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Autore: dcshinichi    03/03/2012    2 recensioni
...A queste parole Sasuke non poté evitare l’insopportabile fitta al cuore che provò vedendo che quegli occhi azzurri lo fissavano intensamente, ma era diverso dal solito, adesso lo guardavano come se fosse uno sconosciuto...
...Il moro tirò silenziosamente in sospiro - Ho deciso di tornare a Konoha-...
...Ricordava perfettamente che quella mattina Naruto lo aveva guardato andarsene, stringendo i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche. Aveva letto nei suoi occhi azzurri l'impulso di eliminare quei poveri malcapitati che lo scortavano. gli era quasi scappato un sorriso guardandolo.il suo cuore perse un battito, colto da una fitta acuta, quando, a testa alta, aveva voltato per l'ennesima volta le spalle a Naruto e a Konoha, che aveva amato e odiato allo stesso tempo per molto tempo...
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Scusatemi per l’attesa… ma ho già scritto fino la penultimo capitolo… adesso devo solo rivederli e correggerli poi potrò postarli… XD per ora vi lascio leggere questo…
 
 
CAPITOLO 5
 
Il sangue scorreva caldo sulla sua elle candida, macchiando inevitabilmente i vestiti che la ricoprivano. Tutti si erano voltati per guardare la scena schokkati, nessuno escluso, perfino Sasuke e Naruto erano nel loro stesso stato. Il moro si guardò il fianco, sentiva un dolore insopportabile attanagliargli la gola, spingendo per uscire in un urlo straziante. Il ninja traditore ingoiò aria per impedirsi di gridare, ma si lasciò sfuggire un gemito di dolore. Il piccolo Naruto, che fino a quel momento si era limitato a guardare il moro con occhi spalancati, non aveva ancora realizzato cos’era appena successo, al gemito del suo aniki  però si era ripreso: i suoi occhi si spalancarono ancor più se possibile «S-sa… su…. Ke….» tentò didire, ma ne uscì soltantoun balbettio strozzato. Si avvicinò lentamente e toccò il sangue vicino alla ferita e si portò le dita rosse al viso, con un’espressione indecifrabile dipinta sul volto. All’improvviso la ginocchia gli cedettero e cadde a terra ansimante. Nessuno osava muoversi, lo schok li aveva fatti entrare in uno stato catatonico. Rimasero immobili fino a quando il piccolo Naruto incominciò a brillare di una strana luce banca. Tutto il suo corpo ne fu avvolto, diventava sempre più intensa e luminosa, nessuno riuscì più a tenere gli occhi aperti, ne tanto meno a vedere ciò che stava accadendo al bambino, tutti parvero come risvegliarsi improvvisamente «Naruto!» i ninja della foglia e della sabbia cercarono di capire se il loro compagno stesse bene, ma nessuna risposta giunse in risposta. Anche se Sasuke si trovava solo a pochi passi dal gruppo di ninja le loro voci gli arrivarono alle orecchi lontane, come attutite da una distanza infinita. Dopo qualche istante la forte luce si affievolì fino a sparire gradualmente,  tutti si accorsero all’istante che dove prima si trovava il biondina adesso non c’era niente di più del nulla.  