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Autore: more_    04/03/2012    31 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Tell me you don't want my kiss
That you're need your distance, distance

 

Mancavano poche ore per la mezzanotte e a casa erano arrivati già tutti per festeggiare il primo giorno dell’anno nuovo. Liam e Danielle erano arrivati con un’ora d’anticipo dato che quest’ultima aveva insistito così tanto per aiutarmi con la cena, Niall e Marine erano arrivati puntuali come un orologio svizzero mentre Zayn si era presentato con i suoi soliti minuti di ritardo. Zia Anne e Mark avevano deciso di lasciarci da soli ed erano andati a cenare in un delizioso ristorante, ed ora avevamo casa libera per festeggiare tranquillamente il capodanno e anche il compleanno del mio piccolo Nathan, il quale, in quel momento, stava giocando con la mini macchina che gli aveva regalato Louis per Natale, e ovviamente Niall, Harry e suo padre lo stavano convincendo per far fare un giro anche a loro. Quella piccola macchina non sarebbe arrivata a fine serata. Zayn e Liam, invece, stavano bevendo una birra seduti sul divano parlando del più e del meno, quei ragazzi, secondo me, avevano una sintonia unica: anche sul posto di lavoro parlavano spesso e ridevano in continuazione, sembravano fatti per stare insieme, peccato che fossero due ragazzi e che fossero tutti e due impegnati. Sorrisi alludendo al pensiero che avevo appena fatto, erano dolci insieme, loro due.
Presi un grande sospiro di sollievo vedendo che la situazione in casa era stabile, o quasi, e andai in cucina dove si trovavano Danielle e Marine, che si erano appena conosciute.
«Come va ragazze?» chiesi sedendomi accanto a loro su una sedia attorno al tavolo, appena mi videro mi sorrisero entrambe.
«Fantasticamente» mi rispose Danielle sfoggiando una dei suoi sorrisi migliori «grazie per averci invitato»
«Grazie a voi per essere venute, di cosa stavate parlando?»
«Danielle mi stava raccontando un episodio divertente della sua vita, stavamo ridendo come pazze» affermò Marine mandando un’occhiata divertente alla sua nuova amica che ricambiò più che volentieri.
«Ho dimenticato di mettermi gli orecchini!» esclamai d’un tratto toccandomi i lobi nudi «torno subito» dissi infine camminando in fretta sui tacchi verso la mia camera, inutile dire che con quel rumore avevo attirato l’attenzione di tutti presenti.
Arrivai in camera velocemente e mi fiondai sul mio portagioie, cercai i miei orecchini pendenti da abbinare alla collana che avevo indossato quella sera quando mi capitò sotto gli occhi il bracciale che mi aveva regalato Louis. Lo presi in mano mi soffermai a guardarlo un po’, era davvero molto bello, ma avevo, in un certo senso, paura nell’indossarlo.
Sobbalzai facendo cadere il bracciale nel portagioie quando sentii due mani appoggiarsi sui miei fianchi, mi voltai di poco e constatai che era Zayn.
«Dio, mi hai spaventato» dissi mettendomi una mano sul cuore continuando a dare le spalle al mio ragazzo, lo sentii sorridere contro la pelle del mio collo per poi attirarmi di più a sé.
«Mi sono dimenticato di dirti quanto sei meravigliosa stasera» soffiò contro il mio orecchio con voce roca. Arrossii di poco e poi mi voltai verso di lui per posargli un dolce bacio sulle labbra, anche lui era perfetto con quel maglioncino blu e i pantaloni chiari.
«Grazie, e posso dire la stessa cosa di te» affermai allacciando le braccia attorno al suo collo, sorrise appena iniziando a cercare di nuovo le mie labbra.
«Uhm - uhm» sentimmo grugnire io e Zayn dal fondo della mia stanza, ci girammo all’unisono e notammo Louis appoggiato sullo stipite della porta mentre faceva un sorriso falsissimo.
«Cosa c’è, Louis?» gli chiesi spingendo dolcemente con le mani Zayn da me, nonostante lui sembrava non volersi muovere neanche di un centimetro.
«Nathan si è versato il succo di frutta addosso» mi avvisò mordendosi un labbro continuando a tenere i suoi occhi ghiacciati su me e Zayn.
«E stai aspettando me per cambiarlo?» gli chiesi seccata con un tono di sarcasmo nelle voce «aspettami qui» sussurrai dopo a Zayn.
«Sei tu quella che si occupa di queste cose» reclamò Louis facendo la faccia da cane bastonato. Sbuffai e mi avvicinai alla porta, per poi uscire dalla stanza e dirigermi verso il salotto lasciando da soli Louis e Zayn.
In salotto Harry stava cercando irrimediabilmente di smacchiare la macchia sul maglioncino di Nathan con un solo tovagliolo, povero idiota.
«Lascia stare» dissi sorridendo a mio cugino «non credo se ne andrà mai se continui a strofinare in quel modo»
«Forse dovresti cambiarlo» mi avvertì prendendo in braccio Nathan per passarmelo.
«Forse?» chiesi infine ridendo sotto i baffi.
 
