Capitolo 6: misteri
Pov Naruto
Mi svegliai
all’alba quella mattina. Avevo dormito poco e male a causa dei miei pensieri.
Non riuscivo a togliere la mia attenzione da quella sensazione che avevo
provato il giorno prima.
Avevo come l’impressione
che essa potesse essere importante. Pensai immediatamente a Kumiko,
ma sinceramente non trovavo un collegamento tra lei e quella strana emozione
provata per un paio di secondi.
Forse era solo il mio ardente desiderio di ritrovare la
mia bambina a farmi sperare che essa potesse centrare qualcosa, anche se
sinceramente, anche se ci fosse stato un legame, non avrei saputo comunque da
che parte cominciare a cercare.
Fra un pensiero e
l’altro giunsi al campo di allenamento, dove trovai i ragazzi già tutti sul
posto.
“Naruto ji…sensei!” disse Shiori osservandomi imbarazzata per avermi quasi nuovamente
chiamato jii-chan.
Le accarezzai i
capelli, per farle capire che non c’era problema.
Fugaku non salutò
nemmeno, ma subito, eccitato all’idea di una nuova missione da affrontare, che
non prevedesse ortaggi sul menù, mi domando cosa avremmo fatto quel dì.
Gli andò male, non
vi era alcuna missione in programma, ma
una lezione al villaggio e rimase deluso quando scoprì la mia intenzione
di insegnare loro come canalizzare il chakra sotto i
piedi, per potersi arrampicare o camminare sull’acqua.
“Cosa? Ma io lo so
già fare!” disse sbuffando “Mio padre me lo ha già insegnato l’anno scorso!”
disse il ragazzino rattristato.
Un macigno mi cadde
sulla testa. Che serviva dare un tutore al proprio figlio, se lo si allenava a
casa in separata sede.
Shiori scocciata dal
fatto che Fukagu fosse avanti, disse incrociando le
braccia “Bhe io no. Mio padre ha detto testuali
parole -A che ti serve un insegnante se devo insegnarti tutto io?- e per la
prima volta ho trovato mia madre d’accordo con lui!” sbuffò, ma subito dopo,
ritrovando la grinta e guardando con aria di sfida il compagno, disse “Capace o
meno, ti dimostrerò che sono più in gamba di te e ti supererò ancora prima che
tu possa dire Uchiha!”
Fukagu mi guardò confuso,
come per chiedermi se avesse fatto
qualcosa di strano per scatenare l’ira della sua compagna. Gli sorrisi e scossi
le spalle dicendogli di avere pazienza.
Merodi alzò nuovamente la
mano per richiamare l’attenzione “Nemmeno io s-sono capace N-Naruto
s-sensei. M-mi insegni?”
Mi grattai la testa
e sconsolato le dissi “Merodi, non siamo più in
accademia. Non alzare la mano ogni volta che vuoi parlare. Siamo tra amici,
stai tranquilla. E poi certo che ti insegno, se no cosa ci sto a fare qui io?
Almeno non mi fate sentire inutile, come Fugaku!”
Fugaku sentendosi preso
in mezzo si sentì colpevole “M-ma io…io
non volevo che tu…”
Scoppiai a ridere
al vedere la faccia stralunata del mio allievo.
“Comunque sia, se
devo insegnare a loro, devo lasciarti in disparte. Oppure trovare qualcosa da
farti fare!”
“Posso essere il
tuo assistente in questa lezione, sarà divertente impartire ordini a Shiori!” disse divertito a vedere lo sguardo omicida che la
figlia di Shikamaru gli lanciava.
Sorrisi “D’accordo,
ma sta attento. Conoscendola, sarà lei a farti rigare dritto!”
Fugaku si dimostrò un
buon aiutante, ma mi disse esplicitamente che non avrebbe mai voluto diventare
un insegnante per evitare di avere a che fare con allievi petulanti, testardi e
maneschi come Shiori.
Per sua fortuna, le
sue compagne appresero piuttosto in fretta la lezione e Fugaku
potè tornare a
indossare la veste da allievo e svolgere la nuova missionE.
