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Autore: Lady Numb    05/03/2012    6 recensioni
[Sequel di UNHOLY CONFESSIONS]
Zack e Natalie qualche anno dopo rispetto a dove li avevamo lasciati... ma anche la più tranquilla delle vite è a rischio se ombre dal passato tornano a farti visita...
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unholy Confessions Series'
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La mattina successiva, Zack stava preparando la colazione a un Jess estremamente mattiniero, quando infatti il bambino lo aveva sentito alzarsi, non c’era stato verso di convincerlo a tornare a dormire nonostante fosse evidente che non si reggeva in piedi dal sonno, probabilmente aveva paura che Zack uscisse senza dirgli nulla.

Non fu affatto sorpreso quando vide Michelle entrare in cucina poco dopo, erano solo le otto, ma probabilmente nemmeno lei come lui aveva dormito molto quella notte.

‘Buongiorno... caffè?’ offrì il ragazzo.

‘Ti prego, sì’ rispose lei ‘Ehy Jess, come mai già in piedi?’

‘Non... non ho sonno’ rispose il bambino sbadigliando.

La ragazza sorrise appena, scompigliandogli i capelli.

‘Dormito?’ le chiese Zack, versandole il caffè.

‘Poco, ma più di quanto pensassi in realtà’ rispose lei.

‘Oggi vai ancora via papà?’ chiese Jess.

‘Accompagna me a casa Jess, ma poi torna’ disse la ragazza, rispondendo prima di Zack.

‘Perché vai a casa?’ chiese il bambino.

‘Perché una volta che non ci sono lo zio e Fifi sistemo un po’ senza nessuno che mi urli di non spostare le sue cose’ gli rispose lei.

‘Ma poi torni qui? Se no attacchi il raffreddore alla zia Val se vai da lei’ le chiese il bambino.

‘Sì, poi torno qui se vuoi’

‘Sì! Non voglio che stai a casa da sola!’ rispose lui.

‘Sei adorabile piccolino... e hai anche tanto sonno, vero?’ le chiese lei e il bambino, dopo un attimo di esitazione, annuì.

‘Cucciolo, perché non torni a dormire?’ disse Zack ‘Ti prometto che quando ti svegli sono a casa... e ci dovrebbe essere anche la nonna’ aggiunse poi, sua madre infatti avrebbe tenuto d’occhio Aymee e Jess mentre lui portava Mich in ospedale.

‘Davvero?’ chiese Jess.

‘Davvero’ rispose Zack.

‘Ok’ cedette il bambino, alzandosi in piedi ‘Ci vediamo stasera zia!’

‘A stasera tesoro’ lo salutò lei.

Zack andò ad accompagnarlo nella sua camera, poi tornò di sotto e si fermò a osservare Michelle.

‘Che c’è?’ chiese la ragazza.

‘Me lo vuoi spiegare come fate?’

‘Chi e cosa?’ chiese confusa lei.

‘Tu, Nat, qualsiasi essere di sesso femminile... è mezz’ora che cerco di fargli ammettere che non si regge in piedi senza risultati e tu ci sei riuscita in cinque minuti’.

Michelle rise appena, divertita dall’evidente sincerità della curiosità di Zack.

‘Tu e Jess siete testardi allo stesso modo Zack, finite per impuntarvi sulle vostre posizioni e non ne uscite più... io e Nat sappiamo girarci intorno ormai’ spiegò lei.

‘Non so se mi piace... comunque, sicura che non vuoi che resti in ospedale?’ chiese lui.

‘Tranquillo, tanto passerò comunque tutto il giorno con Fifi credo... cioè... in realtà non so, vorrei andare da Bri, ma non voglio nemmeno lasciare Fifi da sola...’ disse lei.

‘Ehy, tranquilla...’ la calmò lui, era evidente che dover scegliere con chi stare fra i due era un problema serio per lei ‘Fifi dorme dopo pranzo, no? Mentre dorme vai da Bri e poi torni da lei... però al momento per come la vedo io è lei quella che ha più bisogno di te... da Brian se può farti stare tranquilla ci possiamo passare tutti a turno, ma sei l’unica che Fifi vuole vedere davvero’ continuò il ragazzo.