Louis
Restai a fissare Zayn prima di aprire bocca. Notai che aveva una parte di un sopracciglio tagliato, i capelli in una cresta perfetta neanche fosse un gallo e un orecchino a forma di stella all’orecchio destro. Mi chiesi dentro di me cosa ci trovasse Mylène in un tipo come lui, e nello stesso momento un altro pensiero mi affollò la mente: cosa aveva trovato in me Mylène quattro anni prima? Io e Zayn eravamo così, esteticamente non avevamo niente in comune, e per quanto ne sapevo neanche caratterialmente: io ero così bambinone mentre lui sembrava un uomo vissuto, o forse lo faceva credere e basta.
Gli feci un altro sorriso sornione quando posò i suoi occhi su di me, che prima aveva tenuto bassi imbarazzato, e poi schioccai la lingua staccandomi dallo stipite della porta e facendo qualche passo.
«Ti stai divertendo?» gli chiesi semplicemente avanzando verso il letto di Mylène per poi cadere su di esso facendo molleggiare le molle del materasso. Zayn alzò le sopracciglia e infilò le mani nelle tasche, sembrava così arrogante.
«Fino a qualche minuto sì» affermò facendo anche lui un sorriso falso, se stava cercando di offendermi aveva proprio sbagliato di brutto incominciando in questo modo.
«Sì lo so, sono sempre stato bravo a guastare le feste agli altri» mi vantai passando una mano tra i miei capelli volutamente in disordine, al contrario dei suoi volutamente da pagliaccio.
«Ti do abbastanza ragione in questo» rispose guardandosi intorno nella stanza, una foto attirò la sua attenzione: ritraeva Mylène con Nathan in braccio a lei, sorridevano entrambi e io trovavo quella foto assolutamente meravigliosa «è incredibile come Nathan ti somigli, spero solo che non diventi buffone come te» disse dopo prendendo la cornice tra le mani.
Per fortuna mi dava le spalle e non riusciva a guardare la mia espressione da “ripetilo e ti prendo a pugni”.
«Io invece spero che tu esca dalla vita di Mylène il più presto possibile, non ti sopporto»  proferii serio stringendo le mani a pugno. Zayn si voltò per guardarmi in voltò e poi si lasciò andare in un ghigno divertito.
«Stanne certo Louis, mi terrò stretta Mylène finché posso» m’informò scuotendo la testa ancora con il sorriso sulle labbra, come se io avessi detto una sciocchezza.
«Ne sei così sicuro, Zayn?» lo ammonii sorridendo sghembo.
«Toccala solo con un dito e ti farò pentire per il resto dei tuoi giorni» mi avvertì con tono furioso riposizionando la cornice della foto dov’era.
«Che paura!» mimai con la voce di una ragazzina «Caro, le tue minacce non mi sfiorano nemmeno»
«Vedremo quando il mio bel pugno sfiorerà il tuo bel faccino, so diventare molto cattivo quando voglio» ribatté in modo brusco avvicinandosi a me di un passo, puntando con un dito il pugno nell’altra mano.
«E sai poi che fa la tua piccola Mylène? Prova a immaginarlo» lo schernii alzandomi dal letto.
«Sei uno stronzo» commentò incenerendomi con lo sguardo, quanta poca finezza.
«C'est la vie» sospirai sorridendo dirigendomi verso la porta, nello stesso momento Mylène stava entrando.
«Tutto okay qui?» chiese preoccupata guardando prima Zayn e poi me.
«Meravigliosamente»  risposi per lasciarli finalmente da soli, infondo non ero così bastardo.
 