Ero stato convocato
nell’ufficio di Kakashi perché mi venisse affidata
una missione. Lo vidi alquanto preoccupato e capì il motivo molto presto.
“Naruto, tu sai che il clan Uta si
è trasferito qui da noi dopo un terremoto che ha distrutto il loro villaggio,
no?” Mi chiese e non potei fare altro che annuire, in quanto era stato
informato proprio di ciò.
“Li ho accolti al
villaggio in quanto non avevano più una casa, ma sono sorte alcune complicazioni
che mi fanno sospettare che l’intero clan ci abbia mentito!”
Sussultai, non
capendo per quale motivo avessero dovuto farlo.
“Alcuni nostri
ricercatori, che tengono sotto controllo tutto il paese del fuoco, affermano
che negli ultimi anni non vi sono state scosse sismiche tanto elevate da creare
i danni che sospettiamo si siano verificati nel villaggio di Onpu, il
villaggio da cui provengono!”
“Non vedo il motivo
per cui mentirci. Cosa pensi sia accaduto realmente?
Kakashi scosse la testa.
“Non saprei, per questo ho deciso di mandarti in perlustrazione. Recati sul
luogo con il tuo team e dall’entità dei danni, vedi se riesci a capire qualche
cosa!” mi disse Kakashi serio.
“Credi sia una
buona idea portare Merodi?” Chiesi titubante.
Se il clan Uta ci aveva tenuto nascosto qualcosa, la mia allieva
doveva esserne al corrente. Ma era proprio questo il piano di Kakashi, mettere la ragazza alle strette, sperando che ci
aiutasse a risolvere questo mistero che aleggiava intorno al suo villaggio e
clan.
Inoltre Kakashi contava soprattutto sulla mia capacità di far
aprire il cuore alle persone.
Non persi tempo e
avvisai i miei allievi della partenza prevista per il giorno dopo. Non diedi
nessun particolare della missione, in quanto temevo una reazione da parte di Merodi e qualche possibile scusa da parte della ragazza per
non parteciparvi.
L’indomani ci
trovammo tutti al campo, pronti per la partenza. Shiori
corse alle porte di Konoha ansiosa di partire, mentre
Fugaku era incerto se raggiungere la compagna o
comportarsi in modo composto.
Sorrisi alla sua indecisione e dissi “Fugaku, è una missione di livello C, rilassati!”
Mi guardò e dopo
avermi regalato un sorriso, raggiunse la sua compagna, unendosi a lei nei cori
di incitamento ad aumentare il passo.
Per quanto
riguardava Merodi invece, come temetti, non fu
contenta di venire a conoscenza della nostra destinazione, ma ormai era tardi
per tirarsi indietro.
Non potè fare a meno di seguire me e i suoi compagni a testa
china e rassegnata.
Mi piangeva il
cuore vederla in quelle condizioni, ma un clan straniero che si intrufolava a Konoha, mentendo sulla loro vera presenza al villaggio,
poteva anche essere vista come una minaccia, anche se non potevo credere che Merodi potesse centrare in qualche sorta di attacco a
sorpresa a Konoha.
Il villaggio era a
più di un giorno di cammino e questo ci obbligò a fermarci per la notte.
“Come ci fermiamo?
Ma non sono ancora stanca!” Disse Shiori delusa e
seccata.
“Neanche io, ma c’è
un motivo se ci fermiamo. È pericoloso continuare al buio!” disse Fugaku con un aria di uno che la sa lunga “Vero Naruto-sensei?”
Sorrisi “Anche, ma
c’è un motivo più importante!” dissi attirando le loro attenzioni “Ho fame e se
non metto subito qualcosa sotto i denti, svengo!”
I miei allievi
finirono a gambe all’aria, non avendo il ben che minimo senso dell’umorismo.
La cena fu
piacevole a mio parere e trovai soprattutto molto carino da parte di Fugaku, offrire un po’ del suo pasto a Merodi,
che non sembrava intenzionata a voler mettere qualcosa nello stomaco.