Neanche si fossero messi d’accordo tutti cominciarono contemporaneamente a cercarlo con lo sguardo. Il giovane Uchiha faceva volare lo sguardo dal luogo dove prima si trovava il piccolo Naruto alla foresta, nella speranza di scorgere una qualche traccia in lontananza; qualcosa però attirò la sua attenzione, percepiva un calore familiare davanti a se. Voltò la testa di scatto per incontrare all’altezza dei suoi occhi una testa bionda e un collo bronzeo che scendevano in una scena magra e leggermente muscolosa, coperta da una vecchia e familiare tuta nera e arancione. “Naruto!” il suo nome vorticò nella mente sorpresa dell’Uchiha. Dopo qualche secondo di immobilità il biondo gli si allontanò di qualche passo, solo allora Sasuke si accorse che il ninja che lo aveva colpito era steso a terra. «Naruto» avrebbe voluto che la sua voce rimanesse fredda e severa, ma riuscì ad emettere solo un sussurro sorpreso, reso roco da un dolore al fianco. «Scommetto…» Naruto era ancora di spalle «… che il tuo si è mosso di nuovo da solo, vero?» girò appena la testa per riuscire a guardare negli occhi Sasuke, che era stato momentaneamente assalito dai ricordi. Nonostante avesse cercato di sopprimere le immagini che era riuscito a fermare da quando aveva incontrato il piccolo Naruto fino a quel momento adesso era tutto inutile: quando tre anni prima aveva protetto il Dobe da Haku gli aveva detto quelle stesse parole, anche lui lo ricordava bene. Per la prima volta dopo anni, anni in cui aveva dato fondo a tutta la sua volontà, a tutta la sua forza fisica e mentale per spezzare il legame che teneva uniti lui e tutti quelli della foglia, dopo tutti questi anni adesso provava nostalgia ricordando la loro prima vera missione al villaggio della foglia,anche quell'ennesima volta aveva rischiato la vita per salvare quella testa quadra. non riusciva a distogliere lo sguardo da quella chioma arruffata che, lentamente, si muoveva, girandosi nella sua direzione rivelando così il profilo del bel volto ambrato.  Osservandolo si era sentito strano, anche se si erano già visti diverse volte dopo il suo tradimento alla foglia, gli sembrava di vedere per la prima volta dopo anni quegli occhi azzurri e limpidi che lo guardavano brillando di determinazione  e sicurezza per la prima volta dopo tempo la sua bocca morbida piegata in un familiare sorriso sghembo e allo stesso tempo rassicurante e furbesco. In passato aveva visto molte volte quell’espressione, e le poche volte che era rivolta a lui (poche perché litigavano in continuazione)  gli aveva sempre risposto con un ghigno complice e soddisfatto e adesso, rivedendola, desiderava poter comportarsi di nuovo come ai vecchi tempi, poter guardare in modo amichevole quegli specchi blu, poter sorridergli (ghignare) come una volta. lo desiderava ardentemente, ma doveva trattenersi, doveva impedire agli angoli delle sue labbra di piegarsi verso l’alto… sarebbe stato così facile in quel momento sorridere, mentre al contrario cercare di impedirselo era come arrampicarsi sugli specchi; ma lui aveva uno scopo da raggiungere, doveva ottenere la propria vendetta e per farlo avrebbe dovuto uccidere anche quel sole che un tempo gli aveva scaldato il cuore, trascinandolo in parte fuori dalla sua solitudine. Però tutto questo non aveva importanza: doveva recuperare l’orgoglio di Itachi, e di tutto il suo clan, doveva vendicare tutto quello che il villaggio aveva fatto patire a suo fratello… niente avrebbe potuto fermarlo… per nessuna ragione avrebbe abbandonato il suo obbiettivo.