Mylène.
Le ore restanti le passammo tutti insieme a mangiare la cena preparata da me con l’aiuto di Danielle, Niall aveva spazzato via tutto in pochissimo tempo ed era il primo a finire ogni portata, in più aveva mangiato tutte le cose che gli altro avevano lasciato beccandosi un rimprovero da parte di Marine.
Più guardavo quei due, più mi rendevo conto che erano davvero buffi insieme, lei era così perfettina e carina mentre lui era.. tutt’altro, ecco, ma nell’insieme erano davvero bellissimi, davano l’aria di una coppia molto affiatata e dolce.
Chissà come apparivamo agli occhi degli altri io e Zayn come coppia, chissà se anche io e lui insieme sembravamo dolci e carini.
Scossi la testa e guardai l’orologio, solo due minuti e anche quell’anno sarebbe passato, quell’anno che mi aveva sconvolto la vita del tutto.
Harry aveva già una bottiglia di champagne tra le mani, Louis invece era in cucina per accendere le quattro candeline della torta di Nathan, tutti gli altri invece, me compresa, aspettavamo con ansia che quel 00:01 scoccasse.
Pochi secondi ancora.
L’orologio non mi lasciò neanche il tempo di sbattere ancora una volta gli che già Harry stava urlando come un pazzo e Louis stava entrando nella sala da pranzo con la torta tra le braccia. Presi Nathan tra le mie braccia e lo baciai calorosamente sulla guancia, quel giorno compiva quattro anni, quattro anni dal regalo più bello della mia vita. Senza che me ne accorgessi alcune lacrime solcarono il mio viso, ero felice e allo stesso tempo amareggiata: il mio bambino stava crescendo troppo in fretta.
Molti fuochi d’artificio si riuscivano a vedere dalle finestre, si sentivano forti rumori di clacson e nel programma televisivo che stavamo guardando stavano ballando come forsennati.
Un paio di braccia avvolsero me e mio figlio, nonostante avessi gli occhi appannati riuscii a vedere la figura di Louis baciare sulla guancia prima Nathan e poi anche me.
Sostanzialmente eravamo tutti e tre pronti per diventare una famiglia quasi normale.
Sorrisi teneramente a Louis e gli lasciai Natan tra le braccia, dopo aver visto Zayn squadrarmi.  Mi avvicinai lentamente a lui, e poi come se fossimo due calamite, ci attaccammo per non so quanto tempo.
 
«Cacchio, sono stanchissima!» mi lamentai sedendomi affianco a Louis sul gradino di casa, stavano facendo ancora qualche fuoco d’artificio nonostante fossero le tre di notte passate. Ormai eravamo rimasti solo io e lui, tutti gli altri se ne erano andati e Nathan era crollato in un sonno molto profondo.
«Dove hai lasciato i tuoi tacchi vertiginosi?» mi domandò curioso notando che ai piedi portavo le pantofole.
«Li ho mandati a quel paese molto tempo fa» risposi chiudendomi nelle spalle, per fortuna prima di uscire avevo indossato una felpa, lì fuori faceva veramente freddo.
«Lo immaginavo» disse semplicemente alzando gli occhi sull’ultimo fuoco d’artificio, aveva un’aria strana, quasi preoccupata, quella sera.
«Obbiettivi per l’anno nuovo?» sbottai d’un tratto voltandomi verso di lui, potei constatare che era fottutamente bello anche di profilo, Louis si voltò per guardarmi negli occhi e poi rise scuotendo la testa.
«Io, io non lo so» boccheggiò iniziando a torturare le sue mani.
«Dai, ci sarà qualcosa» lo incitai dandogli una piccola spinta.
«Uhm, okay. Trovare un lavoro» incominciò facendo l’uno con le dita «un lavorio serio, però»
Annuii sorridente a quella informazione, finalmente aveva capito che suo padre non lo poteva mantenere a vita.
«Passare più tempo con mia mamma e le mie sorelle» continuò alzando anche il secondo dito sulla mano «E poi..» ci pensò un po’, forse un po’ troppo, prima di puntare i suoi occhi nei miei e dire «Te»
Lo guardai confusa per un secondo e subito dopo realizzai ciò che aveva detto, divenni rossa in viso e dovetti abbassare lo sguardo dato che non riuscivo a sostenere tutto quell’azzurro.
La sua mano fredda si posizionò sulla mia guancia costringendomi ad alzare gli occhi su di lui e in quel momento notai che il suo viso si era avvicinato al mio più del dovuto, superando il limite.
Ragiona, Mylène.
«Smettila di fare così» lo avvertii alzandomi dal gradino prima che lui posizionasse le sue labbra sulle mie. Rientrai in casa più rossa di un pomodoro, e poco mi importava se lo aveva lasciato lì fuori come un pesce lesso. 

 


 

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HELLO!
Okay, dico solo poche cose, stasera ho davvero molto sonno!
1. sono stata davvero brava AHAHAH l'ho scritto tutto in una sera e mi piace parecchio :D Ero abbastanza ispirata questa sera :) Mi scuso solo per gli errori, è tardi e non mi va di rileggere (che scansafatiche è.é)
2. SIETE TUTTE MERAVIGLIOSE. Ringrazio tutte, come sempre (risponderò alle recensioni appena posso)
3. Vi dispiacerebbe passare dalla mia nuovissima FF? (cliccate sull'immagine qui in basso)
Grazie mille se lo fate :)
Un bacio :*

   
 
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