Sorrisi alla scena
e guardando il mio allievo mi venne spontanea una domanda “Fugaku,
sei sicuro di non essere stato adottato?”
Il ragazzo sgranò
gli occhi “Perché cavolo ti viene in mente una cosa così assurda? Io sono un Uchiha, capito? Un Uchiha al
100%” disse con tono stridulo.
Risi “e che non
vedo in te la ben che minima traccia di quell’antipatico di tuo padre o di
quella scorbutica di tua madre!”
“Sia chiaro che il
fatto che io non abbia ancora lo sharingan non
significa niente, inoltre non è vero che non somiglio ai miei. Ho gli stessi
occhi di mio padre e i capelli di mia madre, oltre la capacità di percepire chakra e poi…”
Decisi di calmarlo,
vedendo che cominciava a scaldarsi “Calmati, non volevo farti venire paranoie.
So che sei il loro figlio naturale, ti ho visto praticamente nascere e
sinceramente il temperamento orgoglioso di un Uchiha
ce l’hai eccome. La mia ero solo una battuta, in quanto tuo padre non avrebbe
mai compiuto un gesto così carino verso una sua compagna, come hai fatto tu con
Merodi!” dissi scompigliandomi i capelli.
Fugaku mi guardò
incuriosito “Perché? Che tipo era mio padre alla mia età?”
“Antipatico, sempre
sulle sue, pieno di sé e una cosa che gli riesce ancora bene oggi, riusciva a farmi incavolare con una sola parola!”
dissi ricordando i tempi passati “E la cosa che mi dava maggiormente fastidio, era il fatto che
riusciva bene in tutto, al contrario di me!” dissi sbuffando e mettendo un
finto broncio.
“Wow, papà non mi
ha mai parlato di sé stesso da bambino. E quando gli domando qualcosa, cambia
discorso o se ne va senza degnarmi di uno sguardo. Ho come l’impressione che mi
nasconda qualcosa e anche mio fratello
la pensa come me, ma neanche la mamma ci dice niente!” disse sospirando.
“Tutti abbiamo
delle cose di cui non vogliamo parlare, compreso tuo padre!” dissi abbassando
lo sguardo.
“Ma lui è così
forte, come può fargli paura qualcosa che è successo tanto tempo fa, tanto da
non raccontarmi niente? Tu lo sai?” mi chiese curioso.
Non lo guardai e
rimasi in silenzio qualche secondo a fissare la fiamma del fuoco che
scoppiettava allegra.
“Non tocca a me
raccontarti di cose di cui tuo padre non vuole parlarti. Quando sarà pronto, lo
farà di sua spontanea volontà!”
Shiori ci guardava
interessata, curiosa di capire qualcosa “Mio padre invece non è per niente un
mistero. Mia madre mi racconta tutto quello che faceva da giovane e lo posso
riassumere in una sola parola: niente. Una volta si è addirittura ritirato da
una battaglia contro di lei perché non aveva voglia di lottare o, come dice
mamma, perché aveva paura!” disse un po’ stranita dall’ultimo fatto.
Feci una risatina,
immaginando il commento di Shikamaru se solo avesse
sentito la figlia “Tuo padre è solo un tipo che vuole starsene tranquillo, ma
quando deve, compie il suo dovere meglio di tutti!”
“Allora perché la mamma…” cominciò Shiori.
“Temari lo prende in giro per infastidirlo, è sempre stato
così, ma nessuno meglio di lei sa di quanto è realmente capace tuo padre!”
dissi.
Shiori sospiro “Io non lo
mai visto in azione e sinceramente ora mi hai incuriosito. Vorrei vedere quali
sono queste sue potenzialità e soprattutto, se è così in gamba come dici,
vedere se io ho preso da lui!”
“Questo te lo posso
dire io. Hai preso da entrambi i tuoi genitori e vedrai che se ti impegni, li
supererai entrambi, come è giusto che accada!”
Fukagu si illuminò
“Quindi io sarò migliore di mio padre?”
Annuii “Solo se ti impegni!”