‘Ok... hai ragione direi... e poi... beh, non è che io possa cambiare la situazione, no?’

‘Temo di no’ rispose Zack, incupendosi leggermente, odiava quella situazione, la odiava a morte.

‘Ehy Zack... tu come stai?’ gli chiese Michelle: non era stupida, anche se il giorno prima il ragazzo aveva svolto egregiamente la funzione di sostegno morale, sapeva che quello che era successo oltre a coinvolgerlo in quanto amico di Brian gli ricordava anche che Nat era nelle mani di una persona che si stava dimostrando più instabile di quanto pensassero.

‘Come ho già detto a Viki, focalizzo sulle cose che vanno bene... ultimamente è un’impresa disperata, ma ci provo... devo farlo per Jess e Aymee, non credo di avere scelta in realtà’

‘Già... credo di essere nella stessa situazione’

‘Quei due ci dovranno favori per l’eternità’ commentò Zack, parlare come se fosse certo che tutto si sarebbe risolto per il meglio lo faceva sentire bene, anche se in fondo sapeva che non avrebbe dovuto farlo finché non avesse avuto qualche certezza in più.

‘Altro che vacanzina, mi deve portare un mese intero ai Caraibi’ rispose Michelle ‘Ieri... ieri mattina stavamo dicendo che quando tutto fosse finito ci sarebbe piaciuto prenderci una vacanza, io e lui...’ spiegò poi, rattristandosi al ricordo: solo ventiquattro ore prima andava tutto abbastanza bene e ora vivevano in un incubo peggiore di quello in cui già si trovavano.

‘Anche io e Nat parlavamo della stessa cosa... mi sa che conviene restarcene qui se il mondo deve capovolgersi ogni volta che consideriamo di staccare’

‘Caspita, decisamente’ commentò lei.

‘Ok... io salgo a vestirmi, tu fai con calma, tanto non c’è fretta... anche perché se conosco mia figlia esattamente fra dieci minuti si sveglierà per mangiare...’

‘D’accordo Zee, grazie’

‘Ma figurati... oddio, è in anticipo, è in anticipo!’ disse Zack, correndo per le scale quando sentì Aymee piangere.

 

‘Papà?’

‘Che c’è cucciolo?’ chiese Zack a Jess, seduto praticamente addosso a lui sul divano, mentre guardavano la televisione.

‘Ci devo tornare presto a scuola?’ chiese Jess e il ragazzo sorrise, era talmente strano parlare di qualcosa di così normale in quel periodo.

‘Non dura per sempre la vacanza Jess... lunedì torni a scuola’ gli rispose Zack, ribadendo quanto in realtà aveva detto sua madre al bambino qualche ora prima.

‘Io non voglio tornarci...’ piagnucolò Jess.

‘Tu sei sempre più uguale a me cucciolo’ commentò divertito Zack, dandogli un bacio sulla fronte ‘E comunque ci torni lo stesso, fine della discussione... quindi goditi i tre giorni di vacanza che ti restano, ok?’.

‘Uffa!’ si lamentò Jess, con un broncio che Zack trovò assolutamente adorabile.

In realtà il pensiero di Jess lontano da casa e sotto la supervisione di qualcuno diverso da lui, la sua famiglia o i ragazzi non lo lasciava affatto tranquillo, ma primo, aveva bisogno di liberarsi di quella paranoia il più presto possibile, secondo, a Jess un po’di normalità e di interazione con i suoi amichetti non poteva fare che bene.

‘Quando torna lo zio, papà?’ chiese poi il bambino.

Ecco, la parentesi normalità era durata anche troppo, pensò Zack.

‘Non lo so esattamente cucciolo... la zia ha detto una settimana, ma forse si ferma un po’ di più... sai, i nonni di Fifi non sono qui come i tuoi, la vedono poco, vogliono stare un po’ con lei...’

‘Ma non dovete fare i cd?’ chiese Jess.

‘Non per adesso cucciolo...’

‘Ah...ok’ disse Jess, tornando a guardare la televisione.

Zack ne fu sollevato, non aveva davvero la testa per sostenere conversazioni troppo difficili in quel periodo e Jess era un lavoro a tempo pieno in quel senso.