Sasuke tentò inutilmente di affilare lo sguardo e sul suo volto apparve una strana smorfia contrariata, mista di rabbia e dolore. Il sorriso di Naruto si trasformò in un vero e proprio ghigno nell’osservare come fosse contorta l’espressione del suo ex compagno di squadra. Ridestandosi il biondo tornò serio e si voltò, rendendo il suo volto invisibile a Sasuke «Sakura, occupati della ferita di Sasuke per favore. Penso io agli avversari.» Sasuke non distolse lo sguardo dal ninja biondo, o meglio dalla sua schiena, neanche per un secondo, quasi non si accorse che Sakura gli si era avvicinata per curarlo. “diavolo!” imprecò mentalmente: quanto era cambiato?! La voce che aveva appena sentito uscire da quelle labbra, solitamente sorridenti e spensierate, era seria e impassibile, era una voce che non ammetteva repliche. Il giovane Uchiha non poteva vedere la sua espressione ma solo la sua schiena, che gli appariva grande e forte, sembrava quasi che sorreggesse un enorme peso, ma lo faceva con dignità e decisione, senza mai piegarsi o vacillare. Era così diverso dal ragazzino che ricordava, così impacciato, stupido e ingenuo…. Com’era possibile che fosse cambiato così tanto in soli tre anni? Per un attimo si arrabbiò con se stesso: quante cosa si era perso ancora? cos’altro era cambiato? Cos’altro non sapeva? La voce limpida e calma del suo ex migliore amico lo riportò alla realtà «Perché ci avete attaccato? Che cosa volete da noi?» Sasuke rimase sconcertato dalla scena che gli si parò davanti; undici ninja, avvolti in abiti neri come la notte, armati fino ai denti e in posizione d’attacco accerchiavano Naruto che, come se niente fosse stava in piedi in mezzo a loro, perfettamente rilassato e con le braccia conserte «Dobbiamo uccidere quel bambino biondo, il nostro padrone vuole la sua testa.» il ninja che aveva colpito Sasuke faceva da portavoce, probabilmente era il capo. Ma questo era l’ultimo pensiero del moro: solo qualche anno fa Naruto sarebbe saltato addosso senza esitazioni e senza riflettere su quei ninja, solo per il fatto di aver colpito un suo compagno ( Sasuke sapeva che Naruto non si era arreso con lui anche se per lui rimaneva inspiegabile). Adesso invece sembrava stesse cercando di evitare lo scontro….. no era da lui! Non era ASSOLUTAMENTE da lui! Di nuovo tornò ad ascoltare la conversazione appena in tempo per sentire Naruto sospirare in risposta al capo dei loro nemici «Potete anche andarvene, quel bambino se ne è andato, e non tornerà mai più.» il ninja lo guardò sorpreso «Non prendermi in giro! Lo state solo nascondendo!» era piuttosto arrabbiato: quel biondino ossigenato pensava forse che fossero degli idioti?! «Non vi sto prendendo in giro, era un effetto collaterale di una tecnica di sigillo. La tecnica da cui è stato involontariamente creato adesso si è sciolta e il bambino è scomparso.» i ninja avversare si guardarono leggermente confusi, in cerca di una qualche risposta negli occhi altrui. Naruto era riusciti a convincerli. Dopo qualche secondo il capo se ne andò con il suo piccolo esercito. Naruto sembrò rilassarsi un po’, solo adesso notava che le sue spalle erano state rigide tutto il tempo, ed anche se ora era sollevato era più che evidente che era ancora teso.  Si girò verso l’Uchiha in cerca di non si sa cosa, il quale, per tutta risposta, lo fissò con astio e scherno. Sussultò leggermente e un lampo di delusione attraversò i suoi occhi chiari ma cercò di nasconderlo guardando fin troppo intensamente la ferita del moro. «Allora, come v…» Sakura non fece in tempo a finire la frase che il mukenin la interruppe ignorandola completamente «ma bene Naruto, non pensavo ti fossi rammollito, non pensavo che adesso avessi paura di scontrarti con un gruppo di nullità come quelle! » (cavolo ragaz… quante cavolate si possono dire in una sola frase?! ndaMe)
Lo sguardo freddo e il ghigno maligno che il moro gli aveva rivolto fece sussultare nuovamente il biondo che cercò inutilmente di indurire lo sguardo per sembrare severo «Teme, non è stato di certo per paura  se non li ho attaccati. Dimmi a che cavolo sarebbe servito? Se li avessimo attaccati Sakura non avrebbe potuto curarti, e qualcun altro avrebbe potuto ferirsi; per non parlare del fatto che avremmo infranto l’alleanza tra le grandi nazioni ninja.»
