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Autore: Neko    04/03/2012    6 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 6: misteri

 

Pov Naruto

Mi svegliai all’alba quella mattina. Avevo dormito poco e male a causa dei miei pensieri. Non riuscivo a togliere la mia attenzione da quella sensazione che avevo provato il giorno prima.

Avevo come l’impressione che essa potesse essere importante. Pensai immediatamente a Kumiko, ma sinceramente non trovavo un collegamento tra lei e quella strana emozione provata per un paio di secondi.

Forse era  solo il mio ardente desiderio di ritrovare la mia bambina a farmi sperare che essa potesse centrare qualcosa, anche se sinceramente, anche se ci fosse stato un legame, non avrei saputo comunque da che parte cominciare a cercare.

 

Fra un pensiero e l’altro giunsi al campo di allenamento, dove trovai i ragazzi già tutti sul posto.

Naruto ji…sensei!” disse Shiori osservandomi imbarazzata per avermi quasi nuovamente chiamato jii-chan.

Le accarezzai i capelli, per farle capire che non c’era problema.

Fugaku non salutò nemmeno, ma subito, eccitato all’idea di una nuova missione da affrontare, che non prevedesse ortaggi sul menù, mi domando cosa avremmo fatto quel dì.

Gli andò male, non vi era alcuna missione in programma, ma  una lezione al villaggio e rimase deluso quando scoprì la mia intenzione di insegnare loro come canalizzare il chakra sotto i piedi, per potersi arrampicare o camminare sull’acqua.

“Cosa? Ma io lo so già fare!” disse sbuffando “Mio padre me lo ha già insegnato l’anno scorso!” disse il ragazzino rattristato.

Un macigno mi cadde sulla testa. Che serviva dare un tutore al proprio figlio, se lo si allenava a casa in separata sede.

Shiori scocciata dal fatto che Fukagu fosse avanti, disse incrociando le braccia “Bhe io no. Mio padre ha detto testuali parole -A che ti serve un insegnante se devo insegnarti tutto io?- e per la prima volta ho trovato mia madre d’accordo con lui!” sbuffò, ma subito dopo, ritrovando la grinta e guardando con aria di sfida il compagno, disse “Capace o meno, ti dimostrerò che sono più in gamba di te e ti supererò ancora prima che tu possa dire Uchiha!”

Fukagu mi guardò confuso, come per chiedermi se avesse  fatto qualcosa di strano per scatenare l’ira della sua compagna. Gli sorrisi e scossi le spalle dicendogli di avere pazienza.

Merodi alzò nuovamente la mano per richiamare l’attenzione “Nemmeno io s-sono capace N-Naruto s-sensei. M-mi insegni?”

Mi grattai la testa e sconsolato le dissi “Merodi, non siamo più in accademia. Non alzare la mano ogni volta che vuoi parlare. Siamo tra amici, stai tranquilla. E poi certo che ti insegno, se no cosa ci sto a fare qui io? Almeno non mi fate sentire inutile, come Fugaku!”

Fugaku sentendosi preso in mezzo si sentì colpevole “M-ma io…io non volevo che tu…

Scoppiai a ridere al vedere la faccia stralunata del mio allievo.

“Comunque sia, se devo insegnare a loro, devo lasciarti in disparte. Oppure trovare qualcosa da farti fare!”

“Posso essere il tuo assistente in questa lezione, sarà divertente impartire ordini a Shiori!” disse divertito a vedere lo sguardo omicida che la figlia di Shikamaru gli lanciava.

Sorrisi “D’accordo, ma sta attento. Conoscendola, sarà lei a farti rigare dritto!”

 

Fugaku si dimostrò un buon aiutante, ma mi disse esplicitamente che non avrebbe mai voluto diventare un insegnante per evitare di avere a che fare con allievi petulanti, testardi e maneschi come Shiori.

Per sua fortuna, le sue compagne appresero piuttosto in fretta la lezione e Fugaku potè tornare  a indossare la veste da allievo e svolgere la nuova missionE.