‘Voi due, a pranzo!’ esclamò la madre di Zack, entrando in salotto.

‘Arrivo nonna!’ rispose Jess, balzando in piedi e correndo verso la cucina.

‘Io non ho fame mamma’ disse Zack, ricevendo in cambio un’occhiataccia da sua madre.

‘Zachary James Baker!’.

Zack alzò gli occhi al cielo, aveva sempre odiato essere trattato come un ragazzino quando un ragazzino lo era davvero, figurarsi ora che era adulto e indipendente.

‘Mamma, ti prego...’ iniziò lui, ma la donna lo interruppe.

‘Zack, non puoi pretendere che Jess pensi che va tutto bene se poi non ti comporti in modo normale... quindi alzati da quel divano e vieni a mangiare’ disse lei.

‘Mamma?’

‘Dimmi Zacky’

‘Io odio il fatto che tu abbia sempre ragione, sappilo’ disse lui, sorridendo appena mentre si dirigeva verso la cucina.

‘Sono tua madre Zack, ho ragione a prescindere’ rispose divertita lei, seguendolo ‘Ehy Jess, hai fame?’ chiese poi al bambino, seduto al tavolo della cucina.

‘Sì!’ esclamò lui.

‘Beh, allora mangiamo direi!’ intervenne Zack, sedendosi di fianco a lui mentre sua madre serviva il pranzo a entrambi.

 

I can be tough, I can be strong,

But with you it’s not like that at all

(Avril Lavigne, Wish you were here)

 

Quel pomeriggio, Zack aveva deciso di arrivare in ospedale prima del previsto per passare da Brian prima di portare a casa Mich.

Tuttavia, la sua visita era durata molto meno del previsto dal momento che nella stanza col ragazzo aveva trovato i genitori di lui.

Non che lui avesse qualche problema con i suoi suoceri, tutt’altro, ma vedere loro e Brian in quella stanza non aveva fatto altro che ricordargli che Natalie non c’era e dal momento che né Jess né Aymee erano nelle immediate vicinanze poteva anche smettere di fare finta che andasse tutto bene.

Aveva fatto due chiacchiere con loro e se ne era andato con la scusa che doveva salire da Michelle in pediatria, una mezza verità in realtà visto che doveva farlo davvero, solo che la ragazza lo aspettava per le sei e mezzo ed erano solo le sei.

Stava seduto nella sala d’aspetto di pediatria da allora, lasciandosi prendere dallo sconforto finché poteva, in meno di un’ora avrebbe dovuto ricominciare a fare finta che le cose andassero più o meno bene.

Stava iniziando a diventare sempre più dura, Natalie gli mancava da morire e a questo si aggiungeva il terrore nel saperla nelle mani di Charlie, soprattutto dall’incidente di Brian perché significava che quel pazzo era ancora più fuori controllo di quanto non pensassero prima.

Poteva solo sperare che non facesse del male a Natalie a quel punto, in caso contrario non avrebbe avuto pace finché non lo avesse personalmente fatto sparire sotto diversi metri di terra.

Si alzò in piedi, doveva smettere di pensare a Natalie all’istante se voleva restare sano di mente.

Andò a bussare alla porta della stanza di Fifi e subito dopo entrò, sorridendo quando vide la bambina.

‘Io Ack!’ esclamò felice Fifi.

‘Ehy, piccolina!’ la salutò Zack, andando a sedersi di fianco a Mich ‘Buongiorno!’ disse poi, rivolto alla ragazza.

‘Ciao Zack... ehy amore, visto chi c’è?’ disse poi alla bambina, che per tutta risposta si sporse dalle gambe della ragazza verso Zack, che la prese in braccio.

‘Come stai bellissima?’ le chiese lui.

‘Ene! Io asa omani!’ aggiunse poi sorridendo.

‘Davvero?’ chiese lui, lanciando un’occhiata a Michelle, che annuì ‘Fantastico piccola!’ aggiunse poi, dandole un bacio sulla guancia prima di ripassarla a Mich.

‘Sono in ritardo?’ chiese la ragazza.

‘No, sono io in anticipo, ho pensato di passare a salutare questa piccoletta’ rispose lui.