“Ok…. Dov’è la telecamera? Questo non può essere Naruto! Quello che conosco io è un dobe impulsivo e senza un minimo di buon senso!” Sakura infranse lo stato di shock in cui era caduto il povero Sasuke «Hai fatto bene, il kunai ha colpito un punto vitale e la ferita era piuttosto grave, se non si fosse trattato di Sasuke adesso probabilmente mi ritroverei con un ninja svenuto e quasi morto dissanguato tra le braccia. Inoltre, anche se è lui, se io non fossi intervenuta subito sarebbe sicuramente morto: il kunai era avvelenato e ho fatto appena in tempo a somministragli l’antidoto giusto.»  I membri del team Taka stavano trattenendo il respiro: Naruto e Sasuke si guardavano intensamente negli occhi, il primo aveva in se un’insolita sicurezza e saggezza, anche Sakura stentava a riconoscerlo in quel momento, l’Uchiha invece aveva  uno sguardo carico di rabbia, in qualche modo vedere quegli occhi così diversi da come se li ricordava lo mandava in bestia. In più le parole che gli erano state rivolte dal biondo poco  prima erano, ovviamente, un velato rimprovero. Inoltre quel dobe gli aveva appena salvato la vita, certo poco prima era successo il contrario, ma non riusciva proprio a digerire l’accaduto. Ormai stava perdendo la sua caratteristica calma, solo Naruto riusciva a far ribollire in quel modo il suo sangue freddo. Fra poco non sarebbe riuscito a trattenersi e gli sarebbe saltato addosso, non sopportava quello sguardo limpido e sincero, era così triste mentre lo guardava, i suoi occhi azzurri diventavano malinconici e determinati. Lo facevano arrabbiare in un modo assurdo e incomprensibile, ma la cosa strana era che il moro non era arrabbiato con Naruto… non capiva a chi fosse rivolta tutta quella rabbia ma sapeva che desiderava ardentemente che quegli occhi non lo guardassero mai più in quel modo, non voleva più vedere quell’espressione; ogni volta che  i loro occhi si incontravano e Sasuke scorgeva nelle sue iridi tutta quella tristezza avrebbe preferito mille volte trovare l’odio e il disgusto riflessi in quegli occhi chiari. Non capiva perché Naruto si ostinasse a non odiarlo, ma non voleva la sua pietà… non voleva la pietà di nessuno! Un’ombra scura si frappose tra i due sfidanti interrompendo il loro contatto visivo e risvegliando Sasuke dalla sua rabbia. Un uomo alto, avvolto da un mantello nero ornato da nuvole rosse come il sangue e con il volto coperto da una buffa maschera arancione comparve al centro del gruppo. L’unico occhio che si poteva scorgere attraverso un buco, posizionato sul lato destro dell’assurda maschera, era rosso, con lo sharingan perennemente attivato, e fissava il ragazzo biondo davanti a se.  Dopo qualche secondo parlò rivolgendosi a Sasuke «Venite, meglio andarcene alla svelta da qui.»  detto questo, senza dare il tempo al moro e al biondo di ribattere, Madara assorbì, con una strana tecnica di teletrasporto, il team Taka al gran completo, leader incluso.  Tutti quanti scomparvero in una spirale di immagini distorte. Naruto guardò stupito il luogo dove appena un istante prima Sasuke giaceva tra le braccai di Sakura. Prese un grosso respiro e sorrise tristemente «se n’è andato di novo… - il suo sorriso divenne gioioso- beh la prossima volta non sarà così facile per lui!» Nessuno disse niente per alcuni minuti, spostando lo sguardo da Naruto a Sakura che si guardavano con la stessa tristezza e frustrazione dipinta negli occhi, quelli di lei, verdi e luminosi come smeraldi, diventarono sempre più lucidi, riempiendosi lentamente di lacrime silenziose, mentre quelli di Naruto, fissi nei suoi, erano forti e determinati ma si poteva distinguere chiaramente la sfumatura blu scuro che rivelava una tristezza nascosta, molto più intensa e