 

Ero stato convocato nell’ufficio di Kakashi perché mi venisse affidata una missione. Lo vidi alquanto preoccupato e capì il motivo molto presto.

Naruto, tu sai che il clan Uta si è trasferito qui da noi dopo un terremoto che ha distrutto il loro villaggio, no?” Mi chiese e non potei fare altro che annuire, in quanto era stato informato proprio di ciò.

“Li ho accolti al villaggio in quanto non avevano più una casa, ma sono sorte alcune complicazioni che mi fanno sospettare che l’intero clan ci abbia mentito!”

Sussultai, non capendo per quale motivo avessero dovuto farlo.

“Alcuni nostri ricercatori, che tengono sotto controllo tutto il paese del fuoco, affermano che negli ultimi anni non vi sono state scosse sismiche tanto elevate da creare i danni che sospettiamo si siano verificati nel villaggio  di Onpu, il villaggio da cui provengono!”

“Non vedo il motivo per cui mentirci. Cosa pensi sia accaduto realmente?

Kakashi scosse la testa. “Non saprei, per questo ho deciso di mandarti in perlustrazione. Recati sul luogo con il tuo team e dall’entità dei danni, vedi se riesci a capire qualche cosa!” mi disse Kakashi serio.

“Credi sia una buona idea portare Merodi?” Chiesi titubante.

Se il clan Uta ci aveva tenuto nascosto qualcosa, la mia allieva doveva esserne al corrente. Ma era proprio questo il piano di Kakashi, mettere la ragazza alle strette, sperando che ci aiutasse a risolvere questo mistero che aleggiava intorno al suo villaggio e clan.

Inoltre Kakashi contava soprattutto sulla mia capacità di far aprire il cuore alle persone.

Non persi tempo e avvisai i miei allievi della partenza prevista per il giorno dopo. Non diedi nessun particolare della missione, in quanto temevo una reazione da parte di Merodi e qualche possibile scusa da parte della ragazza per non parteciparvi.

L’indomani ci trovammo tutti al campo, pronti per la partenza. Shiori corse alle porte di Konoha ansiosa di partire, mentre Fugaku era incerto se raggiungere la compagna o comportarsi in modo composto.

Sorrisi  alla sua indecisione e dissi “Fugaku, è una missione di livello C, rilassati!”

Mi guardò e dopo avermi regalato un sorriso, raggiunse la sua compagna, unendosi a lei nei cori di incitamento ad aumentare il passo.

Per quanto riguardava Merodi invece, come temetti, non fu contenta di venire a conoscenza della nostra destinazione, ma ormai era tardi per tirarsi indietro.

Non potè fare a meno di seguire me e i suoi compagni a testa china e rassegnata.

Mi piangeva il cuore vederla in quelle condizioni, ma un clan straniero che si intrufolava a Konoha, mentendo sulla loro vera presenza al villaggio, poteva anche essere vista come una minaccia, anche se non potevo credere che Merodi potesse centrare in qualche sorta di attacco a sorpresa a Konoha.

 

Il villaggio era a più di un giorno di cammino e questo ci obbligò a fermarci per la notte.

“Come ci fermiamo? Ma non sono ancora stanca!” Disse Shiori delusa e seccata.

“Neanche io, ma c’è un motivo se ci fermiamo. È pericoloso continuare al buio!” disse Fugaku con un aria di uno che la sa lunga “Vero Naruto-sensei?”

Sorrisi “Anche, ma c’è un motivo più importante!” dissi attirando le loro attenzioni “Ho fame e se non metto subito qualcosa sotto i denti, svengo!”

I miei allievi finirono a gambe all’aria, non avendo il ben che minimo senso dell’umorismo.

 

La cena fu piacevole a mio parere e trovai soprattutto molto carino da parte di Fugaku, offrire un po’ del suo pasto a Merodi, che non sembrava intenzionata a voler mettere qualcosa nello stomaco.