‘Tutto a posto con Jess e Aymee?’

‘Aymee sta iniziando a preoccuparmi, non è mai stata così calma come in questi giorni...’ scherzò Zack, anche se era vero che sua figlia ultimamente era un piccolo angelo ‘Jess è a posto, non ha voglia di tornare a scuola lunedì, ma chi sono io per biasimarlo?’ continuò lui e Michelle rise.

‘Già... mi pare di ricordare che ci sia stato un periodo in cui erano più i giorni che passavate al parco di quelli che passavate a scuola, tu, Matt e Jimmy’

‘Bei tempi quelli... ci saremmo divertiti anche di più con Gates, ma quella maledetta scuola dove andava controllava anche quante volte respirava in un’ora...’

‘Già... ehy, te la ricordi la volta che Nat lo ha fatto uscire di nascosto dal bagno?’ rispose la ragazza, sorridendo a quel pensiero.

‘E chi se la scorda? È stato epico... lui che insisteva che non ci sarebbe mai passato e lei che lo ha spinto fuori a forza, è una scena di quelle storiche’

‘E non dimentichiamoci che lui è atterrato come un sacco di patate e lei invece come se uscisse dalle finestre tutti i giorni’

‘Vero...’

‘Ehy, novità?’ chiese Mich, vedendo che Zack si era rabbuiato parlando di Nat.

‘Nessuna... Nate mi ha chiamato qualche ora fa per aggiornarmi, anche se sarebbe meglio dire che mi ha semplicemente ripetuto quello che mi aveva detto ieri...nulla di nuovo, quel...  non ha lasciato una traccia che sia una’ rispose lui, ricordandosi appena in tempo che non era il caso di diventare volgari in  presenza di Fifi.

Michelle annuì, appoggiandogli una mano sulla spalla.

‘La trovano Zack, vedrai che in qualche modo la trovano...’

‘Spero che tu abbia ragione, lo spero davvero Mich... altrimenti io impazzisco davvero questa volta’

‘Me lo hai detto tu, focalizza su quello che va bene... certo, non so se Jess che si aggrappa alla porta perché non vuole andare a scuola sia qualcosa che va bene, ma per lo meno non è nulla di apocalittico’ disse lei, riuscendo a strappargli un sorriso.

‘Lunedì sarà una giornata da ricordare’ commentò Zack.

‘Se ti servisse una mano, fai un fischio... e a proposito, pensavo di andare da Val da domani... così per il momento puoi evitare di spiegare a Jess perché Fifi è a casa e... tu sai chi no’ spiegò lei ‘Non posso nominarlo o inizia a fare domande’ disse Michelle in risposta all’occhiata confusa del ragazzo, indicando Fifi con un cenno della testa.

‘Capito... come preferisci Mich, sai benissimo che per me puoi restare quanto vuoi’

‘Lo so e davvero, grazie Zack... ma credo che concorderai con me che a questo punto Val la crisi isterica la rischia se resto da te’ rispose lei, ridacchiando.

Zack non poteva che darle ragione, Val aveva capito i motivi per cui la sorella era andata a stare da lui, ma effettivamente il fatto di non poter vedere di persona che stava bene come sia Michelle che Zack le dicevano la rendevano un tantino ossessiva e agitata.

Decisamente tutti non vedevano l’ora che il piccolo Sanders venisse al mondo e Val tornasse ad essere la persona dolce e razionale che era sempre stata.

‘Ok amore mio, la mamma adesso va a casa che è tardi...’ disse dopo qualche minuto Mich, ottenendo in cambio un’espressione triste da Fifi.

‘Mamma qui...’ protestò la bambina, abbracciando la ragazza.

‘Amore, domani mattina la mamma viene a prenderti e ti porta a casa, promesso... adesso però fai la brava ancora un po’? Poco poco, eh?’ le disse Michelle, dandole un bacio sulla fronte.

La bambina annuì, poco convinta.

‘Questa è la mia piccolina!’ le disse Mich, rimettendola nel suo lettino ‘Buonanotte amore’

‘Otte mamma’ rispose Fifi, allungando le braccia verso di lei per farsi abbracciare di nuovo prima che uscisse dalla stanza.