devastante di quella dell’amica. Kakashi ruppe il silenzio con la sua solita voce piatta «Naruto, puoi spiegarmi che cos’p successo con Kyuubi?» Naruto chiuse gli occhi e sospirò per l’ennesima volta, cercando di controllare i suoi sentimenti e scacciare la depressione che lo stava cogliendo «Beh, non abbiamo combattuto per molto tempo, infatti lei stava quasi per battermi, ma con l’aiuto di mia madre sono riuscito a vincere, è comparsa da una parte del suo chakra che mio padre aveva inserito nel sigillo della volpe. Quando sono riuscito a sigillare Kyuubi sono stato in grado di vedere tutto quello che succedeva fuori… mi sono risvegliato più o meno quando mi avete trovato nel bosco dopo aver fatto quell’incubo. Quando però mi sono accorto che la situazione si stava mettendo male non ho esitato un secondo e sono uscito il più in fretta possibile.» Kakashi annuì leggermente «Quindi sei riuscito a controllare il nove code.» Non era una domanda. «Si»  Naruto sorrise con sfrontatezza, soddisfatto di se stesso. Il jounin sorrise in risposta sotto la maschera. «Bene, direi che ora possiamo tornare da Bee, sarà preoccupato no?» tutti annuirono e si prepararono alla partenza,
 
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«Allora Sasuke, ti sei divertito durante la rimpatriata?  Ti abbiamo tenuto d’occhio per tutto il tempo sai? Ku ku ku…» Sasuke non riuscì ad ignorarlo, come avrebbe fato di solito,  e gli lanciò uno sguardo omicida che fece gelare sul posto l’uomo-pianta che se la stava ridendo di gusto: era ancora troppo furioso per l’autocontrollo! Madara lo guardò interdetto, era raro vedere un Uchiha perdere le staffe in quel modo. « Abbiamo saputo che il jinchuuriki della foglia è riuscito a controllare Kyuubi, non pensavo ne sarebbe stato in grado.»  come previsto Sasuke digrignò i denti ancora di più, cosa che fece allargare un ghigno maligno nascosto da una ridicola maschera arancione. Sasuke puntò i suoi occhi d’onice, determinati e freddi come il ghiaccio, in quello di Madara. Il suo sguardo era deciso e severo, sembrava che non avrebbe accettato un no come risposta alla domanda che stava per fare, o meglio alla pretesa. «Dammi gli occhi di Itachi.» di nuovo un ghigno, ancora più cattivo e soddisfatto del precedente,  si nascose sotto la maschera si Madara Uchiha,  «Detto fatto.» Senza un’altra parola si avviarono al luogo dove sarebbe avvenuta la delicata operazione.
 
 
AUTRICE TIME 
 
Chiara: Wow che fatica!!!!! Puù sembrare esagerato per un piccolo capitolo come questo, ma dovete sapere che io, prima di trascrivere le mie storie al computer e postarle, le scrivo tutte a mano… e dovete sapere che sto già scrivendo l’ottavo e ultimo capitolo… devo solo copiare tutto quello che ho scritto fino adesso =.=’ non chiedetemi come farò, ma sopravvivrò!!!  *chiara muore per un crampo alla mano*
Narratore: e così morì la nostra futura scrittrice Chiara…. Che ci ha lasciato in eredità la sua prima fic a cui però mancano delle pagine… *il narratore piange* perché sei morta?! Ora non sapremo mai la fi..*viene interrotto bruscamente da dcshinichi*
Dcshinichi: *scuote chiara con foga* ehi sorella scema non si può morire per un crampo alla mano svegliati!!!!! >. Biiiiiiiiiiippppp
ATTENZIONE scusate abbiamo dovuto censurare per atti di estrema violenza
Narratore: come al solito tocca a me fare i saluti…. Ciao e grazie a tutti quelli che hanno letto questa fic… continuate a seguirci e commentate in tanti per favore! (non risparmiatevi sui commenti negativi)
 In coro: CIAOOOO! (dcshinichi ehi! Chi ti ha detto di incitali ad insultarci?) CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA (chiara OçO commenti!!!)
  
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