzio ragazzi?” chiesi loro. Non avvertivo minacce nei dintorni e potevo permettermi di fare conversazione. Girai la testa per osservarli e vidi Fugaku guardarmi con aria stranita “In missione bisogna essere concentrati e attenti a ogni singolo rumore, no?”

Rimasi incredulo a quelle parole, sembrava quasi che il ragazzo  cambiasse personalità in missione, diventando taciturno  e serio. Era in quei momenti che mi sembrava di rivedere il mio compagno di squadra Sasuke…antipatia a parte.

Fugaku, posso sapere quanti anni hai?” gli domandai divertito.

La sua espressione divenne stupita “U-undici!” mi disse sbattendo le palpebre.

“Non sembra proprio. Hai undici anni quando sei al villaggio. Al momento mi sembri un  ninja di quarant’anni che fa il suo lavoro con professionalità!”

“Non capisco se sia un complimento o una critica!” mi chiese confuso.

Gli sorrisi rassicurandolo. Era un bene che prendesse le cose sul serio, ma era pur sempre un ragazzino, non era saggio, secondo il mio punto di vista, che reprimesse le emozioni, per quanto gli Uchiha siano sempre stati in disaccordo con questo punto di vista.

“Nessuno dei due. Fai bene a prendere sul serio anche le missioni più banali, in quanto possono trasformarsi in qualcosa di più, ma se ti comporti come un qualunque ragazzo della tua età, non succede niente…in genere. Sii te stesso e se sei eccitato per la tua prima missione fuori dal villaggio, esprimilo liberamente. Lo stesso vale per voi due!” dissi poi riferendomi alle ragazze, ma a parte Shiori, sapevo che Merodi stava già esprimendo stessa, rimanendo chiusa nel suo guscio fatto di timidezza e insicurezza.

Non successe niente di particolare.

Vedevo i ragazzi guardarmi come se cercassero di capire se dicessi sul serio o meno.

Sospirai “Sembra che non debba insegnarvi a essere ninja, ma piuttosto dei ragazzi!” Sorrisi, infondo era una sfida interessante.

Con la coda dell’occhio vidi Merodi che leggermente alzò la mano per chiedere il permesso di parlare.

Mi grattai la testa incredulo  “Si?”

Ehm…Naruto-sensei, ma la missione in cosa consiste?”

Shiori le lanciò un’occhiata e le disse “Ce l’ha detto prima, dobbiamo andare al paese delle onde!”

S-si, ma d-dovremo pur fare qualcosa una volta lì!” disse Merodi, facendo un passo indietro spaventata dallo sguardo della compagna.

Sospirai, per poi dire “ La domanda di Merodi era più che appropriata Shiori. Sinceramente mi aspettavo questo quesito molto prima!” dissi con falso tono di rimprovero. Non serviva a niente essere ben concentrati sulla missione, se non si aveva la minima idea di quale compito era stato loro assegnato.

“Dobbiamo aiutare gli abitanti del villaggio nel raccolto!” dissi loro, sopprimendo un sorriso, che voleva uscire al solo immaginarmi le loro facce sconsolate.

“Cosa? Tutto qui? È questa sarebbe la nostra prima missione?” chiese delusa Shiori, proprio come mi aspettavo.

“Ci sarà di sicuro qualcosa sotto…vero?” chiese Fugaku speranzoso.

Sorrisi. Finalmente qualche aspetto del loro essere genin, eccitati all’idea della loro prima missione, stava venendo fuori. Non vedevano l’ora di dimostrare di cosa fossero capaci.

“Veramente no!” dissi “Ma credetemi se vi dico che raccogliere delle patate, non è affatto una cosa semplice!”

Shiori alzò le mani esasperata “Come no, non ci vuole mica un genio per un compito del genere!”

 

Arrivammo a destinazione all’ora prevista e guardando quel piccolo villaggio, mi tornarono in mente bei ricordi.

“Sapete ragazzi? Anche io ho svolto la mia prima missione qui!”

“Anche tu hai raccolto patate?” chiese Fugaku guardandomi stranito “Non ti ci vedo proprio fare una cosa del genere!”

Sorrisi “A dire il vero la mia prima missione fuori dal villaggio, è stata più entusiasmante della vostra. Era una missione di livello C, ma si è trasformata in qualcosa di molto più pericoloso, tanto che tuo padre ha quasi rischiato di rimetterci la vita!”

Fugaku sembrava interessato “Davvero? Non me lo ha mai detto!”

Scossi la testa. “Tuo padre ha il solito vizio di non volersi dimostrare debole, ma non è un segno di debolezza farsi uccidere per salvare un proprio compagno imbranato, cioè me!”

“Quindi tu devi la vita  a mio padre!” disse Fukagu.

Stavo per ribattere su quel punto, dicendo che era il contrario, ma i figli di Sasuke non conoscevano la storia del tradimento del loro genitore e non sarei stato di certo io a fare la spia.