‘Notte bellissima!’ le disse Zack prima di uscire.

‘Otte io!’ rispose lei, facendogli ciao con la manina.

Una volta fuori, Zack vide Michelle fare un lungo sospiro e le sorrise comprensivo.

‘Domani te la porti a casa, è l’ultima volta’ le disse lui, camminando insieme a lei verso l’uscita.

‘E questo è l’unico motivo per cui non sto precipitandomi di nuovo dentro, credimi Zack’ rispose lei, sorridendogli a sua volta.

‘Vuoi passare da Brian?’ le chiese il ragazzo mentre aspettavano l’ascensore.

‘No... sono passata prima, Fifi ha dormito anche oggi pomeriggio... sono arrivati i suoi poi, credo siano ancora là, lascio loro per ora’ rispose lei.

Zack si limitò ad annuire, omettendo di dire che lo sapeva perché ci era stato, non aveva voglia di parlarne.

‘Ok, allora destinazione casa... e sappi che mia madre ha cucinato per un esercito e si aspetta che tutti mangiamo come se non ci fosse un domani’ disse lui.

‘Solo un pazzo rifiuterebbe il cibo cucinato da tua madre, Zack’ rispose Michelle, sorridendo divertita mentre saliva sull’ascensore col ragazzo.

 

Damn, damn, damn

What I’d do to have you here, here, here

I wish you were here

(Avril Lavigne, Wish you were here)

 

Erano quasi le undici di sera, Jess era a letto da quasi un’ora, Aymee era nella sua carrozzina e osservava con gli occhioni spalancati Zack seduto sul divano del soggiorno.

Il ragazzo ogni tanto le lanciava un’occhiata e non poteva fare a meno di sorridere, il suo giudizio era sicuramente di parte, ciononostante lui era assolutamente convinto che la sua bambina fosse una delle cose più adorabili presenti sul pianeta terra.

Tuttavia, in quel momento la sua attenzione era focalizzata sulla cornice che generalmente stava sul tavolino del salotto ma che da circa mezz’ora era fra le sue mani.

Era una foto del suo matrimonio, la sua preferita in assoluto: era stata scattata nel parco dove si erano sposati e dove si era anche tenuto il ricevimento, lui teneva abbracciata Nat che aveva la testa appoggiata sulla sua spalla.

Ricordava bene il momento in cui Brian l’aveva scattata, lui e Natalie stavano aspettando che il fotografo, che era quello che avrebbero dovuto guardare, sistemasse la propria macchina fotografica.

Proprio nel momento in cui Nat si era voltata per guardare Zack in faccia Brian aveva scattato la foto e quando più tardi l’aveva mostrata agli altri, tutti avevano convenuto sul fatto che fosse uno scatto fantastico.

C’era qualcosa nel modo in cui Nat guardava lui e lui guardava lei che non riusciva a descrivere, era uno di quegli sguardi che valevano più di mille parole, uno di quegli sguardi che solo Nat poteva decifrare così come solo lui poteva decifrare quello di lei.

Dio, se gli mancava Natalie.

‘Gran bella foto quella’.

Zack alzò lo sguardo e vide Michelle entrare in salotto e andare a sedersi di fronte a lui su una poltrona.

‘Già... abbiamo pagato un fotografo professionista per l’album e alla fine la foto migliore l’ha fatta Brian’ commentò Zack.

‘E lui non mancherà di farvelo notare per il prossimo secolo, non preoccuparti’ commentò Michelle, dimenticandosi per un attimo del fatto che in quel momento il futuro era quanto mai incerto ‘Zack... lo sai che se vuoi parlare puoi farlo anche con me, vero?’ disse poi la ragazza, facendosi seria.

‘Cioè?’

‘Sai, è che ho la sensazione che... beh, che tutti cerchino di evitare di parlare di cose troppo delicate con me... e vi capisco, però... beh, non è che tu stia molto meglio di me al momento, quindi se vuoi parlare di Nat, di qualsiasi cosa io sono qui, ecco... e onestamente credo che ti farebbe meglio che fare finta che vada tutto bene’

‘Non saprei nemmeno da che parte iniziare Mich’ rispose Zack ed era vero, aveva così tanti pensieri per la testa che faceva fatica a orientarcisi lui.