Sorrisi alla scena e guardando il mio allievo mi venne spontanea una domanda “Fugaku, sei sicuro di non essere stato adottato?”

Il ragazzo sgranò gli occhi “Perché cavolo ti viene in mente una cosa così assurda? Io sono un Uchiha, capito? Un Uchiha al 100%” disse con tono stridulo.

Risi “e che non vedo in te la ben che minima traccia di quell’antipatico di tuo padre o di quella scorbutica di tua madre!”

“Sia chiaro che il fatto che io non abbia ancora lo sharingan non significa niente, inoltre non è vero che non somiglio ai miei. Ho gli stessi occhi di mio padre e i capelli di mia madre, oltre la capacità di percepire chakra e poi…

Decisi di calmarlo, vedendo che cominciava a scaldarsi “Calmati, non volevo farti venire paranoie. So che sei il loro figlio naturale, ti ho visto praticamente nascere e sinceramente il temperamento orgoglioso di un Uchiha ce l’hai eccome. La mia ero solo una battuta, in quanto tuo padre non avrebbe mai compiuto un gesto così carino verso una sua compagna, come hai fatto tu con Merodi!” dissi scompigliandomi i capelli.

Fugaku mi guardò incuriosito “Perché? Che tipo era mio padre alla mia età?”

“Antipatico, sempre sulle sue, pieno di sé e una cosa che gli riesce ancora bene oggi,  riusciva a farmi incavolare con una sola parola!” dissi ricordando i tempi passati “E la cosa che mi dava  maggiormente fastidio, era il fatto che riusciva bene in tutto, al contrario di me!” dissi sbuffando e mettendo un finto broncio.

“Wow, papà non mi ha mai parlato di sé stesso da bambino. E quando gli domando qualcosa, cambia discorso o se ne va senza degnarmi di uno sguardo. Ho come l’impressione che mi nasconda qualcosa e anche  mio fratello la pensa come me, ma neanche la mamma ci dice niente!” disse sospirando.

“Tutti abbiamo delle cose di cui non vogliamo parlare, compreso tuo padre!” dissi abbassando lo sguardo.

“Ma lui è così forte, come può fargli paura qualcosa che è successo tanto tempo fa, tanto da non raccontarmi niente? Tu lo sai?” mi chiese curioso.

Non lo guardai e rimasi in silenzio qualche secondo a fissare la fiamma del fuoco che scoppiettava allegra.

“Non tocca a me raccontarti di cose di cui tuo padre non vuole parlarti. Quando sarà pronto, lo farà di sua spontanea volontà!”

Shiori ci guardava interessata, curiosa di capire qualcosa “Mio padre invece non è per niente un mistero. Mia madre mi racconta tutto quello che faceva da giovane e lo posso riassumere in una sola parola: niente. Una volta si è addirittura ritirato da una battaglia contro di lei perché non aveva voglia di lottare o, come dice mamma, perché aveva paura!” disse un po’ stranita dall’ultimo fatto.

Feci una risatina, immaginando il commento di Shikamaru se solo avesse sentito la figlia “Tuo padre è solo un tipo che vuole starsene tranquillo, ma quando deve, compie il suo dovere meglio di tutti!”

“Allora perché la mamma…” cominciò Shiori.

Temari lo prende in giro per infastidirlo, è sempre stato così, ma nessuno meglio di lei sa di quanto è realmente capace tuo padre!” dissi.

Shiori sospiro “Io non lo mai visto in azione e sinceramente ora mi hai incuriosito. Vorrei vedere quali sono queste sue potenzialità e soprattutto, se è così in gamba come dici, vedere se io ho preso da lui!”

“Questo te lo posso dire io. Hai preso da entrambi i tuoi genitori e vedrai che se ti impegni, li supererai entrambi, come è giusto che accada!”

Fukagu si illuminò “Quindi io sarò migliore di mio padre?”

Annuii  “Solo se ti impegni!”