Fugaku si alzò e con aria
determinata disse “Allora cosa stiamo aspettando, alleniamoci no?”
Sorrisi
“Alleniamoci a dormire piuttosto. Ci aspetta ancora un lungo viaggio domani e
non vogliamo arrivare a destinazione stanchi, dico bene?”
I ragazzi
annuirono, anche Merodi che fino ad allora era stata
in silenzio e per conto suo.
Facemmo dei turni
di guardia, nonostante i ragazzi temessero di addormentarsi, non avvertendo
così probabili pericoli. Per questo motivo rimasi vigile anche durante il loro
turno.
Filò tutto liscio
per diverse ore, finchè non captai qualcosa di
strano, la stessa sensazione di qualche giorno prima, il che mi fece mettere
sull’attenti pronto a qualsiasi evenienza.
Mi guardai attorno
quando, con la coda dell’occhio, notai Fugaku
scattare seduto con aria preoccupata. I nostri occhi si incrociarono e disse
“Qualcuno si sta avvicinando!”
Non fece quasi in tempo
a finire la frase, che un urlò ci fece scattare. Era la voce di Merodi e in men che non si dica
affiancai la mia allieva. Era terrorizzata e guardava dritto davanti a sé nel
buio della foresta, indicando un punto imprecisato “D-due
occhi…due o-occhi luminosi mi stavano f-fissando e…”
Creai subito un kagebushin che rimase con i miei allievi, mentre io mi
apprestavo a controllare la situazione.
Mi addentrai nella
foresta e notai le tracce del passaggio di qualcuno.
Fu in quel momento
che mi resi conto di una cosa insolita. Era notte fonda e nonostante la
presenza della luna piena, non vi era abbastanza luce perché i miei occhi
potessero notare quelle piccole tracce che notavo senza problemi. Mi osservai
intorno e notai di riuscire a vedere piuttosto bene nonostante la scarsa
luminosità.
Mi spaventai non
poco a quella capacità, che poteva tornarmi utile in ogni caso, dato che era un’altra
capacita che stavo sviluppando senza che mi appartenessero di nascita.
Arrivai senza
problemi a un lago dove la luna, riflettendosi sull’acqua, rendeva quel luogo
magico e romantico e le pietre sembravano luccicare sotto i raggi dell’astro.
Fu lì che vidi
qualcosa muoversi e dirigersi verso la riva opposta. Quella sensazione tornò a
farsi viva nel mio cuore, era più nitida, tanto che mi sembrava di essere a un
passo dal capire che cosa fosse o chi fosse.
Vidi una figura
piuttosto piccola di statura, muoversi con estrema agilità, tanto da non
sembrare umana e al vento vedevo i suoi lunghi capelli muoversi.
Questi mi parevano essere
di un colore Bordeaux molto scuro, in quanto la luce presente e la mia nuova
capacità, non mi permettessero di distinguere chiaramente il colore.
“Potrebbe essere un
ninfa dei boschi!” disse una voce al mio fianco, che mi fece sussultare.
“Shiori, che diavolo ci fai…o
meglio cosa ci fate voi tre qui? Non vi avevo lasciato all’accampamento?”
chiesi con un tono di rimprovero ai miei allievi, in quanto erano stati
imprudenti a inoltrarsi nel bosco senza la supervisione di un adulto, con i
rischi che potevano incontrare.
“Volevamo essere di
aiuto!” cominciò Fugaku “Non è stato difficile
trovarti seguendo il tuo chakra!”
In quel momento mi
sorse spontanea una domanda, il mio
clone non avrebbe loro permesso di allontanarsi a meno che non fosse esploso.
Fu proprio quello che accadde e secondo il racconto dei miei allievi, avvenne
anche in modo alquanto ridicolo.
La mia copia aveva
inciampato ed era caduto sul fuoco acceso, svanendo praticamente subito.
Mi sentii
imbarazzato per la figura fatta, ma ciò nonostante spinsi i ragazzi a tornare
indietro, non prima di aver lanciato un’ultima occhiata verso il luogo dove
quella strana figura era scomparsa.