‘Dì la prima cosa che ti passa per la mente, funziona, generalmente poi parte il comizio’ lo incoraggiò lei, Zack aveva disperatamente bisogno di sfogarsi e nessuno meglio di lei poteva capirlo in quel momento.

Il ragazzo rimase per qualche istante in silenzio, tenendo lo sguardo fisso sulla foto, poi alzò la testa e finalmente iniziò a parlare.

‘A volte mi sembra di essere tornato indietro di sette anni, quando Natalie se ne è andata... non c’era più lei, non c’era Brian perché non mi parlava, non sapevo più dove sbattere la testa... ma poi ci penso ed è infinitamente peggio questa volta, perché almeno quella volta nessuno rischiava la vita, Brian era solo furioso con me e non in coma in un cazzo di ospedale, Nat era chissà dove, ma almeno ero certo che stesse bene, era stata una sua scelta... non era nelle mani di un pazzo psicopatico che un momento decide di portarmi via mia figlia e quello dopo me la riporta e magari domani decide che vuole portarmela via di nuovo...’.

Zack si fermò e si voltò istintivamente verso Aymee, accarezzando una manina della bimba con la propria.

‘La sola idea che possa anche solo avvicinarsi a lei o a Jess... che possa fare del male a Nat o a qualcuno di voi, quello che ha rischiato di fare a Fifi... ti giuro, mi manda al manicomio... ogni volta che sento il telefono o il campanello suonare ho il terrore di rispondere, ogni volta che vedo il numero di Nate rischio l’attacco di panico... sto per impazzire Mich, sto letteralmente per impazzire...’ continuò il ragazzo, ormai al limite.

‘Ehy, Zack...’ intervenne Michelle, spostandosi di fianco a lui sul divano e appoggiandogli una mano sulla spalla ‘Adesso ascolta me, ok? Aymee sta bene, lo vedi da te, no? Ed è sempre con te o con uno di noi e sai benissimo che ci faremmo uccidere piuttosto che lasciare che le succeda qualcosa... Jess sta bene e anche se non sarà sempre a casa sai che è al sicuro, ci hai parlato tu stesso con la scuola, lo sai che lo lasciano solo a te, no?’.

Zack annuì, certo che lo sapeva, la maestra di Jesse se lo era sentito ripetere almeno dieci volte e non lo aveva mandato a quel paese solo perché era a conoscenza della particolare situazione che stava attraversando.

‘Bene... e ora la parte più importante: Nat tornerà a casa, non voglio mai vederti dubitare di questa cosa, ok? Nat tornerà a casa e questo maledetto incubo finirà... nel frattempo non permettere al panico di avere la meglio, non smettere mai di crederci, ok?’

‘Se lo facessi sarebbe finita Mich’ commentò Zack, pensando che la prospettiva del ritorno di Nat era l’unica cosa che lo manteneva sano di mente ‘Grazie... avevi ragione, fa bene’

‘Io ho sempre ragione Zack, vuoi mettertelo in testa?’ rispose lei.

‘Ok, ok, vedrò di segnarmelo’ scherzò lui ‘Posso dirtela anch’io una cosa?’

‘Spara’

‘Brian si sveglia... non ha ancora finito di stressarci l’anima, fidati’ le disse lui.

‘Spero che tu abbia ragione Zack... giuro che non mi lamenterò più di quanto sia stressante... o almeno non per cinque minuti di fila, poi la pazienza finisce’ commentò lei, sorridendo.

‘Io non faccio promesse che so già che non potrò mantenere...’ disse lui ‘Senti... ma secondo te, parere spassionato, ce la faccio a farla addormentare?’ chiese poi, indicando Aymee, che sembrava estremamente interessata alle dita del ragazzo in quel momento.

‘Un parere sincero? Mai vista una bimba più sveglia’ rispose lei.

‘Ottimo...’ commentò ironico Zack ‘Va beh... io comincerei a metterla nella culla di sopra... così magari io dormo un po’... un’ipotesi come un’altra’

‘Se vuoi la tengo d’occhio io, tanto non ho sonno per il momento... se si addormenta te la porto su’

‘Sono tentato di accettare...’ rispose lui, che aveva effettivamente sonno, non aveva dormito molto la notte prima e cominciava a risentirne.