Fugaku si alzò e con aria determinata disse “Allora cosa stiamo aspettando, alleniamoci no?”

Sorrisi “Alleniamoci a dormire piuttosto. Ci aspetta ancora un lungo viaggio domani e non vogliamo arrivare a destinazione stanchi, dico bene?”

I ragazzi annuirono, anche Merodi che fino ad allora era stata in silenzio e per conto suo.

 

Facemmo dei turni di guardia, nonostante i ragazzi temessero di addormentarsi, non avvertendo così probabili pericoli. Per questo motivo rimasi vigile anche durante il loro turno.

Filò tutto liscio per diverse ore, finchè non captai qualcosa di strano, la stessa sensazione di qualche giorno prima, il che mi fece mettere sull’attenti pronto a qualsiasi evenienza.

Mi guardai attorno quando, con la coda dell’occhio, notai Fugaku scattare seduto con aria preoccupata. I nostri occhi si incrociarono e disse “Qualcuno si sta avvicinando!”

Non fece quasi in tempo a finire la frase, che un urlò ci fece scattare. Era la voce di Merodi e in men che non si dica affiancai la mia allieva. Era terrorizzata e guardava dritto davanti a sé nel buio della foresta, indicando un punto imprecisato “D-due occhi…due o-occhi luminosi mi stavano f-fissando e…

Creai subito un kagebushin che rimase con i miei allievi, mentre io mi apprestavo a controllare la situazione.

Mi addentrai nella foresta e notai le tracce del passaggio di qualcuno.

Fu in quel momento che mi resi conto di una cosa insolita. Era notte fonda e nonostante la presenza della luna piena, non vi era abbastanza luce perché i miei occhi potessero notare quelle piccole tracce che notavo senza problemi. Mi osservai intorno e notai di riuscire a vedere piuttosto bene nonostante la scarsa luminosità.

Mi spaventai non poco a quella capacità, che poteva tornarmi utile in ogni caso, dato che era un’altra capacita che stavo sviluppando senza che mi appartenessero di nascita.

Arrivai senza problemi a un lago dove la luna, riflettendosi sull’acqua, rendeva quel luogo magico e romantico e le pietre sembravano luccicare sotto i raggi dell’astro.

Fu lì che vidi qualcosa muoversi e dirigersi verso la riva opposta. Quella sensazione tornò a farsi viva nel mio cuore, era più nitida, tanto che mi sembrava di essere a un passo dal capire che cosa fosse o chi fosse.

Vidi una figura piuttosto piccola di statura, muoversi con estrema agilità, tanto da non sembrare umana e al vento vedevo i suoi lunghi capelli muoversi.

Questi mi parevano essere di un colore Bordeaux molto scuro, in quanto la luce presente e la mia nuova capacità, non mi permettessero di distinguere chiaramente il colore.

“Potrebbe essere un ninfa dei boschi!” disse una voce al mio fianco, che mi fece sussultare.

Shiori, che diavolo ci fai…o meglio cosa ci fate voi tre qui? Non vi avevo lasciato all’accampamento?” chiesi con un tono di rimprovero ai miei allievi, in quanto erano stati imprudenti a inoltrarsi nel bosco senza la supervisione di un adulto, con i rischi che potevano incontrare.

“Volevamo essere di aiuto!” cominciò Fugaku “Non è stato difficile trovarti seguendo il tuo chakra!”

In quel momento mi sorse spontanea una domanda,  il mio clone non avrebbe loro permesso di allontanarsi a meno che non fosse esploso. Fu proprio quello che accadde e secondo il racconto dei miei allievi, avvenne anche in modo alquanto ridicolo.

La mia copia aveva inciampato ed era caduto sul fuoco acceso, svanendo praticamente subito.

Mi sentii imbarazzato per la figura fatta, ma ciò nonostante spinsi i ragazzi a tornare indietro, non prima di aver lanciato un’ultima occhiata verso il luogo dove quella strana figura era scomparsa.

 

 

 

  
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