“Adesso basta. Si inizia con la missione. Tu Merodi dissotterri le patate. Shiori le raccogli e le sistemi negli appositi contenitori, infine Fugaku, tu semini altre patate. Tutto chiaro?”

Vidi i ragazzi annuire.

“Io andrò a dare una mano dall’altra parte del campo, se avete bisogno!” dissi loro, allontanandomi, giusto la lontananza per poterli tenere d’occhio.

Sembravano procedere bene e ognuno faceva ciò che gli era stato ordinato.

A un tratto vidi Merodi alzarsi di scatto, per poi urlare e nascondersi dietro Fukagu.

Una biscia era sbucata in mezzo al raccolto e la cara bestiola non era stata molto gradita dalla ragazza, a differenza del figlio di Sasuke che prendendola in mano, l’accarezzò, spiegando alla compagna che non ci fosse niente da temere.

La passione per i serpenti doveva essere ereditaria.

Merodi si rimise al lavoro timorosa di qualche altra sorpresa, ma vidi Fugaku offrirsi volontario per sostituirla nel compito.

Non tanto per gli animali, ma perché aveva notato le mani scorticate della compagna a furia di scavare.

Shiori fu un po’ incerta sul cambiare i ruoli, in quanto temesse un mio rimproverò, ma quando anche Fugaku, fu al limite, decise di prendere il suo posto.

 

Il pomeriggio arrivo presto e con esso anche l’ora di interrompere il lavoro. I ragazzi si sedettero a terra esausti e con le facce stravolte, ma dal loro viso fuggì una risata, quando videro le mie condizioni. Ero sporco di terra dalla testa ai piedi, ma io risi di più quando vidi le espressioni omicida dei ragazzi, quando li misi al corrente che potevano usare gli attrezzi agricoli per aiutarsi nel racconto.

“Tu!” mi indicò Shiori “Hai appena firmato la tua condanna  morte! Fossi in te mi guarderei le spalle amico!” disse la ragazzina minacciosa, tanto che mi venne un brivido lungo la schiena.  Temari era tremenda quando si trattava di vendetta e non era saggio sottovalutare la figlia solo perchè era una semplice genin.

Nel tentativo di cambiare argomento dissi “mi congratulo con voi ragazzi, mi avete dimostrato che siete sulla buona strada per diventare un team affiatato, anche se mi aspetto proprio questo da voi!”

Shiori, guardandomi sorpresa e non più con aria imbronciata mi chiese “E hai dedotto questo vedendoci raccogliere le patate?”

Annuii “Tu ci hai messo un po’ più di tempo degli altri Shiori, ma ci sei arrivata anche tu. Sbaglio o i compiti che vi avevo assegnati, erano diversi rispetto a quelli che stavate svolgendo prima che vi  fermassi?”

“Si, ma avendo suddiviso i compiti in modo non equilibrato, ci sembrava giusto che ognuno facesse la stessa fatica dell’altro. Abbiamo sbagliato forse?” chiese Fugaku incerto.

“No, era proprio quello che speravo faceste!” dissi scompigliando i capelli del ragazzo “Essere una squadra non significa per forza rischiare la vita. Anche le piccole cose fanno di voi un gruppo e dato che riuscire a lavorare in squadra in una missione pericolosa è difficile, ho deciso che sarebbe stato procedere per gradi!”

Vidi nuovamente Merodi alzare timidamente la mano “ Ma chi ci dice che in una missione pericolosa, saremo in grado di aiutarci a vicenda?”

Ci riflettei sopra per trovare il giusto modo di rispondere.

Nella frenesia della battaglia, si poteva anche rendere difficile la collaborazione fra compagni, se bisognava stare attenti al nemico.

“Man mano che passerete del tempo insieme, tra voi si instaurerà un forte legame, che vi permetterà di capirvi solamente con lo sguardo e riuscirete a sentire dentro di voi, se un vostro compagno necessita o meno di un aiuto. In poche parole, serve pratica, forza di volontà, ma soprattutto un forte sentimento verso i propri compagni!”

 

Riprendemmo il nostro cammino verso Konoha. I ragazzi trascinavano i piedi per la stanchezza, spronati dal sottoscritto ad andare avanti. Cercavo di tirare su loro il morale canticchiando o raccontando loro i pasticci combinati quando avevo la loro età, quando tutto a un tratto sentii qualcosa di strano.

Mi voltai di scatto e presi a guardarmi intorno, cercando la fonte di quella sensazione. Era qualcosa che non avevo mai percepito, ma allo stesso tempo sapevo che era qualcosa che conoscevo, ma che non riuscivo bene a comprendere.

Ero sicuro che non era un nemico e qualunque cosa fosse a farmi provare quella sensazione, anche se per un breve istante, si trovava a molti di chilometri di distanza.

Furono i ragazzi a farmi ritornare in me, ma il pensiero di quanto provato, continuò ad accompagnarmi per tutto tempo.