‘E allora fallo! Davvero, nessun problema Zack...’

‘Ok, allora grazie Mich... ehy, buonanotte amore mio!’ disse, rivolgendosi ad Aymee sull’ultima parte ‘Fai la brava con la zia, ok?’ aggiunse, dandole un bacio sulla fronte.

‘Lei è un angioletto, vero stellina?’ intervenne Michelle, sorridendo alla piccola.

‘Notte Mich, domani mattina stessa ora?’

‘Stessa ora, notte Zack, e vedi di dormire, devi portarmi in ospedale, gradirei che non dormissi mentre guidi’ gli disse lei ridendo.

‘Farò del mio meglio, sono cosciente della responsabilità’ rispose lui, salutandola di nuovo prima di salire le scale e dirigersi nella sua stanza, non prima di aver controllato che Jess dormisse tranquillo nella sua cameretta.

 

Natalie aveva paura.

Quel pomeriggio era successa una cosa strana che l’aveva terrorizzata e nemmeno lei in realtà riusciva a capirne il perché, ma sentiva che doveva avere davvero paura di Charlie.

Il ragazzo aveva ricevuto una telefonata e alla fine della chiamata, che aveva avuto dei toni piuttosto vivaci, aveva di nuovo ammanettato Natalie al letto ed era uscito.

Quando era tornato, Nat non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato, ma di sicuro molte ore visto che ormai fuori era buio, aveva messo tutte le sue cose in fretta e furia in una valigia, aveva slegato Nat e dopo averle ricordato di non fare nulla contro le regole erano usciti dalla stanza, Charlie aveva saldato il conto e un’ora dopo si trovavano in un’altra stanza di un altro hotel, un po’ migliore di quella precedente ma comunque sempre piuttosto scadente.

Doveva essere notte fonda ormai, ma Nat non riusciva a dormire, Charlie non aveva detto una parola più del necessario e si comportava in modo strano e questo la inquietava.

Qualunque cosa fosse successa mentre era fuori non era certo nulla di buono, l’unica cosa che Nat sperava era che stavolta avesse lasciato in pace i suoi amici e la sua famiglia.

Sentì le lacrime pungerle gli occhi al pensiero di Bri e Fifi, avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere come stavano, ma al tempo stesso non sapeva se era pronta ad affrontare la verità, se anche solo uno dei due non ce l’avesse fatta non sarebbe stata in grado di sopportarlo.

Sospirò, portando lo sguardo sulla griglia chiusa, da cui filtravano le luci della strada.

La notte era il momento in cui Zack le mancava di più, di giorno poteva distrarsi in qualche modo, ma la notte col buio e il silenzio totale non facevano che ricordarle che era da sola, senza le persone che amava e che l’amavano, senza l’unica persona che era in grado di farla sentire davvero protetta e al sicuro.

Non si era mai sentita così vulnerabile e non le piaceva per niente, voleva solo che quell’incubo finisse, voleva tornare a casa, riabbracciare i suoi bambini e passare il resto della vita fra le braccia di Zack, invece era in un’orribile stanza di albergo bloccata a letto, dal momento che dopo quello che era successo due sere prima non aveva più nemmeno il coraggio di alzarsi per andare in bagno, se Charlie avesse fatto ancora qualcosa alle persone che amava ne sarebbe letteralmente morta.

 

…..Mi davate per dispersa, eh?

Scusate…sono imperdonabile… ma ultimamente è peggio del solito, sono una trottola, esco dal lavoro, mi lavo, mangio (quando ci riesco) e sono già in macchina per andare da una parte o dall’altra... trooooooppi impegni... ma purtroppo li amo dal primo all’ultimo :P

Cooooomunque… per il mio imminente compleanno mi voglio regalare le vostre belle recensioni… so che non me lo merito… ma me lo fate lo stesso un regalino? ^_^

Capitolo molto introspettivo per il nostro Zacky... lo so che sta diventando un po’ desperat housewife, ma a me piace così ;)

Che dire... alla prossima, xoxo!!
Lady Numb

   
 
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