Una volta rientrato a casa, ne parlai subito a Sakura e Kurama.

Quest’ultimo addrizzò le orecchie e nuovamente le sue code presero a muoversi con fare agitato.

Sapeva qualcosa, ma dalla sua espressione capì che non era minimamente intenzionato a dirmi niente.

 

Pov Kurama

Non mi aspettavo che Naruto sarebbe stato in grado di percepire le cose, o al meno non così presto.

Quando mi raccontò della sensazione che aveva percepito quel pomeriggio, dovetti fingere di non saperne niente, ma sapevo che non potevo nascondergli la verità a lungo.

Aspettai che i coniugi Uzumaku si fossero addormentati, per sgattaiolare fuori casa e recarmi all’abitazione degli Uchiha.

A ogni singola scoperta andavo da lui a riferire quanto scoperto.

Era incredibile come Sasuke, mi ispirasse fiducia, ma sapevo che con lui non avevo niente da temere, nonostante quanto accaduto in passato. Sapevo che proprio perché era entrato in contatto con la sua parte malvagia, ora poteva riuscire a starci alla larga.

Non attesi molto il suo arrivo, alzai leggermente il livello del mio chakra per farmi avvertire da Karin in modo tale che avvertisse Sasuke, ma non abbastanza da farmi percepire dal figlio. Se il moccioso mi avesse visto e raccontato della mia presenza in quel luogo a Naruto, sarebbero stati guai.

Per questo motivo l’Uchiha ed io ci incontrammo in strada.

 “Cosa vuoi Kyuubi?” mi domandò con aria seria.

“Anche oggi ho percepito un chakra simile al mio!” dissi con la stessa aria.

“Dove?”

“A giudicare dalla debolezza con cui lo percepito, direi che si trova nei pressi del villaggio del ferro, se non al suo interno!” gli dissi mettendolo al corrente.

Lo vidi stringere i pugni. Paese del ferro significava samurai, samurai significava persone poco amichevoli e soprattutto significava impossibilità di agire e di accedere a quelle terre.

“L’ultima volta non si trovava nelle terre ninja?” mi domandò.

“A quanto pare si sposta, il che non è un bene se continua ad inoltrarsi in quelle terre!” dissi abbassando le orecchie “Inoltre, non è finita qui!”

Sasuke aveva gli occhi puntati su di me, in attesa che continuassi “Naruto oggi ha percepito quel chakra” Lo vidi sgranare gli occhi. Potevo immaginarmi la sua sorpresa, in quanto l’Uzumaki non doveva essere in possesso di un tale potere.

“Neanche Karin è in grado di percepire chakra così lontani, come può lui?”

“A quanto pare sta sviluppando questa capacità,  ma non è riuscito a percepirlo in modo adeguato. Ha provato per lo più una sensazione, ma è questione di tempo prima che cominci a farsi delle domande!”

“Non vedo dove stia il problema. Te l’ho già detto che non mi piace mentirgli. Si tratta di sua figlia e se io mi trovassi nei suoi panni, vorrei saperlo e quando scoprirà che noi abbiamo qualche indizio, sarà un gran brutto quarto d’ora per me e per te!” mi disse. Sapevo che aveva ragione, ma non potevo assolutamente dirgli niente e sapevo che infondo Sasuke la pensava come me, anche se restio ad ammetterlo.

“Ninja e samurai sono sull’orlo di una guerra. Se Naruto sospettasse minimamente che Kumiko si trovasse nelle terre dei samurai, niente lo fermerebbe dall’andare a cercarla e se venisse scoperto, non saremo solo io e Naruto a piangere la perdita di un figlio. Pensaci, anche i tuoi figli sono ninja e potrebbero rimetterci la vita in guerra”

Sasuke sospirò “Lo so, ma non lo trovo comunque giusto. Mi sembra di agire in modo egoistico!”

“Una volta in più o meno cosa cambia?”chiesi

“Cambia il fatto che sto cercando di cambiare. Voglio agire nel modo giusto e…e purtroppo so che poche vite non sono niente rispetto a quello di un intero paese!” disse Sasuke con un’aria schifata a causa dell’ingiustizie che accadevano nel mondo, molte delle quali causate anche da lui e  dal sottoscritto.

“Sai cosa penso? Che sia tu che io, ci siamo rammolliti. Una volta facevamo paura e guardaci ora…a combattere per il bene!” dissi abbozzando un sorriso, che non venne ricambiato dall’Uchiha.

Kyuubi!” mi chiamò con una voce che non prometteva bene “Come mai Naruto ultimamente sta sviluppando capacità, che in realtà sarebbero tue?”

 Mi irrigidii, ma sapevo che con lui, non potevo sottrarmi dal parlare e gli raccontai come stavano i fatti.

A fine racconto alzai lo sguardo verso il suo. Mi guardava con un tono di rimprovero e senza dirmi una parola, se ne andò chiudendomi in faccia il portone del suo giardino.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Neko